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CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
Il radicamento dei fenomeni imprenditoriali nella società moderna e la rilevante influenza che essi
esercitano sulle condizioni esistenziali degli esseri umani inducono a ritenere che lo studio di una realtà
come l’impresa non possa essere intrapreso senza una comprensione del contesto sociale e culturale
all’interno del quale si svolgono i fenomeni che condizionano e consentono la sua evoluzione.
I fenomeni imprenditoriali appaiono interconnessi ed interdipendenti con la moltitudine dei fenomeni ce
interessano lo sviluppo della società e dell’intero eco-sistema.
l’approfondimento degli studi offre la possibilità di evidenziare ed acquisire nuove idee e conoscenze,
nuovi metodi di indagine e nuovi modelli analitici che conferiscono all’osservazione delle dinamiche
imprenditoriali una maggiore compiutezza. Sotto questo profilo, è noto che gli studiosi cercano di
applicare conoscenze, concetti e modelli teorici originati in altri contesti scientifici nel tentativo di
realizzare una migliore comprensione dei principi che regolano il funzionamento delle imprese e le
attività del loto governo.
La possibilità di beneficiare dei risultati conseguiti in campi disciplinari diversi, espone all’osservatore delle
problematiche d’impresa al rischio di trasporre semplicemente nel proprio ambito di studi concetti e
modelli appartenenti a quei contesti. questo rischio è particolarmente accentuato quando si adotta
l’approccio sistemico ed i correlati principi della teoria generale dei sistemi. Tale pratica può condurre
ad attribuire all’impresa connotazioni proprietà e leggi di funzionamento tipiche di altre classi di sistemi;
ne consegue una confusione di proposizioni e linguaggi che ostacola, invece di agevolare, la
comprensione di un fenomeno.
IL PENSIERO SISTEMICO: CENNI STORICI E CONTENUTI METODOLOGICI
Il termine sistema trova larga diffusione nel linguaggio comune ed è utilizzato in molteplici contesti
disciplinari.
La diffusione del pensiero sistemico e la sua trasversalità hanno consentito considerevoli progressi
nell’approccio all’osservazione dei fenomeni, fornendo una preziosa metodologia d’indagine per lo
studio di problematiche vecchie e nuove nei diversi contesti disciplinari.
In tali ambiti si è progressivamente sviluppato un paradigma che pone particolare enfasi anche e
sopratutto sulle interazioni tra gli elementi e le sinergie che si formano all’interno del fenomeno stesso e
che si estendono alle relazioni tra fenomeni diversi.
Il pensiero sistemico nelle prime formulazioni
Le origini del pensiero sistemico vengono fatte risalire ai primi decenni del ventesimo secolo, quando un
complesso di rilevanti conclusioni condusse ad una radicale modifica della metodologia d’indagine
tradizionale, utilizzata per l’osservazione dei fenomeni e per la ricerca scientifica.
Il pensiero sistemico ha, quindi, contribuito in maniera significativa alla formazione di una nuova
concezione delle realtà dei fenomeni. L’approccio sistemico deve, allora, intendersi come il risultato di
riflessioni, contributi teorici e formalizzazioni che qualificano un percorso di ricerca e di studio della realtà
complessa.
La prima opera significativa incentrata sul pensiero sistemico è rappresentata negli anni ’20 del XX
secolo da una pubblicazione russa intitolata “La tecnologia” di Bogdanov; essa rappresenta il primo
tentativo di dar vita ad una scienza delle strutture, basata sulla formulazione di principi di organizzazione
che spiegano la struttura dei sistemi viventi e non. Secondo l’autore, la forma organizzativa rappresenta
la totalità delle connessioni tra le parti del sistema e sulla base di queste è possibile individuare tre tipi di
sistema:
1. organizzati: si caratterizzano per il fatto che tutto assume un valore maggiore della somma delle
parti; 1
2. disorganizzati: caratterizzati dalla concezione che tutto assume un valore minore della somma
delle parti
3. neutri: l’attività di organizzazione e quella di disorganizzazione si annullano a vicenda
Bogdanov, inoltre, individua nella formazione e nella regolazione i due processi organizzativi in grado di
far comprendere la stabilità e lo sviluppo di tutti i sistemi, evidenziando concetti significativi quali:
1. la tensione tra crisi e formazione
2. la regolazione e l’auto-regolazione.
Nello stesso periodo, Vernadskij, inizia una riflessione sui sistemi viventi e sul loro rapporto con il mondo
fisico circostante, pervenendo a conclusioni concordanti con quelle di Bogdanov.
Utilizzando l’approccio sistemico per lo studio della biosfera, si evidenzia come questa rappresenti un
sistema vivente, caratterizzato da forti interconnessioni tra ciò che la compone. Queste impostazioni
rappresentano i presupposti teorici per la definizione di concetti che costituiscono gli elementi centrali
del pensiero sistemico, tra i quali:
contesto
- confine
- modificazione strutturale.
-
Nell’ambito della metodologia utilizzata dai due studiosi, gli eventi vengono percepiti come risultato di
una serie di relazioni dinamiche. Una prima conclusione è data dal fatto che qualsiasi fenomeno è
interpretabile grazie alle interazioni tra gli elementi che lo compongono e con l’ambiente di riferimento.
Tra gli anni ’40 e ’50 si inserisce anche Bertalanffy con la Teoria Generale dei Sistemi, nella quale sviluppa
riflessioni e attività di ricerca nel fermo convincimento che la scienza necessitasse di un nuovo percorso
metodologico. In base a tale approccio si ritiene che l’analisi delle componenti elementari di un
fenomeno sia sempre possibile risalire e spiegare il fenomeno nella sua interezza.
Tra gli aspetti più significativi di tale pensiero ci sono i concetti di apertura e chiusura dei sistemi,
omeostasi e auto-regolazione e di equifinalità, costituenti altrettante caratteristiche o proprietà dei
sistemi.
Con riferimento alle interazioni con l’ambiente, un sistema si dice aperto se intrattiene con questo
scambi (energia, materia e informazioni). Il suo funzionamento può essere rappresentato mediante la
successione logica di flussi in input trasformazione flussi in output, con la quale si evidenzia
Æ Æ
l’importanza degli scambi. Un sistema, invece, è chiuso quando non presenta scambi di materia e di
informazione con l’esterno, ma solo di energia.
La legge in oggetto sostiene che i fenomeni fisici ed i sistemi fisici chiusi hanno la tendenza di passare
dall’ordine al disordine procedono spontaneamente verso stati di disordine crescente, tendendo ad
Æ
un massimo che, alla fine del processo, identifica lo stato finale di equilibrio concetto di processi
Æ
irreversibili.
L’omeostasi e l’auto-regolazione: verso il concetto di schema organizzativo
Tipicamente gli organismi viventi sono in grado di conservare le proprie caratteristiche di vitalità e
stabilità anche in condizioni non di equilibrio. Questa capacità è garantita da particolari processi in base
ai quali ciascuno di essi realizza un proprio ambiente interno capace di rispondere adeguatamente alle
sollecitazioni dell’ambiente esterno.
Tale caratteristica ha fatto formulare una specifica proprietà dei sistemi aperti, definita omeostatica, resa
possibile da un apposito processo, l’omeostasi che negli organismi viventi si basa sull’auto-regolazione.
Tale meccanismo è fondato sulla scambio di informazioni con l’ambiente esterno e consente al primo di
mantenersi in uno stato di equilibrio attraverso l’adattamento.
L’equifinalità
Un’ulteriore proprietà dei sistemi aperti è l’equifinalità, ovvero la possibilità che un sistema raggiunga uno
stesso stato finale partendo da condizioni iniziali differenti e/o tramite vari percorsi alternativi. Rispetto ai
sistemi chiusi, lo stato finale è determinato dalle condizioni iniziali e dalle leggi che en regolano
2
l’evoluzione ed è raggiunto mediante la distruzione progressiva dell’ordine (questo vale per i sistemi
fisici). Nei sistemi sociali, il sistema non coincide con la struttura, ma piuttosto emerge da esse qualora sia
orientato ad una specifica finalità un sistema può esplicare la propria dinamica sulla base di strutture
Æ
diverse in vista del conseguimento della propria finalità. Nei sistemi sociali, quindi, l’equifinalità definisce
la loro capacità di perseguire uno stesso fine indipendentemente dalla struttura iniziale stessa.
Il pensiero sistemico tra riduzionismo ed olismo
L’approccio sistemico non costituisce una disciplina strutturata e formalizzata, ma si propone come
pensiero, come filosofia comune alle varie discipline, in grado di dar vita ad un meta-modello utile per
rileggere qualsiasi fenomeno. Si è voluto, quindi, cogliere il passaggio da un approccio analitico-
riduzionistico all’ultima impostazione.
l’interpretazione più diffusa del pensiero sistemico, al contrario, rifiuta una visione particolarista e
riduzionistica della realtà, per abbracciare una prospettiva d’insieme dei fenomeni (olistica), la quale
mira a evidenziare i legami tra elementi di uno stesso fenomeno, di fenomeni diversi e quelli tra gli
elementi attinenti a fenomeni diversi.
La rivoluzione proveniente dal pensiero sistemico risiede quindi nello spostamento dell’attenzione dalle
parti al tutto. Ne discende una metodologia di approccio allo studio della realtà fenomenica che
esamina espressamente solo il sistema, derivante dalle sinergie sviluppate dall’interazione tra le parti,
nelle sue proprietà emergenti.
Per concludere, si può dire che il pensiero sistemico ha innescato una rivoluzione paradigmatica,
consentendo il superamento di un approccio riduzioni stico-meccanicistico alla realtà e modificandone
lo schema di indagine tradizionale.
RIFLESSIONI SU ALCUNI SVILUPPI DEL PENSIERO SISTEMICO
Gli sviluppi più significativi ruotano attorno alla nuova formulazione dei concetti di apertura e di chiusura
di un sistema. In secondo luogo, gli sviluppi nell’ambito dell’ecologia hanno di recente condotto alla
visione ecologica profonda, che interpreta l’ecologia come rete di fenomeni interconnessi ed
interdipendenti.
Caratteri di apertura e chiusura dei sistemi sociali
I concetti di sistema aperto e chiuso hanno di recente subito un’evoluzione, che scompone la categoria
dei sistemi aperti in:
sistemi completamente aperti le interazioni con l’ambiente sono incontrollate e incondizionate
Æ
- e gli influssi esterni hanno modo di manifestarsi all’interno del sistema senza ostacoli;
sistemi parzialmente aperti dotati di chiusura “operazionale”, caratt