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→ NETTA DISCONTINUITA’ RISPETTO ALLA LEGGE 40, CON DIVERSE QUESTIONI

APERTE E ASPETTI PROBLEMATICI

INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA

• Vediamo un'altra questione di inizio vita → ABORTO (INTERRUZIONE VOLONTARIA

DELLA GRAVIDANZA).

• Sul libro il titolo del capitolo che si occupa di queste questioni è “modelli di legislazioni a

confronto”. C'è questa idea che si possano porre a confronto questi modelli di legislazione,

quindi noi quando trattiamo queste questioni da un punto di vista bioetico, biogiuridico lo

facciamo (per quello che riguarda il contesto nazionale) cercando di capire qual è il miglior

modello legislativo, il miglior modo di legiferare queste materie. Ragionare per “modelli”

significa che di fronte ad un fenomeno individuo gli aspetti fondamentali, rilevanti, li metto

insieme in una sorta di mappa, e poi dico “questo fenomeno si caratterizza per questi

aspetti”; quindi ho un modello di riferimento. I modelli poi servono per valutare quando ciò

che accade nelle prassi si avvicina o si allontana dal modello stesso (l'abbiamo visto nel

caso della relazione di cura). Quindi i modelli servono a valutare se le prassi sono inerenti

alla realtà normativa esistente, o se se ne distanziano. Se le prassi (la realtà) si distanzia

molto dai modelli ci si pone la domanda se vanno mutate le prassi, o se va mutato il

modello.

• Qui ragionare per modelli legislativi (in questo caso, nell'altro si parlava di modelli di

relazione di cura) significa, sullo sfondo di un progetto politico giuridico che è quello dello

stato costituzionale di diritto che ha certe caratteristiche, esiste un modo di legiferare più

adeguato possibile al modello di riferimento? Queste modalità di legislazione le possiamo

valutare andando a vedere la congruenza con il modello di riferimento.

• Abbiamo visto che la legge 40 non è un buon modello, mentre la 194/1978 è un modello

adeguato → si tratta proprio del modo di costruire le leggi. Come fai a dire va bene o non

va bene? A seconda del riferimento o del quadro in cui sono inserite (norme e valori). La 40

è in contrasto con norme e valori, l'altra è più aderente al quadro generale di riferimento.

→ Interventi di carattere biomedico che incidono sull’inizio della vita

• → Riproduzione come fenomeno bioeticamente rilevante: ambito controllabile e

assoggettabile a scelte - possibilità di corsi d’azione divergenti fra loro.

La pratica dell'aborto diventa controllabile, cosa che in passato non sussisteva.

Diversamente dalla PMA, che ha un'origine recente, le pratiche dell'aborto esistevano già in

passato (anche se raccapriccianti). Nonostante ciò, grazie alla rivoluzione della scienza e

della tecnica, le pratiche abortive attuali sono modalità che stanno dentro questa

rivoluzione scientifica.

• Si tratta di una storia di liberazione da vincoli biologici (perchè non si è più tenuti per

forza a portare avanti una gravidanza), vincoli culturali (perchè intorno al tema della

gravidanza si discussi molti temi soprattutto per quanto riguarda la possibilità della donna di

gestire il proprio corpo) e vincoli giuridici (perchè l'aborto era un reato dal punto di vista

giuridico).

68 • La legge sull'aborto crea una di quei momenti interessanti in cui si dipartono la valutazione

morale e la valutazione giuridica di questo atto. Nel senso che nel momento in cui viene

legalizzato l'aborto a certe condizioni, non è che la valutazione morale sia cambiata: la

maggior parte delle persone rimane comunque contraria all'aborto. Il diritto si svincola dalla

valutazione morale di negatività che permane nel contesto sociale, e squalifica questo atto

come un reato. (ricorda che il rapporto tra diritto e morale non è una condizione necessaria,

ci può essere ma può anche non esserci → dipende molto da evoluzione sociale e morale

e dal momento storico di riferimento).

Le tappe principali di questo percorso storico sono:

• - Libertà di ricorrere alla contraccezione (che separa sessualità e riproduzione)

- La depenalizzazione dell‘aborto: che non solo libera dall‘aborto clandestino, ma

responsabile

rappresenta un‘occasione per muoversi verso la procreazione

- PMA si separa la riproduzione dalla sessualità, ponendo l‘accento sul „figlio

voluto“

• Però questa scissione tra diritto e morale non è stata indolore, e non è tutt'ora indolore: non

è sempre accettato. In occidente c'è sempre questa discussione, non è che perchè

abbiamo una legge siamo tranquilli! Questa scissione tra morale e diritto si è giocata molto

intorno al concetto di natura → a ciò che è naturale e quindi come tale è intangibile.

L'impossibilità di intervento perchè questo è un fenomeno naturale, e in quanto tale è

buono. (soprattutto negli anni '70)

• Quali limiti si possono porre agli interventi resi possibili dalla scienza, e come si operano i

bilanciamenti tra interessi confliggenti?

• Se la natura non è nella prospettiva di chi ritiene che l'intervento alla natura non sia un

argomento razionale, utile per poi produrre sul piano normativo delle regole adeguate al

contesto sociale di riferimento, qual è la cornice che noi dobbiamo sempre prendere in

considerazione (nel momento storico in cui ci troviamo)? È la cornice dei diritti fondamentali

→ è qui che dobbiamo valutare le scelte che si vanno ad imporre con lo strumento

giuridico.

È nella cornice dei diritti fondamentali che è opportuno misurare le scelte che si

andranno ad imporre con lo strumento giuridico. Servono regole sobrie e

circoscritte che consentono di adeguare il quadro dei diritti a una realtà mutata

dall‘innovazione scientifica.

• Negli ultimi anni a livello europeo sul tema di ciò che dovrebbe servire la bioetica, è venuto

fuori che il piano della riflessione esclusivamente morale non è sufficiente per risolvere i

problemi che le innovazioni presentano: c'è bisogno che la bioetica assuma la capacità di

risolvere i problemi da un punto di vista pratico, e che quindi acquisti un occhio di

applicabilità. E l'inserimento del diritto nella riflessione bioetica diventa sempre più

importante in questo senso.

• Principio di eguaglianza è che si abbia un'eguaglianza nei diritti, e non negli aspetti

biologici, non negli aspetti sociali o personali. Tutte le differenze di fatto che esistono tra i

soggetti sono differenze sulla base delle quali non possiamo valutare i soggetti, ma

l'uguaglianza a livello giuridico si fonda solamente sull'uguaglianza tra i diritti. Uguale libertà

nei diritti fondamentali.

→ Solo l‘eguaglianza nei diritti fondamentali consente l‘elaborazione di norme

giuridiche rispettose del pluralismo e non impositive di una verità indiscutibile

attraverso una norma giuridica.

“L‘appello all‘etica si tinge con colori dell‘autoritarismo quando vuole imporre

una morale di Stato, pretendendo così di sostituirsi integralmente al vissuto

individuale proprio là dove la vita fa sentire più forte le sue ragioni“ (Rodotà, Il

diritto di avere diritti)

69 • queste questioni bioeticamente rilevanti hanno sì una rilevanza sociale, ma hanno prima di

tutto una rilevanza individuale, quindi lo Stato deve tenere conto di questa forte

componente individuale quando prende un provvedimento.

• Questo consente di evitare forme di rivoluzionismo:

L‘eguaglianza nei diritti elimina i rischi di esclusione legati a:

-un‘associazione troppo stretta tra persona e biologia,

-tra persona e condizioni personali, sociali ecc.

consentendo di mantenere a ciascuno la propria differente identità personale,

ed evitare diseguaglianze giuridiche.

Legge 22 maggio 1978, n. 194

Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria

della gravidanza

(Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Gazzetta Ufficiale del 22 maggio 1978, n. 140)

Articolo 1

Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della

maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla

presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.

Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e

sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato

ai fini della limitazione delle nascite .

Articolo 2

I consultori familiari istituiti dalla legge 29 luglio 1975, n. 405, fermo restando quanto stabilito dalla stessa

legge, assistono la donna in stato di gravidanza: a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla

legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle

strutture operanti nel territorio;

b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a

tutela della gestante; c) attuando direttamente o proponendo allo ente locale competente o alle strutture

sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per

risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a);

d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.

I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla

legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del

volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita. La somministrazione su

prescrizione medica, nelle strutture sanitarie e nei consultori, dei mezzi necessari per conseguire le

finalità liberamente scelte in ordine alla procreazione responsabile è consentita anche ai minori.

Articolo 3

Anche per l’adempimento dei compiti ulteriori assegnati dalla presente legge ai consultori familiari, il

fondo di cui all’articolo 5 della legge 29 luglio 1975, n. 405, è aumentato con uno stanziamento di L.

50.000.000.000 annui, da ripartirsi fra le regioni in base agli stessi criteri stabiliti dal suddetto articolo.

Alla copertura dell’onere di lire 50 miliardi relativo all’esercizio finanziario 1978 si provvede mediante

corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto nel capitolo 9001 dello stato di previsione della spesa

del Ministero del tesoro per

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ambra_23 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bioetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Salardi Silvia.