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IPOFISI
Davanti all'ipofisi c'è il chiasma ottico, dietro ci sono i corpi mammillari, è conessa con
l'infundibulo che è un recesso del terzo ventricolo. Lateralmente abbiamo il ganglio di Gasser.
Poggia sulla base del cranio, precisamente sulla sella turcica formata dai due processi clinoidei
dello sfenoide. A lato c'è il solco carotideo che costituisce un imporante rapporto con l'ipofisi.
Anche nel vivente la sella turcica è visibile: immagine Rx, è un mezzo semplice per valutare
l'ingrandimento dell'ipofisi poichè si accompagna ad un ingrandimento della fossa.
La dura madre encefalica è diversa da quella spinale perchè nella colonna vertebrale c'è un periostio
che riveste l'osso che si chiama endorachide, poi uno spazio epidurale. Nel caso dell'encefalo, la
dura madre durante lo sviluppo è separata dal periostio e si saldano tra di loro eccetto alcuni punti
scollabili. Se si toglie l'encefalo dalla scatola cranica, l'ipofisi si stacca perchè viene mantenuta in
sede dal diaframma della sella.
Immagine a destra della slide ingrandita: vediamo una
sezione della sella turcica con intorno alcune parti del
poligono di Willis (8). La dura madre è quello strato giallo
che riveste la fossa cranica anteriore, forma un diaframma
perforato per il passaggio del peduncolo poi si slamina,
tappezza la fossa ipofisaria. Se guardiamo la cavità del terzo
ventricolo vediamo che forma un recesso che è detto
sovraottico (5)e quello infundibolare (2) (che si trova
all'interno dell'infundibolo). Se osserviamo dal basso; notiamo che a lato
dell'ipofisi e del chiasma ottico c'è il seno
cavernoso che è uno dei seni venosi della dura
madre molto complesso nel quale tra una lacuna e
l'altra passano diverse formazioni. Notare sempre il
ganglio di Gasser a lato dell'ipofisi.
Sezione frontale: vediamo la
carotide interna due volte perchè
forma una curva, a lato il seno
cavernoso, e sotto il corpo delle
sfenoide scavato dal seno dello
sfenoide. Nel seno cavernoso
oltre alla carotide interna
passano i tre nervi oculomotori,
la branca oftalmica del
trigemino e più sotto al branca
mascellare (5 nervi).
Fra la base dell'encefalo e la volta della rinofaringe c'è uno spazio relativamente piccolo.
L'ipofisi si divide in parti diverse in base al rapporto con il
sistema venoso e al bottone di partenza.
L'adenoipofisi presenta un solco dove si posizione il
peduncolo della neuroipofisi che la connette all'infundibolo.
L'adenoipofisi presenta una fessura che si vede appena nei
preparati microscopici (è virtuale): originariamente è più
grande e si trova come una tasca nella componente di
adenoipofisi che arriva dal basso.
Una parte dell'adenoipofisi risale verso il peduncolo e viene
detto tubo...
Origine: per entrambe le parti dell'ipofisi è ectodermica però..
la neuroipofisi è di origine neuroectodermica: inizia come un diverticolo che scende, la
– cavità interna scompare all'interno della neuroipofisi e rimane solo il recesso infundibolare;
è una specie di propaggine dell'ipotalamo
l'adenoipofisi si sviluppa dalla volta del primitivo cavo orale, ha un segmento
– ectodermico e un pezzo endodermico e una membrana che poi verrà otturata che mette in
comunicazione l'adenoipofisi con il cavo orale. Dalla futura faringe si stacca verso l'alto un
diverticolo che si chiama tasca di Rathke che attraversa una zona del mesenchima che
successivamente diventerà osso. La tasca si avvicina alla neuroipofisi in formazione, si
peduncolizza e il peduncolo va incontro a morte cellulare (però in certi casi possono
rimanere dei residui sottoforma di isolotti contenenti cellule indifferenziate). Sotto vediamo
l'abbozzo del mesenchima che si sta ossificando per dar luogo alla fossa ipofisaria dello
sfenoide. ADENOIPOFISI
Nel lobo anteriore troviamo molte cellule (6+1 popolazioni
cellulari). Produce 7 ormoni, alcuni di questi hanno un effetto
diretto alla periferia mentre altri agiscono su altre ghiandole
endocrine controllandone l'attività.
Sezione di adenoipofisi: con tecniche comuni apprezziamo
cellule di dimensioni diverse ma non è possibile distinguere
delle popolazione cellulari particolari. Se usiamo delle tecniche
più complesse come l'immunoistochimica iniziamo ad
individuare le popolazioni.
Però in situazioni patologiche una popolazione può iniziare a
produrre non il suo ormone ma un altro e risultare colorata
come un'altra popolazione. Al TEM notiamo che queste
popolazioni hanno
un'elettrodensità
diversa. Le popolazioni non sono distribuite in modo
omogeneo all'interno dell'adenoipofisi.
L'adenoipofisi ha uno schema di circolazione diverso: a
livello dell'infundibolo ci sono delle arterie che arrivano, si
capillarizzano e ricevono delle terminazioni dei neuroni
situati nei nuclei tuberali e che producono i Releasing
Hormones che controllano nell'adenoipofisi l'attività delle
cellule.
I capillari confluiscono in una vena che si capilarizza di
nuovo e quindi è una vena porta dato che è situata tra due
sistemi capillari, da qui esce una normale vena che fa defluire il sangue.
NEUROIPOFISI
Produce l'ossitocina e la vasopressina. Ha una struttura al
microscopio ottico che ricorda molto la sostanza bianca del sistema
nervoso; si percepisce una fascicolazione. Al microscopio
elettronico vediamo molti assoni, capillari abbondanti e poi delle
cellule della glia detti pituiciti simili agli astrociti con funzione
complessa d'intervento nell'emissione degli ormoni.
Poi notiamo delle terminazioni assoniche che non sono
assolutamente sinapsi, ma sono vescicole più grosse
contenenti un neurosecreto prodotto in quei nuclei del
ipotalamo sopraottico e paraventricolare. Quindi la
produzione dell'ossitocina e la vasopressina non avviene
nella neuroipofisi: questa è solo il luogo di rilascio.
La circolazione è normale: abbiamo delle arterie ipofisiarie
che entrano nella neuroipofisi, si capilarizzano ed escono
come vene che confluiscono nella giugulare interna.
Il neurone ipotalamico che produce gli ormoni li riversa
direttamente nella rete capillare nella neuroipofisi.
EPIFISI
E' una ghiandole endocrina che nei mammiferi è
ancora poco conosciuta; si tratta di un organo
ancestrale che nella scala evolutiva si è molto
ridotto ha cambiato in parte funzione.
E' detta anche ghiandola pineale ed è situata tra lo
splenio del corpo calloso e la lamina quadrigemina.
Nei mammiferi la sensibilità agli stimoli luminosi
non avviene direttamente a livello dell'epifisi; i
pinealociti producono melatonina in risposta.
Luce---> stimola l'occhio--->nervo ottico--->epifisi
attraverso il ganglio cervicale superiore.
La melatonina ha una funzione che interviene sui
bioritmi, sulle gonadi.
TIROIDE
E' un organo del collo che da il nome alla cartilagine della laringe
con cui entra in rapporto. E' una ghiandola endocrina di origine
branchiale: le 4 tasche branchiali compaiono nell'embrione
umano, nel feto si trasformano e in altri animali hanno una
funzione respiratoria.
Scende dal foro cieco della lingua che rimane come residuo
all'apice della V linguale, si divide in due lobi e in certi casi
rimane un terzo lobo (piramidale) come residuo.
La tiroide deriva quindi dal dotto tireoglosso.
Il corno superiore è più sviluppato ed entra in rapporto con la
cartilagine e il corno inferiore rimane più piccolo. Abbiamo poi
due paratiroidi superiori e due paratiroidi inferiori.
La superficie è molto lobulata, la struttura infatti è rivestita da
una capsula sottile che manda dei setti in profondità.
In una certa percentuale di casi ( meno dell'1%) si vede un lobo
accessorio oltre al destro e al sinistro detto lobo piramidale: può essere più o meno lungo ed è
sempre spostato a sinistra.
I rapporti: nell'immagine a destra vediamo sezioni a livello
diverso.
E' un organo del collo che può spingersi in rapporto posteriormente
fino alla vertebre toraciche. La faccia concava della tiroide
abbraccia il tubo laringotracheale e il margine posteriore,
sopratutto a sinistra entra in rapporto con l'esofago. A lato c'è il
fascio vasculonervoso del collo con la carotide comune, il vago e la
giugulare interna.
Le fasce cervicali: abbiamo visto che sono tre: la superficiale, la
media e la profonda.
Quella media si sdoppia ad avvolgere i muscoli sottoioidei e dà una
dipendenza che avvolge gli organi viscerali del collo dando luogo
appunto alla loggia viscerale del collo: trachea, esofago, fascio
vasculonervoso.... Tra la capsula tiroidea e la tiroide c'è uno
spazio quasi virtuale contenente vasi: è uno
spazio pericoloso dato che qui la pressione
arteriosa è molto bassa o addirittura
negativa, quindi se si lede c'è rischio di
risucchio d'aria.
La tiroide non ha un ilo: sono due le arterie
che portano sangue alla tiroide:
arteria tireoidea inferiore dal tronco
– tireocervicale della succlavia
arteria tireoidea superiore che arriva
– dalla carotide esterna
si ramificano in superficie.
Sezione di tiroide: le unità morfofunzionali sono i follicoli; ogni follicolo ha una parete formata da
un epitelio e da due popolazioni cellulari:
tireociti propriamente: tireoglobulina
– le cellule C: calcitonina
–
Una membrana basale avvolge il follicolo e, all'interno di questo, troviamo la colloide. Il diametro
varia a seconda dello stato funzionale, ma anche in base al livello in cui è stata fatta la sezione.
Tutti i tireociti propriamente detti toccano la
membrana basale; all'interno della cellula
troviamo un Rer abbondante e dei ribosomi
liberi; un Golgi dalla cui periferia si staccano
delle vescicole che contengono la
tireoglobulina. Troviamo dei microvilli in
superficie che diventano più lunghi quando la
cellula è in fase di iperattività e riportano
all'interno delle vesicole con la tireoglobulina
destinati ai lisosomi che spezzano la
tireoglobulina iodata dando T3 e T4: formano
quasi dei pseudopodi nei confronti della
tireoglobulina.
Sono molto più abbondanti delle cellule
parafollicolari o cellule C che producono calcitonina che fanno parte del sistema di omeostasi del
Ca nel sangue. La calcitonina provoca un abbassamento della calcemia nel sangue. Sono cellule
situate vic