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Articolazioni sinoviali (o diartrosi)

In queste articolazioni, le superfici delle ossa che si fronteggiano sono ricoperte da cartilagine articolare, uno strato di cartilagine ialina di solito spessa 2 o 3 mm. Tali superfici sono separate da uno stretto spazio, la cavità articolare che contiene un lubrificante chiamato liquido sinoviale. Questo fluido è ricco di albumina e acido ialuronico che lo rende di aspetto viscoso e scivoloso simile all'albume dell'uovo crudo. Una capsula articolare di tessuto connettivo racchiude la cavità e trattiene il fluido. La capsula inoltre può essere rinforzata da dei legamenti. Questi se si trovano molto

Vicini ad essa sono detti di rinforzo, se invece sono più lontani si chiamano legamenti a distanza. Internamente abbiamo la membrana sinoviale che è costituita principalmente da cellule simili a fibroblasti che secernono il fluido ed è anche popolata da macrofagi che rimuovono detriti dalla cavità articolare.

Esistono 6 classi fondamentali di articolazioni sinoviali, distinte dai tipi di movimento determinati dalle forme delle superfici articolari delle ossa.

  • ENARTROSI
  • CONDILOARTROSI
  • ARTICOLZIONI A SELLA
  • GINGLIMI
  • ARTROIDE

ENARTROSI sono le più mobili. Sono quelle della spalla e dell'anca. Le enartrosi hanno i capi articolari a forma sferica. Sono fatte da una sfera piena che ruota all'interno di una sfera cava, che conferisce una notevole mobilità a questo tipo di articolazioni. Garantisce movimenti attorno tutti e tre gli assi principali, quindi ha tre gradi di libertà o mobilità. Si possono avere movimenti di:

flesso estensione nell'asse trasversale, abduzione adduzione nell'asse sagittale, e rotazione nell'asse verticale. Da questi tremovimenti di base, semplici, si possono avere anche movimenti complessi come la circonduzione. Degli esempi di enartrosi sono l'osso del femore (articolazione coxo femorale) che conferisce in quello dell'anca, oppure la scapola (scapolo-omerale) e l'omero.

ARTICOLAZIONI CONDILOIDEE o condiloartrosi: Sono caratterizzate da capi articolari di forma ellittica (quindi si ha un'ellisse pianache ruota attorno ad un'ellisse cava). Esibiscono una superficie ovale convessa su un osso che si posiziona in una superficie complementare concava sull'altra. Questa articolazione garantisce movimento intorno a due assi, quindi ha due gradi di libertà. Un esempio è l'articolazione del polso dove radio (radiocarpica), ulna e avambraccio si uniscono con le ossa del carpo, oppure l'articolazione temporo-mandibolare.

La mandibola si articola con l'osso temporale e con l'articolazione atlo-occipitale, dove l'atlante si unisce alla base del cranio.

Le articolazioni a sella hanno le superfici articolari da una parte convesse in una direzione e da una parte concave (in quella perpendicolare). Anche questa articolazione consente movimenti attorno a due assi, quelli principali della sella, e quindi ha due gradi di libertà. Le articolazioni a sella non sono molte. Le principali sono quella tra il trapezio e il primo metacarpale (ci consente l'articolazione del pollice), tra il calcagno e il cupoide (due ossa del tarso) e tra lo sterno e la clavicola.

Le articolazioni piane o artrodia sono formate da ossa che hanno il margine piatto. Gli unici movimenti possibili sono quelli di scivolamento, l'una sull'altra. Un esempio sono quelle che troviamo a livello del tarso, tra le ossa carpali del polso e i processi articolari delle vertebre.

Le articolazioni a ginglimo angolare o cerniera sono formate da una superficie articolare convessa che si inserisce in una superficie articolare concava. Questo tipo di articolazione consente solo movimenti di flessione ed estensione. Un esempio è l'articolazione del gomito.

TROCLEA

Qua i capi articolari hanno forma cilindrica, quindi c'è un cilindro pieno che ruota all'interno di un cilindro cavo.

Il ginglimo angolare ha l'asse principale del cilindro che è perpendicolare rispetto all'asse principale dell'osso. Il movimento che consente questa articolazione è quello angolare, quindi ha un unico grado di libertà (si muove su un solo asse).

Esempio di ginglimi angolari è l'articolazione del ginocchio, l'articolazione interfalangea e l'articolazione omero-ulna nel gomito.

ARTICOLAZIONI A GINGLIMO LATERALE o a PERNO

Anche qui i capi articolari hanno forma cilindrica, quindi c'è un cilindro pieno che ruota all'interno di un cilindro cavo.

Il ginglimo laterale ha gli assi dei cilindri paralleli all'asse longitudinale dell'osso e si ha un movimento rotatorio.

Un esempio è l'articolazione prossimale e distale tra ulna e radio.

Movimenti delle

articolazioni sinoviali:

  • Flessione ed estensione
  • Abduzione e adduzione
  • Elevamento e abbassamento
  • Protrusione e retrazione
  • Rotazione
  • Circonduzione
  • Supinazione
  • Pronazione

SISTEMA MUSCOLARE

Muscoli

I muscoli sono costituiti dal:

  • ventre muscolare → porzione che si contrae, detta anche parte carnosa (parte attiva)
  • porzione tendinea → porzione con cui i muscoli si attaccano allo scheletro (parte connettiva) o APONEUTROSI nel caso di muscoli molto lunghi e larghi

Il tendine è un'insertione e può avere una forma allungata, quando anche il ventre muscolare ha questa forma. Nel caso dei muscoli larghi dell'addome, il tendine di inserzione ha una forma diversa. Per quanto riguarda l'"aponeurosi", il tendine è allungato e affusolato, mentre l'aponeurosi stessa è larga, come nei muscoli dell'addome.

I muscoli si possono suddividere in due gruppi:

  • muscoli scheletrici → sono muscoli che, con entrambe le loro estremità,
vanno a legarsi allo scheletro e sono responsabili del movimento delle varie parti dello scheletro (ad esempio il bicipite brachiale, muscolo anteriore del braccio). Nel massiccio facciale sono presenti muscoli scheletrici (temporale e massetere: sono muscoli masticatori e muovono la mandibola), muscoli pellicciai (presenti in grandi quantità e sono di piccole dimensioni). Hanno una sola estremità che va a fissarsi allo scheletro, mentre l'altra estremità si fissa sulla faccia profonda dell'occhio; questo succede nella nostra faccia ed è il caso dei muscoli mimici e ci consentono di fare delle particolari espressioni. Degli esempi sono i muscoli prolungatori del sopracciglio, il muscolo orbicolare dell'occhio, che si trova intorno all'apertura delle palpebre, i muscoli nasali, della bocca e così via. Nel nostro cranio sono presenti sia muscoli pellicciai che scheletrici, che servono per muovere la mandibola. Questi.ultimi si suddividono in:
  • muscolo temporale
  • muscolo massetere (muscoli masticatori)
I muscoli si possono classificare in base alla loro forma:
  • lunghi (la lunghezza prevale sulle altre dimensioni) - muscolo brachiale
  • larghi o piatti - obliquo esterno
  • orbicolari (hanno la forma di un anello che va a circoscrivere un'apertura) - occhio / bocca
  • brevi
E anche in base al diverso numero di capi o vertici:
  • Bicipiti = hanno due capi di origine, ovvero due tendini. Ciascun tendine prosegue con un ventre muscolare, che poi va ad unirsi con l'altro ventre. È il caso del bicipite brachiale, che flette l'avambraccio sul braccio.
  • Tricipiti = è un muscolo posteriore del braccio (ad esempio il tricipite brachiale), ha tre capi di origine, che confluiscono in un unico tendine.
  • Quadricipiti
  • Digastrici = sono costituiti da due ventri muscolari consecutivi separati da un tendine intermedio, a differenza del bicipite e del tricipite, dove i

ventri muscolari sono paralleli tra loro.

  • Poligastrici = ad esempio il muscolo retto dell'addome, che forma la tipica tartaruga nei soggetti muscolosi. In questo caso si sviluppa la parte carnosa, mentre la parte tendinea indica la linea di separazione tra i tendini, che sono costituiti da più ventri muscolari posti in successione, separati da escrezioni tendinee. (addome)

Inoltre, i muscoli possono essere:

  • disposti a file parallele (ad esempio il sartorio, dove le fibre decorrono dall'alto al basso, parallele tra di loro)
  • "pennati" (disposizione a penna. È presente un tendine centrale e le varie fibre si dispongono obliquamente come una penna)
  • "semipennati" (se hanno la forma di una metà di una penna).

I muscoli possono essere anche classificati in base alle funzioni che svolgono:

  • flessori
  • estensori
  • adduttori
  • abduttori
  • pronatori
  • supinatori (nel caso del braccio e della mano si parla di)

pronosupinazione

  • pronatori esterni o interni

Inoltre, i muscoli si possono distinguere come sinergici, agonisti o antagonisti se hanno la stessa funzione o funzioni opposte. Sinergici o agonisti collaborano all'esecuzione di un certo movimento, mentre gli antagonisti hanno movimenti opposti (è il caso di bicipite e tricipite brachiale. Il primo, accorciandosi, produce la flessione di avambraccio su braccio. Il secondo, quando i fasci si accorciano, provoca l'estensione di avambraccio su braccio. Quindi, quando uno di questi muscoli lavora, l'altro si deve riposare).

CARATTERISTICHE GENERALI DEGLI ORGANI

I nostri organi interni possono essere: cavi o pieni.

CAVI

Possono avere una forma a tubo o a sacco e sono "cavi" perché delimitano una cavità o un lume. Sono spesso in comunicazione con l'ambiente esterno, direttamente o indirettamente (ad esempio, gli organi dell'apparato digerente sono uno di seguito all'altro e

comunicano con l'ambiente esterno). La cavità è delimitata da una parete, costituita da tonache sovrapposte. Dall'interno all'esterno si distinguono in:

  • tonaca mucosa
  • tonaca sottomucosa
  • tonaca muscolare
  • tonaca sierosa e avventizia.

Tonaca mucosa: La troviamo nell'esofago, un organo dell'apparato digerente, che delimita una cavità molto ristretta. Qui, come in tutto l'apparato digerente, è presente un epitelio di rivestimento (semplice, monostratificato, pluristratificato, ad azione assorbente o secrenente). La lamina propria connettivale dell'epitelio lo separa da uno strato sottile di muscolatura liscia, che forma la muscolaris mucosae (separa, quindi, la tonaca mucosa dalla sottomucosa). Nella lamina propria possono trovarsi delle

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher virginia.misiano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Lorenzoni Paola.