Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La classe di resistenza individua la resistenza di progetto della vite
Dalla classe di resistenza si deduce la resistenza di progetto della vite. L'area resistente è una proprietà geometrica della vite, ma non è uguale all'area del gambo della vite. Se consideriamo il punto di fondo filetto e consideriamo un'area resistente disponibile alle tensioni di trazione per transitare (quindi un'area ortogonale all'asse della vite), vediamo che, a causa dell'inclinazione dell'angolo d'elica della vite, dalla parte opposta non arriviamo in corrispondenza di una gola. Perciò l'area resistente a disposizione delle tensioni per transitare non corrisponde all'area di nocciolo della vite.
La progettazione aggiunge la resistenza strutturale alla resistenza all'attrito che si sviluppa tra le lamieretaglio della vite, grazie alla forza di compressione che viene indotta dal serraggio.
La normativa considera la pressione media riferita alla proiezione del gambo dell'avite:
Le giunzioni ad attrito tipicamente si usano quando c'è inversione dei carichi (a taglio possono invece scorrere i piatti) o quando non è ammesso lo scorrimento della giunzione. Ci si affida all'attrito tra piatto principale e piatti di coprigiunto.
Riferendoci alla singola vite, si ha sia taglio V che sforzo assiale N. Forza trasmissibile per attrito in presenza di componenti di forza che tendono a separare i piani di giunzione.
Valutiamo il momento ribaltante dovuto all'effetto leva rispetto al baricentro G delle aree resistenti delle viti.
Supponiamo che la valutazione di Mr abbia portato ad un momento ribaltante complessivo orario.
Immaginiamo di sostituire il comportamento del gambo della vite, che si oppone al ribaltamento, con il comportamento di una molla.
L'allungamento del gambo della si oppone al momento ribaltante.
Le cricche possono innescare in più punti.
ed i loro fronti si uniscono propagando poi con un unico fronte. La rottura di schianto si avrà poi quando la sezione resistente non sarà più in grado di sopportare il carico massimo. Indipendentemente da R nominale (cioè applicato lontano dalla zona saldata), localmente il ciclo di tensione è un ciclo con Δσ. L'unica cosa rilevante è il range di tensione applicato per stimare la vita a fatica. Se invece, tramite trattamenti termici, eliminiamo le tensioni residue allora ricompare "l'effetto" della tensione media applicata. Quando NON è richiesta la verifica a fatica del giunto saldato UNI10011: 1) la normativa considera che non si abbia un numero di ciclo sufficientemente elevato da giustificare la resistenza a fatica 2) quando tutti i componenti hanno durata di qualche decina/centinaia o addirittura milioni di cicli.tensione elasto-plastica. La vita a fatica del provino dipende dalle alternanze di tensione e dalle costanti del materiale. Nella zona a basso numero di cicli, definita come fatica oligociclica (fino a 10^4 cicli), il legame tra l'ampiezza di tensione elasto-plastica applicata al provino e la sua vita a fatica è descritto. Immaginiamo che il provino abbia la sua sezione completamente immersa nella zona elasto-plastica. In questo caso, il provino subirà un'ampiezza di deformazione parziale rispetto all'ampiezza di deformazione locale che si ha all'apice dell'intaglio. La frattura del provino immerso nel componente, letta secondo il criterio di Manson-Coffin, rappresenta la vita a fatica necessaria per innescare la cricca nel componente. Saranno necessari ulteriori cicli per far propagare la cricca fino alla rottura. In conclusione, il provino completamente immerso nel campo di deformazione elasto-plastico all'apice dell'intaglio subisce una prova di fatica con un'ampiezza di tensione elasto-plastica.Deformazione quando dall'esterno sono applicati i carichi di sollecitazione Fa. All'apice dell'intaglio può esserci un campo di deformazioni elasto-plastiche, visto che trattiamo anche casi a basso N di cicli (10^4). Immaginando di aver calcolato la deformazione locale all'apice d'intaglio elasto-plastica, nella curva di Manson-Coffin avremo:
L'effetto della curvatura è quello di spostare l'asse neutro di flessione verso il centro di curvatura. Perciò il punto attorno al quale dobbiamo far ruotare la trave si trova spostato verso l'interno.
La tensione delle fibre compresse (sopra l'asse neutro) è minore della tensione delle fibre interne. Perciò le fibre interne sono caricate di più rispetto alle fibre del lato esterno. Quindi, per ricostruire il Momento Flettente in termini di tensioni è necessario un volume di materiale soggetto a compressione più grande rispetto a quello dilatato in trazione.
Questo perché le fibre tese sono più "stressate" rispetto a quelle compresse. Ecco perché si ha uno spostamento verso il centro di curvatura dell'asse neutro di flessione, ampliando la parte di fibre esterne di materiale e riducendo la quantità di fibre che si trovano al di sotto dell'asse neutro (quelle in trazione).