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TERMODINAMICA
La termodinamica è la scienza che studia le trasformazioni dell'energia. Essa ci
dice la quantità di energia minima perché un processo (chimico o fisico) avvenga
e ci dice anche se un certo processo può avvenire spontaneamente o meno.
Prima di enunciare i principi fondamentali su cui si basa la termodinamica,
diamo alcune definizioni:
a) un sistema è una porzione qualsiasi dell'universo su cui centriamo la nostra
attenzione. In esso possono esistere una o più sostanze chimiche costituenti una
fase unica o più fasi, coinvolte o meno in un processo di trasformazione chimica
b) ambiente è definito il resto dell'universo esterno al sistema
Un sistema si definisce aperto, quando scambia con l'ambiente materia ed
energia, chiuso quando può scambiare solo energia, isolato quando non ha
alcuno scambio con l'ambiente circostante.
Per definire lo stato di un sistema occorre in termodinamica fissare alcune
variabili (dette variabili di stato). Per un gas esse sono ad esempio P, T, V e
numero di moli, legate tra loro dalla equazione di stato. Le grandezze che
descrivono un sistema si distinguono in intensive ed estensive.
Una trasformazione termodinamica è il passaggio di un sistema da uno stato
(descritto da certi valori delle variabili di stato) ad un altro stato (caratterizzato da
un altro set di valori).
Una grandezza termodinamica si dice FUNZIONE DI STATO quando dipende
solo dalla posizione iniziale e finale assunta dal sistema e non dal cammino
qualsiasi compiuto dal sistema per passare dallo stato iniziale allo stato finale.
L'energia interna di un sistema è una funzione di stato.
L'energia interna viene definita come la somma dell'energia cinetica e
dell'energia potenziale di tutte le particelle costituenti il sistema (per energia
potenziale si deve intendere ad esempio l'energia dovuta alle diverse specie di
legami chimici a cui le particelle sono interessate)
Per come è definita l'energia interna di un sistema non può essere conosciuta in
valore assoluto ma invece può essere nota la sua differenza durante la
trasformazione da uno stato iniziale ad uno stato finale.
La variazione di energia interna di un sistema durante una trasformazione (che
come è detto è indipendente dal cammino percorso) sarà dovuta a scambi di
energia del sistema con l'ambiente. Questi scambi saranno dovuto a passaggi di
calore tra il sistema e l'ambiente e a scambi di lavoro tra sistema ed ambiente.
Il primo principio della termodinamica dice che la differenza di enrgia interna tra
uno stato iniziale ed uno stato finale è la somma del calore scambiato e del lavoro
scambiato
U(fin) - U(in) = U = q + w
N.B. Ricordare la convenzione dei segni, comune agli scambi di calore e di
lavoro considerati sempre positivi quando vengono ricevuti dal sistema e
sempre negativi quando vengono ceduti! In particolare quando durante un
processo di trasformazione un sistema assorbe calore dall'esterno si dice che il
processo è endotermico; quando lo cede si dice che il processo è esotermico.
Dal punto di vista delle unità di misura essendo U, q e w forme di energia si
dovrebbero esprimere sempre nella stessa unità di misura che nel sistema
internazionale è il joule ( il lavoro compiuto quando un punto di applicazione di 1
newton è spostato di 1 metro lungo la direzione della forza). In realtà poiché il
calore spesso può essere misurato con dei calorimetri (in cui ad esempio si fa
avvenire un processo e si valuta il calore da questo ceduto dall'innnalzamento di
temperatura causato in una massa di acqua nota) si usa ancora sovente per il
calore l'unità di misura della caloria (il calore necessario per innalzare di 1 grado
1 grammo di acqua). Tra caloria e joule c'è la relazione:
1 cal = 4,184 joule
Nelle trasformazioni che ci interessano il lavoro scambiato dal sistema con
l'ambiente è spesso quello di espansione o di compressione contro una pressione
esterna costante (pressione atmosferica) (espansione o compressione dovute al
fatto che durante la trasformazione varia il numero di moli di gas costituenti il
nostro sistema). Questo lavoro, detto lavoro di tipo PV, è uguale a -PV. Per la
convenzione dei segni infatti quando il sistema si comprime e quindi V<0 è
l'ambiente che fa lavoro sul sistema che lo riceve. In tale caso il primo principio
diventa:
U(fin) - U(in) = q - pV = q -pV(fin) + pV(in)
p p
da cui
q = U(fin) + pV(fin) - (U(in) + pV(in))
p
A questa grandezza definita come U + pV si dà il nome di entalpia (H). Essa
risulta una funzione di stato in quanto definita come somma di funzioni di stato.
Anche di essa non è noto nè interessante il valore assoluto (che dipende da U) ma
solo la differenza di valore da uno stato iniziale ad uno stato finale. Essa
coincide, come si è visto sopra, con il calore scambiato da un sistema in una
trasformazione, quando l'unica forma di lavoro è il lavoro di tipo pV è la
trasformazione avviene sotto una pressione esterna costante.
N.B. Notare come pV dimensionalmente sia un lavoro e quindi una energia. Se si
misurano le pressioni in pascal e i volumi in metri cubi il risultato del prodotto è
in joule. Se invece si misurano le pressioni in atmosfere e i volumi in litri il
risultato sarà espresso in litri atmosfere. Il passaggio da litri atmosfere a joule è
dato da:
1 litro atmosfere = 101,325 joule = 24,22 cal
Poiché le trasformazioni chimiche avvengono di solito a p= costante la funzione
di stato entalpia che coincide con il calore scambiato in tali condizioni è
estremamente importante.
A causa del fatto che dell'entalpia non è noto in realtà il valore assoluto, ma solo
la differenza di valore tra due stati è necessario attribuire alla scala dell'entalpia
una 0 convenzionale. E' stato preso come 0, per ogni temperatura considerata e
per la pressione di 1 atmosfera , lo stato degli elementi presi nel loro stato di
aggregazione più stabile (Es. O2, C(gr) ecc.). Normalmente la temperatura a cui
sono tabulati i valori di entalpia delle varie specie chimiche è 25 °C (temperatura
ambiente). La differenza di entalpia tra stato iniziale e finale della reazione di
formazione di 1 mole di diossido di carbonio a partire da 1 mole di ossigeno
molecolare e di 1 mole di carbonio allo stato di grafite (misurabile
sperimentalmente come il calore sviluppato a p= costante dalla reazione di
combustione della grafite in eccesso di ossigeno e pari a -94,5 Kcal/mol) è stata
quindi presa come il valore dell'entalpia molare standard di formazione del
diossido di carbonio
C(gr) + O2(g) CO2(g)
H°(f)CO2(g) = -94,5 Kcal/mol
Per molte altre specie chimiche è possibile misurare sperimentalmente il calore di
formazione a p= costante per 1 mole a partire dagli elementi. Tuttavia questo non
è sempre possibile. Ad esempio l'entalpia molare standard di formazione del
metano non è così ricavabile, visto chela reazione del Carbonio grafite con
l'Idrogeno molecolare porta in realtà alla formazione di una miscela di
idrocarburi diversi Il problema si supera ricordando che l'entalpia è una funzione
di stato e quindi dipende solo dal punto iniziale e dal punto finale della
trasformazione e non dal cammino percorso. Quindi è possibile idealmente
costruire un ciclo che parte dagli elementi C e H2 e ingloba il processo di
formazione del metano CH4 in una serie di trasformazioni. Ad esempio
sicuramente è possibile far reagire C e H con O2 dando luogo a CO2 e H2O ed
2
anche far avvenire la combustione del metano che porta sempre a CO e H2O.
2
Possiamo idealmente pensare in 1 caso di bruciare direttamente a p = costante 1
mole di C e 2 moli di H per dare 1 mole di CO e 2 moli di H2O. Una strada
2 2
diversa parte sempre dalle stesse quantità di elementi, porta dapprima alla
formazione di 1 mole di metano e quindi alla sua combustione che conduce
perciò agli stessi prodotti terminali.
L'impostazione del ciclo scritto sopra è proprio l'applicazione del fatto che
l'entalpia è una funzione di stato. La differenza di entalpia tra stato finale (1 mole
di diossido di carbonio e 2 moli di acqua) e lo stato iniziale (1 mole di carbonio
grafite e 2 moli di idrogeno molecolare) è sempre la stessa a prescindere se si
passa direttamente dai reagenti ai prodotto oppure si passa attraverso lo stato
intermedio della formazione di 1 mole di metano che viene poi fatto bruciare.
Quindi se conosciamo separatamente il valore del H di una passaggio del ciclo
meno 1 posso ricavare quest'ultimo applicando le considerazioni fatte sopra.
E' quindi possibile ricavare e tabulare le entalpie di formazione anche di sostanze
per cui non è possibile misurare sperimentalmente tali valori (Ad es. per tutti gli
idrocarburi e le sostanze organiche in genere i dati sperimentalmente accessibili
sono quelli delle entalpie di combustione molari. Questi dati, noti i valori
dell'entalpia di formazione del diossido di carbonio e dell'acqua, ci consentono
di arrivare, costruendo un ciclo, ai valori dell'entalpia di formazione delle varie
sostanze).
Il fatto che l'entalpia sia una funzione di stato è la traduzione in termini moderni
di quanto ricavato sperimentalmente nel XIX secolo dal chimico G. Hess e va
quindi anche sotto il nome di Legge di Hess:
I , ,
L CALORE ASSOCIATO AD UNA REAZIONE CHIMICA A PRESSIONE COSTANTE
,
È LO STESSO QUALI CHE SIANO LE TAPPE CHE PORTANO DALLO STATO
.
INIZIALE A QUELLO FINALE
L'applicazione della Legge di Hess può essere effettuata in varie maniere. Oltre
che nella costruzione di cicli termochimici essa può essere applicata in altre due
maniere (diverse solo formalmente)
1) Si scrive la reazione di cui il H è incognito. Considerando che, con la
convenzione di avere attribuito il valore 0 di contenuto entalpico agli elementi,
l'entalpia di formazione standard delle varie sostanze può essere considerato
come il loro contenuto entalpico assoluto. Il dislivello di entalpia tra reagenti e
prodotti deve essere uguale alla differenza tra l'entalpia di formazione
standard dei prodotti - l'entalpia di formazione standard dei reagenti
N.B. Essendo il calore di combustione una grandezza estensiva i dati relativi
all'entalpia di formazione standard molare delle varie specie chimiche andranno
moltiplicate per il numero di moli di quella specie che compaiono nell'equazione
chimica bilanciata
2) Un altra maniera di applicare la legge di Hess consiste nel considerare il calore
di reazione (ceduto o assorbito) come se fosse u