Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ALTRE METODOLOGIE PER LA DETERMINAZIONE DEL COSTO DEL CAPITALE
Valori di mercato: si veda il modello di Gordon
A) dato il prezzo di borsa della spa X di 900, ipotizzando un dividendo costante e perpetuo di 90, stimare il
rendimento implicitamente atteso dall’azionista
Da P0=Div/k === k=re=div/P0 re=90/900 = 10%
B) dato un prezzo di borsa della spa Y di 1.000, un dividendo di 100 atteso crescere costantemente del 2%,
stimare re=k
Da P0=Div/(k-g) === k=re=div/P0+ g re=100/1000+2%=12%
CRITERI ALTERNATIVI AL VAN
Il van è il criterio corretto, gli altri criteri presentano dei grossi limiti.
1. PAYBACK PERIOD
E il tempo richiesto per recuperare l’investimento (esborso) iniziale.
Dovrebbero essere scelti progetti con il minor periodo di recupero.
Nella scelta dei progetti viene spesso definito un tasso cut off di recupero.
Limiti del payback period
1. Non considera i tempi nei quali si manifestano i flussi di cassa: non considera il valore finanziario del
tempo
2. Non considera i flussi dopo il periodo di recupero
3. Scelta arbitraria per un benchmark significativo
Può portare a decisioni errate.
Tuttavia per una serie di scelte minori (investimenti di basso importo) può essere utilizzato (anche se non è
corretto). Può essere considerato anche in aggiunta al van.
2. DISCOUNTED PAYBACK PERIOD
Tutti i flussi di cassa vengono attualizzati (calcolo il valore attuale) al tasso di sconto scelto e si calcola il
periodo di tempo necessario affinché i flussi scontati consentano il recupero dell’investimento iniziale.
Chiede le stesse informazioni del van, quindi non ha senso usarlo.
3. RENDIMENTO MEDIO CONTABILE TRMC (ACCOUNTING RATE OF RETURN)
a) Si calcola il reddito operativo netto
b) Si calcola l’investimento medio
→
c) Si rapporta a) con b) si tratta di un ROI medio
d) Si confronta il TRMC con il tasso cut off (es. costo medio ponderato capitale)
e) Regole di decisione: si accettano progetti con TRMC>WACC se indipendenti; o con TRMC>WACC e più
elevato per progetti alternativi
f) Limite = non utilizza i flussi di cassa e non considera il tempo. È una grandezza contabile e non finanziaria.
4. TASSO INTERNO DI RENDIMENTO= TIR
• Tasso per il quale il VAN assume valore nullo
• Si accettano i progetti con tir > del costo del capitale ossia tir > wacc
• Il tir è quel tasso di attualizzazione che rende identici i valori dei flussi positivi e negativi di un progetto;
• Il tir è interpretabile come il costo massimo di finanziamento che un investimento può sopportare,
affinché permanga la sua convenienza economica; oltre il tir non è conveniente effettuare l’investimento.
• Da un altro punto di vista il tir rappresenta il livello del costo del capitale che non consente alcun
beneficio poiché assorbe tutti i flussi di cassa.
• Con il criterio del TIR, l’wacc (costo del capitale) assume la funzione di un benchmark.
Se wacc>tir, significa che la realizzazione di un progetto impone costi di finanziamento che non possono
essere compensati dai flussi del progetto stesso.
Se si considera un unico progetto le conclusioni del VAN e del tir coincidono:
• in corrispondenza di un VAN positivo, il TIR eccede il costo del capitale. Se van >0, tir > wacc.
Ci sono tuttavia diverse trappole, se il tir viene utilizzato per confrontare investimenti alternativi
TIR: PRIMA TRAPPOLA
Non può essere utilizzato per comparare due o più investimenti, dal momento che formula ipotesi
disomogenee circa il reimpiego dei flussi. Non si può comparare investimenti alternativi.
L’impresa potrà reinvestire i flussi al massimo al wacc.
Quindi:
TIR (A) +/- TIR (B) ≠ TIR (A +/- B)
• Attenzione ai tir troppo elevati
IL TASSO INTERNO DI RENDIMENTO MODIFICATO, TIRM
• Per comprendere la redditività del singolo investimento si può correggere la formula precedente ipotizzando
di reinvestire i flussi al tasso wacc e attualizzare il montante ad un tasso denominato TIRm;
• In questo modo si evitano le complicazioni legate all’ipotesi sul reinvestimento dei flussi al tasso TIR;
• La formula è la seguente:
Da cui
Trasformo l’investimento reale in investimento finanziario. Calcolo il montante dei flussi intermedi
capitalizzato al wacc e lo utilizzo per calcolare il tir modificato (TIRm = incognita).
TIR SECONDA TRAPPOLA
TIR: TERZA TRAPPOLA TIR MULTIPLI
Tir multipli= quando i flussi di cassa presentano due o più cambiamenti di segno ci possono essere più tir
TIR: QUARTA TRAPPOLA INVESTIMENTI ALTERNATIVI
Problemi di scala e di tempi nella scelta di investimenti alternativi.
L’errore del tir sta nel non considerare la dimensione del progetto.
Come superare i limiti del tir
1. Premesso che se si confronta il VAN dei progetti non si commettono errori. Tuttavia qualora si volesse
utilizzare il TIR, occorrerebbe:
1. Calcolare il VAN del progetto incrementale
2. Confrontare il tir incrementale con il tasso di attualizzazione
3. Regola decisionale: ACCETTO solo se tir incrementale>wacc
Si pensa a un investimento virtuale pari all’investimento di scala maggiore – l’investimento di scala minore:
trovo l’investimento incrementale, su questi flussi calcolo poi il tir incrementale.
5. INDICE DI REDDITIVITÀ
• È il rapporto tra il valore attuale dei flussi di cassa successivi all’investimento iniziale e l’investimento iniziale
1. Progetti indipendenti = si scelgono progetti con VAN>0 o IR>1
2. Progetti alternativi = si sceglie il progetto con VAN maggiore. NON CON L’IR MAGGIORE. Esiste un
problema di scala che può essere risolto con l’analisi incrementale.
INDICE DI REDDITIVITÀ E VINCOLO DI BILANCIO
1. Razionamento di capitale = Per esempio supponiamo di disporre di un capitale di 100. In questo caso,
non posso scegliere A+B, in quanto richiedono un capitale di 120. Come faccio?
2. Si ordinano i progetti per IR e si scelgono tutti quei progetti la cui somma di esborsi iniziali coincide con
le risorse finanziarie a disposizione, cioè B+C
INTRODUZIONE ALL’INCERTEZZA: ANALISI RETICOLARE, ANALISI DI SENSIBILITÀ E
ANALISI DI SCENARIO
Contesti di incertezza: richiede una serie di previsioni che sono incerte
• Il VAN ha a che fare con costi e ricavi futuri incerti
• Spesso i problemi reali si presentano come una sequenza di decisioni
SOLUZIONI!!
Si può ricorrere:
− agli alberi decisionali;
− All’analisi di sensibilità
− All’analisi di scenario
− Alle opzioni reali
ANALISI RETICOLARE
La struttura del progetto ed i relativi nodi decisionali vengono tradotti in diagramma di flusso =albero delle
decisioni.
Ad ogni ramo dell’albero si associano i valori che il progetto può assumere al verificarsi di determinate ipotesi
di scenario, cui sono assegnati precisi attributi probabilistici.
Per individuare la sequenza ottimale delle decisioni è necessario procedere a ritroso, partendo dalle ultime
ramificazioni dell’albero.
VALUTAZIONE INVESTIMENTI E GRADO DI RISCHIO
Per quanto visto in precedenza, nel caso di incertezza dei flussi di cassa, il criterio di scelta è il VAN atteso
medio. Tuttavia, cosa fare nel caso dovessimo confrontare 2 o più progetti di investimento?
Il confronto con il VAN atteso, in questo caso, potrebbe portarci a decisioni errate
PERCHÈ? Perché non stiamo considerando che a parità di valore atteso la sua variabilità, sintetizzata dallo
scarto quadratico medio, potrebbe essere diversa.
Lo scarto quadratico medio in finanza indica il rischio. Bisogna stimare il rischio a cui si va incontro con il van
atteso.
ESEMPIO
Per esempio: si consideri la seguente tabella. Gli investimenti A e B hanno lo stesso VAN atteso. Tuttavia B è
più rischioso, pertanto è preferibile, a parità di VAN atteso l’investimento A.
Scarto quadratico medio
Consideriamo, però il seguente altro esempio: A offre un VAN atteso maggiore, ma è più rischioso. B presenta
un VAN minore ma è meno rischioso. Quale progetto scegliere in tal caso??? In queste situazioni è opportuno
«normalizzare» il grado di rischio, calcolando una misura di rischio relativa (e non assoluta) rapportando la dev
std al van (coefficiente di variazione). B, in questo caso è preferibile.
→
CV= DEV. STD/VAN scelgo l’investimento con il CV più basso
ALBERI DECISIONALI: CONSIDERAZIONI
Con gli alberi decisionali l’ordine con il quale le scelte vengono analizzate è inverso.
Aspetti critici:
1. È opportuno utilizzare tassi di attualizzazione diversi!
2. Non è facile considerare tutte le possibili opzioni che l’impresa potrebbe affrontare. A tal fine risponde
l’approccio relativo all’analisi di sensibilità
RISCHIO E RENDIMENTO PER GLI INVESTITORI
RELAZIONE TRA RISCHIO E RENDIMENTO E IMPATTO SUL WACC
Premio al rischio
RELAZIONE TRA RISCHIO E RENDIMENTO
Per indagare la relazione rischio/rendimento svilupperemo l’analisi con riferimento ai titoli azionari e
cercheremo di dare un contenuto quantitativo al costo del capitale proprio r e
misure di rischio e rendimento
Titoli diversi presentano prezzi diversi e distribuzione di dividendi diversi. Per poterli confrontare è necessario
esprimere la loro performance in termini di rendimento, inteso come tasso di crescita del loro valore.
Il rendimento può essere analizzato in una logica ex-post (rendimenti effettivi: calcolo il rendimento storico
e presuppongo che si presenti anche nel futuro) oppure in una logica ex-ante (rendimenti attesi).
LOGICA EX-POST: RENDIMENTI STORICI EFFETTIVI
I RENDIMENTI PERCENTUALI
Il rendimento percentuale è la somma del rendimento da dividendo (dividend yield) e il rendimento da capital
gain (o capital loss).
Rendimento percentuale totale = rendimento del dividendo + capital gain
Dove: rendimento del dividendo=
Capital gain=
Con P =prezzo
Il rendimento è quindi formato da:
→ Una parte corrente (rendimento del dividendo) = dividendi /prezzo
t1 t
→ Una parte in conto capitale (capital gain) = (prezzo – prezzo )/prezzo
t1 t t
Il rendimento medio è la media aritmetica semplice di più rendimenti.
LOGICA EX-ANTE: RENDIMENTI ATTESI
• Se il titolo è rischioso, possono esistere tanti rendimenti quanti sono i possibili scenari di realizzazione
futura.
• Ogni rendimento ha quindi una probabilità di manifestazione in funzione dello scenario in cui è inserito.
• È, quindi, possibile sintetizzare questa informazione in una distribuzione di probabilità che associa ad ogni
scenario