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PSICOLOGIA SOCIALE

In Italia si sviluppa poi la psicologia sociale. Tra il 1859 e il 1866, Carlo Cattaneo aveva delineato una psicologia sociale con l'intento di descrivere una sorta di psicologia delle menti associate, fu lo studio del comportamento della folla delinquente. La psicologia della folla di matrice lombrosiana e positivista, rappresentò un primo ambito di studio italiano relativo alla società: Scipio Sighele e Enrico Ferri posero la questione (già proposta da Le Bon) di folla delinquente: la folla tendeva a criminalizzare fenomeni associativi e di massa mentre il medico Pasquale Rossi, al contrario, sosteneva che la collettività, alla pari dell'individuo, potesse essere educata moralmente ed intellettualmente. Tuttavia il pioniere della psicologia sociale fu Gualtiero Sarfatti con "Psicologia sociale" del 1911 in cui questa fu differenziata dalla psicologia individuale, da quella della folla e dalla sociologia. GLI SVILUPPI E LE

DIFFICOLTÀ DELLA PSICOLOGIA ITALIANA TRA LE DUE GUERRE:

Tra le due guerre mondiali, ci fu un arresto della psicologia italiana tranne che negli anni '20 quando furono inaugurate due cattedre: a Padova con Vittorio Benussi nel 1922 e a Milano con Agostino Gemelli presso l'Università Cattolica nel 1926.

BENUSSI

Benussi è un tardopositivista e voleva proporre una psicologia diversa da quella wundtiana. A Graz gli venne affidato il settore di psicologia applicata dell'Istituto di criminologia dell'università; e dal 1913 cominciò a studiare sperimentalmente i sintomi respiratori della menzogna e ad occuparsi delle tecniche ipnosuggestive e della psicoanalisi. Entra in polemica con i Gestaltisti infatti sviluppò un suo modello di percezione dell'oggetto utilizzando l'introspezione designata ora come auto-osservazione, ora come percezione interna infatti fu il primo ricercatore a teorizzare e verificare sperimentalmente che a

Parità di stimolazione glioggetti (in particolare le illusioni ottiche come il cubo Necker e le figure vaso/faccia di Rubin) mostrano una possibilità di diversi rendiconti percettivi, una plurivocità e ambiguità gestaltica che non può che essere di origine a-sensoriale, quindi priva di realtà e di origine puramente ideativa.

Tornato in Italia, a Padova Benussi iniziò un nuovo periodo di ricerca sperimentale e si propose di utilizzare l'ipnosuggestione per studiare i fenomeni mentali. Principalmente indagò gli stati mentali con forte carica emotiva, cercando di indurre nel soggetto particolari emozioni e registrando contemporaneamente i tracciati respiratori; in tal modo, tentò di associare un processo fisiologico a un fenomeno psichico che veniva identificato "oggettivamente".

Nella sua ricerca sulle emozioni, Benussi dapprima suggeriva ai soggetti delle sue esperienze di dormire senza pensieri e senza immagini;

provocando uno stato mentale a cui corrispondeva un tracciato pneumografico caratteristico, che chiamò SONNO BASE. Su questo stato mentale di base, cercava di innestare situazioni emotive pure identificabili da un diverso tracciato pneumografico. Poté così evidenziare numerosi stati emotivi come:
  • avversione
  • compassione
  • simpatia
  • odio
  • indecisione
  • disperazione
e cinque diverse tonalità di coscienza denominate PSEUDO-INTELLETTIVE:
  1. evidenza
  2. dubbio
  3. confusione mentale
  4. assenso
  5. dissenso
Confrontandoli ai tracciati era evidente che si poteva avere una sorta di scala geometrica degli stati emotivi dove erano più simili i tracciati di emozioni che proviamo soggettivamente come quasi uguali, e lontane e diverse le sagome respiratorie di emozioni che consideriamo opposti, ad esempio felicità e infelicità. Sulla scia di questi studi ipnosuggestivi, Benussi riprese a Padova le indagini sui sintomi respiratori della menzogna mediante il metodo.

Pneumografico e gli fu quindi una specie di pioniere nel campo degli studi sulla macchina della verità. Si suicidò nel 1927 e la cattedra di Padova passò a Musatti che continuò gli studi sulla linea del maestro. Dopo la morte di Benussi negli anni '30 a Padova l'attività psicologica fu ridimensionata e anche a Roma si disgregò con le leggi razziali: in questa situazione emerse ed divenne egemone la psicologia di padre Gemelli.

Musatti continuò gli studi sulla linea del maestro Benussi. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale insegna a Milano promuovendo la Gestalt mentre nel privato si avvale della psicoanalisi per curare i suoi pazienti. Cura la traduzione delle opere di Freud, e dedica alla psicoanalisi corsi universitari tanto che Musatti è conosciuto soprattutto come seguace di Freud e infatti fu tra i primi a portare la psicoanalisi in Italia. La scuola padovana di psicologia chiuderà dopo la morte di Benussi e solo.

Dopo la Seconda guerra mondiale riuscirà a riaprire grazie all'opera degli allievi di Musatti che ne faranno uno dei poli più prestigiosi per le scienze psicologiche. Nel 1931, ispirato dal CASO DELLO SMEMORATO Musatti pubblica "Elementi di psicologia della testimonianza" dove teorizza che la memoria è sempre soggettiva e non è possibile avere una ricostruzione oggettiva degli elementi. Durante una situazione disgregata dopo la morte di Benussi e le leggi raziali del 1938, emerge la Psicologia di Padre Gemelli.

AGOSTINO GEMELLI

La sua conversione divenne un caso che Musatti inquadrò così "da giovane aveva messo incinta una ragazza e si era fatto frate per non sposarla". Fu uno dei promotori del neotomismo (realismo, ritorno alla filosofia di san tommaso) e uno dei maggiori rappresentanti italiani della psicologia sperimentale. Criticava le psicologie che a suo avviso avevano una concezione materialista o determinista.

dell'uomo. Fondò a Milano l'università Cattolica del sacro cuore, che per opera sua durante il fascismo godeva, a differenza delle altre università, di autonomia e prestigio dovuta anche ai particolari rapporti fra Stato fascista e chiesa cattolica dopo la firma dei patti lateranensi del 1929. Gemelli visse in un periodo particolarmente critico della storia italiana. La progressiva affermazione dello Stato totalitario e l'emanazione delle leggi razziali del 1938 videro un duplice Gemelli: da un canto rifiutava che nella sua università si impartissero insegnamenti esplicitamente basati su una biologia razzista, ma allo stesso tempo scriveva e pronunciava frasi ingiuriose contro gli ebrei considerati una razza deicida da redimere. Questo atteggiamento rimarrà una macchia indelebile nella biografia gemelliana. Gemelli giudicò anche le prime case dei bambini e Maria Montessori costando la chiusura dell'esperienza montessoriana che

Gemelli descrisse come "troppo liberale". Maria Montessori si allontanò per sempre dall'Italia spostando la residenza a Barcellona sullabase di un'ostilità di cui non conosceva il volto. Successivamente censurò Padre Pio descrivendolo psicopatico ignorante che indulgeva in automutilazione e si procurava artificialmente le stigmate allo scopo di sfruttare la credulità della gente. Alla fine del fascismo Gemelli fu accusato di Razzismo ma si salvò perché la commissione considerò più suoi meriti che le sue colpe.

CRITICO' FREUD e considerava la psicoanalisi una malattia giovanile come il marxismo. Voleva addirittura bloccarne la diffusione ma per ironia della sorte alcuni suoi allievi operarono una travolgente diffusione della creatura freudiana in Italia. Con la morte nel 1959 si chiuse la parabola particolare di padre Agostino Gemelli, che infine aveva prodotto un'università è una scuola.

di psicologia destinata a lasciare il segno nella storia italiana. Durante il fascismo: La conquista del potere da parte di Benito Mussolini nel 1922 segnò in Italia la fine della democrazia e l'inizio di un regime autoritario che sarebbe finito nel 1945 con il ritorno della democrazia e l'instaurazione della Repubblica italiana. Nel corso degli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, l'eugenetica galtoniana era divenuta un settore applicativo di ricerca in vari ambiti, e in Italia, Lombroso aveva già elaborato un'antropologia che anticipava l'eugenetica e, per quanto riguardava criminali e pazzi, aveva ispirato l'idea di un intervento preventivo con lo scopo di salvaguardare e difendere la società isolando quelli con comportamento delinquenziale e disturbi mentali ereditari che non era possibile riabilitare. Altri psicologi come Sergi o gli psicologi della seconda generazione come De Sanctis e Montessori dimostravano.di essere convinti dell'educabilità di ogni individuo, quindi anche durante il fascismo in Italia ci fu una resistenza da parte degli psicologi ad accettare la segregazione dei diversi, tanto più il rifiuto verso pratiche eugenetiche che promuovevano la selezione sessuale o l'eliminazione dei degenerati. De Sanctis e Gemelli non accettavano facilmente ipotesi di intervento preventivo, a cui erano più favorevoli i lombrosiani e gli psichiatri della scuola positiva.

PSICOANALISI, PSICOLOGIA CLINICA, PSICOTERAPIA, NUOVA PSICHIATRIA

I primi articoli sulla PSICOANALISI comparvero nel 1908 ma la società psicoanalitica italiana fu fondata nel 1920 da Marco Levi Bianchini e riorganizzata negli anni '30 da Edoardo Weiss. Fu comunque ostacolata dai neoidealisti, dalla cultura cattolica e psichiatrica tradizionale che insieme alle leggi razziali del 1938 portarono alla quasi scomparsa della psicoanalisi dal panorama culturale italiano.

Solo nel 1952 per la prima volta

si cominciò a parlare di PSICOLOGIA CLINICA in un convegno organizzato a Milano da Gemelli in cui emergeva una chiara definizione dell'area di competenza della PSICOLOGIA CLINICA che riguardava la conoscenza e l'utilizzo di un complesso di teorie e metodi psicologici per la diagnosi di alcune forme di disturbo psichico e per il trattamento psicoterapeutico; ma con dei limiti: l'attività di applicazione di metodiche psicologiche doveva essere praticata da un medico psichiatra con specializzazione in psicologia clinica mentre un non medico, uno psicologo con la stessa specializzazione poteva solo concorrere alla diagnosi e non poteva applicare psicoterapia. ADRIANO OSSICINI Un primo distacco dal modello di psicologia clinica appiattito sulla psichiatria fu compiuto in Italia da Adriano Ossicini che, a partire dal libro "Problemi di psicologia clinica" (1957), diffuse la visione di una psicologia clinica autonoma rivoluzionaria che accomunava i contributi Formattazione del testo

Di vari campi della ricerca che potevano essere utilizzati per la diagnosi del disturbo mentale e per l'impostazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
36 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sbludy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle scienze psicologiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Foschi Renato.