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Spesa pubblica
È opera del governo insieme alle imposte T, e rappresenta tutte le spese che il governo esegue per il consumo e l'investimento fisso per raggiungere le finalità del governo stesso.
Ad esempio, il governo offre servizi pubblici come istruzione, trasporti pubblici, sanità... per offrirli deve pagare stipendi, comprare banchi, costruire e gestire ospedali.
Il governo quindi fa spese pubbliche per il consumo ma anche investimenti per migliorare i servizi pubblici che offre (es. costruire ponti e autostrade).
Quindi la quota d'investimento del governo va in G e non in I, essendo l'investimento annuo del governo una quota molto più bassa delle spese per consumi.
Anche in questo caso la consideriamo una variabile esogena, non si tratta di una decisione che dipende da fluttuazioni di Y.
La domanda di beni in economia chiusa:
Quindi la domanda di beni (e servizi) può essere espressa come:
D = C + I + G
Il sistema economico richiede un certo...
valore di beni e servizi
Domanda di beni: sotto forma di beni di consumo, di investimento o richiesta da parte del governo per andare avanti
Sostituendo a C e I: ¿( )=C +C −T + +GZ Y I0 1
Cerchiamo sempre:
- Domanda: appena descritta
- Offerta: imprese soddisfano questa domanda di beni e servizi
- Equilibrio: uguaglianza tra lato dell'offerta e lato della domanda (domanda=offerta, Y=Z)
Quindi l'equilibrio è il seguente: ¿( )+=Y =C + −T +Z C Y I G0 1
Questo equilibrio però non ci permette di trovare l'equilibrio, ovvero per quale valore della produzione si registra l'equilibrio (per quanti €?), non possiamo inoltre risolvere questa equazione perché Y compare sia a destra che a sinistra.
L'equazione non ci dice quindi quanto l'economia produrrà quando si trova in equilibrio di breve termine
Quindi troveremo: 1 ¿( )= −C + +Y C T I G0 11−C 1
Dove: ¿( )−C + +GC T I : spesa autonoma
(indipendente da Y)0 11 : moltiplicatore della spesa aggregata1−C 1 Possiamo trattare il moltiplicatore come una costante, esso infatti moltiplica,potenzia l'impatto sulla produzione aggregata dell'aumento diconsumo (es. se il governo aumenta G di 100 miliardi, allora Y aumenta di 250miliardi)
Come l'aumento della spesa autonoma amplifica il PIL:
Concentriamoci sul consumo autonomo C , ovvero il consumo che si registra0indipendentemente da Y. Supponiamo che sulla Terra arrivi un asteroide chespaccandosi apre una cassaforte con un miliardo di euro (variabile esogena),supponiamo inoltre che la Terra sia un mondo egalitario in cui si divide ilmiliardo in parti identiche tra le persone, a questo punto notiamo che Yaumenterà di 2,5 miliardi. Perché noi con quel miliardo ci compreremo una pizzain più, andremo in pizzeria a cercare di farci dare una pizza a testa in più. Quindiora le pizzerie dovranno produrre più pizze, quindi
investiranno in nuova capacità produttiva, investono aumentando I*. Inoltre per comprare fornidevono recuperarli dalle imprese che producono forni che quindi dovranno produrre più forni. A sua volta queste imprese di forni dovranno investire in più semilavorati, energia, manodopera….
Quindi un aumento di reddito ci porta a domandare più beni e servizi che richiede un aumento della produzione e quindi un incremento di investimenti fissi ma anche di reddito aggregato, ovvero quanto si spende in compensi per le prestazioni di lavoro (stipendio pizzaioli, operai, camerieri…)
Tali redditi e salari in più che vengono pagati finiscono in reddito disponibile delle persone, portando le persone a incrementare ancora la domanda. Quindi la produzione, la domanda e il reddito sono interdipendenti. Un aumento di una delle grandezze comporta un aumento delle altre, lo stesso succede con una riduzione di tali variabili. Abbiamo quindi un meccanismo ciclico di
interdipendenza scatenato da un evento esogeno (asteroide con 1 miliardo di euro) Quindi per soddisfare l'aumento della domanda dato da un aumento del reddito, per cui una variazione del reddito porta a una crescita ulteriore del reddito, non solo di C ma di tutte le variabili fa variare l'equilibrio di Y più che proporzionalmente dell'aumento di tale componente. Riduzione del PIL: Supponiamo di vedere una riduzione di un miliardo di euro di reddito disponibile. Se il moltiplicatore è ancora uguale a 2,5 il livello della produzione non scenderà di 1 miliardo ma di 2,5 miliardi. Quindi: ogni variazione di una componente della spesa autonoma ha un effetto moltiplicativo sul livello della produzione di Y, poiché questa variazione scatena un incremento di domanda, quindi di produzione e a sua volta del reddito, creando un meccanismo circolare in cui la variazione di Y sarà superiore rispetto alla variazione della componente in questione.
tra reddito e produzione/domanda avrà un equilibrio quando queste grandezze sono in equilibrio
Tracciamo la bisettrice Y=X, in cui siccome vi è uguaglianza tra tutti i suoi punti su questa retta il mercato dei beni sarebbe in equilibrio. Quale è effettivamente l'equilibrio dipende dai numeri dell'economia
ZZ: retta di domanda, pari come già visto alla somma di C, I e G. Essendo che I come la domanda e G non variano al variare di Y, ZZ è una retta che descrive varia al variare da Y e che avrà la stessa inclinazione della retta del consumo (C), siccome C < 1 la sua inclinazione è inferiore di Y=X, e come intercetta avrà non più solo C, ma (C + I + G - C T)
Equilibrio è l'intersezione tra ZZ e Y=X, perché in quel punto domanda aggregata coincide con produzione e reddito aggregato
Effetti di un aumento della spesa autonoma
Aumento reddito -> aumento domanda -> aumento produzione
→ aumentoreddito…
• Alla fine vi sarà un incremento di Y di 2,5 miliardi
• Il nuovo punto di equilibrio sarà A'
• ZZ infatti sale perché cambia l'ordinata della domanda aggregata con l'incremento di reddito. Incremento della domanda poi si riflette in un incremento della produzione, portando il sistema a B dove ancora non c'è stato alcun incremento del reddito. Appena cresce anche il reddito il sistema si sposta in C, poi con un nuovo aumento della produzione si arriverà a D e così via fino a raggiungere A' dove si trova un equilibrio stabile. Specularmente avverrà per una riduzione della domanda.
12 n+ +1+c c …+c →1 1 1 1−c 1 1m=Quindi l'effetto moltiplicativo dipende dal fattore: 1−c 1
Durata dell'aggiustamento
Gli aggiustamenti per raggiungere un nuovo livello di equilibrio non sono istantanei. La rappresentazione delle variazioni della produzione nel tempo è detta
dinamica dell'aggiustamento:
- Il processo appena descritto dura circa quanto il breve periodo, cioè da alcuni mesi a circa un anno. Il tempo dipende anche dal tipo di incremento, ad esempio se si parla di spesa pubblica esse devono prima essere approvate dal parlamento
- Investimento=risparmio
- Il modello precedente fu introdotto da Kaynes negli anni 20 del 1900, proponendo però solo la formula appena illustrata. Altri in seguito aggiunsero alla formula nuove nozioni, tra cui quella del moltiplicatore della spesa aggregata.
- Vent'anni dopo un altro economista raggiunse lo stesso risultato di Kaynes ma con una strada diversa, detta: investimento = risparmio
- Risparmio: ciò che avanza a un soggetto dopo che esso ha affrontato le spese di imposte e consumo
- Il risparmio è pari alla somma di risparmio privato e pubblico
- Il risparmio privato (S) è quella parte di reddito disponibile che non viene spesa dai consumatori: -C=Y -T -C
- Y=C+I+G+X-M
Il risparmio pubblico è la parte di gettito fiscale che non viene spesa dal governo. Se T > G, il governo ha un avanzo di bilancio; se T < G, il governo ha uno disavanzo di bilancio.
Tornando all'equazione di equilibrio nel mercato dei beni già derivata:
C + I + G + (X - M) = Y
Sottraendo le imposte da entrambi i lati e spostando il consumo a sinistra:
-T - C = I + G - T(Y)
Il lato sinistro è semplicemente uguale al risparmio S, quindi:
S = I + (G - T)(Y)
Quindi un altro modo di guardare al mercato dei beni:
- Per esserci equilibrio, l'investimento deve essere uguale al risparmio totale, cioè la somma di risparmio privato e pubblico.
- Per far aumentare l'investimento fisso in un paese ci deve dunque essere una crescita del risparmio pubblico o privato o entrambi (se invece i due diminuiscono anche l'investimento scende).
Questo spiega perché la condizione di equilibrio del mercato dei beni.
è“Investimento = Risparmio (Saving)”: chiamata curva IS, che sta per quanto le imprese vogliono investire dev’essere uguale a quanto i consumatori e il governo vogliono risparmiare
Per sapere se un paese è in avanzo o disavanzo di bilancio guardiamo su investing
Se un paese è in disavanzo allora il risparmio privato deve più che compensare questo disavanzo per garantire un investimento positivo. Poiché un livello positivo elevato di investimento fa sì che la produzione cresca nel lungo periodo, altrimenti Y scende e l'economia muore
Riordinando i termini:
( )−T −c −c −TS=Y Y0 1
Poiché c1 è la propensione al consumo, (1-c1) è la propensione al risparmio, quindi: ( ) ( )+ ( )=−c + −T −GI 1−c Y T0 1
Risolvendo per la produzione:
1 ¿( )= −c + +GY c T I0 11−c1
Quindi i due modelli portano alla stessa soluzione
Notiamo che due su quattro degli
emento, non una prescrizione su come dovrebbe funzionare l'economia. Inoltre, il modello assume che il governo agisca in modo razionale e che i mercati siano efficienti. Il governo può influenzare la produzione dell'economia attraverso le imposte e la spesa pubblica. Aumentando le imposte, il governo può ridurre la disponibilità di reddito delle famiglie e delle imprese, riducendo così la domanda aggregata e la produzione. Al contrario, diminuendo le imposte, il governo può aumentare la disponibilità di reddito, stimolando la domanda aggregata e la produzione. Inoltre, il governo può influenzare l'investimento attraverso la sua spesa pubblica. Se il governo aumenta la sua spesa pubblica, può creare una domanda aggiuntiva per beni e servizi, incoraggiando così le imprese a investire per soddisfare questa domanda. Allo stesso modo, se il governo riduce la sua spesa pubblica, può ridurre la domanda aggregata e l'investimento. Tuttavia, è importante notare che il modello non tiene conto di tutti i fattori che influenzano l'economia, come ad esempio le aspettative degli agenti economici, le politiche monetarie, le condizioni internazionali, ecc. Pertanto, è necessario considerare anche questi fattori per avere una visione più completa del funzionamento dell'economia.