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GRAECISSARE
Per presentare nefasta influenza che Emiliano ha avuto su Pudente, il quale ha preso parte a
deplorevoli abitudini e ha trascurato studi. Verbo graecisso da latinità arcaica = parlare il greco
= imitare i greci. Vivere alla greca = graecor. Con Catone il censore la diffusione cultura e usi
greci visto come negatività che potesse contaminare e distruggere tradizionale purezza del mos
maiorum. Catone mise in guardia il figlio Marco alle cure dei medici greci. In Plauto compare per
5 volte il verbo pergraecor = vivere alla greca = darsi ai vizi, all’ozio, al vino, trascurando doveri
del cittadino romano. Verbo come testimone di fase di contatto e assimilazione che diede
origine a scontri ideologici, fra due modelli culturali e antropologici diversi. Verbo in Apuleio = il
parlare greco, abilità di cui l'autore depreca la perdita nel giovane figliastro, il quale senza
conoscenza del greco (e del latino) si è imbarbito.
VIR - PUER - HOMO
Quando Pudente era puer e indirizzato da madre e padre si comportava decorosamente ma
quando iniziò iniziò essere condizionato dallo zio iniziò a bere, frequentare giovinastri, donne di
malaffare e si appassionó ai ludi gladiatorii. Giovane ha vanificato sua educazione e ora lo zio lo
rende alla madre vir.
Puer = ragazzo da 7 anni fino 17 -> toga virilis. Prima infantia (chi non parla bene) e poi
adulescentia dai 18 ai 30. Iuvenis fino 40. Poi si diveniva vir.
Liberi = bambini, figli in rapporto ai genitori.
Puer anche x indicare schiavo, garzone, valletto.
Puella = ragazzina, ragazza con sfumatura affettiva. Matrimonio rendeva matrona.
Vir = uomo maturo, con qualità morali virili ma anche marito (moglie = uxor). Vir e derivati
possono avere anche senso distributivo.
Antichi rilevavano legame vir con virtus (valore, merito, coraggio, valore), rimarca attività e
qualità. Differenza homo e vir nelle Tusc di Cicerone = homo = essere umano senza distinzione
di sesso. DIES
Dies = giorno, spazio di una giornata. Plurale solo al maschile = dies nefasti, fasti.
Anche singolare maschile = Diespiter = Dio della luce = iuppiter e in postridie, meridie, cottidie.
Femminile x influenza di nox (coppia antitetica) e di lux con altri sostantivi della 5 declinazione,
tutti femm. Nominativo fonetico = divus -> nudius tertius = 3 gg che, 3 gg fa.
giorno luminoso in opposizione a nox, nell'uso poetico anche come cielo. Dies è giorno
Dies =
di 24h da mezzanotte a mezzanotte. Da dies -> dialis glossato come cottidianus ma anche
aequidialis, novendialis, meridialis, diarium; diurnus modellato come nocturnus. Dies come 2
termine in avv di tempo formati da agg al locativo con ablativo die. Femminile di dies x data,
giorno fissato, stabilito. PAUPERTAS - MISERIA - EGESTAS
Cap 18 ricorre parola e concetto di paupertas e schiavo Tallo, descritto come povero infelice,
disgraziato effetto da epilessia è miser con morbo comiziale (se partecipante dei comizi colto da
attacco si scoglieva e annullata assemblea). Miser anche all’accusatore che compie il male con
consapevolezza. Miser = misero nella sfera morale ed emotiva = infelice, sventurato; miseria =
infelicità, sventura. modesta, non manca il
Paupertas = condizione economica non agiata ma neanche povera,
necessario anche se ristrettezza di mezzi.
Mancanza dell’essenziale = verbo egeo = sentire la mancanza di qualcosa = situazione di
bisogno. Cosa che manca espressa in abl o genit. Opus = bisogno. Egens = povero, bisognoso.
NIHIL
Nihil = nulla -> ne + hilum = un briciolo, un pelo. Flocci, nauci = non stimare qualcuno x niente.
nihilum, nihil, nihilo…
Ad hilum si accompagna negazione ->
Non si usa nelle finali e completive volitive di senso negativo come non si usano nemo,
nusquam… negazione espressa da congiunzione ne → affinché nessuno = ne quis; affinché
niente = ne quid; affinché mai = ne umquam. Consecutive negative con ut (ut nemo, ut nullus)
Nihil -> nichilismo = dottrina di un gruppo di rivoluzionari europei, in Russia, 2 metà 19 secolo.
SALUS - VALETUDO - AEGRITUDO = essere in forze → saluto
Salute = valetudo = buona salute/cattivo stato di salute, dal vb valeo
vale = sta bene. Aggettivo = bona, commoda, integra, infima, aegra; propter valetudinem =
cattiva salute. Valetudo mentis = disordine mentale.
Condizione del malato = aeger = malattia e indisposizione, insistendo su idea di sofferenza
fisica e mentale derivante da malattia. Aegrum = pena, sofferenza.
Aegritudo = condizione di chi è sofferente, il malessere, infermità e travaglio interiore, tristezza,
dispiacere, inquietudine… aeger amore=sofferente x amore, aeger curis=tormentato da affanni.
→ aegrotatio = stato di malattia.
Aegrotus = malato, da vb aegroto