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Leo Castelli: mercante dell’arte concettuale e minimalista, fu uno dei più grandi galleristi e
collezionisti d’arte che lavorò con l’obiettivo di lanciare tendenze americane e di cercare di renderle
internazionalmente riconosciute. Ha lavorato anche nel campo degli affari.
Jeffrey Deitch: tra gli anni 2005/2010 diventò direttore del museo d’arte moderna di San Francisco
essendo lui anche un uomo di mercato dell’arte. Lavora in particolare per la valorizzazione e la
selezione di artisti emergenti e forme d’arte nuove.
Larry Gagozian: commerciante d’arte di origine armena, Gagozian emerse sulla scena artistica
negli anni ’90 ed è considerato oggi uno dei galleristi più potenti al mondo. Ebbe la capacità e
l’intuito di prendere nella sua scuderia artisti che avevano già raggiunto un successo internazionale
per altre vie, oltre al fatto che fece operazioni in grande stile al fine di far elevare sempre più le loro
quotazioni. È considerato una sorta di manager finanziario dell’arte.
Daniel-Henry Kahnweiler: gallerista e critico d’arte tedesco naturalizzato francese, Kahnweiler
nel 1907 aprì una galleria d’arte a Parigi anche se lui è soprattutto conosciuto per essere promotore
del cubismo: nel 1912 ad esempio Braque e Picasso firmarono contratti che davano a Kahnweiler il
diritto di comprare la loro intera produzione. Oltre al essere un intellettuale, era un critico d’arte che
scrisse anche il libro “La via al cubismo”. Gli obiettivi per ciò che concerne il suo lavoro erano i
seguenti:
Creare un magazzino di opere attraverso contratti personali e amichevoli con artisti;
- Lavorare su pochi artisti e creare gallerie molto piccole;
- Proporre mostre nei musei e organizzare la circolazione delle opere.
-
Kahnweiler aveva una rete di colleghi e amici galleristi non solo a Parigi ma anche in Germania,
Olanda, New York, con i quali iniziò presto a lavorare per organizzare mostre cubiste.
I contratti riguardavano il controllo monopolista della produzione per cui nulla poteva girare a
livello internazionale se non sotto il controllo del gallerista stesso ed importante era cercare di
imporre una quotazione che non avesse ancora un riscontro determinato dalle leggi delle domanda e
dell’offerta. Inoltre, un altro obiettivo era quello di far conoscere il suo lavoro e promuovere il
lavoro dei suoi artisti sotto contratto per mezzo della documentazione fotografica.
Interviene in questi casi anche un funzione critica, ovvero quella funzione di analisi, di selezione, di
scoperta e di valorizzazione degli artisti emergenti. In generale, la professione di critico d’arte
prima non era molto presente in quanto c’erano gli artisti stessi che potevano svolgere tale funzione
oppure gli scrittori/poeti/romanzieri attivi nel mondo artistico che scrivevano per rubriche e riviste
(es. Baudelaire, Zola, Apollinaire hanno scritto molto di arte).
Felix Feneon era un grande pubblicista e giornalista culturale, oltre che responsabile/co-
direttore/fondatore di varie riviste. Ha cominciato a lavorare intorno al 1880, ovvero nel periodo in
cui nacquero i primi movimenti e le prime tendenze post-impressioniste. Feneon scrisse anche
rubriche dedicate alla difesa di alcuni artisti e movimenti in quanto lui era un forte sostenitore delle
nuove ricerche (ha scritto molto sull’impressionismo e sul post-impressionismo). Diventò anche
direttore artistico e curatore di una galleria d’arte nominata “Bernheim Jeune” nella quale nel 1912
venne allestita la prima mostra relativa all’arte futurista.
Guillaume Apollinaire fu uno scrittore, drammaturgo, e critico d’arte francese, oltre che amico con
gli artisti d’avanguardia dell’inizio del ‘900. Scopritore di Chagall e de Chirico, Apollinaire è stato
anche animatore culturale anche se ebbe una vita breve a causa di una ferita subita in guerra che lo
portò ad una morte prematura. Nel 1913/1914 ebbe la capacità di mettere in connessione Picasso e
Braque con Kahnweiler ed il suo obiettivo era quello di creare una narrazione culturale critica
complessiva riguardante i vari movimenti d’arte al fine di coordinare la visione d’insieme e
trasmettere tale visione e tale analisi a livello internazionale. La spinta che portò alla rivoluzione dei
linguaggi è qualcosa che nacque dall’energia complessiva della società, ma ci dovevano essere
anche delle strutture concrete che rendevano possibile tutto ciò: nel caso della letteratura si può
scrivere un libro molto innovativo ma se non si trova l’editore giusto il libro non viene reso noto a
nessuno, stessa cosa per i quadri o le sculture. Lo studio e l’analisi delle strutture di produzione, di
comunicazione e di distribuzione è dunque essenziale per l’esistenza delle opere stesse.
Le aste
Spesso vengono comprate, grazie alle aste, opere più per investimento che per collezione e
interesse.
A Parigi nasce nel 1904 con Andrè Level l’associazione “La pelle d’orso” che si propone di
costituire una collezione d’arte contemporanea con i fondi messi a disposizione degli associati e allo
scadere dei 10 anni (1914) rivenderla con un certo guadagno. Nel corso di un decennio questa
associazione riunì opere di Pissarro, Van Gogh, Gauguin, Matisse, Picasso solo per citarne alcuni
fra i più conosciuti. Si trattò in questo caso di una vendita pubblica e dunque di una vera e propria
asta.
Se l’obiettivo delle gallerie era quello di vendere opere d’arte per mezzo di trattative private, l’asta
ha la caratteristica fondamentale di essere una vendita esclusivamente pubblica e di mettere in scena
una dialettica tra domanda e offerta perché la definizione del prezzo di un prodotto in questi casi
varia a seconda del numero delle richieste (importanza del mercato e dei valori di scambio).
Le aste iniziarono col passare del tempo ad assumere un ruolo sempre più importante nel creare
euforia intorno all’arte contemporanea dal secondo dopoguerra in avanti, inizialmente soprattutto a
Parigi. Esiste anche una listino ufficiale sul quale vengono indicate le diverse quotazioni dei
prodotti tenendo conto dell’oscillazione degli interessi dei collezionisti e della moda. L’asta è
dunque una pubblica vendita attraverso la quale, partendo da un prezzo variabile, il diritto
d’acquisto spetta al maggior offerente. La funzione delle aste è fondamentale ed il contraccolpo in
ambito culturale è anch’esso notevole in quanto alcuni artisti acquisiscono quotazioni molto elevate
economicamente e quindi creando maggiore domanda si innesca un circolo virtuoso dal quale
possono trarre vantaggio sia gli artisti stessi ma anche i collezionisti ed i galleristi, oltre a tutte
quelle figure che possono e vogliono godere degli spettacoli che offre l’esposizione artistica.
Lezione 4
Fiere d’arte e musei
Oltre alle gallerie, nascono poi anche le fiere d’arte.
Ad esempio Le Belle arti di Torino è un’associazione di artisti che ha la possibilità di promuovere,
vendere e comprare opere d’arte. Così come a Torino, anche in moltissime altre città si
svilupparono associazioni analoghe intente a portare avanti e valorizzare i diversi movimenti
artistici.
I musei erano già presenti negli anni ’10 del Novecento e si basavano principalmente sull’acquisto
di opere che venivano poi esposte e mostrate al pubblico. Poco dopo nasce l’idea che il museo
doveva essere anche una istituzione volta principalmente a valorizzare anche l’ampiamento della
conoscenza e dell’educazione culturale e artistica. La funzione principale del museo era quella di
conservazione e di aggiornamento, e ancora oggi se ci pensiamo si misura l’importanza del museo
in base alla preziosità delle collezioni insite all’interno di esso. Il museo di tipo attivo e dinamico
come lo conosciamo noi oggi emerge a partire dagli anni ’20 del Novecento proprio quando l’arte
inizia a prendere piede e diventa complice del progressivo cambiamento globale dei gusti interni
alla società. L’arte è sì un valore legato in modo stretto al concetto di modernità ma d’altra parte è
legato anche a quello di conservazione e di legittimazione delle cose passate.
Il primo museo che iniziò ad avere caratteristiche moderne era un’istituzione piccola nata in
America ed inventata principalmente dall’intuizione di Duchamp il quale passò gran parte della sua
vita tra Parigi e New York fondando, insieme ad una donna americana miliardaria, questo museo.
L’idea di Duchamp era quella di cercare di creare un’associazione dedicata totalmente alle
avanguardie a lui contemporanee, giungendo ad acquistare tutte le opere di tutti gli artisti dei diversi
movimenti d’avanguardia.
Dopo tale esperienza nacquero musei istituzionali come ad esempio il Metropolitan Museum of Art
a New York ed esposizioni di arte moderna come ad esempio l’Armony Show tenutosi in una ex
caserma a New York nel 1913 (per questa occasione vennero presentate più di mille opere di artisti
europei e americani della seconda metà del XIX secolo e contemporanei, con opere di Cézanne,
Gauguin, Van Gogh, Matisse, Duchamp eccetera). In Europa uno dei primi musei a nascere è quello
a Lodz in Polonia nel 1921 il quale presenta ancora oggi arte di tipo astratta. Inoltre, fra tutti i musei
più importanti dell’arte moderna e contemporanea internazionale c’è senza dubbio il Museum of
Moderna Art (MOMA) di New York.
Nel 1929 con il crollo del sistema bancario e con la crisi economica si sono abbassati notevolmente
anche i prezzi nell’ambito artistico per cui i musei hanno potuto approfittarne per acquistare
moltissime opere che in futuro avrebbero poi acquisito valori inestimabili.
Il Solomon R. Guggenheim Museum, fondato nel 1937 a New York, è il terzo più grande museo
al mondo e di esso sono state create delle sedi dislocate in tutto il mondo, come ad esempio a
Bilbao.
Le collezioni sono detenute nella sede principale a New York la quale ha il compito di inviarle nelle
varie succursali garantendo quindi un continuo ricambio sia di opere che di denaro.
Un altro aspetto interessante, riguardante sempre i musei, che nasce con entusiasmo ma che si
spegne molto presto riguarda l’URSS: gli avanguardisti russi quando presero il potere capirono che
era necessario rivoluzionare anche il mondo artistico ma questo tentativo non ebbe molto seguito.
Lezione 5
Tendenze attuali
Il mercato cinese ha avuto un forte boom per ciò che riguarda l’arte dagli anni ’90 in poi: l’arte
cinese si basa in particolare su installazioni, video-installazioni, mostre fotografiche e pittura. In
generale i mercati d’ar