Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Considerazioni (per θ= 45°):
• i muscoli della schiena esercitano una forza 10 volte il peso dell'atleta
• la forza che deve sostenere la schiena (osso sacro/V vertebra) è 12 volte il peso dell'atleta
ANCA: bacino, muscoli e osso pelviche
GAMBA: appoggio monopodalico su gamba destra
Gamba: appoggio monopodalico su gamba destra
Forze
• W : peso della gamba1
• W: peso del corpo
• F : azione dei muscoli adduttori del bacino
M• F : reazione vincolare del bacino
J• θ =inclinazione muscolo rispetto all'orizzontale
Equilibrio
•••Dimensioni geometriche e forze:
h=altezza atleta, a=0.05h, b=0.2h, c=0.52h, α= 45°, β= 80°, θ = 70° ,W = 0:17W
Risultati:
• -1F =2.6W, F =3.4W, θ =tan ( F /F )=74.8°
M J Jy Jx
• φ è l'angolo di inclinazione della reazione F , le cui componenti verticali ed orizzontali sono indicateJcon F e F rispettivamenteJy Jx
GINOCCHIO e
muscoli/tendini dell'articolazione Ginocchio: atleta che allena i quadricipiti con una cavigliera .Linea elastica
LEGAME COSTITUTIVO
SAINT VENANT
MATERIALI
STUDIO DELLE PROPRIETÀ DEI TESSUTI BIOLOGICI E MATERIALI UTILIZZATI
- Studio degli ASPETTI FUNZIONALI dei materiali biologici a fini:
- DIAGNOSTICI/PREDITTIVI diagnosi partendo da un alterazione delle proprietà meccaniche, con metodi non invasivi (quindi non prove di compressione e trazione perché invasive). Es: osteoporosi.
- TERAPEUTICI conoscere il problema per intervenire da un punto di vista terapeutico. Es: artrite, manca la cartilagine che protegge l'osso, posso con un opportuna terapia andare a correggere con opportuna terapia.
- SVILUPPO DISPOSITIVI MEDICI
• Strumentazione: interazione con tessuti biologici per un tempo limitato.
• Protesi: interazione con tessuti biologici per un tempo prolungato
Es: applicazione stent coronarico inserimento del pallone per dilatare i vasi.
ma piuttosto per la loro capacità di interagire con il corpo umano in modo sicuro ed efficace. CLASSI DI RISCHIO: I dispositivi medici sono classificati in base al livello di rischio che presentano per la salute umana. La classificazione varia da classe I (basso rischio) a classe III (alto rischio). La classe di rischio determina i requisiti normativi e le procedure di valutazione della conformità che devono essere seguite per la commercializzazione del dispositivo. REQUISITI STRUTTURALI: Quando si sceglie il materiale per un dispositivo medico, è importante considerare le forze biomeccaniche che il dispositivo dovrà sopportare. Questo include la resistenza alla trazione, la flessibilità e la durabilità del materiale. REQUISITI CHIMICO-FISICI: Il materiale utilizzato per il dispositivo medico non deve alterare il tessuto biologico con cui entra in contatto. Deve essere biocompatibile, cioè non tossico e non deve causare reazioni nel tessuto. Inoltre, il materiale deve essere stabile nel tempo e resistente all'usura. BIOCOMPATIBILITÀ: La biocompatibilità è un requisito fondamentale per i biomateriali. Un materiale biocompatibile è in grado di interagire con il corpo umano senza causare danni o reazioni avverse. La biocompatibilità influisce sulle prestazioni e sulla durata del dispositivo medico. In conclusione, la scelta del materiale per un dispositivo medico deve tener conto dei requisiti strutturali e chimico-fisici, nonché della biocompatibilità. Solo così si può garantire un'interazione sicura ed efficace tra il dispositivo e il corpo umano.ma in relazione alla loro finalità di utilizzo. Es: Polietilene ad altissimo peso molecolare (UHMWPE) → ottime proprietà di attrito, eccezionale resistenza alle forze impulsive, buona resistenza alla fatica meccanica, buona biocompatibilità. Interazione reciproca e dinamica. Ogni materiale provoca una reazione nell'organismo ed allo stesso tempo subisce l'attacco da parte dell'organismo. BIOCOMPATIBILITÀ: Capacità di un materiale di determinare, da parte di un sistema vivente, una favorevole reazione alla sua presenza in una specifica applicazione, valutata in tutto il processo produttivo, e valutata secondo normative e standard di riferimento dipendenti dall'applicazione. CLASSIFICAZIONE DEI BIOMATERIALI IN BASE A: 1. Effetti dall'organismo sul materiale • BIOSTABILI: una volta impiantati mantengono inalterata la loro forma e la loro composizione chimica (Es: Titanio, alluminio, UHMWPE) • BIODEGRADABILI: una voltaimpiantai subiscono sostanziali trasformazioni chimiche e/o fisiche che li portano a scomparire nel tempo (Es: acido lattico e acido glicolico per fili di sutura) 2. Effetti dal materiale sull'organismo - BIOTOSSICI: sono quelli che provocano una reazione di rigetto da parte del tessuto biologico. Un materiale può risultare biotossico dopo una certa durata di utilizzo (viti metalliche per chirurgia ortopedica, non sono tossiche nel breve periodo) (Es: leghe a base di nichel, cadmio, vanadio e altri elementi tossici, alcuni acciai al carbonio, carburi e metilmetacrilati). - BIOINERTI: sono materiali stabili dal punto di vista chimico-fisico e presentano interazioni minime con i tessuti circostanti. Questi materiali consentono una buona coesistenza tra organismo e impianto (Es: ossidi di tantalio, titanio, alluminio e zirconio, il polietilene ad altissimo peso molecolare) - BIOATTIVI: favoriscono le interazioni dirette di tipo biochimico con il tessuto biologico, chepuò crescere sulla superficie del materiale stesso. Tutto ciò permette l'instaurarsi di un solido legame dal punto di vista meccanico tra il tessuto naturale e l'impianto protesico (Es: alcuni materiali ceramici, come l'idrossiapatite ed i biovetri)
BIORIASSORBIBILI: subiscono una progressiva degradazione all'interno del sistema biologico, senza che questo provochi reazioni di rigetto o effetti tossici (Es: fosfati di calcio come il fosfato tricalcico, l'idrossiapatite porosa, alcuni biovetri, copolimeri acido lattico/acido glicolico)
2.1. Effetti dal materiale sull'organismo
Prima generazione: materiali bioinerti usati per ripristinare le caratteristiche fisiche dei tessuti danneggiati. Obiettivo: minimizzare la risposta immunitaria;
Seconda generazione: materiali bioattivi che interagiscono con l'ambiente biologico favorendo la risposta biologica e l'interazione impianto/tessuto, e materiali riassorbibili
aventi la capacità di degradarsi mentre il tessuto si rigenera;
- Terza generazione: materiali sia bioattivi sia bioriassorbibili usati come strutture porose tridimensionali temporanee in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti.
Natura chimica:
- METALLICI
- CERAMICI
- POLIMERICI
- BIOLOGICI
- COMPOSITI
ESEMPIO 1: titanio Ti6Al4V (biostabile, bioinerte, metallico). La sigla ha dei numeri che indicano approssimativamente le percentuali di composizione chimica degli elementi (6% di alluminio, 4% di vanadio)
ESEMPIO 2: carbonio pirolitico (biostabile, bioinerte, ceramico) usato per rivestire le valvole cardiache. Per come viene prodotto può essere depositato in strati sub-millimetrici. Ha un'ottima emocompatibilità (compatibilità col sangue, capacità del materiale di evitare la formazione di trombi).
ESEMPIO 3: polietilene ad altissimo peso molecolare - UHMWPE (biostabile, bioinerte, polimerico). Ha un'ottima resistenza.
all'attrito e viene utilizzato per la produzione di inserti nelle protesi articolari (ginocchio e anca)
INVASIVITÀ DELLE MISURE
Concetto di
- MISURA DIRETTA: ottengo il valore numerico della grandezza fisica di interesse tramite il confronto con l'unità di misura o tramite l'uso di sistemi tarati (es: resistenza della pelle che confronta direttamente la resistenza 10 rilevata con una standard);
- MISURA INDIRETTA: ottengo il valore numerico della grandezza fisica utilizzando relazioni analitiche note che legano la grandezza fisica che si vuole determinare ad altre grandezze fisiche, su cui effettuo una misura diretta (es: misura della portata sanguigna in uscita dal cuore attraverso l'aorta (gittata cardiaca), che utilizza il principio di diluizione dell'indicatore. E indiretta perché faccio uso della relazione tra gittata e concentrazione dell'indicatore).
PROPRIETÀ MECCANICHE DEL TESSUTO OSSEO
COMPOSIZIONE
CLASSIFICAZIONE OSTEOPOROSI
OSSO SANO
OSSO OSTEOPOROTICO
Patologia caratterizzata da una riduzione del contenuto di sali
Normale distribuzione tra osso corticale e trabecolare di calcio dell'osso
Deterioramento delle ossa, diminuzione della massa e difetti
Contenuto minerale nella norma nella microarchitettura del tessuto
PROTESI D'ANCA
Articolazione artificiale sostituisce completamente l'articolazione dell'anca
(------------- -------------)
Animazione PROTESI D'ANCA
- Si esegue l'anestesia generale per rilassare i muscoli e si provoca un sonno profondo temporaneo. Il medico effettua un incisione nel lato esterno dell'anca, tra il muscolo tensore della fascia lata ed il sartorio e rimuove la testa del femore, tagliando l'osso con una sega.
- La protesi è inserita nel femore utilizzando del cemento o un materiale adatto che permette all'osso residuo di saldarsi alla nuova articolazione. Poi viene rimossa tutta la cartilagine danneggiata e
1. Inserita la parte concava della protesi nel bacino.
2. La nuova testa del femore si inserisce nella cavità acetabolare dell'anca.
3. Il chirurgo applica un drenaggio per aiutare a drenare i fluidi ed evitare la formazione di un ematoma.
Due differenze di saldatura: la cotile e la testa dello stelo vengono fissati da cemento acrilico (saldatura molto forte difficile rimozione anca) oppure a pressione, in cui lo stelo presenta piccoli fori in cui vi crescerà all'interno l'osso (facile rimozione).
Accoppiamento testa cotile avviene con un'interazione tra i materiali di sostituzione.
Lo stelo entra in contatto diretto col tessuto osseo (accoppiamento: materiale-tessuto).
Se possiamo prelevare tessuto osseo (meglio prelevato da cadavere, altrimenti invasivo) possiamo fare prove di: tensione, compressione, flessione, indentazione, ultrasuoni.
ANALISI ISTOMORFOMETRICA
Per l'osso spugnoso esiste anche un'analisi che viene effettuata su sezioni istologiche.
Il testo fornito descrive un metodo per ottenere parametri che descrivono la struttura tridimensionale dell'osso. Alcuni di questi parametri sono:
- 3TOTAL VOLUME (mm3): intero volume della porzione di tessuto osseo comprensivo di trabecole e spazi vuoti
- 3BONE VOLUME (mm3): parte di volume occupata dalla sola componente ossea (Total volume - spazi vuoti)
- PERCENT BONE VOLUME (%): percentuale del rapporto tra il volume occupato dall'osso trabecolare e il volume totale del campione (bone volume / total volume)
Il testo continua descrivendo i problemi che possono verificarsi con le protesi all'ancal'osso. L'osso si adatta al carico a cui è sottoposto per migliorare la propria resistenza a fatica:
- se il carico diminuisce la densità ossea diminuisce