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DIZIONARIO O VOCABOLARIO?

Il GRADIT è un dizionario dell’uso in 5 volumi, la sigla si riferisce a “grande dizionario

italiano dell’uso”, opera diretta dal famoso linguistica Tullio De Mauro. La voce viene

chiamata lemma, evidenziata in neretto o in corsivo (ecc.). Dopo il lemma troviamo la

trascrizione del vocabolo, non presente in tutti i dizionari che ci permette di ricavarne la

pronuncia, è una peculiarità dei dizionari dell’uso. Sempre nell’intestazione troviamo la

suddivisione in sillabe. Nella seconda riga ci vengono date informazioni riguardo la sua

prima attestazione scritta, datazione importante seppur relativa che ci testimonia il

periodo in cui la parola era già presente. Segue l’informazione etimologica molto

sintetica ed il rimando ad un’altra parola presente nel lemmario. Dopodiché abbiamo

raggruppamenti lessicografici, la prima è sinonimica, una definizione iperonimica.

Accanto alla definizione i dizionari pongono degli esempi, che possono essere di vari

tipi. C’è poi una parte aggiuntiva che può essere legata alle informazioni di carattere

enciclopedico o destinata ad evidenziare i derivati sinonimi. I sinonimi vengono messi

all’interno dell’area semantica e di ciascun significato, oltre ad accrescitivi e

vezzeggiativi (Zingarelli). Il GRADIT ci dà l’esempio di più dizionari diversi comparati,

ad esempio l’enciclopedico ed il biografico.

Lessicografia e lessicologia sono diverse.

La lessicografia (dizionaristica/vocabolaristica), la prima attestazione è del 1834 (cfr. il

francese lexicographie, 1765), scienza e tecnica della registrazione e della definizione

formale, funzionale e semantica dei vocaboli e delle unità lessicali di una lingua o di un

dialetto o di un gruppo di lingue o dialetti.

La lessicologia è lo studio del lessico, ramo della linguistica che studia il sistema

lessicale di una lingua. Alle origini della lessicografia

Le prime opere sono antichissime, fino al XV secolo i dizionari erano impostati in modo

diverso: non avevano l’ordinamento alfabetico in quanto nascevano sotto forma di

glosse, glossari. I primi glossari nascono per spiegare parole presenti nei testi scritti che

di fronte a determinate parole difficili mostrano dei sinonimi o delle spiegazioni presenti

in testi letterari e scritti in latino classico. Si comincia a raccogliere le glossa a fine testo,

inizialmente si riscrivono al fondo del testo in ordine di comparsa e poi dal ‘400 in poi

troviamo i primi glossari in ordine alfabetico. Contemporaneamente compaiono

manualetti (simili ai dizionari/frasari odierni) compatti che presentano un lessico di base

e frasi semplici, con parole tradotte in un’altra lingua. Di questi glossari abbiamo

testimonianze in tutta Europa con diverse testimonianze. Abbiamo dunque glossari

greci-latini o romanzi, ovvero che presentano volgarismi e latino. Intorno al ‘400

nascono vocabolari illustrati dal filone dei vocabolari veneto-tedeschi.

Il primissimo vocabolario è quello degli accademici della Crusca, pubblicato nel 1612

a Venezia, anche se la gestazione dura 30 anni perché i primi lavori nascono alla fine del

‘500. Ci impiega così tanti anni perché occorreva mettersi d’accordo sull’impostazione

della scrittura. Da questo momento nasce la struttura del dizionario così come la

conosciamo noi. Il vocabolario della Crusca può rientrare nella tipologia dei vocabolari

storici.

L’accademia della Crusca era nata alla fine del ‘500 ad opera di 5 letterati, intellettuali

che inizialmente hanno uno spirito giocoso (le cruscate), poi Leonardo Santiati darà

l’impronta e l’obiettivo per la realizzazione di un nuovo vocabolario, l’obiettivo in realtà

era quello di trovare una lingua pura, dunque vogliono purificare la lingua separando

l’elemento nobile da quello che va scartato. Questo attraverso il vocabolario degli

accademici che conteneva i lemmi nobili: il modello è il fiorentino del ‘300, dunque le

parole che avevano il diritto di essere incluse erano quelle che erano state usate dalla tre

corone. Nel dizionario della Crusca sono dunque presenti tantissime citazioni d’autore.

Le parole presenti sono quelle più importanti e utilizzate. Oltre a parole di uso comune,

non vengono incluse parole tecniche, questa cosa fu fortemente criticata. Seconda

edizione: 1623. La terza edizione, datata 1691 e pubblicata a Firenze, è un’edizione

accresciuta poiché vi è un’apertura mentale: viene introdotta una cinquantina di autori

antichi e moderni (Tasso). Anche questa edizione venne fortemente criticata per

l’atteggiamento anacronistico: questo non era ritenuto più adatto perché la lingua era

stata fissata ad uno stadio che non corrispondeva più a quello della società.

Il dizionario della lingua italiana nasce nell’800, opera che cerca di rimanere in bilico

tra tradizione ed innovazione. Vengono inseriti anche autori non toscani e riferimenti ai

lemmi contemporanei. I difetti sono legati al periodo in cui viene pubblicata l’opera: la

parte etimologica non è ben fondata perché la disciplina non esiste ancora. L’elemento

che stride di più per noi è la personalità del Tommaseo che emerge dai commenti. Opera

del Vocabolario Italiano: OVI.

GDLI, il grande dizionario della lingua italiana. Quando tante persone lavorano alla

stesura delle voci è normale che ci sia disomogeneità. GAVI (glossario degli antichi

volgari italiani) è un altro dizionario storico, un’opera interrotta e non completa, vuole

però preservare la presenza di voci letterarie degli antichi volgari, prima del 1321. 32

volumi pubblicati, varie lettere.

I dizionari etimologici hanno obiettivi diversi rispetto a quelli storici. La definizione è

più breve, le informazioni grammaticali sono essenziali, l’area del significato è più

sintetica rispetto a quelli dell’uso. Esso si concentra appunto sulla definizione

etimologica e quella riguardante l’origine dal latino. (es. voce “cancan”) Spazio anche

alla voce bibliografica. Questo è il DELI (dizionario etimologico della lingua italiana) a

cura di Cortelazzo e Zolli prima edizione in cinque volumi. Esiste anche il DELIN a

cura dei fratelli Cortelazzo, questa nuova versione è utile perché presente anche in

versione digitale. Il valore del DELI si capisce se si comprende il contesto: il dizionario

etimologico nasce in tempi recenti, prima c’era il DEI, scritto da Battisti e Alessio

(1950-1957) in cinque volumi. L’obiettivo è focalizzare l’attenzione sull’etimo e sulla

storia della parola. Il DEI nasce come primo tentativo, ed è ancora fortemente ancorato

al lessico letterario, molte parole non sono di uso comune ma vengono usate in ambito

letterario, viene data una certa attenzione alle voci dialettali. La prima attestazione

presente è molto generica. DELI/DELIn si parla di circa 47mila voci, esso non è più solo

legato alla tradizione letteraria ma gli esempi vengono presi anche da riviste e

quotidiani. I riferimenti bibliografici sono una peculiarità in quanto sono ampi. L’ultimo

grande lavoro a livello etimologico è il LEI (lessico etimologico italiano), opera

specialistica di livello internazionale grazie ai curatori sono Pfister e Schweickard,

iniziata nel 1979 e non ancora terminata, viene pubblicata in fascicoli. In quest’opera si

mette in esponente come lemma la base di partenza, trova molto spazio la dimensione

diatopica con i dialetti, la datazione e l’indicazione della fonte sono molto precise.

I dizionari dell’uso, sono quelli per antonomasia, detti anche “generali”. A differenza

degli altri dizionari, l’approccio è prevalentemente sincronico. Si va dai 50mila ai

60mila lemmi. Alcuni dizionari sono, oltre al GRADIT, il Volit, il DISC (Sabatini-

Coletti, 1997), lo Zingarelli. Un’innovazione del GRADIT riguarda le marche di

frequenza.

Il dizionario analogico è diverso da tutti gli altri, non si basa sui significati. Esso

funziona per associazione. ONOMASTICA

L’onomastica è la disciplina che si occupa (studia) i nomi propri. Essi possono essere di

varie tipologie, appartenenti a varie epoche. A volte l’onomastica viene erroneamente

intesa col senso di antroponimia/antroponomastica, un settore dell’onomastica che si

occupa di studiare nomi propri di persona (nome individuale = primo nome; cognomi =

nomi di famiglia / secondi nomi; soprannomi individuali e familiari; soprannomi di vario

tipo…)

Toponimia o toponomastica: settore dell’onomastica che studia i nomi propri di luogo

(toponimi). Si dividono in macrotoponimi (nomi di città, paesi, comuni, regioni,

nazioni…) e microtoponimi (frazioni, nomi di elementi geografici: oronimi/monti,

idronimi/acqua, fiumi; elementi geografici generici: del Ponte, dal Pozzo; nomi delle

vie, delle piazze…)

Deonomastica: settore dell’onomastica che studia i passaggi di categoria (e viceversa)

DEONIMI O DEONIMICI: nomi comuni che derivano da un nome proprio di luogo

(detoponimici)

nomi comuni che derivano da un nome proprio di persona (deantroponimici)

eponimi: i nomi da cui i deonimi o deonimici derivano

es. “Sei un cicerone” > sei come Cicerone > sei un Cicerone > sei un cicerone >

cicerone

cicerone = “guida turistica”; “persona eloquente”

(deonimo trasparente: nella percezione dei parlanti è ancora possibile ricostruire il

processo che ha dato origine al deonimo)

es. sandwich “panino imbottito”

1890: sandwich, si tratta di un anglicismo tratto dal titolo nobiliare di John Montague,

conte di Sandwich (1720-1792)

es. pinocchio, alla base vi è il dialettismo toscano pinocchio “pinolo”, dal nome del

personaggio ha dato origine al deonimo pinocchio che nel linguaggio comune ha il

significato di “bugiardo”.

es. giannino, antroponimico con base agionimica

giuanin “baco della frutta, specialmente delle ciliegie”

san Giovanni = ipocoristico (forma diminutivale abbreviata) Gianni

Non si poteva più vendere le ciliegie dopo la notte di San Giovanni (24 giugno) perché

dentro vi nasceva il giuanin

San Martino 11 novembre, sanmartino “novembre”

11 novembre fare san Martino = sgomberare

29 settembre fare san Michele = sgomberare

Onomastica letteraria:

settore di studio più recente: 1980/1990 - Pisa

Studia i nomi propri di tipo letterario: nomi propri degli scrittori, soprannomi d’arte

(nomi di penna), nomi dei personaggi, nomi di luogo, nomi di opere, nomi di generi

letterari, nomi di film…

Nomi di fantasia

“Nomi parlanti&rd

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
11 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliam31 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cacia Daniela.