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Estratto del documento

Il concepimento Erny lo colloca nel mondo dell’invisibile, insieme alla nascita, e quindi

anche quando un bambino è nato, a tutti gli effetti non è considerato una persona che vive nel

mondo del visibile. La questione riguarda la nascita sociale del bambino, una forma di

socializzazione che lo fa a tutti gli effetti essere parte del gruppo: è una forma di antropo-poiesi,

quindi il fare l’umano se non è dato fin dall’inizio. C’è un periodo di transizione e di trasformazione

del bambino, perché sia a tutti gli effetti concepito come parte sociale e giuridica del mondo dei

vivi. Deve quindi essere socializzato, deve essere a tutti gli effetti introdotto nella comunità dei suoi

simili. La nascita sociale del bambino non è immediata al momento del parto, ma richiede un certo

periodo.

Lo stesso livello visibilità invisibilità, per l’autore, è a livello sociale e non esperienziale?

Non si tratta di visibilità empirica, ma di visibilità sociale? Il tutto ha molto a che fare con la

modalità stessa con cui definiamo l’esperienza: la domanda rimanda a una nostra classificazione di

ciò che abbiamo davanti, per esempio, in termini di un’esperienza. In una visione etnocentrica dove

gli spiriti non esistono, potremmo pensare che l’invisibilità coincide, anche se con un altro termine,

a questo nostro principio di non esistenza, e dunque di non esperienza. Viceversa, in alcuni contesti

dell’Africa occidentale, il fatto che lo spirito sia invisibile non lo rende meno esperibile, e

appartiene al registro dell’esperienza poterlo incontrare o poter avere dei segnali che è presente nel

nostro mondo. C’è qui un tipo di pedagogia che allena il bambino a pensare che ciò che è invisibile

è comunque esperibile. L’invisibile è un’esperienza seppur sotto il segno dell’assenza. Nella fase di

nascita del bambino c’è quindi un bambino che piange e strilla, ed è quindi esperito dalla madre, ma

che nulla garantisce che sia umano.

Il bambino che è nato e ha lo statuto di neonato sia a livello biologico che a livello culturale

viene lentamente socializzato. Si deve cicatrizzare il cordone ombelicale, e la questione

dell’ombelico è centrale in molte rappresentazioni della socializzazione del bambino. Si guarda poi

come mette i denti, come sono le relazioni con la madre (l’attaccamento al seno, il nutrimento…),

quando inizia a camminare e quando viene svezzato. Parallelamente c’è il periodo della reclusione

madre-neonato in casa per un certo periodo, le prime uscite, la cerimonia del nome, e poi molti riti

di integrazione che lo faranno a tutti gli effetti diventare una persona giuridicamente e socialmente

riconosciuta. È ora chiaro capire perché un bambino che muoia nell’arco di tempo, che può durare

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generalmente dai tre ai quattro anni ma anche di più, dell’ingresso nel mondo del visibile, non

essendo a tutti gli effetti un essere umano per la collettività, può ricevere un trattamento funerario

del tutto particolare, che indica il suo statuto di essere ancora più legato al mondo dell’invisibile e

degli spiriti che non al mondo degli esseri umani. Non verrà inumato come gli adulti, non verrà

sepolto nello stesso luogo degli adulti, ecc.: i luoghi, le temporalità, le pratiche che vengono fatte su

questo corpo, saranno diverse da quelle degli adulti. Queste pratiche ci permettono di capire che

statuto sociale aveva il bambino all’interno della collettività. Allo stesso modo, un bambino che si

ammalerà in questa fase, riceverà delle interpretazioni rispetto al suo stato di malattia che

invocheranno la presenza degli spiriti (come tentativo di sottrarlo agli esseri umani, o in altre

situazioni come il suo desiderio di tornare tra la sua gente, i suoi genitori nel mondo dell’invisibile e

non stare tra gli esseri umani).

Alcuni autori hanno sostenuto che non è un caso se molti dei romanzi scritti da scrittori

dell’Africa occidentale nelle fasi dell’indipendenza abbiano preso a protagonista di questi racconti

proprio la figura di bambini considerati straordinari nelle rappresentazioni locali dell’infanzia.

Héritier ha lavorato in Burkina Faso, e il gruppo linguistico e sociale presso cui ha fatto

ricerca etnografica è quello dei samo. Héritier dice che per i samo ci sono alcune regole che la

madre e il bambino devono seguire in questi anni di transizione: una tra le altre è la regola ferrea

che la madre non abbia rapporti sessuali né con il marito né con altri uomini, perché potrebbe essere

a rischio la vita del bambino, così coem a rischio della vita del bambino potrebbe esserci una goccia

di sperma che cade sul seno della madre e che incattivisce il latte. Un altro costume è quello del

parlare del cattivo odore della madre, e spesso il cattivo odore è legato alle mestruazioni: una madre

che avesse le mestruazioni nel periodo dell’allattamento verrebbe subito individuata dal bambino,

perché ne sentirebbe il cattivo odore e smetterebbe di mangiare. Gli aneddoti che Héritier ha

raccolto sul campo l’hanno interrogata rispetto a capire che idea di concepimento c’era.

Nel cercare di capire questi aneddoti la Héritier lavora su tre sostanze: lo sperma, il latte e il

sangue, e cerca di capire come queste sostanze vengano concepite tra i samo e come i samo le

mettano insieme o le tengano separate per pensare il concepimento. Viene a conoscenza che per i

samo sia il corpo della donna che il corpo dell’uomo producono un’acqua di filamento, un’acqua

biancastra da tutte le articolazioni del corpo. Quest’acqua filamentosa viene trasformata nel corpo

degli uomini e delle donne a seconda delle necessità in sangue, sperma o latte. Quindi, queste tre

sostanza avrebbero una stessa origine, che nasce da una concezione di acqua filamentosa prodotta

dai corpi. I corpi sono degli agenti di trasformazione di quest’acqua, e a seconda delle necessità la

trasformerebbero in sangue, in sperma e in latte. Ma questa concezione deve entrare in dialogo con

un’altra concezione molto forte dei samo: la Héritier ci precisa fin dall’inizio che la dicotomia

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principale per governare sia i rapporti tra uomini e donne che tra gli esseri umani e il mondo

circostante (la terra, il raccolto, ecc.) si basa sulle categorie del caldo e del freddo. Queste categorie

governano la vita dei samo, dunque ci saranno luoghi e corpi caldi e luoghi e corpi freddi.

L’incontro tra caldo e freddo non genera problema; l’incontro tra ciò che è caldo con ciò che è caldo

è il massimo momento del pericolo, genera lo squilibrio del mondo.

Questa dicotomia risponde a come i samo pensano il corpo della donna e dell’uomo, perché

il corpo della donna è freddo e il corpo dell’uomo è caldo, e l’incontro tra caldo e freddo non genera

problemi, ma se il corpo della donna resta troppo caldo i problemi ci sono. Il corpo della donna di

base è freddo: deve essere umido e non accumulare calore. Per i samo le mestruazioni sono una

fuoriuscita di sangue che raffredda il corpo della donna. Gli uomini, che non hanno lo stesso

processo e quindi non fanno uscire sangue dal loro colpo mensilmente, regolarmente, mantengono il

sangue ed è per questo che sono caldi. Il corpo di una bambina non è quindi lo stesso di una ragazza

che ha avuto il primo mestruo, perché la bambina al pari di un bambino non hanno fuoriuscite di

sangue, e quindi sono considerati dei corpi caldi. Allora i samo ritengono che l’abominio per la

società è che un uomo abbia rapporti con una bambina che non abbia avuto il primo mestruo, perché

unisce il suo calore con il corpo caldo della bambina, e questo potrebbe avere conseguenze

disastrose per la collettività. La Héritier ci invita quindi a pensare che noi riusciamo a comprendere

una serie di regole sociali che ci sono tra i samo se ragioniamo intorno all’asse caldo-freddo.

Una donna che non abbia mai mestruazioni è considerata una donna estremamente calda,

quindi è una donna per eccellenza pericolosa per la collettività, come lo è una donna sterile. Il

momento della gravidanza è il momento più a rischio per la donna, perché è eccessivamente calda

dal momento che ha ricevuto lo sperma dell’uomo, che è diventato sangue nel suo corpo per fare un

bambino, e accumula il suo sangue perché nei mesi della gravidanza non ha più le sue mestruazioni.

Ma nel momento in cui partorisce ritorna ad essere fredda, per un breve periodo perché quando

produrrà latte sarà di nuovo calda. Una donna sterile che continua ad avere rapporti sessuali e

quindi ad accumulare lo sperma dell’uomo che si è fatto sangue, è una donna che diventa

estremamente pericolosa per il gruppo, perché è un’accumulatrice di calore. “Ogni donna feconda

possiede una matrice che è detta sacco, in cui il bambino si sviluppa e “cuoce” (noi capiamo

quest’espressione se restiamo dentro l’universo di significato legato al calore). Dall’acqua di sesso

della madre e dal grumo uterino iniziale derivano il corpo, lo scheletro e gli organi del bambino. Il

padre fornisce il sangue. L’acqua di sesso dell’uomo è il supporto del sangue: lo sperma si trasforma

normalmente in sangue nel corpo della donna e torna dunque ad essere sangue vitale per il

bambino”. I rapporti sessuali tra una donna gravida e suo marito sono quindi propizi, perché

nutrono il feto: perché lo sperma che entra dentro il corpo della donna si trasforma in sangue che va

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a rinforzare il bambino. Mentre il sangue mestruale della donne che per 8/9 mesi non fuoriesce, è un

sangue accumulato che forma il corpo, lo scheletro e gli organi del bambino. “L’acqua di sesso,

detta anche acqua filante, acque viscosa, proviene da diversi punti del corpo, e in particolare dalle

articolazioni: ginocchia, caviglie, gomiti, polsi, clavicole, reni e colonna vertebrale. Quest’acqua

filante è prodotta dagli uomini e dalle donne: negli uomini produce sperma, lo sperma nel corpo

femminile diventa sangue, ed è per questo che tra i samo gli uomini, quando sentono una particolare

fatica, la definiscono la fatica maschile del concepimento”: se sentono male alle articolazioni dopo

aver avuto un rapporto sessuale, dal loro punto di vista è perché tutta l’acqua filante che hanno

passato, attraverso lo sperma, al corpo della donna, ha procreato vita. c’è quindi una percezione del

corpo dell’uomo, che sente il momento del concepimento.

La Héritier non lavora so

Dettagli
A.A. 2016-2017
98 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria.boller di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia dell'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Taliani Simona.