POLITICA FISCALE E POLITICA MONETARIA
La politica fiscale è l'insieme degli interventi di politica economica che permettono ai policy maker di
influenzare la domanda aggregata e di ottenere effetti sul reddito di equilibrio tramite le variazioni della
spesa pubblica, dell'imposizione fiscale e dei trasferimenti.
Una politica fiscale espansiva ha l’obbiettivo di provocare una crescita economica e una politica fiscale
restrittiva ha l’obbiettivo di controllare l’inflazione e ridurre il debito pubblico.
Politica fiscale espansiva: aumento spesa pubblica, riduzione pressione fiscale e/o aumento trasferimenti.
Politica fiscale restrittiva: tagli alla spesa pubblica, aumento pressione fiscale e/o riduzione trasferimenti.
POLITICA FISCALE ESPANSIVA: POLITICA FISCALE RESTRITTIVA:
Per politica monetaria intendiamo l’insieme di manovre della banca centrale che modificano l’offerta di
moneta. Una politica monetaria espansiva ha l’obbiettivo di aumentare l’offerta di moneta. La banca centrale
può adottare una politica monetaria espansiva aumentando la base monetaria, acquistando titoli di stato
tramite operazioni di mercato aperto, riducendo il tasso di sconto sul rifinanziamento bancario e/o riducendo
il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche.
Una politica monetaria restrittiva ha l’obbiettivo di ridurre l'offerta di moneta. La politica monetaria restrittiva
può essere effettuata dalla banca centrale tramite una riduzione della base monetaria, vendendo titoli di
stato al pubblico con operazioni di mercato aperto, aumentando il tasso di sconto di rifinanziamento delle
banche e/o aumentando il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche.
POLITICA MONETARIA ESPANSIVA: POLITICA MONETARIA RESTRITTIVA:
TRAPPOLA DELLA LIQUIDITA’
Quando l’offerta di moneta è eccessiva, il tasso di interesse diventa pari a
zero, dunque la banca centrale non ha più potere di influenzare la domanda,
quindi l’economia. Di conseguenza, è necessario l’intervento della politica
fiscale al fine di sollevare la curva IS.
ECONOMIA APERTA
Apertura dei mercati dei beni – Apertura dei mercati finanziari
Tasso di cambio nominale (E): Prezzo della valuta nazionale in termini di valuta estera. Unità di valuta estera
che posso ottenere in cambio di 1 unità di valuta nazionale.
#$ (estero)
E = = quanti dollari posso comprare con 1€?
€/$ 1€ (nazionale)
Si ha un apprezzamento (deprezzamento) della valuta nazionale se cresce (decresce) il numero di moneta
estera che posso acquistare con una unità di moneta nazionale.
Se voglio convertire valuta nazionale in valuta estera moltiplico la valuta nazionale per E.
Se voglio convertire valuta estera in valuta nazionale divido la valuta estera per E.
Tasso di cambio reale (ε): Prezzo dei beni nazionali in termini di beni esteri. Unità di beni esteri che posso
ottenere in cambio di 1 unità di bene nazionale.
P × E
ε = = quanti beni posso acquistare con un’unità di bene nazionale?
∗
P
Dove P e P* sono rispettivamente gli indici dei prezzi al consumo nazionale e estero.
IL MERCATO DEI BENI IN ECONOMIA APERTA
Importazioni (IM)
Esportazioni nette (o saldo della bilancia commerciale (NX)) = Esportazioni (X) – ε
NB. Le importazioni devono essere espresse in valuta nazionale, per questo vengono divise per ε.
Le importazioni possono essere espresse come funzione di reddito e tasso di cambio reale: IM = f(Y ,ε ):
+ +
1. Se Y ↑ IM ↑
→
2. Se ε ↑ IM ↑
→
Le esportazioni possono essere espresse come funzione di reddito estero e tasso di cambio reale: X = f(Y* ,ε )
+ -
1. Se Y* ↑ X ↑
→
2. Se ε ↑ X ↓
→
La domanda di beni e servizi prodotti all’interno dei confini nazionali in equilibrio è pari all’offerta: PIL (Z=Y).
IM
Y = C + I + G + X – = C + I + G + NX
ε
CONDIZIONI DI MARSHALL-LERNER:
1. Se X ↑, NX ↑ (poiché i beni nazionali sono più convenienti di quelli esteri)
2. Se IM ↓, NX ↑ (poiché i beni stranieri sono meno convenienti per noi)
1
3. Se ↑, NX ↓ (poiché aumenta il costo delle importazioni)
ε
I primi due sono effetti quantità, il terzo è effetto prezzo. Secondo M-L le condizioni 1 e 2 prevalgono sulla
condizione 3. INVESTIMENTI FINANZIARI:
SCELTA FRA:
1. Moneta nazionale: transazioni
2. Moneta estera: nessuna utilità
3. Titoli nazionali: interessi
4. Titoli esteri: interessi + rischio del tasso di cambio
Parità dei tassi d’interesse: è una condizione di arbitraggio che dice che devo essere indifferente tra investire
∗
(1+i )
E
in titoli nazionali o esteri (mi devono dare lo stesso rendimento): t
1 + ⅈ = E
t+1
La somma del rendimento di un titolo nazionale e del tasso di apprezzamento della valuta nazionale devono
ⅇ ⅇ
E − E E E
essere pari al rendimento di un titolo estero: ∗ ∗
t+1 t
ⅈ + ( ) ≈ ⅈ ⅈ ≈ 1 + ⅈ − E≈ ∗
E E 1 + i − i
t
Dove E = tasso di cambio atteso
e
Relazione (non lineare) positiva tra i ed E: (cambi flessibili)
Se i ↑, i titoli nazionali sono più appetibili. Per comprarli gli operatori esteri
cedono valuta estera e domandano valuta nazionale afflusso di capitali
→
dall’estero il prezzo della valuta nazionale aumenta e quello della valuta
→
estera scende aumenta il tasso di cambio corrente: E↑
→
NB: in questa ipotesi ne deriverà che i beni nazionali costano tanto agli
occhi degli esteri.
In regime di cambi fissi, in assenza di turbolenze sui mercati, ci si aspetta che il tasso di cambio domani sia
uguale a oggi, ossia E = E , quindi, i ≈ i*. La BC deve tenere il tasso d’interesse ancorato al tasso estero (del
t t+1
paese al quale ci si ancora) al fine di mantenere fisso E.
NB: in regime di cambi fissi si parla di svalutazione e rivalutazione di E. Se il governo opera una politica
fiscale espansiva, allora la banca centrale deve accomodare con una politica monetaria espansiva per
mantenere costante il tasso d’interesse:
E’ come se la UIP fosse piatta: i non si può discostare da i*
Per mantenere il tasso di cambio fisso è sufficiente mantenere ‘i’ fisso.
CONTO CORRENTE = FLUSSI
Esportazioni - Importazioni + Reddito ricevuto da investimento (reddito ricevuto dai cittadini che possiedono
attività finanziarie estere) - Reddito pagato da investimento (reddito pagato ai cittadini residenti all’estero su
attività finanziarie nazionali) + trasferimenti netti ricevuti.
Saldo di conto corrente positivo avanzo di conto corrente
→
Saldo di conto corrente negativo disavanzo di conto corrente
→
NB: Il conto capitale include voci come acquisti e vendite di asset non tangibili (Es: brevetti, copyright).
CONTO FINANZIARIO = STOCK
Investimenti diretti o di portafoglio in entrata (acquisti netti di attività finanziarie nazionali da parte del resto
del mondo) - Investimenti diretti o di portafoglio in uscita (acquisti netti di attività finanziarie estere
effettuate dal paese) +/- Variazione riserve ufficiali.
Saldo del conto finanziario positivo avanzo del conto finanziario
→
Saldo del conto finanziario negativo disavanzo del conto finanziario
→
Discrepanza statistica: E’ la differenza tra il saldo del conto corrente e il saldo del conto finanziario.
NB: A meno della discrepanza statistica i saldi del conto corrente e del conto finanziario devono essere uguali
ma di segno opposto. RISPARMIO
In economia chiusa il risparmio delle famiglie finanzia gli investimenti privati (I) e l’eccesso di spesa pubblica
sulle tasse, G-T (investimento pubblico o deficit pubblico).In economia aperta il risparmio delle famiglie
finanzia anche gli investimenti all’estero:
Y = C + I + G + NX Y - C - T= I + G – T + NX S = I + G – T + NX
→ → privato
Infatti, se NX è positivo (saldo della bilancia commerciale in attivo, approssimabile al saldo positivo del conto
corrente della bilancia dei pagamenti) il saldo del conto finanziario della bilancia dei pagamenti deve essere
negativo. Pertanto il paese in questione investirà in attività estere più di quanto gli stranieri investiranno in
attività del paese. Questo significa che gli investimenti netti esteri del paese aumentano e sono finanziati dal
risparmio delle famiglie. Al contrario, se un paese ha un disavanzo di conto corrente (NX è negativo) i
risparmi delle famiglie estere andranno a finanziare gli investimenti (privati (I) e pubblici (G-T)) di quel paese.
Risparmio delle famiglie = I + G – T + (- Saldo conto finanziario)
Risparmio delle famiglie + Saldo conto finanziario (finanziamento dall’estero) = I + G – T
IL MEDIO PERIODO
Il mercato del lavoro:
P = P π = π
e e
Cosa fa variare Y ? Cosa fa scostare Y da Y ?
n n
- Condizioni istituzionali P ≠ P e
- Costi materie prime
- Potere mercato imprese
TASSO DI PARTECIPAZIONE ALLA FORZA LAVORO: (forza lavoro/popolazione civile) x 100
TASSO DI DISOCCUPAZIONE: (disoccupati/forza lavoro) x 100
LEGGE DI OKUN: esiste una relazione inversa tra Y e tasso di disoccupazione (u):
- Se Y ↑, sono necessari più lavoratori per produrre, quindi la disoccupazione scende
- Funzione di produzione 1 a 1 (1 lavoratore 1 unità di output) Y = N
→
U FL − N N Y
u= = =1− =1−
FL FL FL FL
I SALARI (W) SONO DETERMINATI (WS):
1. Dal livello dei prezzi attesi (P )
e
2. Dalla forza contrattuale dei lavoratori e dei sindacati (F)
Quando aumenta la forza contrattuale?
- Quando u ↓
- Quando migliorano le condizioni istituzionali a tutela del lavoratore
W = P f(u ,z ) CURVA WS
e - + →
DETERMINAZIONE DEI PREZZI (PS):
funzione di produzione: Y=AN …se uso 1 lavoratore in più la produzione aumenta di A
Se A↑ servono meno lavoratori per produrre ciascuna unità di bene (Y)
W
Il costo marginale del lavoro in questo caso è: A
Funzione di produzione 1 a 1 (Y=N), con A=1 P = W(1 + µ) CURVA PS
→
µ = mark-up (ricarico sui costi, include anche tutti i costi marginali diversi dal costo del lavoro)
EQUILIBRIO SUL MERCATO DEL LAVORO:
E’ un equilibrio di medio periodo (MP) e definisce il tasso di disoccupazione naturale (u ) e il corrispondente
N
W
salario reale P W
Algebricamente si trova richiedendo che e u vadano a soddisfare contemporaneamente:
N
P
- L’equazione dei salari (WS)
- L’equazi
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