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Ascoltarsi il verbo ascoltarsi come riflessivo reciproco non esiste in italiano e può essere inteso
solo come riflessivo in senso proprio, ascoltare se stesso; si dovrebbe dire ci ascoltiamo
vicendevolmente. Questo non è dovuto alla sua scarsa competenza dell’italiano, ma è fatto
volontariamente.
Inoltre, ci sono anche molti prestiti (constituency, accountability, performance, start up, world
bank, asset), neologismi (discussionismo, benaltrismo), che non sono prevedibili nei discorsi
politici, coniazioni (Italicum, Mattarellum, Porcellum), manipolazione di espressioni già esistenti:
(Non credo che ci siano pari opportunità nel fatto che ci sia la metà di donne nel Governo;
l’opportunità – permettetemi la battuta – è dispari, non è pari, ce ne è solo una gioco linguistico
Interviene su un sintagma nominale consolidato, modificandolo, e realizzando un gioco linguistico,
c’è un solo ministro, perciò le opportunità sono dispari) ed elementi tipici di un registro informale o
del linguaggio giovanile.
Io credo che l’identità sia la base per l’integrazione, il contrario di integrazione non è identità, è
disintegrazione. Renzi gioca sul doppio valore di contrario, che è un logonimo e si oppone a
sinonimo, ma ha anche un significato più generale, in senso di “una cosa opposta all’altra”. Quindi,
crea il contrario in senso metalinguistico rispetto a integrazione¸ perciò utilizza la parola
disintegrazione. Dal punto di vista fattuale, l’opposto di integrazione è identità; disintegrazione si
spiega semplicemente in relazione a integrazione. (Renzi gioca sul fatto che, dal punto di vista della
realtà delle cose, l’opposto di integrazione sia identità. Però, sul piano metalinguistico, lui sostiene
che il contrario di integrazione non sia il suo equivalente concettuale, ovvero identità, ma è
disintegrazione. Secondo lui, non è vero che se neghiamo l’integrazione, l’accoglienza e l’alterità,
noi difendiamo la nostra identità, in realtà, noi la perdiamo, ci disintegriamo. Gioca su un fatto
metalinguistico, crea disintegrazione come contrario di integrazione. Usa un logonimo per non
logonimo e un logonimo in quanto tale, cioè contrario. Crea una dicotomia tra integrazione e
disintegrazione, dal punto di vista dei concetti, sono in opposizione identità e integrazione.)
V lezione – 16.03.17
Sono presenti degli elementi linguistici specifici di un registro informale, come selfie, un prestito
che ha fatto molto scalpore, perché così Renzi incentra il suo discorso sulla funzione conativa, per
fare appello agli ascoltatori. I gufi professori/indovini sono gli avversari che gufano contro di lui.
Il cartellone di recupero che si espone alla fine di una partita Il tempo che è rimasto per ovviare ai
disastri della politica italiana – cartellone è un logonimo – rimando alla dimensione diamesica, al
canale di trasmissione.
Non dobbiamo fare semplicemente derby ideologici, ma dobbiamo mirare alla necessità di fare
della giustizia un asset reale per uno sviluppo del paese. Sono presenti due presiti dall’inglese, che
appartengono a due registri diversi, uno appartiene all’ambito calcistico e l’altro all’ambito
economico. Si evidenzia una grande disinvoltura nel costruire un discorso e nel selezionare delle
unità, che normalmente non si combinano insieme.
La focalizzazione di Renzi sul linguaggio, il suo dare importanza al dire e, nel contempo, quello che
viene percepito un dire “eccessivo”, costituiscono punti privilegiati di attacco da parte dei detrattori
E lei viene qui in quest'Aula a farci la sua passerella e a parlarci di quello che vorrà fare nei
prossimi mille giorni. Passerella è usato in senso metaforico, con il significato di esibizione
linguistica, quindi, è usato come logonimo.
È bravissimo a comunicare, lei è un affabulatore: è bravissimo, il popolo crede a quello che lei
dice. La dimensione retorica dell’inganno è evidente agli occhi dei suoi oppositori, i quali sono
consapevoli che, attraverso strategie comunicative efficaci, Renzi illude il popolo.
Non riuscirà a farlo nonostante la sua ottimistica comunicazione.
Voi trasformate questo come manovra espansiva dal punto di vista comunicativo. (Guido Guidesi)
Guidesi, un avversario metalinguisticamente raffinato, contrappone il punto di vista comunicativo a
quello economico e sfrutta i diversi sensi di manovra, accusando Renzi di aver sostituito la
Manovra Economica con una manovra comunicativa.
La comunicazione è espansa al massimo, quindi, diventando una manovra, una strategia; tuttavia,
quest’azione non è legittima, in quanto in politica, ci si occupa di economia, per cui il focus
dovrebbe essere la manovra economica, piuttosto che comunicativa. Anche Guidesi dimostra una
certa competenza comunicativa, perché scompone un sintagma fisso, manovra espansiva
economica, per creare il sintagma manovra comunicativa.
Sig. Renzi, due giorni fa, lei ha detto… Lei è la stessa persona che il 14 gennaio diceva… La
reiterazione del dire ha lo scopo di evidenziare come lui si concentri sulle parole, tralasciando i fatti.
La stigmatizzazione di quella che viene percepita come una iperattività linguistica di Renzi avviene
attraverso l’iterazione, con variazione iconica, del verbo dire (con variazione temporale), che ha
anche l’effetto di mettere in evidenza la contraddittorietà del discorso di Renzi.
Ogni volta che lei sta per fare dei discorsi importanti, immancabilmente o l’Istat o l’Ocse le
rovinano la festa. Addirittura ad agosto aveva pensato ‘Ma che cattivoni questi dell’Istat a
mandarmi le statistiche sulla recessione pochi giorni prima, o due giorni prima delle mie grandi
comunicazioni’, non sapendo che il calendario dell’Istat, signor presidente, è un calendario
prefissato, prefissato in sede europea e che non è subordinato all’esigenza di comunicazione di
questo o quel presidente del Consiglio d’Europa. C’è una contrapposizione tra i discorsi importanti
e i dati economici e statistici. Brunetta ha usato un tono ironico ed espressioni inattese all’interno
del parlamento, ma si tratta di una strategia, in quanto il suo obiettivo è prendere in giro Renzi e la
sua comunicazione e la sua enfasi sui nuovi media, proprio attraverso l’uso dei canali di
comunicazione.
Attraverso il discorso di Renzi, si mettono in evidenza alcuni topoi, alcuni punti salienti relativi al
linguaggio e alla comunicazione, che sono concepiti in dicotomie (dire/fare, vero/falso,
parlato/scritto), che sono sovrapponibili tra di loro (il parlato può essere falso e lo scritto è vero).
Continuiamo a dire che abbiamo un programma di riforma della pubblica amministrazione e a non
affrontarlo? Che cosa andiamo a dire? Che cosa andiamo a portare al di là delle relazioni che
abbiamo predisposto? Portare è un logonimo, perché ha assunto il significato “presentare
linguisticamente” attraverso un processo metaforico. Si evince che anche per Renzi il semplice dire
è negativo dal punto di vista politico. D’altro canto, il dire e il comunicare significano per lui fare
politica, questo è evidenziato anche in altri discorsi, in cui ribadisce la forza del dire con varie
strategie testuali.
Si riscontrano anche declinazioni che si distaccano dallo stereotipo del giudizio positivo del fare
rispetto al dire. Non a caso è proprio Renzi a manifestare questa prospettiva:
E lo dico oggi, qui, adesso e lo dico qui in parlamento di fronte a voi. Rivendico a questo Governo,
di essere il primo Governo che è venuto in un’aula del parlamento a dire a viso aperto.
Fatemelo dire fuori dai tecnicismi. Si esprime anche la modalità del dire, cioè a viso aperto, il suo
dire è vero e può essere percepito da chiunque (per questo motivo usa i prestiti come selfie).
I suoi avversari giocano su questa dicotomia, contrapponendo il fare, con valenza positiva, al dire.
Noi alle parole facciamo seguire i fatti. Prima di annunciare, si facciano le cose.
Se vuole fare delle cose, le faccia e poi le annunci e le comunichi, non faccia viceversa.
Sono in netto contrasto con la politica degli annunci, alla quale abbiamo assistito sinora, senza
avere peraltro alcun dato tangibile. Annunciare è un logonimo processuale interattivo, con cui
sottolineano i continui discorsi del presidente del consiglio, a cui non seguono i fatti. Di
conseguenza, la parola annuncio si presenta molto frequentemente nei discorsi dei retrattori di
Renzi, ma con una connotazione negativa. Si fa riferimento a un’innovazione semantica, innescata
nel momento in cui si contrappone l’eccessivo agire linguistico di Renzi.
In realtà, annunciare non ha questa connotazione semantica negativa nelle fonti lessicografiche, in
cui è correlato a eventi positivi (promozioni, nascite). C’è stato proprio uno slittamento semantico
dal polo positivo a quello negativo, determinato dal fatto che Renzi eccede negli annunci.
Tutto ciò fa capire che si tratta di un “dire” negativo, che non è semplicemente contrapposto al
“fare”, ma riprende anche la dicotomia del chiaro/ingannevole; ci sono molti discorsi in cui
l’annuncio di Renzi è combinato linguisticamente non con le parole retorica e strategia, bensì con
parole come propaganda, fumo, inganno, bugie.
Il raccontarsi ha una connotazione positiva per Renzi, perché fa riferimento allo scambio, invece, i
suoi oppositori recuperano il valore originario del racconto, che può essere inventato, che fa parte
della finzione e non della realtà. La politica degli annunci ci racconta…
Sarebbe stato più utile che ci avesse cantato una canzone che scalda il cuore, piuttosto che venire
qui, in quest’aula, a raccontarci il nulla. Cantare, contare e raccontare sono etimologicamente
correlati.
Il discorso politico presenta alcuni elementi e funzioni che, dal punto di vista della linguistica
teorica, si ritrovano nell’elaborazione di Jakobson. Questo è un esempio di come la retorica sia una
prassi linguistica ancora ampiamente usata, così come era stata concepita nell’antica Grecia.
Origine del linguaggio
L’origine del linguaggio è un argomento che rientra non soltanto nell’ambito strettamente
linguistico, perché è estremamente complesso, eteroclito (Di nomi o verbi la cui flessione
comprende più temi o radici.), storico, naturale, neurologico, fisico (come la fonazione).
Secondo Saussure, l’origine del linguaggio rientra nell’ambito di li