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MEMBRANA LIMITANTE ESTERNA

La membrana limitante esterna rappresenta la parte più esterna della cellula di Mueller, quindi non è una vera e propria membrana basale, ma è un'aderenza tra le cellule di Mueller e l'articolo esterno del fotorecettore.

STRATO NUCLEARE ESTERNO

È il primo strato di nuclei, all'interno del quale si trovano i nuclei dei fotorecettori distribuiti nello strato diversamente per quanto riguarda i bastoncelli e i coni. I bastoncelli sono distribuiti su tutto l'ambito dello strato nucleare esterno, mentre i coni sono distribuiti in unico strato al di sotto della membrana limitante esterna e, in genere, hanno una componente nucleare che è più grande rispetto a quella del bastoncello e sono più numerosi in sede perifoveolare, attorno alla porzione centrale.

STRATO PLESSIFORME ESTERNO

È lo strato costituito da fibre nervose ed è il punto in cui c'è la sinapsi tra le terminazioni dei

fotorecettori con i dendriti delle cellule bipolari che ricevono il messaggio e poi lo trasmetteranno alla cellula gangliare. Sono presenti anche le ramificazioni delle cellule orizzontali, cellule di connessione ramificate in senso orizzontale che vanno a connettere funzionalmente e anatomicamente fotorecettori e cellule bipolari che si trovano in posizione adiacente più o meno distante.

Il rapporto fra bastoncello e cellula bipolare è superiore a 1:1, nel senso che ci sono diversi bastoncelli che si connettono a una singola cellula bipolare, mentre questo viene meno nel caso dei coni, infatti il rapporto tra coni e cellule bipolari il rapporto è 1:1, poiché i coni trasmettono un'immagine puntuale deve essere stimolati un singolo fotorecettore che si deve connettere a una singola cellula bipolare, che a sua volta si deve connettere a una singola cellula ganglionare per fare in modo che l'immagine sia più puntuale possibile.

STRATO NUCLEARE

INTERNO
Contiene i nuclei delle cellule bipolari, che sono il primo neurone di tipo afferente vero e proprio, i cui dendriti sono in rapporto con i coni e bastoncelli. Le cellule bipolari dei coni sono più piccole, mentre quelle dei bastoncelli sono più ampie, quindi anche la loro rappresentazione all'interno dello strato nucleare interno sarà diversa a seconda della tipologia e della funzione. La funzione del bastoncello è meno dettagliata perché si connette a più cellule bipolari, le quali si connetteranno a un numero più o meno esteso di cellule gangliari, mentre le cellule bipolari dei coni che sono più piccole hanno un singolo dendrite apicale e un singolo assone, quindi si connettono da una parte a un singolo fotorecettore che sarà il cono e dall'altra parte con una singola cellula gangliare che poi andrà a costituire la singola fibra nervosa che porterà l'immagine proveniente dalla macula.

c'è un'ulteriore suddivisione delle cellule dei coni piane e invaginate, coinvolte in diversi aspetti funzionali della retina. Lo strato nucleare interno contiene altri elementi nucleari di altre tipologie di cellule, come le cellule orizzontali, il cui nucleo si trova nello strato più esterno dello strato nucleare interno perché servono per connettere più cellule fotorecettoriali, quindi più dendriti a contatto con sferule e peduncoli e quindi rappresentano degli elementi di interconnessione fra diversi elementi fotorecettoriali con uno scopo soprattutto di modulazione dell'impulso nervoso che poi deve essere portato centralmente in senso negativo, quindi sono cellule che inibiscono la stimolazione nervosa per fare in modo che non ci sia un'eccessiva stimolazione retinica, pertanto presentano soprattutto neuromediatori di tipo inibitorio sulla conduzione dello stimolo nervoso. Sono in connessione sia con peduncolo esferula, ma anche

numero di coni. Le cellule di tipo B, invece, si connettono ai bastoncelli e sono anch'esse distinte in cellule a campo piccolo e cellule a campo esteso. Le cellule orizzontali svolgono una funzione di modulazione laterale, contribuendo alla definizione del campo recettivo delle cellule bipolari e ganglionari. Inoltre, sono coinvolte nella regolazione del contrasto e nella percezione dei contorni.

numero di coni, mentre le cellule orizzontali di tipo B sono le cellule che si connettono con i bastoncelli. Anche per quanto riguarda le cellule amacrine, che sono cellule che di per sé non hanno un dendrite, quindi non portano un messaggio, ma che connettono le cellule bipolari con le cellule ganglionari, a seconda dell'estensione delle loro ramificazioni saranno distinte in cellule con un'arborescenza più stratificata, con terminazioni a uno o più livelli nello strato plessiforme interno, mentre quelle diffuse, in tutto lo spessore plessiforme interno. Nello strato nucleare interno troviamo anche il nucleo della cellula di Mueller, che non è di per sé una cellula nervosa, ma una cellula di tipo strutturale e metabolica che è estesa su tutto l'ambito retinico, dalla membrana limitante esterna alla membrana limitante interna e la terminazione di questi elementi cellulari rappresenta il limite interno ed esterno della retina.

Lo strato nucleare interno possiede anche altri elementi cellulari, con attività soprattutto di tipo metabolica. Gli astrociti che hanno una funzione di sostegno e si trovano soprattutto attorno ai vasi, sono cellule altamente ramificate che hanno una funzione di supporto e sostegno per gli altri elementi nervosi. Le cellule microgliari, che sono cellule di origine mesodermica, similmente ai macrifagi hanno una funzione fagocitaria sugli elementi di scarto del metabolismo delle cellule neuronali.

STRATO PLESSIFORME INTERNO

È uno strato costituito esclusivamente da fibre nervose e a questo livello troviamo la sinapsi tra l'assone della cellula bipolare e il dendrita della cellula ganglionare. Qui troviamo anche le varie ramificazioni delle cellule amacrine con funzione associativa orizzontale tra cellule bipolari e cellule gangliari.

STRATO DELLE CELLULE GANGLIARI

È uno strato nucleare all'interno del quale ci sono i nuclei delle cellule gangliari. Anche in

In questo strato troviamo delle cellule di diversa dimensione a seconda della loro funzione e il numero delle cellule gangliari è di circa 1 milione, quindi sono molto meno numerose delle cellule bipolari e soprattutto meno rispetto ai fotorecettori, pertanto c'è una convergenza dell'impulso nervoso e del numero di fibre che vanno poi a costituire il nervo ottico.

C'è una distinzione tra cellule gangliari connesse con i coni e connesse con i bastoncelli, perché le cellule gangliari connesse con i coni hanno un rapporto più stretto rispetto al numero di cellule bipolari con cui sono connesse e di riflesso anche con il numero di coni.

Ci sono tre tipi di cellule gangliari:

  • Cellule nane: le più piccole, che hanno un singolo dendrita apicale che termina con poche terminazioni arborescenti e che è connessa con una cellula bipolare che a sua volta è connessa con un cono. Queste sono le cellule gangliari che portano l'impulso

dalla zona maculare per la visione puntuale;

-Cellule Parasol: dimensione intermedia, hanno più dendriti apicali e terminazioni plessiformi orizzontali;

-Cellule giganti: sono in rapporto a un maggior numero di cellule bipolari, che a loro volta sono in rapporto a un numero maggiore di fotorecettori;

STRATO DELLE FIBRE NERVOSE

Costituito dagli assoni delle fibre che provengono dalle cellule ganglionari e che hanno un decorso orizzontale rispetto alla superficie retinica interna e convergono verso la papilla ottica per andare a costituire il nervo ottico. Queste fibre nervose sono amieliniche, ma vengono rivestite dalla mielina nel momento in cui attraversano la lamina cribrosa della papilla ottica e quindi nel costituire il nervo ottico si dotano del rivestimento esterno di ciascuna fibra che è appunto la guaina mielinica. Se queste fibre avessero la mielina, questa interferirebbe con il passaggio dei raggi luminosi per raggiungere i fotorecettori e quindi non sarebbe possibile una

visione distinta.Il decorso di queste fibre è radiale, lineare nella sede della retina nasale, mentre in quella temporale èpiù arciforme per passare attorno alla zona maculare. Dalla fovea le fibre che sono dirette verso il nervoottico hanno un decorso più rettilineo e vanno a costituire quello che viene chiamato fasciopapillo-maculare.

MEMBRANA LIMITANTE INTERNAÈ la porzione terminale e di contatto tra le cellule del Mueller, nella loroterminazione più interna, che sono a loro volta in rapporto con il vitreo equindi con la porzione più esterna del gel che costituisce il contenuto delbulbo oculare. Hanno dei rapporti stretti in quanto alcune fibre vitreali entranoproprio all'interno della struttura retinica, quindi passano la membranalimitante interna, la quale termina a sua volte anteriormente nell'ora serrata eattorno al nervo ottico, in quanto quest'ultimo non possiede cellule di tiporetinico ma solamente fibre.

In questa sede c'è un maggior rapporto tra la ialoide, che è la parte più esterna del vitreo, con la membrana limitante interna retinica.

MACULAE è la zona centrale della retina, a livello della quale si verificano le risposte che danno via alla visione centrale e definita degli oggetti e, per fare ciò, la struttura anatomica ha delle particolari caratteristiche.

A livello della macula, la retina è più sottile e sono rappresentati solamente 5 dei 10 strati, poiché gli altri sono spostati lateralmente nello strato plessiforme esterno per fare in modo i raggi luminosi colpiscano il più direttamente possibile i fotorecettori che sono la parte più esterna della retina. I 5 strati presenti sono la membrana limitante interna, lo strato plessiforme esterno, nucleare esterno, limitante esterno e i fotorecettori, da cui dipendono tutti gli altri strati.

L'altra caratteristica della macula è l'avascolarità.

anche se nella porzione perimaculare esistono

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
112 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher reby19 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomofisiologia e fisiopatologia oculare con elementi di farmacologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Leonardi Andrea.