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IL TETANO
E’ una malattia tossi-infettiva, causata appunto dalla produzione di una tossina, acuta e contagiosa
che è determinata dall’accidentale penetrazione nell’organismo, per lo più attraverso lesioni, di un
batterio che è il Clostridium tetani. Questo è un batterio sporigeno che si esplica esclusivamente
attraverso la produzione di un’esotossina che è in particolare una neurotossina perché agisce a
livello del sistema nervoso centrale. E’ scarsamente resistente all’ambiente e resiste solo grazie
alla sua conversione in spora. La malattia avviene quindi quando questo riesce ad entrare
nell’organismo grazie per esempio a delle lesioni da cui appunto attraversa la cute. Una volta che
è entrato rimane localizzato nel punto di penetrazione dal quale diffonde nell’organismo. A questo
punto, se le condizioni sono favorevoli ritorna alla sua forma vegetativa, si replica e così ha la
capacità di produrre 2 esotossine, ma quella che ci interessa di più è la TETANOSPASMINA che è
l’unica responsabile della malattia. Questa tossina si va a localizzare a livello del SNC e qui attua
la sua azione bloccando l’impulso della contrazione con conseguente paralisi spastica.
Il periodo di incubazione è di circa 1-2 settimane e la sintomatologia inizia di solito a livello della
testa fino a diffondersi nel resto del corpo ed in certi casi addirittura si ha paralisi dei muscoli
respiratori con conseguente morte. La letalità è notevolmente alta (40-60%), ma può diminuire
grazie alla terapia e all’assistenza. Si conoscono diversi tipi di tetano a seconda dell’evento che ne
è all’origine: abbiamo il tetano traumatico, cioè in seguito a ferite; quello chirurgico; quello
puerperale o post-abortivo per infezione dell’utero in seguito al parto o ad un aborto; oppure infine
quello neonatale, dovuto alla contaminazione del cordone ombelicale con spore presenti
nell’ambiente. A livello epidemiologico possiamo dire che la malattia non è contagiosa da parte di
un malato, in quando il microrganismo non viene eliminato quindi non si può avere contagio. La
sorgente di infezione è rappresentata dai luoghi erbivori e rappresentano anche il serbatoio. Inoltre
possiamo dire che è una malattia a carattere sporadico, diffusa in tutto il mondo, con maggior
frequenza nei paesi in via di sviluppo. In Italia, con l’avvento della vaccinazione obbligatoria si ha
avuto un forte regresso, infatti ora i casi all’anno sono veramente pochi (tra i 60) e questi sono
dovuti semplicemente al fatto che in seguito alla vaccinazione obbligatoria non viene fatto il
richiamo, infatti i meno colpiti sono proprio i bambini (che invece prima erano i principali colpiti) e lo
sono invece le persone più adulte. E’ importante dunque la prevenzione, che parte da una
denuncia obbligatoria, no seguita dall’isolamento in quanto non è contagiosa, però è seguita
invece da una sterilizzazione nel caso in cui ci fossero altre spore. La prevenzione è comunque
basata sull’immunoprofilassi attiva, costituita da un vaccino con l’anatossina, cioè la tossina
trattata per perdere il potere tossico. La vaccinazione di base è formata da 3 dosi, iniettate per via
intramuscolare, che durano circa 10 anni. E’ dunque obbligatoria per i bambini al 3 mese e
selettiva per i militari ed alcune categorie di lavoratori. Esiste poi anche la possibilità di
un’immunoprofilassi passiva.
Se una persona si ferisce in un luogo dove può essere presente, è importante prima di tutto curarsi
per esempio con l’acqua ossigenata, perché è un batterio anaerobio obbligato. Se però la
situazione è grave, si deve andare incontro ad una profilassi immunitaria antitetanica di emergenza
che sarà diversa in base al caso, se infatti si è fatto il vaccino e sono passati tra i 5-10 anni, si fa di
nuovo il vaccino. Se sono invece passati più di 10 anni, è necessario fare di nuovo il vaccino. Se
però è stata invece fatta in tempi sconosciuti l’ultima vaccinazione, (si trova in stato di shock)
oppure se lo si è fatto ma non tutte e tre, bisogna attuare una vaccinazione ed anche una profilassi
immunitaria passiva. Se tranquillamente si è fatto il vaccino e meno di 5 anni fa, non si deve fare
nulla.
Sono considerate ferite a rischio di tetano: quelle molto profonde, delle ustioni estese, interventi
chirurgici a carico dell’apparato digerente, ecc.
BRUCELLOSI
La brucellosi è una malattia causata da un batterio ed è chiamata anche febbre ondulante in
quanto scende e sale continuamente, è uno dei sintomi. Abbiamo due modalità di trasmissione
all’uomo dagli animali, che può essere diretta (professionale) o indiretta (alimentare). E’ una
malattia acuta che spesso tende a cronicizzare. Abbiamo diversi batteri che appartengono alla
famiglia dei Brucella che hanno la capacità di causarla, le più importanti per l’uomo sono il Brucella
melitensis che si trova in ovini e caprini e poi il Brucella abortus che si trova invece nei bovini.
Presentano due antigeni di superfice importanti, quello M e quella A. La patogenesi parte
ovviamente per via cutanea o orale per poi andare a livello linfatico e diffondere in tutto l’organismo
per via ematica, fino a raggiungere il sistema reticolo endoteliale, fra cui la milza, i linfonodi, il
fegato o il rene e localizzarsi. A livello epidemiologico possiamo dire che la carica infettante
probabilmente per attuare la malattia deve essere elevata, la fonte d’infezione è rappresentata
dall’animale malato oppure dal portare (bovini, ovini, ecc) La modalità di trasmissione come ho già
detto può essere diretta, cioè per via cutanea oppure inalatoria o professionale, oppure può essere
indiretta cioè a seguito dell’ingestione di alimenti contaminati. Di solito il contagio interumano è
impossibile. Le più colpite sono le persone di età media. Diciamo che in base alla diversa specie
del batterio lo possiamo trovare in diverse zone, fra cui per esempio Africa per l’abortus, oppure il
mediterraneo per il melitensis (che è quello più grave). In Italia, i casi di brucellosi sono pochi
(qualche centinaio) ed è prevalentemente localizzata al nord, infatti ci sono regioni in cui è stata
cancellata come malattia e presto grazie alla prevenzione c’è ne saranno altre.
La sintomatologia può essere diversa, possiamo infatti avere una forma a decorso tipico (classico)
cioè con febbre ondulante, cefalea, sudorazione abbondante, ecc. Oppure possiamo avere una
forma a decorso atipico, che può essere:
- Subclinica con una sintomatologia attenuata e se in assenza di diagnosi può cronicizzare (non
viene capito che è questa malattia)
- Ipertossica Cioè grave, sistemica, delirio e tante sintomatologie
- Cronica Tanti sintomi che però non fanno pensare a brucellosi
Oppure possiamo anche avere una brucellosi d’organo, cioè che colpisce uno specifico organo
con una specifica sintomatologia, per esempio se colpisce il sistema nervoso si può avere
meningite.
E’ dunque importantissima la prevenzione per riuscire a cancellare questa malattia e abbiamo
diverse prevenzioni: a livello dell’animale si devono cercare gli animali infetti, isolarli e vaccinarli.
Per l’uomo deve prima di tutto partire una denuncia, sempre prima di tutto, per capire soprattutto
come l’ha avuta, poi si deve avere un accertamento diagnostico ed infine bisogna attuare una
vaccinazione che è volontaria e selettiva in quanto viene usato un vaccino uguale a quello per gli
animali e può creare dei fenomeni avversi.
TOXOPLASMOSI
E’ una malattia ubiquitaria e non ha una specificità d’ospite. Nell’uomo è una malattia con
sintomatologia rara, causata da un protozoo con due cicli riproduttivi distinti: un ciclo asessuato
(all’interno dei mammiferi o uccelli) ed un ciclo sessuato che è stato per ora evidenziato solo nel
gatto. Possiamo dire infatti che la frequenta di infezione nei gatti domestici è quasi del 50% e che
l’uomo è un ospite accidentale. Questo protozoo però non ha bisogno di tutti e due i cicli per
sopravvivere. Come viene trasmesso all’uomo: si segue una via ben precisa, in cui il protozoo va
negli animali selvatici e segue un ciclo asessuato, determinando una crescita delle cellule che
assumono una forma simile a delle cisti che si possono formare prevalentemente a livello
dell’encefalo, del muscolo o dell’occhio. Il gatto a questo punto si infetta ingerendo animali selvatici
infettati da questo organismo. A questo punto nel gatto si vanno a formare le oocisti, (la
riproduzione dei protozoi forma oocisti), che arrivano a livello dell’intestino e dunque vengono
espulse con le feci e queste oocisti diventano infettanti. A questo punto magari vengono contagiati
ortaggi o altro e così vengono trasmesse ad animali e poi all’uomo se vengono ingeriti animali che
lo presentano. (E’ lo stesso meccanismo con cui si infettano i gatti).
Per quanto riguarda la patogenesi, è la stessa sia per la forma acuta che per quella asintomatica,
in particolare vengono ingerite le cisti e le oocisti che arrivano all’intestino ed invadono le cellule
dell’epitelio intestinale, da qui poi diffondono per via linfo-ematica a tutti gli organi e nelle cellule il
parassita si moltiplica provocandone la morte. A questo punto di ha la comparsa degli anticorpi e la
formazione delle cisti che è importante in quanto si può avere una reinfezione perché visto che le
difese ora sono diminuite possono entrare altri toxoplasmi, oppure si possono rompere e liberarne
altri.
Il periodo di incubazione dura dai 3-10 giorni e si possono avere dei quadri clinici molto diversi, di
solito asintomatici. Se si presentano possiamo avere una febbre con linfoadenopatia benigna
oppure una forma generalizzata negli immunodepressi che può essere anche mortale. Infine si può
anche avere una toxoplasmosi connatale, è pertanto importante attuare una prevenzione, evitando
di consumare carni crude, contatto con animali, ecc.
LEPTOSPIROSI
Delle leptospirosi fanno parte un gruppo di malattie causate da una grande varietà di Leptospira,
con sintomatologie difficili da determinare in quanto si presentano sintomi aspecifici. E’ una
zoonosi diffusa in tutto il mondo, con carattere di solito sporadico e che certe volte porta a delle
epidemie. E’ causata da microrganismi che però sono poco resistenti all’essiccamento ed ai
comuni disinfettanti. La patogenesi parte dalla cute, per poi arrivare al sistema circolatorio in cui
avv