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AUMENTADIMINUISCESI ANNULLASI INVERTE DI SEGNO
Elettroforesi: consiste nella migrazione di particelle colloidali immerse in un campo elettrico. I colloidipossono possedere cariche elettriche sia perché sono essi stessi carichi, sia perché adsorbono elettrolitisulla loro superficie.
Colloidi liofiliLa fase interna è affine a quella esterna . Formano dispersioni colloidali con relativa facilità.Es. Gomma arabica o gelatina in acqua, insulina o albumina in acqua, polistirene in solventi organici( sarebbe liofobo in acqua ) . E importante ricordare che il termine «liofilo» ha sensosolo se si specifica il mezzo disperdente.
La maggior parte dei colloidi idrofili sono molecole organiche; ne sono esempi i derivati della cellulosa,del polivinilalcol, del polivinil pirrolidone, di molte gomme naturali (acacia, agar, adragante, eccetera).Tutte queste molecole in acqua formano un colloide liofilo molto viscoso(Rispetto ai colloidi idrofobi ) eper questo sono
chiamati anche mucillagini. L'unico colloide minerale è la bentonite (argilla naturale): silicato di alluminio idrato che in acqua dà una dispersione colloidale liofila. PREPARAZIONE: Si ottengono per semplice dispersione del colloide (fase dispersa) nel solvente esterno, generalmente a temperatura ambiente (gomme, carbomeri, PVP) oppure a caldo (gelatina, agar, amidi, cellulose). Poco alla volta le catene si idratano / solvatano e vanno in soluzione dando una dispersione colloidale liofila, trasparente ma che al microscopio elettronico mostra le particelle. Metodi: - Triturazione dell'idrocolloide con aggiunte successive di acqua, frantumando i grumi che si vengono a formare. - La polvere si introduce gradualmente nell'acqua, sotto agitazione e lasciare anche una notte a idratare per avere solvatazione completa. La caratteristica dei colloidi liofili che li contraddistingue dai liofobi è la solvatazione. Il colloide liofobo non affine alla fase.Quando la concentrazione del colloide raggiunge un certo valore, si possono formare strutture reticolari che imprigionano il solvente, provocando la gelificazione del sistema come se non ci fosse più acqua libera. Il gel è un colloide liofilo in cui si è raggiunta la concentrazione di gelificazione. I geli, a differenza dei sol che assumono la forma del contenitore, si comportano come solidi elastici e conservano la loro forma. Il colloide liofilo è liquido ad una concentrazione inferiore a quella di gelificazione.
STABILITÀ
Le dispersioni colloidali (sol) di queste sostanze hanno una buona stabilità fisica. La stabilità è influenzata sia dalla carica che dalla solvatazione quindi possono essere
destabilizzati da tutto ciò che agisce su questi due fattori.
Carica: l'aggiunta di elettroliti in modeste quantità non comporta coagulazione. L'aggiunta di elettroliti in quantità elevate ha un effetto salting out, cioè l'idrocolloide diventa meno solubile in acqua, precipita, si aggrega e sedimenta. Se si vuole che l'idrocolloide rimanga disperso nella fase disperdente, bisogna evitare l'aggiunta di una quantità elevata di questi elettroliti.
Serie di Hofmeister o serie liotropa:
Potere precipitante degli anioni: Citrato > tartrato > solfato > acetato > cloruro > nitrato > bromuro > ioduro
Potere precipitante dei cationi: Mg++ > Ca++ > Sr++ > Ba++ > Na+ > K+ > Rb+ > Cs+
Lo stesso vale per qualsiasi sostanza aggiunta che modifica lo stato di solvatazione dell'idrocolloide. Ad esempio, aggiungendo l'etanolo, che è miscibile con l'acqua, questo effetto si verifica.
disidratante e quindi rimuove acqua disolvatazione dall'idrocolloide causandone la precipitazione dalla fase disperdente. Tutto ciò che provoca desolvatazione causa instabilità. Sono comunque tutti fenomeni reversibili quindi andando a ridiluire aggiungendo acqua si ottiene nuovamente il colloide iniziale.
Solvatazione: previene la coesione delle particelle quando collidono a causa dei moti Browniani. L'alcool e l'acetone possono ridurre la solvatazione (solventi disidratanti o non solventi) dei colloidi idrofili per cui l'effetto salting-out si ha con basse quantità di elettroliti. Evaporando il solvente e ridiluendo il residuo si ottiene ancora il sol primitivo (colloidi reversibili).
Coacervazione: Il fenomeno di separazione della dispersione colloidale in due fasi liquide, una più ricca di solvente, l'altra più ricca di particelle colloidali che precipita ed è detta coacervato. Se nella preparazione di una
Si basa sull'aggiunta di un secondo polimero incompatibile a quello che costituirà la membrana. I due polimeri sono disciolti nello stesso solvente. Mescolando le soluzioni dei due polimeri, solo uno di questi coacerva quindi precipita mentre l'altro rimane in dispersione (rimane solvatato, è quello appena aggiunto). Il polimero già presente all'inizio è desolvatato e precipita. Di conseguenza solo un polimero formerà la membrana/microcapsula.
Coacervazione complessa:La mescolanza di due colloidi liofili, uno caricato positivamente e uno negativamente, questi interagendo possono generare una separazione delle particelle dalla dispersione e la formazione di uno strato ricco di aggregati colloidali. Si forma la parete di una microcapsula che non è più formata solo da un polimero ma da entrambi. Per esempio, mescolando in determinate proporzioni un sol di
gelatina, positivo a pH inferiori al suo punto isoelettrico, con gomma arabica (caricata negativamente) si separa dalla soluzione un coacervato= microcapsula la cui membrana è composta da entrambi i polimeri (complesso). Per il resto se non si verificano queste condizioni il colloide liofilo è stabile. Il termine "colloide protettore" definisce quei colloidi idrofili usati per stabilizzare sistemi idrofobi. Questo effetto è legato alla presenza di catene idrofile solvatate che determinano forze steriche di repulsione. L'agente idrofilo forma un rivestimento protettivo attorno alle particelle di colloide idrofobo trasformando il sistema da idrofobo a idrofilo, con una maggiore stabilità e reversibilità della dispersione. Per valutare quantitativamente è necessario un parametro che permette di definire per la formulazione se è più efficiente come colloide protettore. Serve a scegliere il tipo di colloide protettore cheMeglio stabilizzala dispersione liofila. Questa azione stabilizzante viene espressa con il numero d'oro, cioè dai mg di colloide protettore necessari per proteggere 10 ml di un colloide d'oro metallico dal viraggio al colore violetto/blu (dal rosso iniziale) per l'aggiunta di 1 ml di soluzione al 10% di NaCl. È un fenomeno legato alle dimensioni delle particelle colloidali in dispersione. NaCl fa virare il colore della dispersione perché va ad aumentare l'aggregazione nel minimo secondario, dunque funge da agente flocculante. Le particelle di olio si aggregano, aumentano di dimensioni e la diffrazione della luce cambia. Tanto più basso è il numero d'oro (i mg da aggiungere), tanto più efficace è il colloide protettore. Colloidi protettori usati in campo farmaceutico sono: la gelatina (n. d'oro 0,005), la gomma arabica (0,15), la destrina (6,2), il sodio oleato (2), eccetera. In funzione della stabilizzazione.
richiesta si sceglie il giustocolloide protettore. Colloidi liofobi 1540Scarsa affinità fase dispersa e fase disperdente. Sono particelle di dimensioni nanomeriche insolubili inacqua. Es.: colloidi inorganici in acqua (metalli, ossidi, solfuri, zolfo, ioduro d'argento).caratteristiche:- Moti browniani causano collisioni tra le particelle;
- Presenza di cariche superficiali, che essendo dello stesso segno sirespingono impedendo l'aggregazione e la precipitazione.
- Hanno un potenziale z elevato.
- Non presentano uno strato di solvente attorno alle particelle(assenza solvatazione perchè sono circondate da un doppio strato elettronico).
- Uso di molini colloidali: il corpo principale è un rotore che ruota ad alta velocità e uno statore. Al disopra vi è la tramoggia di caricamento. Il rotore per