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La costruzione della Domus Transitoria di Nerone
Tiberio, del predecessore, per cui non costruisce una residenza, così come Claudio. Caligola non ebbe il tempo materiale per farlo, dato che rimase al potere solo 4 anni.
Nerone: Nerone si dedicò alla costruzione di un palazzo. Egli ebbe il potere dopo la morte di Claudio. Per rendere visibile la sua aspirazione al potere assoluto, decise di costruire una reggia fastosa.
Quando Nerone sale al potere, eredita molto proprietà, tra cui le dimore dei suoi predecessori, sul Palatino, e gli orti lamiani e di mecenati sull'Esquilino. Egli volle costruire una dimora che collegasse il Palatino all'Esquilino: la dimora viene chiamata Domus Transitoria. Questa doveva collegare i due nuclei, doveva fare da ponte. Sul Palatino costruisce un grande edificio quadrato, che doveva fare da base per l'altro.
Tra il 54 e il 64 d.C. inizia la costruzione della domus. Nel 64 d.C. scoppia l'incendio che devastò un'ampia zona centrale del Palatino, vicino al foro.
Si trovavano le case dei senatori, ed altre proprietà che, con l'incendio, di Roma. Nelle pendici vennero completamente distrutte. Nerone sfruttò l'incendio per buttare giù la domus transitoria e costruire un altro palazzo. Che emerse l'idea che sia stato proprio lui ad appiccare l'incendio o che comunque non avesse fatto nulla per impedirlo. Nerone fu accusato dell'accaduto ma si difese dando la colpa ai seguaci di Cristo, una setta che dall'oriente veniva guardata male perché si stava diffondendo, e che sarà perseguitata.
Le proprietà senatorie lungo le pendici vennero sequestrate in moto tale da permettere a Nerone di mettere in atto i suoi progetti. Egli si affida a due architetti Celere e Severo, che dovevano realizzare una reggia che comprendesse il Palatino, il territorio devastato e qualche altro edificio tra Oppio e Esquilino, che dovevano essere poi unificati creando il grande palazzo.
Nasce in questo modo la domus aurea, che si estendeva per 80 ettari. La domus era simile ai palazzi dei monarchi orientali: una serie di edifici sparsi per i giardini. Tra questi ci fu il vestibolo, la stanza d'ingresso della domus aurea. La sacra via è sempre stata una via che seguiva l'andatura dei colli, ma Nerone la fa raddrizzare. Questa via portava al vestibolo. Durante gli scavi vennero trovare le fondazioni che fanno intendere che questo fosse un'enorme piazza porticata con al centro la statua di Nerone, con la corona radiata: il cosiddetto colosso di Nerone sole. Questo si vedeva dal foro, alto più di 35 m, fatto a imitazione dei colossi orientali (come quello di Rodi). Cosa ci fosse dopo il vestibolo non si sa con precisione. Le fonti parlano di un collegamento tra Palatino e Esquilino, con una porticus lunga un miglio che poteva essere su tre piani (questo perché i colli erano alti e doveva collegarli). Dopo la morte di Nerone gli edifici furono.distrutto in segno di odio. Anche il Celio viene inglobato all'interna della proprietà perché venne costruito un muro di terrazzamento per qualcosa che sarebbe dovuto sorgergli sopra, ma che presentava un fronte monumentale con delle fontane che facevano scendere l'acqua nel lago. La parte neroniana più conservata è un padiglione sul colle Oppio che dava sul lago. La domus aurea era un edificio a terrazza, dove quella superiore è andata perduta e vede conservarsi solo quella più bassa, affacciata sulla valle. Attualmente, la domus aurea è un complesso di caverne sotterranee perché nel II secolo d.C. prese fuoco e non venne più restaurata e coperta dalle terme che Traiano vi fece costruire. Perciò la domus aurea viene spigliata di tutto e interrata: le pietre pregiate non ci sono più, sia a causa dell'incendio sia perché vennero rimosse per decorare dell'altro. La presenza di queste pietreè documentata dal fatto che le pitture conservate cominciano ad un metro da terra.
La sala rotante è stata identificata nella sala ottagona, con una cupola in cementizio: ha un grande oculo centrale da cui filtrata la luce.
La nicchia (che vediamo dando le spalle al giardino) era un ninfeo, una fontana.
Gli scavi condotti pochi anni fa sul Palatino fecero emergere un grande cilindro di mattoni simili a quelli del nucleo dell’Oppio della domus aurea, cavo al suo interno: si ipotizza che sia il resto della sala rotante, che poteva ospitare al suo interno una piattaforma che ruotava su un grande perno dentro la struttura.
Quel poco che è rimasto della domus aurea dà l’idea della decorazione all’interno del palazzo.
Decorazione domus aurea:
Tutt’ora è visibile una parte della decorazione in pittura e a stucco.
Le pitture costituiscono le prime affermazioni embrionali di quello che sarà il IV stile pompeiano.
Le decorazioni
vennero fatte da Fabulo: egli, secondo l'immagine che ci dà Plinio, era un pittore che dipingeva indossando la toga, solenne e severo, brillante e fluido nel modo di dipingere. Fabulo è un pittore della corte di Nerone, messo a lavorare all'interno ma anche della domus aurea: si dedicò solo alla decorazione della dimora. La domus aurea è l'espressione dell'idea neroniana basata sul modello ellenistico sfarzoso: questo si manifesta nell'architettura. La decorazione è tutta virata sull'affermazione di un gusto ricco, sontuoso e sfarzoso che si richiamava alla ricchezza dei monarchi orientali. La sala di Achille a Sciro (dal soggetto del riquadro centrale) è una sala absidata con una volta a botte, decorata con un motivo a conchiglia. La sala di Ettore e Andromaca raffigura il saluto tra i due quando il primo dovette andare a combattere contro Achille. Gli stucchi hanno perso la foglia d'oro.sono rappresentate con prospettiva e profondità, creando l'illusione di uno spazio tridimensionale. Le pareti sono decorate con motivi floreali, ghirlande e candelabri, mentre le figurine fantastiche sono dipinte con tratti fluidi e facili. La sala di Achille a Sciro è un esempio di questo stile, con la sua sensazione di ampiezza e profondità.Sono leggere e si aprono su figure prospettiche. Vi sono sedute e in piedi, che animano le nicchie dell'architettura: raffigurano filosofi, poeti, offerenti ecc., non sono grandi statue, ma più personaggi attaccati alla parete, ma animano le architetture.
Corridoio 131: era lungo e stretto, coperto da una volta a botte in stucco. Rappresenta un corridoio di passaggio. La parte inferiore è volutamente lasciata grezza. In una delle pareti lunghe si trovano gli elementi della sala di Achille, cioè i due registri, sotto lo zoccolo in pietra, sopra un fregio in stucco a rilievo che staccava la parete dallo spicco della volta. Vi era una rinnovata ricerca di spazio, le architetture si scavano in profondità, altre invece si vedono sfuggire sul retro in prospettiva, con portici e colonnati, e ritornano figure femminili e maschili in toga, che popolano a grandezza naturale le architetture (IV stile).
Frammento di stucco dipinto che viene da una parete di uno dei due
cortili: le architetture vedono grandi figure sedute, in piedi o appese.
Stanza 70: la parete scompartiva in architetture, con spazi che fanno vedere qualcosa al di là. Non ci sono quadretti, ma vi sono motivi decorativi. Vi è la ripresa dei tendaggi del II stile. Anche qui si vede il limite originario della pittura e sotto la parete dello zoccolo doveva essere coperta di marmi policromi (marmi colorati). Le volte erano controvolte, finte, non erano in muratura, ed erano fatte col sistema delle cannucce tenute insieme dalla malta, agganciate alle travi.
Corridoio 79: anche questo è un corridoio di passaggio della zona residenziale. Ha lo stesso sistema decorativo ma molto più semplice perché vi era poco spazio. Aveva una decorazione molto chiara perché non vi erano prese di luce (i buchi che ora vediamo sono recenti, fatti per entrare dentro la stanza). Lo schema compositivo è semplificato, però ha gli stessi elementi: animali, edicole ecc.
Ha elementi che scandiscono la parete ma che sono fasce decorative. Era un portico sotterraneo. Un corridoio lungo che sta alle spalle della collina, era l'ultimo corridoio.Lo schema era lo stesso dell'altro corridoio: architetture leggere, quadretti, e in più ricerca prospettica. L'edicola finge una sorta di balcone dove non sono affacciati i personaggi ma vi sono animali di vario genere.Criptoportico 92: La sua funzione era:
- Corridoio di cordoglio
- Passeggiata di rinfresco
- Staccava il grosso dell'edificio dal colle
Casa di Marco Lucrezio Frontone: gli esempi più conservati della pittura in IV stile si trovano a Pompei, nella casa di Marco Lucrezio Frontone. Aveva un grande tablino, l'atrio e le porte. Un esempio è la parete decorata del tablino, in cui si nota bene cosa è il IV stile. Qui lo zoccolo è dipinto e non è in lastre di marmo (siamo lontani dalla ricchezza della casa di Nerone). Il partito
Il decorativo della parete è rispondente ai nuovi dettami del IV stile. Si vede la parete chiusa, opaca, decorata con quadretti appesi alla parete, ai lati sorretti da elementi tipo candelabro (elementi fantastici). La parete inferiore è verso il III stile. Al centro vi è un'edicola che ricorda il II stile, dove vi è il corpo centrale con colonne in prospettiva, lo sfondamento della parete. È una domus di epoca romana, sepolta dopo l'eruzione del 79. I vari affreschi del vestibolo raffigurano la Casa dei Vettii: lotta tra galli e Priapo, che poggia il suo membro sul piatto della bilancia, come simbolo di prosperità, a cui fa da contrappeso una borsa di denari. Intorno all'atrio si aprono due stanze: in un cubicolo sono presenti raffigurazioni del mito di Ero e Leandro ed Arianna abbandonata da Teseo a Nassa, oltre ad una raffigurazione di pesci. Vi era anche una raffigurazione di scene della città di Tebe come Angione e Zeto che
legano Dirce a un toro,
Penteoucciso dalle Baccanti,
Ercole bambino che strozza i serpenti
ed alcuni architetture fantastiche su un fondo bianco.
durante l'età augustea, sepolta
Casa dei Dioscuri: