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MERCATI DIGITALI
Un altro caso per rilevare il ruolo dell'autorità garante è quello del settore dei mercati digitali. È un settore molto delicato per il fatto che da un punto di vista normativo c'è molto da regolare, anche per il fatto che è un settore che evolve in modo molto veloce, nel quale il legislatore non riesce a stare al passo.
L'ambito dove più si è dedicata l'autorità è relativo alle sfide poste dai cosiddetti big data, e dalla loro gestione, visto che essi sono diventati oggi il nuovo prodotto. Proprio perché si tratta di una cosa nuova, non ha una regolamentazione specifica. La concentrazione e il possesso dei big data sta diventando il nuovo settore in cui il mercato sviluppa nuove pratiche.
Uno dei casi in questo ambito riguarda Enel, che aveva sviluppato una applicazione da utilizzare nelle autovetture per ricercare le colonnine per il rifornimento delle auto elettriche. L'app
permet-teva anche di prenotare la colonnina ed individuare le zone in cui veniva fatto maggior rifornimentoe quando veniva fatto, per cui si avevano molte informazioni su questo mercato. Diventa una situazione in cui si hanno informazioni importanti anche in caso di rivendita. Enel pensadi offrire l'applicazione a Google, il detentore di Android Auto. Questa richiesta di inserire l'applicazione nel sistema di Android Auto viene negata da Android, che rifiuta. L'autorità garante si è interessata in questo caso perché va considerato che Android è del gruppo Google, così come Google Maps, per cui concedere la possibilità ad Enel di immettere l'applicazione nel sistema Android significava far pesare la propria posizione dominante. Google ha un potere su tutta questa filiera, dall'utente a quelli che sviluppano applicazioni, e viene ad avere una posizione dominante in
Questo mercato specifico. Questa condotta implicherebbe una pratica scorretta, perché Google si è rifiutata di contrattare con qualcuno, non per ragioni di merito, ma per mantenere la propria posizione, sviluppando una propria applicazione. Per arrivare a questo l'autorità garante si sta confrontando, anche se è tutto in via di indagine.
Enel ha chiesto ad Android di utilizzare la sua applicazione all'interno dei mezzi che usano Android auto, e la stessa cosa è successa su iOS di Apple. È una analisi molto complessa tecnicamente, ma ciò non significa che l'intervento dell'autorità garante non possa essere fondamentale per garantire una tutela adesso laddove manca. Svolge un ruolo importante sulla tutela di consumatori e imprese, perché l'abuso di posizione dominante riguarda anche le imprese.
Queste grandi multinazionali hanno il potere e una posizione di dominio su tutto il mercato internazionale.
agendo incontrastati, anche perché spesso è richiesto un certo utilizzo di capacità tecno-logiche, per cui l'azione civile che fa partire tutto questo necessiterebbe grandi informazioni tecni-che che difficilmente si hanno, per cui il ruolo del pubblic enforcement va a risolvere un grandeproblema.TUTELA AMBIENTALE
Contesto della tutela dell'ambiente e responsabilità sociale dell'impresa. Di recente la carta costi-tuzionale italiana è stata modificata, sugli articoli 9 e 41. Questi due articoli sono stati modificatiper inserire la tutela dell'ambiente, la biodiversità, gli animali e le generazioni future. Questa tutelada molti è stata osannata, ma già prima, e anche senza quelle norme la Corte costituzionale riuscivaa tutelare l'ambiente. Le grandi imprese puntano tantissimo sulla loro reputazione, perché avereuna reputazione buona sul mercato è direttamente proporzionale al perseguimento
di maggiori profitti. Le imprese hanno subito capito quale poteva essere la strategia di marketing: quella di enfatizzare alcuni prodotti in maniera maggiore rispetto ad altri. Attraverso messaggi pubblicitari veniva posto l'accento su alcuni prodotti reputati ecosostenibili o con processi produttivi meno dannosi per l'ambiente. A volte corrisponde a verità ma altre volte questi messaggi non sono così veritieri, per questo il fenomeno è arrivato all'attenzione sia delle autorità antitrust nazionali che dell'agenzia federale statunitense sulla concorrenza. Il greenwashing è una strategia di comunicazione adottata dalle imprese, ma anche da organizzazioni o da istituzioni a carattere politico, che comunicano un loro impegno per lo svolgimento di politiche ambientali che non corrisponde a verità. La ragione della diffusione di questi messaggi a carattere commerciale è finalizzata a migliorare la visibilità eL'identità che una certa impresa ha presso l'opinione pubblica. Un consumatore consapevole è colui che fa scelte di acquisto pensando anche alla tutela ambientale, cioè il cosiddetto consumatore ecosostenibile, che fa acquisti valutando quanto siano ecosostenibili i prodotti.
Sono tanti i modi con cui si può fare greenwashing, il quale a volte è agevolato da un linguaggio vago e approssimativo come hanno dimostrato le varie autorità antitrust. Lorenzo Paolini - UNIVPM - 2022
Alcuni segnali lampanti riscontrati sono:
- Utilizzo di un gergo assolutamente generico
- Utilizzo gergale talmente tecnico che è comprensivo solo per gli addetti al lavoro
- Evitare frasi o diciture particolari, usando una pubblicità di immagini suggestive per indurre in errore, come l'usare molto colore verde, per attirare il consumatore e fargli associare il prodotto ad un certo tipo di caratteristiche
Sono degli indizi di greenwashing.
ma deve ovviamente seguire una particolare attività di indagine, volta a capire se c'è stata questa pratica commerciale, che si è affacciata nei sistemi giuridici.
CASO VOLSKWAGEN
Il caso più importante (leading case), che ha aperto questo filone è il caso Volskwagen, il quale nasce negli USA quando viene condotta una ricerca indipendente da parte dell'ente di ricerca International Counsil For Clear Transportation. Questo ente ha visto che le macchine producevano più azoto di quanto dicesse la casa madre, portando all'aprirsi di una risonanza e di un eco importante.
Giuridicamente si sono creati tre canali:
- Le autorità antitrust a livello americano
- Le autorità nazionali europee
- La commissione europea
Hanno aperto i procedimenti per valutare se c'era discrasia tra messaggi pubblicitari e la realtà.
L'autorità antitrust ha nel caso 4 agosto 2016 numero 26137 rilevato come nel caso
Volskwagen cisono in presenza di messaggi promozionali che enfatizzano la pubblicità dell'impresa c'è la ragione-vole probabilità che c'è una induzione in errore del consumatore che ha pensato che la tutela dell'ambiente fosse una delle politiche perseguite da una determinata impresa, ma che invece era una strategia dell'impresa per lasciar pensare i consumatori che avesse responsabilità sociale, cioè una responsabilità delle imprese che sono impegnate nel sociale. Ecco che in questa direzione l'autorità antitrust condanna l'azienda e reputa la violazione degli articoli 21 comma 1 lettera b del codice del consumo, proprio con riferimento alla vocazione ambientale e alla responsabilità sociale rivendicata dal produttore. Ritiene violato anche l'articolo 18 sub b quando trae in inganno il consumatore stesso, in particolar modo tratto in inganno sotto molteplici prodotti.Stato portato in errore per quanto concerne la natura del prodotto. In questo caso il dato è che il prodotto che viene fuori dal processo di fabbricazione è un prodotto maggiormente attento all'impatto sull'ambiente e il risultato è che non era così, poi in secondo luogo è violativo dell'articolo 21 nel momento nel quale è stato visto che i claims pubblicitari facevamo riferimento che il prodotto finale fosse maggiormente sostenibile, ma proprio che tutta l'attenzione dell'impresa era volta a sostenere le politiche ambientali, senza perseguire le logiche del profitto. In questo caso è stato reputato che la condotta del caso Volkswagen era gravemente contraria agli obblighi di diligenza, perché artificiosamente ottenuta mediante la modifica dei software della omologazione, inducendo i consumatori ad assumere una scelta di consumo che non avrebbero preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche.
dei veicoli acquistati. Per questi motivi, l'autorità decide di irrogare la sanzione pari al massimo edittale, cioè 5 milioni di euro.25/03/2022
Lorenzo Paolini - UNIVPM - 2022
CASO POLITICHE AMBIENTALI - ENI DIESEL+
Un altro campo da valutare è quello connesso alle politiche ambientali. Come è noto oggi le dinamiche di contrasto al cambiamento climatico sono diventate importanti per l'opinione pubblica. C'è la necessità che le imprese abbiano una importante responsabilità ed è necessario un altro modo di fare impresa, perché se non si superasse la logica del mero profitto si potrebbe non avere più un pianeta. L'attenzione delle imprese è sicuramente positiva ed emerge una sensibilizzazione al tema che anni fa non era neppure auspicabile, ma nella prassi si sono registrati diversi casi nei quali le politiche ambientali non si sono veramente concretizzate. L'idea del
greenwashing è dire attraverso messaggi pubblicitari che l'impresa ha a cuore l'ambiente, e oltre il caso Volkswagen, l'autorità antitrust continua a trovarsi di fronte ad ipotesi di pratiche commerciali scorrette, o meglio di green-washing.
Un altro caso importante è quello di Eni Diesel+: l'antitrust ha irrogato una sanzione da cinque milioni per aver diffuso messaggi pubblicitari ingannevoli nell'ambito della campagna pubblicitaria di questo carburante Diesel+, perché nella pubblicità si diceva che l'utilizzo del carburante avrebbe portato ad un impatto ambientale positivo, oltre al vantaggio di minori consumi, quindi meno emissione di gas effetto serra.
Per antitrust il messaggio era ingannevole per due motivi:
- Da un lato si diceva che il carburante avesse un impatto ambientale diverso rispetto agli altri, così dicendo non solo si rendeva il messaggio ingannevole, ma si effettuava pure una comparazione con