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VIE URINARIE
Si tratta del trasporto dell’urina dalle papille renali, dove si trovano i calici minori, attraverso i tubuli
collettori; questo sistema viene detto “pelvi renale”, il quale manda ramificazioni verso le piramidi,
calici maggiori, e le papille. La pelvi renale può essere, in condizioni normali, ampollare, cioè tozza
e grossa, oppure dendritica, con prolungamenti che sembrano rami di un albero. L’altezza della
pelvi renale è al massimo 2.5-3 cm; è rivestita internamente da un epitelio di transizione come tutte
le vie urinarie, poi attorno però presenta delle cellule muscolari lisce che generano onde di
contrazione, dette peristaltiche, per far fluire l’urina nella vescica. Si trovano anche delle cellule
pacemaker, come quelle del cuore, che generano e trasmettono l’attività. Dalla pelvi l’urina passa
attraverso due canali, gli ureteri, lunghi da 24 a 30 cm a seconda dell’altezza dell’individuo;
l’uretere di destra è più corto poiché il rene di destra è più in basso. Gli ureteri prima scendono
dietro il peritoneo lungo la parete addominale posteriore poi scavalcano i vasi iliaci, a livello
dell’articolazione sacro-iliaca, entrano nella vescica a livello della pelvi renale e finiscono alla sua
base. Quando la vescica non contiene urina, la mucosa è ripiegata su se stessa, mentre quando
la contiene, si distende; la parete muscolare è formata in parte da fascetti muscolari con
orientamento longitudinale e circolare. L’epiteli di transizione presenta tutte le cellule disposte
aderenti alla lamina basale, quindi si tratta di un unico strato; qui vicino ci sono le cellule basali, più
piccole e cubiche, da cui nascono nuovi elementi. Le cellule intermedie sono dette “a clava”,
mentre le cellule più superficiali sono più larghe e sono dette “a ombrello”; questa organizzazione
si mantiene per tutte le vie urinarie. Il numero di strati è importante perché può aumentare nelle
lesioni precancerose, frequenti ma non troppo invasive.
L’uretere, a livello della parete addominale posteriore, si incrocia con i vasi gonadici, mentre a
livello della pelvi renale nell’uomo si incrocia con i dotti deferenti mentre nella donna si incrocia con
le arterie uterine, quelle che vanno all’utero; quando si asporta l’utero, si possono determinare
danni agli ureteri e così alla minzione. Gli ureteri hanno diametro variabile, infatti nei punti più ampi
è largo 5 mm ma si creano anche dei restringimenti con diametro di 2-4 mm, ad esempio dove
scavalcano i vasi iliaci, nel passaggio pelvi-uretere e quando entra nella vescica. Un calcolo può
andare ad ostruire l’uretere.
La vescica è un organo cavo che immagazzina urina, la quale viene eliminata con la minzione,
attraverso un atto volontario; è in grado di contenere fino a 500 ml di urina ma attorno ai 300 ml
insorge già lo stimolo. In alcune patologie la vescica contiene fino a 1-2 litri di urina creando
dolore. La vescica presenta una forma variabile, piena è ovoidale, mentre vuota appare
schiacciata. La parte inferiore, detta base, si continua con l collo e con l’uretra. La vescica
anteriormente è in rapporto con l’osso del pube, quindi eventuali traumi al bacino possono
provocare lesioni alla vescica; superiormente si trova l’intestino e, nella donna, c’è il corpo
dell’utero, importante per la gravidanza, dove questa vicinanza comporta uno stimolo alla minzione
più frequente. Posteriormente alla vescica c’è l’utero, nella donna, o il retto, nell’uomo; inoltre
nell’uomo, sopra e sotto, ci sono le vescichette seminali e i dotti deferenti; inferiormente nella
donna c’è la parete muscolare del perineo mentre nell’uomo c’è la prostata.
L’uretra maschile è lunga 16 cm, molto estesa, questo comporta rare infezioni, a differenza
dell’uretra femminile che è lunga 3-4 cm, molto più corta, comportando cistiti frequenti. Sotto la
vescica e attorno all’uretra nell’uomo c’è la prostata, la quale tenderà a restringere l’uretra con gli
anni, colpendo il 75% degli anziani. Posteriormente all’uretra femminile c’è la vagina, ossia
un’interruzione del pavimento pelvico che sostiene la pelvi, il quale presenta una tendenza a
cedere dopo molti parti determinando un’incontinenza urinaria. Si possono creare canali anomali
tra vagina e uretra o tra vagina e vescica, detti fistole. Alla base della vescica si trova il trigono
vescicale formato dai due ureteri e dall’uretra; dagli ureteri l’urina può solo entrare poiché la
pressione della parete della vescica tiene chiusi gli ureteri, i quali entrano a becco di flauto, cioè
obliqui,nella vescica. L’unica parte liscia della vescica è quella del trigono, il quale nell’uomo si
trova subito sopra la prostata, quindi quando si alza con la prostata si forma un fondo della
vescica, l’urina ristagna e si vengono così a creare dei calcoli.
L’uretra femminile fa parte solo dell’apparato urinario, lungo in media 3.7 cm, davanti alla vagina,
sbocca all’esterno con della muscolatura liscia e striata, la quale costituisce lo sfintere striato
dell’uretra; si identifica un anello attorno al collo della vescica e vicino all’uretra, il quale si rilascia
durante la minzione. Si trova una piega della mucosa posteriore che va a costituire la cresta
uretrale.
APPARATO GENITALE MASCHILE
L’apparato genitale maschile è costituito dalla gonadi, le quali si trovano nella borsa scrotale e da
canali efferentes che iniziano con l’epididimo e continuano con il dotto deferente che rientra
nell’addome attraverso il canale inguinale. Il dotto deferente si trova ai lati della vescica,
posteriormente, si dilata nella cosiddetta ampolla del dotto deferente e si unisce poi con il dotto
della vescichetta seminale, andando a formare il dotto eiaculatore, il quale entra nella prostata e
sbocca nell’uretra a livello della cresta uretrale. Questo sistema è bilaterale, pari e simmetrico. Il
testicolo produce spermatozoi e gran parte del liquido,anche grazie alle ghiandole annesse,
vescichette seminali, all’apparato maschile, alla prostata e alle ghiandole bulbo-uretrali; queste
ultime, una per lato presentano il dotto che sbocca in una parte dell’uretra detta bulbare o
spongiosa. L’organo della copula è il pene, al cui interno scorre l’uretra peniena, detta così in
questo tratto. Le borse scrotali sono delle pieghe cutanee l’equivalente delle grandi labbra,
separate da un setto in un compartimento destro e uno sinistro.
Il testicolo e il peduncolo vascolare sono avvolti da fasci muscolari lisci e striati; il testicolo origina
nella cavità addominale e poi attraversa il canale inguinale e va nella borsa scrotale; la
temperatura dei testicoli è minore di quella del corpo poiché questa condizione favorisce la
spermatogenesi. La muscolatura striata nello scroto può contrarsi, negli animali i testicoli
addirittura tornano dentro il corpo; la cute dello scroto è uguale alle altre. I testicoli sono due organi
di 4.5 cm di altezza, avvolti da una tonaca albuginea, bianca, di connettivo molto resistente poiché
deve proteggere e mantenere il contenuto del testicolo all’interno; se si incide la tonaca, il testicolo
fuoriesce. Attorno si trova la tonaca vaginale, cioè il peritoneo dell’addome, portato dal testicolo
alla borsa scrotale, permettendo così una comunicazione tra la borsa e la cavità addominale; il
liquido peritoneale può finire qui, creando il caso di idrocele negli adulti, la comune acqua nei
testicoli. Il testicolo è vascolarizzato da arterie che arrivano dalla cavità addominale, prendendo
origine dall’aorta addominale; il peduncolo vascolare, se il testicolo ha torsioni, può diventare
strozzato e in 5-6 ore le cellule del testicolo muoiono, compromettendo la fertilità dell’ individuo. Si
trovano vasi venosi che creano il plesso pampiniforme, una rete di vene; la parete dei vasi può
cedere facendo ristagnare il sangue, creando così delle varici e in seguito varicocele, molto
frequente. La tonaca albuginea manda delle lamine verso l’interno, verso il margine posteriore:
dove convergono le lamine si dice mediastino e gli spazi tra le lamine si dicono logge testicolari o
lobuli; ognuno di questi lobuli contiene da 1 a 4 tubuli seminiferi, i quali producono spermatozoi a
partire dalla pubertà e quando arrivano a livello del mediastino formano la rete anastomotica, rete
testis, da cui partono 12-23 ductuli efferentes, i quali vanno nell’epididimo dove gli spermatozoi
prendono motilità, passano nell’uretra ed escono fuori.
I tubuli seminiferi sono lunghi fino a 150 cm, con un diametro di 300 µm, in numero di 200-800
per testicolo; al loro interno avviene la spermatogenesi, dove le cellule spermatogeniche
incontrano la mitosi e diventano spermatogoni, i quali a loro volta si trasformano in spermatociti;
questi ultimi con la meiosi diventano spermatidi, i quali con la spermiogenesi diventano
spermatozoi. Gli spermatogoni di tipo A possono tornare indietro, continuando a dividersi per
future spermatogenesi, oppure diventare di tipo B; questi ultimi attraverso la mitosi diventano
spermatociti primari, i quali diventeranno secondari attraverso la meiosi; gli spermatociti secondari
diventano spermatidi attraverso la meiosi. Gli spermatidi sono piccole cellule rotonde vicino
all’interno del canale. Dentro ad anfratti sulla membrana ci sono cellule che vanno verso l’interno,
maturano e creano spermatozoi. Tra i tubuli seminiferi ci sono delle cellule (25-30 µm) che
producono soprattutto testosterone, dette cellule di Leydig, le quali hanno un ricco reticolo
endoplasmatico liscio, un apparato del Golgi e tanti mitocondri poiché producono derivati del
colesterolo e cristalli di Reinke, formati da accumuli di testosterone. Queste cellule producono
anche altri ormoni sessuali maschili, dietro il rilascio di ormoni da parte dell’ipofisi. In condizioni
normali il testosterone entra nel circolo sanguigno; l’ipotalamo possiede un sistema per il controllo
della concentrazione di testosterone nel sangue: se è troppo bassa l’ipotalamo rilascia
gonadotropine, le quali vanno a stimolare l’ipofisi che a sua volta stimola le cellule di Leydig; se
invece la concentrazione è sufficiente si ha un blocco di questo sistema e si avrà quindi meno
testosterone rilasciato. Si tratta di un sistema a feedback negativo, dove la concentrazione del
prodotto finale regola il sistema. Questo sistema è motivo di problemi per i culturisti i quali si
dopano con sostanze simili al testosterone, bloccando cos&igra