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MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
Nel punto 1 abbiamo quindi un aumento di Y e dei consumi C, il deficit pubblico non varia (dato che non
abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, un aumento del tasso di
interesse, gli investimenti I sono INDETERMINATI (dato che abbiamo sia un aumento del reddito ma
dall’altro lato abbiamo anche un aumento dei tassi di interesse) e il risparmio è invariato (si ha solo un
illusione che il risparmio sia diminuito dato un aumento di C0 ma in realtà dato che il reddito Y è
aumentato, il risparmio è rimasto esattamente uguale).
Se ad esempio T fosse stato endogeno dipendente dal reddito dato che abbiamo avuto un aumento di
quest’ultimo, anche T sarebbe aumentato e come sappiamo con un aumento delle tasse il deficit sarebbe
diminuito anche se non abbiamo applicato nessuna politica fiscale.
a. AUMENTO DI C0 con una retta LM “piatta”→ la IS si sposta verso l’alto; quindi dopo l’aumento di
C0 nel punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si genera un ECCESSO DI
DOMANDA di BENI: per ovviare a ciò la produzione deve aumentare, di conseguenza aumenta
anche il reddito, la domanda di denaro e il tasso di interesse: si passa quindi al nuovo punto di
equilibrio 1 grazie al MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
b.
Nel punto 1 abbiamo quindi un aumento di Y e dei consumi C, il deficit pubblico non varia (dato che non
abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, il tasso di interesse rimane
invariato, gli investimenti I AUMENTANO (dato che il tasso di interesse non è variato ma il reddito è
aumentato) e anche il risparmio S è INVARIATO ( si ha solo un illusione che il risparmio sia diminuito dato
un aumento di C0 ma in realtà dato che il reddito Y è aumentato, il risparmio è rimasto esattamente
uguale).
b. AUMENTO DI C0 con una retta LM “rigida”→la IS si sposta verso l’alto; quindi dopo l’aumento di
C0 nel punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si genera un ECCESSO DI
DOMANDA di BENI: per ovviare a ciò la produzione deve aumentare, di conseguenza aumenta
anche il reddito, la domanda di denaro e il tasso di interesse: si passa quindi al nuovo punto di
equilibrio 1 grazie al MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
c.
Nel punto 1 abbiamo quindi Y che è invariato, un aumento dei consumi C, il deficit pubblico non varia (dato
che non abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, il tasso di interesse
aumenta, gli investimenti I DIMINUISCONO (dato che il tasso di interesse è aumentato) e il risparmio (dato
che il consumo aumenta ma il reddito rimane uguale) S è DIMINUITO.
c. DIMINUZIONE DI C0→ la IS si sposta verso il basso; quindi dopo l’aumento di C0 nel punto 0 in cui
inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si genera un ECCESSO DI OFFERTA di BENI: per
ovviare a ciò la produzione deve diminuire, di conseguenza diminuisce anche il reddito, la domanda
di denaro e il tasso di interesse: si passa quindi al nuovo punto di equilibrio 1 grazie al
MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
d.
Nel punto 1 abbiamo quindi una diminuzione di Y e dei consumi C, il deficit pubblico non varia (dato che
non abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, una diminuzione del
tasso di interesse, gli investimenti I sono INDETERMINATI (dato che abbiamo sia una diminuzione del
reddito ma dall’altro lato abbiamo anche una diminuzione dei tassi di interesse) e il risparmio S è
INVARIATO.
Parliamo infatti del concetto del PARADOSSO DEL RISPARMIO che avviene in seguito ad una diminuzione
di C0/C1 (propensione marginale al consumo) oppure in seguito ad un aumento di S1 (propensione
marginale al risparmio): possiamo però parlare di tale effetto solo SE vi è anche una diminuzione del
reddito.
d. DIMINUZIONE DI C0 con una retta LM “piatta”→ la IS si sposta verso il basso; quindi dopo
l’aumento di C0 nel punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si genera un
ECCESSO DI OFFERTA di BENI: per ovviare a ciò la produzione deve diminuire, di conseguenza
diminuisce anche il reddito, la domanda di denaro: si passa quindi al nuovo punto di equilibrio 1
grazie al MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO: e.
Nel punto 1 abbiamo quindi una diminuzione di Y e dei consumi C, il deficit pubblico non varia (dato che
non abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, il tasso di interesse
rimane invariato, gli investimenti I DIMINUISCONO e il risparmio S è INVARIATO (paradosso del risparmio).
e. DIMINUZIONE DI C0 con una retta LM “rigida”→ la IS si sposta verso il basso; quindi dopo
l’aumento di C0 nel punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si genera un
ECCESSO DI OFFERTA di BENI: per ovviare a ciò la produzione deve diminuire, di conseguenza
diminuisce anche il reddito, la domanda di denaro e il tasso di interesse: si passa quindi al nuovo
punto di equilibrio 1 grazie al MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
f.
Nel punto 1 abbiamo quindi che Y è invariato, una diminuzione dei consumi C, il deficit pubblico non varia
(dato che non abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, il tasso di
interesse diminuisce, gli investimenti I sono AUMENTATI (dato che il tasso di interesse è diminuito) e il
risparmio S è AUMENTATO (perché è diminuito il consumo e il reddito è invariato).
Cosa accade invece nel caso in cui a variare fossero gli investimenti I? supponendo che la loro equazione sia
I= I0-hi (di cui I0 sono gli investimenti autonomi e i è il tasso di interesse).
f. AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI→ la IS si sposta verso l’alto; quindi dopo l’aumento di I0 nel
punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si genera un ECCESSO DI DOMANDA di
BENI: per ovviare a ciò la produzione deve aumentare, di conseguenza aumenta anche il reddito, la
domanda di denaro e il tasso di interesse: si passa quindi al nuovo punto di equilibrio 1 grazie al
MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
a.
Nel punto 1 abbiamo quindi un aumento di Y e dei consumi, il deficit pubblico non varia (dato che non
abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, un aumento del tasso di
interesse (ciò rende gli investimenti INDETERMINATI poiché inizialmente erano aumentati ma con un > del
tasso di interesse questi diminuiscono), il risparmio S è AUMENTATO.
g. AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI con una retta LM “piatta”→ la IS si sposta verso l’alto; quindi
dopo l’aumento di I0 nel punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si genera un
ECCESSO DI DOMANDA di BENI: per ovviare a ciò la produzione deve aumentare, di conseguenza
aumenta anche il reddito, la domanda di denaro: si passa quindi al nuovo punto di equilibrio 1
grazie al MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
Nel punto 1 abbiamo quindi un aumento di Y e del consumo, il deficit pubblico non varia (dato che non
abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, il tasso di interesse rimane
invariato (e quindi gli INVESTIMENTI AUMENTANO) e il risparmio S è AUMENTATO (dato che il reddito Y è
aumentato).
h. AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI con una retta LM “rigida”→ la IS si sposta verso l’alto; quindi
dopo l’aumento di I0 nel punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si genera un
ECCESSO DI DOMANDA di BENI: per ovviare a ciò la produzione deve aumentare, di conseguenza
aumenta anche il reddito, la domanda di denaro e il tasso di interesse: si passa quindi al nuovo
punto di equilibrio 1 grazie al MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
b.
Nel punto 1 abbiamo quindi Y e i consumi C che sono invariati, il deficit pubblico non varia (dato che non
abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, il tasso di interesse aumenta,
gli INVESTIMENTI AUMENTANO, e il risparmio S è INVARIATO (dato che il reddito è invariato).
i. DIMINUZIONE DEGLI INVESTIMENTI→ la IS si sposta verso il basso; quindi dopo l’aumento di I0 nel
punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si genera un ECCESSO DI OFFERTA di
BENI: per ovviare a ciò la produzione deve diminuire, di conseguenza diminuisce anche il reddito, la
domanda di denaro e il tasso di interesse: si passa quindi al nuovo punto di equilibrio 1 grazie al
MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
c.
Nel punto 1 abbiamo quindi una diminuzione dei consumi, il deficit pubblico non varia (dato che non
abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, una diminuzione del tasso di
interesse, gli INVESTIMENTI sono indeterminati (aumentano con la diminuzione del tasso di interesse ma
diminuiscono con la diminuzione di I0), il risparmio S è DIMINUITO (dato che il reddito Y è diminuito).
j. DIMINUZIONE DEGLI INVESTIMENTI con una retta LM “piatta”→ la IS si sposta verso il basso;
quindi dopo l’aumento di I0 nel punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si
genera un ECCESSO DI OFFERTA di BENI: per ovviare a ciò la produzione deve diminuire, di
conseguenza diminuisce anche il reddito, la domanda di denaro e il tasso di interesse: si passa
quindi al nuovo punto di equilibrio 1 grazie al MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
Nel punto 1 abbiamo quindi una diminuzione di Y e degli INVESTIMENTI, il deficit pubblico non varia (dato
che non abbiamo fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, il tasso di interesse
rimane invariato, e il risparmio S è DIMINUITO (dato che il reddito Y è diminuito).
k. DIMINUZIONE DEGLI INVESTIMENTI con una retta LM “rigida”→ la IS si sposta verso il basso;
quindi dopo l’aumento di I0 nel punto 0 in cui inizialmente vi era una situazione di equilibrio, si
genera un ECCESSO DI OFFERTA di BENI: per ovviare a ciò la produzione deve diminuire, di
conseguenza diminuisce anche il reddito, la domanda di denaro e il tasso di interesse: si passa
quindi al nuovo punto di equilibrio 1 grazie al MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO:
Nel punto 1 abbiamo quindi Y e C che sono invariati, il deficit pubblico non varia (dato che non abbiamo
fatto alcuna politica fiscale), T e G non variano perché sono esogeni, il tasso di interesse diminuisce, gli
investimenti I sono DIMINUITI e il risparmio S è INVARIATO (dato che il reddito è invariato).
Vediamo adesso cosa accade se varia C1 ovvero la PENDENZA della retta della domanda aggregata Z:
a. AUMENTO DI C1→ un aumento della pendenza della retta Z provoca 2 effetti principali ovvero la
diminuzione dell’intersezione (la retta Z1 “partirà” più basso della retta Z) e l’au