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DITTONGHI

Nell'indoeuropeo erano formati da combinazioni di vocali /e/, /o/, /a/ seguite da semivocali /j/, /w/. Quando la /a/ e /o/ breve si fondono nella sola /a/ breve germanica, si semplifica il sistema dei dittonghi.

I dittonghi che hanno come prima vocale /o/ si sviluppano come la vocale /o/ breve nel germanico, quindi diventano una /a/ → ou e au diventano au. Lo stesso vale per oi e ai che diventano ai.

Il dittongo eu in un primo momento rimane tale e quale, poi subisce gli stessi sviluppi della /e/ breve, che se seguita da /i/, /j/, /ī/ diventava iu.

Il dittongo ei in un primo momento rimane tale e quale, poi si trasforma in ī, salvo nei rari casi in cui si trasforma in ē2. Questo mutamento fa comprendere l'alternanza delle radici verbali nei verbi forti.

I dittonghi del Germanico sono quindi tre: au, ai, eu.

DIFFERENZIAZIONE DELLE LINGUE GERMANICHE

IL PASSAGGIO TRA DIALETTO TARDO INDOEUROPEO E PROTOGERMANICO non è chiaro. Si ipotizza che la fine della fase

unitaria e l'inizio della differenziazione avvenga nel II secolo a.C. Il protonordico è la lingua attestata dalle prime iscrizioni runiche. Le popolazioni germaniche prima dellanascita di Cristo non hanno lasciato testimonianze scritte, però nei primi secoli si trovano iscrizioni su oggetti divita quotidiana ritrovati in Danimarca e nella penisola scandinava, per questo la lingua in cui sono state scritte è definita protonordico ed è consideratala fase arcaica delle lingue nordiche (germanico settentrionale). Era unalfabeto di tipo simile a quello latino e greco, tanto che alcune rune sono identiche a quello latino (es. r, s).

Grazie ai monaci medievali si sono conservati i testi latini. Però all'epoca di Carlo Magno la conoscenza dellatino era troppo poca --- sviluppo di strumenti didattici per impararlo al meglio (es. tradurre dal propriodialetto germanico al latino). La lingua in cui si scrive in questa fase è chiamata antico alto

tedesco.Nella stessa epoca si hanno le prime testimonianze delle lingue germaniche grazie alla lingua Gotica (Wulfilaconvertì i Goti al cristianesimo e tradusse la bibbia in gotico nel IV secolo). Il gotico appartiene al gruppo germanico orientale, che poi scomparve. È la lingua germanica di più antica attestazione letteraria, in quanto le testimonianze scritte del protonordico, seppur a volte più antiche, si limitavano a brevi iscrizioni e piccole frasi di senso compiuto, mentre in gotico abbiamo estesi testi e manoscritti. Ciò ci dà un'idea del grado di diversificazione delle lingue germaniche nei primi secoli dopo cristo. CARLO MAGNO: Grazie alla figura di Carlo Magno, con l'Impero Carolingio, che diventa molto grande includendo la Germania. La politica di rinnovamento culturale di Carlo prevede la lingua a fini strumentali per insegnare il latino ai monaci, che hanno in mano la cultura (copiavano e traducevano libri e conservavano la)

letteraturalatina). Carlo Magno cerca di rilanciare la cultura (rappresentata del latino) utilizzando anche le lingue locali, per questo in questo periodo compaiono i primi testi in “tedesco”. Si ha una documentazione vasta che ci permette di individuare le influenze dialettali – Germania divisa in settentrione e centro-meridione dal punto di vista linguistico. La differenza risiede nello sviluppo del sistema consonantico.

Prima espansione delle tribù germaniche si ha dal sud della Scandinavia e Danimarca, verso est e ovest, nel 500 a.C. Attorno alla nascita di Cristo queste popolazioni si trovavano nella zona del Reno.

I Franchi, che si trovavano nella zona orientale del Reno, si espansero anche in Gallia, l’odierno Belgio, Paesi bassi e Francia – dal basso francone si sviluppò il nederlandese oggi Parlato in Belgio e nei Paesi Bassi. I dialetti franconi si chiamano così per ragioni storiche, con il tempo sono da considerarsi alto- o

basso-tedeschi.Ad ovest dell'area dialettale francone si trovano ad ovest i dialetti alemanni e ad est quelli bavaresi, che manifestano un'alta rotazione consonantica alto-tedesca. Dai dialetti alemanni hanno avuto origine quelli della Svizzera tedesca e della Val d'Aosta. Dal bavarese si sono originati i dialetti della Baviera, Austria e Alto Adige.

Nel X Secolo si nota un'espansione in Inghilterra e Germania ecc., ma a oriente si perdono le lingue germaniche a causa degli slavi che li ricacciano verso ovest.

La distinzione tra alto e basso tedesco si basa sul diverso sviluppo del sistema consonantico. I fenomeni della rotazione consonantica alto-tedesca si affievoliscono procedendo da sud verso nord.

La linea di Benrath delimita il confine tra dialetti basso-tedeschi a nord e alto-tedeschi a sud. La linea di Spira, al di sotto presenta i dialetti puramente alto-tedeschi, mentre sopra hanno caratteristiche intermedie. Al di sopra della linea di Benrath si dice maken, al di sotto machen.al di sopra di quella di Spira Appel, al di sotto Apfel (infatti sono dialetti di transizione). La storia della lingua tedesca si divide in: - antico alto tedesco (VIII-XI) - medio alto tedesco (XI-XIV) - tedesco premoderno (XIV-XVII) - tedesco moderno (XVII ad oggi) ANTICO ALTO TEDESCO L'antico alto tedesco si distingue per la cosiddetta "rotazione consonantica". L'espressione allude al fatto che nella storia della lingua tedesca si sono verificati due grandi mutamenti del sistema consonantico originario: la legge di Grimm/Prima rotazione consonantica nel passaggio da indoeuropeo a protogermanico, e la seconda rotazione consonantica/rotazione consonantica alto-tedesca nel passaggio da protogermanico ad alto tedesco. È caratterizzato sia da conservatorismi che da innovazioni. I primi: la consunzione delle sillabe atone non è così forte come le altre lingue germaniche dell'epoca (antico inglese e antico nordico). La morfologia

Inoltre, la desinenza finale è conservata, specialmente nel verbo. Si ha la conservazione della sibilante sonora z in forma di r in posizione finale nei monosillabi, mentre nei polisillabi tale consonante in posizione finale scompare come nelle altre lingue germaniche. Le innovazioni invece sono la ristrutturazione del sistema consonantico, cosa che caratterizza la lingua tedesca, e le vocali lunghe atone vengono mantenute più a lungo.

ROTAZIONE CONSONANTICA ALTO-TEDESCA

Le fricative sonore germaniche (b, d, g con taglietto) in antico alto tedesco diventano tutte occlusive sonore b, d e g, mentre nelle altre germaniche questo vale solo per la d. Presenta la desonorizzazione delle occlusive sonore b, d, g, che diventano sorde p, t, k. Rotazione consonantica alto tedesca, più si va a nord meno si manifesta e riguarda le occlusive sorde germaniche (p, t, k) --- l'antico sassone ci mostra un sistema consonantico che è adatto ad analizzare lo sviluppo.

dei dialetti alto tedeschi, da antico sassone ad antico alto tedesco. Se questi suoni sono in posizione iniziale si trasformano in affricate – pf, ts, ch. Se queste occlusive sorde erano doppie/geminate, quindi in mezzo alla parola diventavano pf:, ts:, ch: - sono comunque affricate ma mantengono la durata della consonante doppia iniziale, attraverso la prolungazione del suono. In posizione successiva ad una vocale, stavolta le trasforma non in affricate ma in fricative lunghe sorde (f:, s:, h:). Dopo consonante liquida /p/ si sviluppa nell’affricata pf nei dialetti franconi, mentre nel tedesco superiore (alemanno e bavarese) si sviluppa in fricativa. In posizione postconsonantica nel tedesco superiore /k/ si sviluppa nell’affricata kx---kh. Poi ci sono gruppi consonantici stabili, che rimangono invariati nell’antico alto tedesco (st, st, sk, ft, ht, tr), che non avevano subito nemmeno la legge di Grimm e di Verner dall’epoca dell’indoeuropeo. Anche quando la

sequenza –tr viene spezzata per sviluppi fonologici successivi si mantengono le consonanti originarie es- wintru—wintar. Significa che la conservazione della t risale a quando la r era ancora a contatto con la t.

SIBILANTI: s sibilante in antico alto tedesco; va ricordato però che si era sviluppata un’altra sibilante dalla t—/z/. Aveva quindi un’articolazione palatale (sibilante alveolo-palatale), per questa caratteristica non veniva confusa con la sibilate sorda da t che doveva avere un suono aspro, indicato con z (sibilante alveolare). Come già illustrato /z/ germ. si sviluppa in aat. /r/. Si rammenti inoltre che quando /z/ si trova in posizione finale generalmente cade, sebbene in aat. si mantenga nei monosillabi sotto forma di /r/.

LO SVILUPPO DELLE FRICATIVE SORDE

Le fricative sorde germaniche erano f, h, h , s, þ:w1. h in un primo tempo in antico alto tedesco rimane, in seguito si semplifica e diventa una semiconsonante w/w/ (uo), o /h/

in posizione finale.

2. f in antico alto tedesco in alcuni contesti sonori era più debole (tra vocali), gli scribi altomedievali la rappresentavano sia come f che come v, inoltre la fricativa sorda p viene rappresentata in aat. da f o ff perché pronunciata con maggiore energia.

3. þ si è conservata in th. Nel primo periodo carolingio esistono 4 modi di rappresentare questa consonante (th, dh, d con taglietto, d -- si sonorizza progressivamente) a seconda del contesto fonologico in cui si trovano.

4. s si mantiene sebbene abbia sonorità variabile tra sorda s e sonora z.

5. h si mantiene quando la consonante si trova in posizione finale, geminata o davanti a consonanti sorde, altrimenti in posizione iniziale o interna si realizza come approssimante glottale.

SISTEMA VOCALICO ANTICO ALTO TEDESCO

Per quanto riguarda il sistema vocalico, l'antico alto tedesco presenta vocali brevi e lunghe e si sviluppa a partire da quello germanico occidentale.

Le vocali brevi

Del protogermanico erano quattro (a, e, i, u) che nell'antico alto tedesco si moltiplicano (i, u, a• rimangono, la /e/ breve originaria si sviluppa in ę aperta/e e e con puntino sotto più chiusa, nasce la o breve, la schwa ə). La o breve si sviluppa in contesti dove in origine era presente la u breve seguita da una a caduta che aveva influenzato la u es. wulfa—wolf, fenomeno chiamato metafonia. Se /e/ in radice è seguita da /u/ nella sillaba seguente > /i/ es. fehu—aat fihu. La e con puntino sotto nasce sempre da una metafonia, originariamente era presente a breve seguita da i, ī, j es. harja—heri. Ipotesi: la pronuncia era una vocale d'appoggio di timbro indistinto (che all'orecchio può risultare sia vicina alla e che alla a) --- SCHWA ə (nel tedesco moderno è rimasta come e). /i/ /u/ /i/ /u/ /ẹ/ /e/ /ę/ /ə/ /o/• /a/ /a/ Protogerm. ----- aat.• Le vocali lunghe nel protogermanico erano ē (è), ē (e), ī,

ō, ū.• 1 2

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A.A. 2021-2022
9 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/14 Lingua e traduzione - lingua tedesca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher isabelladonzi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della lingua tedesca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Panieri Luca.