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CASO DI CHARLIE GARD
La vicenda è quella di un neonato affetto da una grave malattia rispetto alla quale i medici
ritengono che non abbia più senso continuare le cure. Charlie è un bambino, pertanto non
può esprimere una volontà, in altri casi così come in questo, la decisione del tribunale è
osteggiata dai genitori.
Iter giudiziario che si svolge lungo i tre gradi di giudizio inglesi tanto da arrivare alla corte
europea che però non si esprime.
I genitori chiedevano che il bambino venisse trasferito negli stati uniti perché il bambino
potesse essere curato ma i giudici si oppongono perché questo trasferimento sarebbe
stato comunque inutile. Secondo i giudici la prosecuzione delle cure sarebbe stato
accanimento terapeutico, non c’era nessuna ragionevole speranza che il bambino
guarisse. 36
Figura 1 Iter processuale 10
http://www.biodiritto.org/index.php/item/download/781_5e64112f91a359f7d804dd65faf48
72c
Figura 2 Sentenza di primo grado
Uno dei concetti espressi nella sentenza è il best interest of the child, in assenza di una
volontà in presenza di un minore i giudici ragionano sulla base del miglior interesse del
minore, la novità è che un caso di questo tipo prima sarebbe stato deciso dai genitori,
senza alcun dubbio, i giudici oggi non demandano più questa decisione ai genitori ma
guardano sempre all’interesse del minore.
10 http://www.bbc.com/news/uk-england-40423371
37
Positivitàancoraggio tendenzialmente non arbitrario
Criticitàseparazione del minore dalle sue reti affettive e, in primis, dai genitori e dalla
famiglia
La cosa pericolosa in tutto questo è che il minore viene totalmente separato dalle reti
affettive alle quali appartiene, viene totalmente consegnato al giudizio dei giudici,
l’opinione dei genitori è ritenuta non rispettosa del miglior interesse del bambino.
Questo tema del miglior interesse del minore era presente anche in una convenzione
internazionale di New York che non ha avuto rilievo fino a poco tempo fa.
Articolo 8 Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali
1. Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio
domicilio e della propria corrispondenza.
2. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a
meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in
una società democratica, è necessaria alla sicurezza, al benessere economico del
paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della
salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui.
Il tema ha fatto enormemente discutere.
Il consenso pone, se ritenuto la panacea di tutti i problemi biogiuridici, non può interessare
un neonato.
Elio Sgreccia (Pontificia Accademia Pro Vita): 10 punti critici
38
Casi analoghi:
Isaiah Haastrup
- Alfie Evans
-
LA PRIMA EUTANASIA PRATICATA IN EUROPA SU UN MINORE
In Belgio due anni fa è stata praticata la prima eutanasia su un minore, l’elemento
complesso è proprio la legge belga che ammette il suicidio assistito e consente a che
l’eutanasia possa essere applicata sui minori a condizione che sia
espressamente richiesta dal minore. È il primo caso di applicazione di una dolce morte
su un minore.
Il dibattito è stato vivacissimo, ad esempio Umberto veronesi è intervenuto sostenendo
che il problema non è l’età se vi sono le condizioni oggettive per non proseguire le cure.
Opinione opposta è quella di adriano pessina: lo stato non può capire queste cose, deve
rispettare la vita.
Gilberto corbellini è dell’opinione di veronesi perché far accedere all’eutanasia solo gli
adulti? Ci sono delle malattie pediatriche molto gravi
Giuseppe anzani
Francesco d’agostino 39
Già nel 2002 il Belgio è stato il primo insieme al Regno Unito a darsi una legge
sull’eutanasia, nel 2014 ha modificato questa legge estendendola ai minori. Questo è
possibile al ricorrere di due condizioni: la condizione soggettiva che il minore sia capace
di discernimento; la condizione oggettiva è che il minore si trovi in una situazione
senza via d’uscita e con una sofferenza fisica o psichica costante e
insopportabile. Se esistono condizioni soggettive e oggettive e se il paziente ha reiterata
nel tempo la domanda può accedere all’eutanasia, il minore deve essere informato,
bisogna accertare che si tratti di una volontà costante, è necessario contattare un altro
medico, si chiede a tutti i medici e si sente anche il parere delle persone a lui più vicine, e
infine si chiede anche l’accordo dei genitori.
Legislazione belga:
Pour l'application de la présente loi, il y a lieu d'entendre par euthanasie l'acte,
Art. 2.
pratiqué par un tiers, qui met intentionnellement fin à la vie d'une personne à la demande
de celle-ci. 1er. Le médecin qui pratique une euthanasie ne commet pas d'infraction s'il
Art. 3. §
s'est assuré que :
- le patient est majeur ou mineur émancipé, capable ou encore mineur doté de la capacité
de discernement et est conscient au moment de sa demande;
- la demande est formulée de manière volontaire, réfléchie et répétée, et qu'elle ne résulte
pas d'une pression extérieure;
-le patient majeur ou mineur émancipé se trouve dans une situation médicale sans issue
et fait état d'une souffrance physique ou psychique constante et insupportable qui ne peut
être apaisée et qui résulte d'une affection accidentelle ou pathologique grave et incurable;
- le patient mineur doté de la capacité de discernement se trouve dans une situation
médicale sans issue de souffrance physique constante et insupportable qui ne peut être
apaisée et qui entraîne le décès à brève échéance, et qui résulte d'une affection
accidentelle ou pathologique grave et incurable; et qu'il respecte les conditions et
procédures prescrites par la présente loi.
Sans préjudice des conditions complémentaires que le médecin désirerait mettre à
§ 2.
son intervention, il doit, préalablement et dans tous les cas:
1° informer le patient de son état de santé et de son espérance de vie, se
concerter avec le patient sur sa demande d'euthanasie et évoquer avec lui les possibilités
thérapeutiques encore envisageables ainsi que les possibilités qu'offrent les soins palliatifs
et leurs conséquences. Il doit arriver, avec le patient, à la conviction qu'il n'y a aucune
autre solution raisonnable dans sa situation et que la demande du patient est entièrement
volontaire;
2° s'assurer de la persistance de la souffrance physique ou psychique du patient
et de sa volonté réitérée. A cette fin, il mène avec le patient plusieurs entretiens,
espacés d'un délai raisonnable au regard de l'évolution de l'état du patient;
3° consulter un autre médecin quant au caractère grave et incurable de
l'affection, en précisant les raisons de la consultation. Le médecin consulté prend
connaissance du dossier médical, examine le patient et s'assure du caractère constant,
insupportable et inapaisable de la souffrance physique ou psychique. Il rédige un rapport
concernant ses constatations. Le médecin consulté doit être indépendant, tant à l'égard
du patient qu'à l'égard du médecin traitant et être compétent quant à la pathologie
concernée. Le médecin traitant informe le patient concernant les résultats de cette
consultation;
4° s'il existe une équipe soignante en contact régulier avec le patient, s'entretenir
de la demande du patient avec l'équipe ou des membres de celle-ci;
5° si telle est la volonté du patient, s'entretenir de sa demande avec les proches que celui-
ci désigne;
6° s'assurer que le patient a eu l'occasion de s'entretenir de sa demande avec les
personnes qu'il souhaitait rencontrer.
7° en outre, lorsque le patient est mineur non émancipé, consulter un pédopsychiatre ou
un psychologue, en précisant les raisons de cette consultation. Le spécialiste consulté
40
prend connaissance du dossier médical, examine le patient, s'assure de la capacité de
discernement du mineur, et l'atteste par écrit. Le médecin traitant informe le patient et
ses représentants légaux du résultat de cette consultation. Le médecin traitant
s'entretient avec les représentants légaux du mineur en leur apportant toutes les
informations visées au § 2, 1°, et s'assure qu'ils marquent leur accord sur la demande du
patient mineur.
§ 3. Si le médecin est d'avis que le décès du patient majeur ou mineur émancipé
n'interviendra manifestement pas à brève échéance, il doit, en outre:
1° consulter un deuxième médecin, psychiatre ou spécialiste de la pathologie concernée,
en précisant les raisons de la consultation. Le médecin consulté prend connaissance du
dossier médical, examine le patient, s'assure du caractère constant, insupportable et
inapaisable de la souffrance physique ou psychique et du caractère volontaire, réfléchi et
répété de la demande. Il rédige un rapport concernant ses constatations. Le médecin
consulté doit être indépendant tant à l'égard du patient qu'à l'égard du médecin traitant et
du premier médecin consulté. Le médecin traitant informe le patient concernant les
résultats de cette consultation;
2° laisser s'écouler au moins un mois entre la demande écrite du patient et l'euthanasie.
§ 4. La demande du patient, ainsi que l'accord des représentants légaux si le patient est
mineur, sont actés par écrit. Le document est rédigé, daté et signé par le patient lui-
même. S&