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ESA=EMORRAGIA SUBARACNOIDEA

Sig.ra di 72 anni giunge a valutazione neuropsicologica su richiesta del medico di base. In anamnesi

pregressa ESA da rottura di aneurisma dell’arteria comunicante anteriore. I controlli di neuro immagine

non hanno documentato danni focali.

Al colloquio esibisce un atteggiamento collaborante. Gli orientamenti spaziali, temporali e personali

paiono conservati.

Riferisce difficoltà attentive , fatica a gestire situazioni nuove, a prnedere decisioni anche inerenti le

piccole cose (scegliere indumenti da indossare o decidere cosa cucinare), a intrattenere una banale

conversazione mentre sta cucinando, er esempio. Non riscontra deficit motori ne di sensibilità. I familiari

sottolineano lo sviluppo di un atteggiamento inerziale, perdita di motivazione e di interesse.

Il fatto che sia il medico di base l’inviante, significa che al momento non è in una fase acuta, non è più

ospedalizzata, tuttavia si è ripresa da un danno grave quale l’aneurisma.

L’arteria comunicante anteriore è in prossimità del lobo frontale. Anche un danno al cervelletto (essendo

appunto collegato al lobo frontale) può provocare danni di questo tipo. Non è detto che sia una cosa

direttamente collegata.

Danni focali cioè circoscritto in una determinata regione, sono differenti ai danni degenerativi che man

mano si estendono, oppure ai danni estesi (cioè molto esteso appunto).

Il fatto che sia collaborante significa che non è disinibito, perciò non continua a perdere concentrazione o a

interrompere per esempio. Il fatto che sia consapevole o non consapevole non è indicativo del fatto che sia

più o meno collaborativo, in quanto dipende da altre variabili come carattere.

Parlando di orientamento spaziale,temporale e personale conservato, significa che il pz non è confuso.

Orientamento personale/neglet personale sono concetti differenti? Sì, orientamento personale riguarda

cose come nome, storia personale, informazioni 22 aprile 2015

Disturbi neuropsichiatrici (emotivo - comportamentali) conseguiti a danno cerebrale

Il trattamento può essere molto più difficoltoso anche per quanto riguarda un trattamento farmacologico

che anche se migliora la situazione non può risolverla totalmente.

La percentuale di questi disturbi conseguenti a danno cerebrale non è bassa, anzi sono abbastanza

frequenti. 

[Stato mentale per intendere il funzionamento mentale della persona]

La prof. Fa un esempio di un paziente che viene da noi di sua spontanea volontà, perciò si presuppone che

abbia consapevolezza del proprio disturbo.

Nel momento in cui mi trovo davanti un pz, una delle prime cose che salta all’occhio è il comportamento

non verbale, intendendo per esempio la postura, la cura di sé, lo sguardo … come si muove, se si trascina oe

non riesce a stare fermo. Nel momento in cui c’è un rallentamento motorio è importante confrontarlo con

un eventuale rallentamento psicomotorio. Un’altra cosa che è importante notare sono le emozioni.

Ricercare le risorse mi permette di individuare gli ambiti in cui è più capace e usarli come punti di forza.

È importante osservare il funzionamento del pensiero (possono esserci disturbi del pensiero legati ad

esempio all’ideazione suicidaria, oppure al pensiero ossessivo). Se ci sono dei deliri (sia che si tratti di

persecuzione, di beneficio, un pensiero distorto rispetto al mio corpo. Vi sono anche delle ideazioni

paranoidi non deliranti (non a livello schizofrenico).

Osserverò la fluenza verbale, può esserci un’incoerenza dei nessi associativi (tangenzialità del linguaggio e

del pensiero, io chiedo una cosa lui coglie solo una parola della mia frase e vi associa un certo pensiero),

con un paziente depresso vi posso associare una decelerazione del pensiero (in fase ipomaniacale invece

accelerazione del pensiero).

Disturbi percettivi, sia allucinazioni (percezione in assenza di oggetto, più psichiatrica e schizofrenica) che

illusioni (alterazione della percezione di un oggetto, meno psichiatrica, più usuale nei bambini).

Eventuali disturbi dell’alimentazione (iper – oralità intendendo un’improvvisa selezione sul cibo o mangiare

eccessivamente certi tipi di cibo mai mangiati prima come ad esempio dolci questo potrebbe essere un

sintomo di particolari tipi di demenza) e del sonno (ritmo sonno – veglia).

Comportamento motorio aberrante, quando il pz è continuamente in movimento, ma un movimento non

finalizzato questo è un aspetto di alcuni tipi di demenze…

Lesioni a livello del SNC (corteccia frontale dove una delle principali funzioni è la regolazione degli

impulsi, sistema limbico, nuclei della base, circuiti fronto - sottocorticali) possono causare:

- Deficit cognitivi

- Disturbi psichiatrici

Disturbi del comportamento nell’ambito delle amnesie, de trauma cranico (cioè come si manifestano i dist.

Del comportamento nel trauma cranico TC) e manifestazioni comportamentali a seguito di lesioni cerebrali

frontali.

Sindromi comportamentali associate a sindromi amnesiche globali:

- I fattori che causano deficit mnestico spesso agiscono diffusamente su tutto l’encefalo e tendono in

articolare a coinvolgere i lobi frontali (aree critiche per il comportamento)

- Le strutture sottostanti le funzioni mnestiche fanno parte del più diffuso sistema temporo –

limbico, particolarmente rilevante per l’aspetto comportamentale.

Un paziente con amnesia è depresso? Dipende anche dal livello di consapevolezza, se non ne è consapevole

può esserne indifferente oppure arrabbiato con chi cerca di spiegargli.

Indipendentemente dall’eziopatogenesi, posso osservare certi tipi di disturbi. A determinare il quadro

comportamentale, a dare un peso diverso è l’entità del danno (tanto è più estesa, tanto più è grave il

disturbo) e la localizzazione.

Indipendentemente dalla causa possiamo osservare un quadro molto simile. Un altro criterio sulla base del

quale il piano comportamentale varia, è il momento in cui noi osserviamo il paziente. nel tempo il corso

della malattia cambia.

I comportamenti che osserviamo possono essere differenziati in:

- Comportamenti inadeguati per difetto, disturbi del comportamento in cui manca qualcosa che in

condizioni normali era presente. In difetto per insufficiente frequenza, intensità o durata (inerzia,

demotivazione, etc)

- Inadeguate per eccesso, derivanti da carenza di autocontrollo (irrequietezza, logorrea, ecc)

- Comportamenti inadeguati per le condizioni e i tempi in cui vengono manifestati, similpsicotici

(disforia..)

Disturbi secondari all’amensia globale:

- Minimizzazione dei deficit

- Confabulazioni (per colmare le lacune di memoria) il pz nel raccontare, aggiunge cose non reali ma

con la finalità di colmare lacune amnesiche.

- Perseverazioni (sia a livello verbale che di comportamento)

- Idee persecutorie (non deliri di persecuzione), ad esempio non si ricorda dove ha messo una cosa e

accusa altri di averla rubata, nascosta.

- Comportamenti ossessivi

Più aumenta la consapevolezza del deficit, più possono presentarsi sintomi emotivi. Posso sviluppare:

- ansia (di dimenticare)

- umore depresso

- calo di autostima

- tendenza all’isolamento

- perdita del ruolo sociale

- comportamenti regressivi

- comportamenti manipolativi (simulare stanchezza per evitare i compiti più faticosi).

Disturbi del comportamento per TC

- I TC sono una delle cause più frequenti di danno cerebrale nei soggetti tra i 15 e 25 anni

- Dopo un TC è molto probabile osservare turbe comportamentali che nel tempo possono anche

aumentare e alterare la personalità del paziente

- La diffusa presenza di turbe del comportamento dopo TC è giustificata dal fatto che il trauma agisce

diffusamente su tutto l’encefalo; l’effetto di accelerazione – decelerazione del trauma si ripercuote

soprattutto sui lobi frontali e temporali.

Sull’aspetto comportamentale si può lavorare portando il paziente a riconoscere il più possibile i suoi

disturbi. È importante insegnare al paziente che pensiero, comportamento ed emozioni siano collegati fra

loro. Bisogna attuare una sorta di alfabetizzazione delle emozioni con il paziente e se ha delle buone risorse

cognitive questo è ancora più proficuo.

In tutte le malattie dove viene sconvolta tutta la sfera emotiva, o sociale o auto percettiva del soggetto, c’è

tutto un lavoro su riprogettare le propria vita, tenendo conto della situazione attuale.

Correlazione tra disordini neuropsicologici disordini cognitivi, emotivi comportamentali:

- Gravità degli indici in fase acuta (profondità del coma, durata dello stato di alterazione della

coscienza e dell’amnesia post traumatica, sede ed estensione della lesione ecc. )

- Età a cui si è verificata la lesione (quanto più il soggetto è giovane più sono alte la riacquisizione

funzionale e la reintegrazione sociale)

Prigatano, ha messo a punto il modello interpretativo dei disturbi della personalità post-traumatica

Sui disturbi di personalità post traumatica influiscono anche:

- Tratti di personalità premorbosa (chiedere ai parenti com’era prima, se il TC è totalmente cambiato

o se ha solo accentuato certi comportamenti piuttosto che altri)

- Stato socio - economico della famiglia, a volte vi sono buone risorse economiche ma rassegnazione

o accettazione passiva da parte della famiglia.

- Stimoli e richieste ambientali (se gli vengono rivolte richieste che eccedono dalle sue capacità)

- Disponibilità di risorse e servizi

- Opportunità d partecipazione sociale

Disturbi del comportamento da lesioni che coinvolgono elettivamente i lobi frontali:

SINDROME FRONTALE

Danni alle strutture orbito – frontali (interessamento anche delle aree sottocorticali):

- danni della personalità

- il paziente fa fatica a mettersi nei panni dell’altro, a riconoscerlo

- impulsività

- imprevedibilità

- difficoltà a guardare alle conseguenze delle proprie azioni sugli altri

- difficoltà ad inibire delle risposte

- difficoltà nei processi di mentalizzazione (difficoltà a riconoscere emozioni proprie o altrui,

problemi perciò di empatia)

Quando il danno è frontale/mediale, si ha più un quadro di comportamenti alterati per difetto

(demotivazione, mancanza di voglia, di emozioni, di forze, non spontaneità, rallentamento, …). Vengono in

rilievo aspetti emotivi e affettivi.

Quando il danno è dorso – laterale, si ha una sindrome, chiamata disesecutiva, con gli aspetti di quella

orbito fronta

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lallalaus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia e laboratorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Rusconi Maria Luisa.