vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LE VERTEBRE
Al centro di ogni vertebra c’è il foro vertebrale e sovrapponendo più vertebre si ottiene si ottiene il
canale vertebrale dove passa il midollo spinale. Anteriormente si trova un cilindro detto corpo
vertebrale che varia nei vari livelli, da qui si crea poi una regione latero-posteriore che si dice arco
vertebrale la quale presenta due strutture dette peduncoli con cui l’arco si inserisce sul corpo. I
peduncoli sono sul centro della faccia posteriore o verso l’alto del corpo, ma mai a livello inferiore;
al di sotto si crea un’incisura intervertebrale che delimita un foro quando si hanno più vertebre
sovrapposte. Il midollo spinale comunica con la periferia attraverso questi fori, infatti i nervi spinali
raggiungono così la periferia e viceversa. La parte posteriore della vertebra prende il nome di
massa apofisaria; ci sono poi due processi trasversi, uno per lato e quattro processi articolari, due
davanti e due dietro che articola una vertebra con l’altra oppure si articolano con le coste o altre
strutture formando il tratto toracico. La parte posteriore è formata da due lamine ossee che i
fondono e creano un processo impari detto processo spinoso.
La colonna cervicale (da C1 a C7) presenta le prime due vertebre con i nomi di atlante e
epistrofeo; l’atlante prende il nome dal mito di Atlante, condannato da Zeus a sorreggere la volta
del cielo, come quest’osso sorregge la testa. Il corpo di queste vertebre è un cilindro ma sulla sua
superficie superiore ci sono delle creste laterali, dette uncini, tutto intorno rendendo più profonda la
superficie superiore. A livello del processo trasverso si trova il foro trasversario che è punto di
passaggio di vena e arteria vertebrale; posteriormente il processo spinoso si dice bifido poiché è
sdoppiato sull’estremità posteriore. L’atlante presenta il foro trasversario e l’arco vertebrale
posteriore ma gli manca il corpo vertebrale, al cui posto presenta un arco anteriore. Ci sono delle
faccette articolari sulla faccia superiore, dette anche cavità glenoidee, pianeggianti, creano
un’articolazione con i condili occipitali che si inseriscono su queste faccette. L’epistrofeo ha una
struttura detta processo odontoideo o dente, sopra il corpo; questo dente è il corpo vertebrale
dell’atlante che si è fuso con l’epistrofeo e rappresenta l’articolazione per girare la testa. Si trova
poi un legamento trasverso che stabilizza atlante e epistrofeo, infatti tra i due non c’è il disco
intervertebrale, struttura fibro cartilaginea; se tutte le vertebre però non lo avessero non sarebbe
possibile il movimento. La settima vertebra cervicale prende il nome di vertebra prominente poiché
il processo spinoso è evidente e la fa assomigliare alle prime vertebre toraciche; a questo livello
non passa più l’arteria ma solo più la vena.
Le vertebre toraciche sono 12, robuste e partecipano alla formazione della gabbia toracica,
hanno un canale vertebrale più ridotto, non c’è più il foro trasversario ma ci sono superfici articolari
a livello del corpo e del processo trasverso. Posteriormente, la testa della costa si articola con il
corpo vertebrale mentre il tubercolo costale si articola con il processo trasverso della vertebra, per
entrambi i lati e per tutte le vertebre toraciche. Se si osserva il corpo delle prime nove vertebre
toraciche si nota che hanno due emifaccette, cioè una faccetta non completa, una superiore e una
inferiore per ogni vertebra; le coste dalla due alla dieci si articolano con l’emifaccetta superiore
della vertebra di pari numero e con quella inferiore della vertebra sovrastante. Si identifica una
faccetta sulle vertebre toraciche dalla 1 alla 10 sul processo trasverso per il tubercolo delle coste.
La vertebra toracica numero 12 è robusta e assomiglia alle lombari, ha dei tubercoli che la
avvicinano alle lombari, non ha la faccetta costale trasversaria.
Le vertebre lombari sono robuste e con un corpo grande, hanno peduncoli robusti mentre i
processi spinosi sono tozzi e brevi. Il processo trasverso si dice processo costiforme in quanto è
una fusione tra un abbozzo di una costa con un processo trasverso della vertebra. L’osso sacro è
la fusione di 5 vertebre, la quale avviene a livello dei corpi e delle masse apofisarie, ma non si
fondono peduncoli e lamine. Presenta una forma slargata verso l’alto e si dice base ma poi man
mano si riduce e la parte più in basso prende il nome di apice. Lateralmente l’osso sacro si articola
con le ossa della pelvi creando il bacino con l’unione di tutte le ossa coxali. La faccia anteriore o
pelvica è liscia, un po’ concava e si vedono ancora i punti di confine tra i vari corpi; ci sono poi dei
fori sacrali anteriori tramite cui passano i rami anteriori del nervo spinale. Si notano delle
espansioni laterali dette “ali del sacro”. La faccia posteriore è rugosa, ha una cresta sacrale media
che deriva dalla fusione dei processi spinosi; ci sono poi dei fori sacrali posteriori per il passaggio
dei rami del nervo spinale posteriore. La cresta del sacro nella porzione più distale è aperta e
prende il nome di “iato sacrale”, a forma di V rovesciata e rappresenta l’apertura inferiore del
canale sacrale. Si identificano due processi ossei con cui il sacro si articola con il coccige e
vengono chiamati corna o corni del sacro, nome uguale di corna o corni prendono i processi del
coccige. Ci sono delle creste pari sul sacro e sono la cresta sacrale intermedia e rappresenta una
fusione tra le masse apofisarie e le creste sacrali laterali che sono una fusione di tubercoli. Ci sono
poi due faccette articolari per l’ultima vertebra lombare. L’osso sacro è particolarmente curvo,
come anche il coccige; l’angolo tra l’asse della quinta vertebra lombare (L5) e quello del sacro vale
140° e prende il nome di promontorio. L’angolo tra il piano del sacro e quello orizzontale è invece
di 30°. Il coccige è formato da 3 a 5 vertebre molto semplificate rispetto alle altre, infatti l’ultima è
soltanto un blocchetto, sono fuse tra loro e si articolano con una sinostosi con le ossa del sacro
negli uomini, questo avviene più raramente nelle donne. Posteriormente ci sono le due corna del
coccige, punto di articolazione con il sacro.
Il movimento della colonna è rappresentato dalla somma di tanti piccoli movimenti tra due vertebre.
I legamenti della colonna si dividono in lunghi, i quali corrono lungo tutta la colonna, e in brevi,
singoli segmenti della colonna che si trovano tra una vertebra e l’altra.
I legamenti lunghi: il longitudinale anteriore corre sulla faccia anteriore dei corpi vertebrali; il
longitudinale posteriore, invece, si trova sulla faccia posteriore e va dal segmento più alto fino al
sacro; il legamento sopraspinoso corre lungo l’apice dei processi spinosi, a livello cervicale arriva
fino alla settima vertebra cervicale (C7) e si allunga formando una grossa lamina fino all’occipitale
prendendo il nome di legamento nucale.
I legamenti brevi: legamento interlaminare, unisce due archi intervertebrali vicini e prende il nome
di legamento giallo poiché ricco di fibre elastiche; legamento intertrasversario, tra due processi
trasversari vicini; legamento interspinoso, tra un processo spinoso e l’altro.
I legamenti tra l’osso sacro e il coccige si dicono sacro coccigei, sono tutti pari, sono tre: uno
anteriore, uno posteriore e uno laterale. Il legamento anteriore è teso tra le due facce anteriori
mentre il posteriore è sulla linea mediana e chiude lo iato sacrale.
ARTICOLAZIONI DELLA COLONNA
Tra atlante e occipitale: l’occipitale presenta due condili mentre l’atlante ha due cavità glenoidee,
insieme formano una condiloartrosi, cioè il movimento di sì con la testa; vi sono delle membrane
che rinforzano questa articolazione, la membrana atlooccipitale anteriore e posteriore. La
membrana anteriore è tesa tra l’arco anteriore dell’atlante e il contorno anteriore del forame
magno, mentre la membrana posteriore è tesa tra l’arco posteriore dell’atlante e il contorno
posteriore del forame.
Tra l’atlante e l’epistrofeo: si crea un ginglimo laterale che permette di fare no con la testa; il dente
dell’epistrofeo prende contatto con l’arco anteriore dell’atlante, il quale qui presenta due fossette
apposite. Questa struttura è stabilizzata dal legamento trasverso dell’atlante che ancora e fissa il
dente all’arco; si tratta di un nastro fibroso teso con due espansioni, una verso l’alto, verso
l’occipitale, e una verso il basso, verso il corpo dell’epistrofeo. La struttura che si viene a creare
ricorda la forma di una croce e si da così il nome di legamento crociato.
Tra osso occipitale e epistrofeo: prendono il nome di occipito assiali, formano una membrana
tectoria, tra la faccia posteriore del dente e l’occipitale.
Il complesso articolare cranio vertebrale, formato da cranio, atlante e epistrofeo, permette diversi
movimenti: flesso estensione sull’asse trasversale, cioè fare sì; movimento di rotazione della testa
lungo l’asse verticale (articolazione atlante – epistrofeo); movimento di inclinazione laterale attorno
all’asse sagittale.
Esistono delle articolazioni intersomatiche, a livello dei corpi vertebrali i quali hanno dischi
intervertebrali tra uno e l’altro, tranne tra atlante e epistrofeo; queste articolazioni iniziano con
quella tra la seconda e la terza vertebra cervicale e finiscono tra la quinta vertebra lombare e la
prima del sacro. Nel complesso sono 23 dischi impari e mediani, fibrocartilaginei che formano
quindi una sinfisi, sono più o meno alti, a seconda di dove si trovano. Le articolazioni, prive di nervi
e vasi, tra le cervicali sono di 3 mm in media ma man mano che si scende sono più spessi, fino ai
lombari che sono 7 mm; l’altezza è vincolata da questi dischi, formati per l’80-90% di acqua, che
rappresentano il 20-30% dell’altezza di una persona; la sera questi dischi sono più schiacciati e
una persona risulta più bassa del mattino. Nell’anziano c’è meno acqua e quindi si riduce l’altezza.
In sezione il disco ha una porzione più resistente detta anello fibroso, formato da tessuto
fibrocartilagineo denso, cioè fibre collagene disposte concentricamente; più centralmente c’è il
nucleo polposo formato da cartilagine fibrosa lassa, ricco di acqua, presenta meno fibre collagene
ed è come una bolla che ammortizza gli spostamenti. Esistono dei casi patologici dove il nucleo
distorce l’anello fino a romperlo, andando a schiacciare i nervi spinali e determinando l’ernia del
disco; può avvenir