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Immaginario collettivo
La novità è una qualità indipendente dal valore d’uso della merce. È l’origine dell’appartenenza che
è inseparabile dalle immagini prodotte dall’inconscio collettivo. È la quintessenza della falsa
coscienza, di cui la moda è l’agente infaticabile. Questa apparenza di novità si riflette, come uno
specchio nell’altro, nell’appartenenza del sempre uguale.
La moda
L’arte, che comincia a dubitare del suo compito e cessa di essere “inséparable de l’utilité”
(Baudelaire), deve fare del nuovo il suo valore supremo. Lo snob diventa per lei l’arbiter novarum
rerum. Egli è per l’arte ciò che il dandy è per la moda.
Logica qui di mercificazione dell’arte legata all’idea del suo consumo e del suo continuo ed
incessante rinnovamento.
L’arte per l’arte
Ai magasins de nouveautés si affiancano i giornali. La stampa organizza il mercato dei valori
spirituali, che in un primo momento registra una grande impennata. I non conformisti si ribellano
alla consegna dell’arte al mercato. Essi si raccolgono intorno alla bandiera dell’“art pour l’art”.
Opera d’arte totale
Da questa parola d’ordine scaturisce la concezione dell’opera d’arte totale, che cerca di preservare
l’arte dallo sviluppo della tecnica. La solennità con cui l’opera d’arte totale celebra se stessa è il
pendant degli svaghi che trasfigurano la merce.
Non-luoghi e centri commerciali
Le esposizioni universali trasfigurano il valore di scambio delle merci; creano un ambito in cui il
loro valore d’uso passa in secondo piano; inaugurano una fantasmagoria in cui l’uomo entra per
lasciarsi distrarre. L’industria dei divertimenti gli facilita questo compito, sollevandolo all’altezza
della merce. Egli si abbandona alle sue manipolazioni, godendo della propria estraniazione da sé e
dagli altri.
Il ferro
Per la prima volta nella storia dell’architettura appare, col ferro, un materiale di costruzione
artificiale. Esso subisce un’evoluzione il cui ritmo si accelera nel corso del secolo. Questa
evoluzione riceve un impulso decisivo quando si vede che la locomotiva, con cui si sono fatti
esperimenti a partire dalla fine degli anni ’20, funziona solo su binari di ferro. Il binario diventa la
prima parte montabile in ferro, l’antesignano del pilone
Logica del database: l’industria produce pezzi che trasportati vengono poi montati e assemblati.
Il vetro
Si evita il ferro nelle case di abitazione, e lo si impiega nei passages, nei padiglioni delle
esposizioni, nelle stazioni ferroviarie – che sono tutte costruzioni a scopo di transito. Nello stesso
tempo si estende il campo di applicazione architettonica del vetro.
Le stazioni sono punti di attacco fra le città e i trasporti.
La fotografia
La fotografia conduce alla distruzione del vasto ceto professionale dei ritrattisti in miniatura. Ciò
non accade solo per ragioni economiche. La prima fotografia era artisticamente superiore al ritratto
in miniatura. La ragione tecnica di questa superiorità è nel lungo tempo di posa, che richiedeva la
massima concentrazione della persona ritratta. La ragione sociale è che i primi fotografi
appartenevano all’avanguardia e che la loro clientela usciva in gran parte da questa.
I primi fotografi non sono quindi dei professionisti.
Col crescente sviluppo delle comunicazioni diminuisce il valore informativo della pittura. Per
reazione alla fotografia, essa comincia con l’accentuare gli elementi coloristici del quadro. Quando
l’impressionismo cede il passo al cubismo, la pittura si crea un dominio più ampio, in cui la
fotografia, per il momento, non può seguirla.
La fotografia, a sua volta, a partire dalla metà del secolo, contribuisce all’ambito dell’economia
mercantile, offrendo sul mercato in quantità illimitata personaggi, scene, avvenimenti, che non
sarebbero mai stati utilizzabili o che potevano esserlo solo come immagini per un cliente.
La strada
Le strade sono la dimora della collettività. La collettività è un essere perennemente desto,
perennemente in movimento, che tra i muri dei palazzi vive, sperimenta, conosce e inventa come gli
individui al riparo delle quattro mura di casa loro.
Per tale collettività le splendenti insegne smaltate delle ditte rappresentano un ornamento delle
proprie pareti pari e, forse, superiore a un dipinto a olio in un salotto borghese e i muri con il
“défense d’afficher” sono il suo scrittoio, le edicole le sue biblioteche, le cassette delle lettere i suoi
bronzi, le panchine la mobilia della camera da letto e la terrazza del caffè la veranda, da cui
sorveglia la vita della sua casa.
Là, dove gli stradini appendono alla grata la giacca, è il vestibolo, mentre la porta carraia che, dalla
fuga dei cortili, conduce all’aria aperta, è il lungo corridoio che spaventa il borghese e rappresenta
la sua via d’accesso alle camere della città. Il passage è il loro salotto. In esso più che altrove, la
strada si dà a conoscere come l’intérieur ammobiliato e vissuto dalle masse.
Esempio: Times Square
Luogo pubblico e privato pieno di spettacolo e cinema.
Il flaneur
La folla è il velo attraverso il quale la città familiare appare al flaneur come fantasmagoria. In
questa fantasmagoria essa è ora paesaggio, ora stanza. Entrambi sono poi realizzati nel grande
magazzino, che rende la flanerie stessa funzionale alle vendite. Il grande magazzino è l’ultimo
marciapiede del flaneur. Col flaneur l’intelligenza si reca al mercato. A vederlo, secondo lei; ma, in
realtà, già per trovare un compratore. Flaneur termine inventato da Baudelaire.
La città è la realizzazione dell’antico sogno umano del labirinto. A questa realtà, senza saperlo, è
dedito il flaneur. Il flaneur prende la maschera del voyageur. Nella figura del flaneur si preannuncia
quella dell’investigatore.
Il giornalista si comporta da flaneur…Il tempo di lavoro socialmente necessario alla produzione
della sua specifica forza-lavoro, in effetti, è relativamente elevato; egli, però, avendo cura di far
apparire il tempo libero trascorso sui boulevard come una parte di esso, lo moltiplica, moltiplicando
così anche il valore del proprio lavoro.
Flaneur /surfer
Chi cammina a lungo per le strade senza metà è colto da un’ebbrezza. A ogni passo l’andatura
acquista una forza crescente; la seduzione dei negozi, dei bistrot, delle donne sorridenti diminuisce
sempre più e sempre più irresistibile si fa, invece, il magnetismo del prossimo angolo della strada,
di una piazza lontana nella nebbia, della schiera di una donna che cammina davanti.
Poi sopravviene la fame. Ma egli non vuole saper nulla dei mille modi per placarla, e come un
animale si aggira per quartieri sconosciuti alla ricerca di cibo, di una donna, finché sfinito crolla
nella sua camera, che lo accoglie estranea e fredda.
Lezione 9
Media digitali: alcune accezioni diverse:
1. Potenziamento e modificazione della comunicazione personale e/o inter-gruppo, peer to
peer (social network);
2. Recupero e riorganizzazione del patrimonio culturale analogico (cultural heritage);
3. Sviluppo di nuove forme di testualità, basate su dati, geo-posizionamento, interattività
(videogames, web doc…).
Modello “mass media”
Un emittente e tanti destinatari (modello broadcast: radio, televisione, cinema…).
Impossibilità di intervento da parte di chi riceve l’informazione: modello unidirezionale.
4. A B1, B2, B3
Modello “media digitali”
I destinatari dell’informazione diventano a loro volta anche emittenti.
I mass media sì continuano a trovare posto in questo schema, ma attraverso i nuovi canali di
comunicazione si attivano diverse dinamiche ed il ritorno dal destinatario all’emittente rappresenta
la principale dimensione dell’interattività e della partecipazione dal basso. Quindi:
5. Prima del digitale: canali di comunicazione unidirezionali (es. televisione via antenna);
6. Con il digitale: bi-direzionalità (una parte utilizzata per il download e una per l’upload:
solitamente la parte riservata al download è molto più ampia rispetto alla seconda in termini
di dati quantitativi). Interattività con i videogiochi: c’è un canale di ritorno.
Gli utenti hanno sempre più a disposizione differenti canali per interagire, cosa che nel modello dei
mass media era impensabile in quanto il pubblico non aveva voce e non poteva intervenire nel
flusso comunicativo (al massimo ad esempio i destinatari potevano mandare delle lettere ai direttori
dei giornali). I media digitali sono onnivori in quanto si oppongono al modello top- down, oltre al
fatto che aggiungono tutta una serie di “giochi” comunicativi tra i partecipanti.
Cultura dei media digitali
La cultura mediatica in senso proprio attiva nuovi schemi di controllo sull’immaginario, sui
comportamenti, sulla conoscenza: si aggrega intorno a prodotti, testi, opere, situazioni comunicative
che non sono più fruibili e interpretabili secondo i parametri delle culture precedenti.
I media digitali sono importanti per la costruzione del sistema del sé.
Castells 1996: 439
“…forse il tratto più importante del multimedia è che cattura all’interno della propria sfera la
maggior parte delle espressioni culturali, in tutta la loro diversità. L’avvento del multimedia è
equivalente alla fine della separazione, e persino della distinzione, tra media audiovisivi e media
stampati, cultura popolare e cultura colta, divertimento e informazione, istruzione e persuasione.
Ogni espressione culturale, dalla peggiore alla migliore, dalla più elitaria alla più popolare, sfocia in
questo universo digitale che collega in un gigantesco ipertesto astorico le manifestazioni passate,
presenti, e future della mente comunicativa.”
Tratti caratterizzanti della cultura digitale
La cultura dei nuovi media è consapevole dell’opposizione fra struttura profonda e struttura
superficiale, del fatto che i prodotti e gli eventi di cui è costituita sono gestiti da complessi motori
simbolici che stanno al di sotto di ciò che appare a livello di esperienza: questo fa sì che sia
interattiva, esplorativa, operativa.
Differenza tra analogico e digitale: con il digitale quello che vedo sulla superficie di uno schermo
non esiste materialmente in quanto è semplicemente una sequenza alfanumerica che deve essere
tradotta dal dispositivo. Quando guard