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LA BOCCA
Presenta due porzioni, una detta vestibolo e una cavo orale; il vestibolo è rappresentato dallo
spazio tra labbra, guance e arcate gengivo-dentarie, al cui interno si trova il cavo orale, poiché le
arcate sono il confine tra i due. La plica di membrana si dice frenulo labiale e nell’uomo se ne
hanno uno superiore e uno inferiore; questi due impediscono eccessivi movimenti delle labbra. La
cavità orale è formata da una mucosa, un epitelio squamoso stratificato poiché deve resistere a
attriti notevoli, tonaca muscosa e muscolare, caratterizzata da muscoli scheletrici di guance e
bocca. Vi sono due tipi di mucosa: la mucosa alveolare, più scura e si trova a livello inferiore,
attorno agli alveoli; mucosa gengivale, più chiara, circonda la parte superiore dell’alveolo fino al
colletto del dente. Si identifica una gengiva laterale e una mediale, più interna, una fissa, aderente
ad alveolo e denti, e una libera, posta superiormente; le papille gengivali si trovano invece tra i
singoli denti.
Presenta diverse funzioni: analisi del materiale da ingerire, elaborazione meccanica del cibo
attraverso i denti; lubrificazione con le ghiandole salivari; prima limitata digestione di carboidrati e
lipidi.
Le guance sono la parte più laterale del vestibolo e la sua mucosa si continua con quella delle
gengive e delle labbra, però presenta anche una componente adiposa formata da connettivo
sottocutaneo.
Le labbra sono delle pieghe cutanee e mucose; sopra il labbro superiore si vede una fossetta
detta filtro, mentre al di sotto del labbro inferiore si ha il solco mento-labiale. Il muscolo orbicolare
della bocca passa tutto intorno alle labbra, le quali presentano anche delle ghiandole salivari
minori.
I denti presentano una dentizione primaria o da latte tra il 6° mese e il 2°-3° anno di vita, sono 20
in totale, quindi sono 10 per ogni arcata e 5 per ogni emiarcata, formata da 2 incisivi, un canino e 2
molari; dai 7 ai 12-13 anni si ha la seconda dentizione, dove i denti decidui sono sostituiti dai
permanenti; i denti ora sono 32, 8 per ogni emiarcata, formata da 2 incisivi, un canino, 2 premolari
e 3 molari. La seconda dentizione si conclude con il 13° anno di età, ma il terzo molare viene
chiamato “dente del giudizio” e può svilupparsi tra i 18 e i 30 anni o mai. La corona del dente è la
porzione superiore visibile, la radice è ancorata alla mandibola o alla mascella attraverso una
gonfosi e il colletto si trova in mezzo a queste due strutture.
I molari possono avere 3-4 radici e le corone sono diverse; gli incisivi presentano una corona
assottigliata per il morso iniziale; i canini hanno una forma conica appuntita per lacerare; i
premolari e i molari presentano rilievi, cuspidi per triturare e schiacciare.
Il dente presenta uno strato di dentina, la quale occupa tutte e tre le parti che costituiscono il
dente; la dentina è simile all’osso e ha dei canalicoli radiali verso l’esterno; è rivestita dallo smalto,
di colore trasparente (il colore dei denti deriva dalla dentina quindi può variare dal bianco al giallo),
soltanto nella corona, di consistenza dura. Nella radice si ha il cemento piuttosto che lo smalto,
uguale all’osso, non è né vascolarizzato né innervato, si trova attorno alla dentina e gli osteoblasti
qui sono detti cementoblasti. La polpa dentale, innervata e vascolarizzata, si trova nella camera
polpare e si continua con il canale radicolare per ogni radice, uscendo dal forame apicale ed è il
cuore del dente.
Il legamento periodontale è formato da tessuto connettivo e fissa i denti agli alveoli.
Il palato duro è formato dalle articolazioni delle ossa mascellari e delle palatine e qui sono presenti
ghiandole salivari minori, dette palatine. Il palato molle, detto velo pendulo, presenta una concavità
posteriore, quindi è più convesso; formato da un componente mucosa, un epitelio pavimentoso
stratificato ed una lamina propria di tessuto connettivo. Centralmente si ha una porzione verso il
basso, detta ugola, da cui si originano due paia di archi, quello anteriore è detto palatoglosso
mentre quello posteriore è detto palatofaringeo; si ha infine la tonsilla palatina che delimita l’istmo
delle fauci.
La lingua è un organo muscolare rivestito da mucosa e si suddivide in una parte mobile, detta
corpo, e una ancorata, detta radice o base; le due porzioni sono separate dalla V linguale, solco
aperto anteriormente. Sulla faccia inferiore si ha il frenulo labiale; si identificano anche delle
tonsille linguali, organi linfoidi. La lingua ha diverse funzioni, in quanto elabora il cibo, favorisce la
deglutizione, secerne enzimi , tra cui la lipasi linguale, e mucine e permette l’articolazione dei
suoni; su questo organo vi sono dei recettori che permettono di identificare i gusti.
Legati alla lingua si hanno muscoli estrinseci, importanti per movimenti complessi, ma anche
intrinseci, per specifici movimenti, che non la muovono ma la modificano morfologicamente.
Le papille linguali si trovano sulla faccia superiore della lingua e possono essere: filiformi,
allungate; fogliate, poco presenti; fungiformi; circumvallate, circondate da un vallo, come la V
linguale. I calici gustativi, non presenti nelle filiformi, si trovano sulle papille e hanno dei recettori
gustativi per dolce, salato, amaro, acido e umami, gusto scoperto da alcuni anni, deriva dal
giapponese e significa saporito, rappresentando il gusto del dado da cucina.
Le ghiandole salivari maggiori producono saliva soltanto dietro uno stimolo, al contrario delle
minori, le quali producono continuamente saliva, senza alcuno stimolo e sono: ghiandola parotide,
ghiandola sottomandibolare e la ghiandola sottolinguale. La parotide si trova nello spazio
retromandibolare, si ha il dotto di Stenone che trapassa il muscolo buccinatore e si apre a livello
del secondo molare superiore. La fossa per la sottolinguale si trova sopra la linea miloioidea,
mentre la sottomandibolare si trova sotto questa linea. La ghiandola sottomandibolare presenta un
dotto mandibolare, o di Wharton, il quale si apre nella bocca; la sottolinguale invece presenta
diversi dotti. Il secreto della parotide è sieroso, quello della sottomandibolare è misto, mentre
quello della ghiandola sottolinguale è mucoso.
La saliva, prodotta nella quantità di 1-1.5 litri al giorno, è composta da più del 99% di acqua, ma
contiene comunque elettroliti e mucine, le quali rappresentano gli anticorpi ed è lubrificante. Ha
diverse funzioni poiché umidifica, scioglie, lubrifica e inizia la digestione dei carboidrati complessi
attraverso il processo di amilasi salivare.
LA FARINGE
Si tratta di un organo muscolo membranoso, in comune con l’apparato respiratorio; la porzione
della rinofaringe appartiene al respiratorio mentre l’orofaringe e la laringofaringe possono finire sia
nell’esofago sia nella laringe. Presenta una mucosa con epitelio squamoso stratificato, per quanto
riguarda orofaringe e laringofaringe.
La deglutizione è un movimento volontario coordinato da varie strutture e rappresenta la fase
orale, dove il cibo viene spinto nell’orofaringe; nella fase faringea il bolo passa gli archi e vengono
mandate informazioni al centro della deglutizione, il quale fa ripiegare l’epiglottide, chiudendo la
glottide. Nella fase esofagea, infine, il bolo passa nello stomaco; tutta questa operazione dura 9
secondi e si compiono 2400 deglutizioni al giorno.
L’ESOFAGO
Rappresenta la struttura tra la faringe e lo stomaco, posteriore alla trachea e anteriore alla colonna
vertebrale, posto tra C6 e T11; presenta un andamento con piccole curvature a livello del collo e
dove passa il diaframma. È in rapporto con l’arco aortico, prima anteriormente poi posteriormente;
trachea e bronco sinistro; diaframma per il foro esofageo e il cuore. Si identificano dei
restringimenti a livello dello sfintere esofageo superiore, a livello dell’incrocio con l’aorta e a livello
del diaframma. La giunzione faringo-esofagea presenta uno sfintere reale con fibre muscolari per
evitare che il materiale ritorni indietro; si ha poi un altro sfintere, detto cardias, di tipo funzionale e
non più reale, il quale però ha la stessa funzione di impedire il reflusso del cibo. L’ernia iatale è
rappresentata dalla risalita di parte dello stomaco attraverso il diaframma, punto di passaggio tra
cavità toracica ed addominale.
La cavità addominale è divisa in 9 quadranti con diversi nomi: partendo dall’alto verso il basso,
nella colonna centrale si ha la regione epigastrica, la regione mesogastrica e la regione
ipogastrica; vicino all’epigastrio si ha, a destra, la regione ipocondriaca destra e, a sinistra, la
regione ipocondriaca sinistra, la quale va a posizionarsi sotto la gabbia toracica. Accanto alla
regione mesogastrica si hanno il fianco destro e il fianco sinistro; accanto, invece, alla regione
ipogastrica si hanno la regione iliaca destra e la sinistra.
Il peritoneo, nella regione addominale, è l’insieme di due membrane sierose, sottili traslucide, che
rivestono la cavità addominale con una funzione simile a quella delle pleure. Il peritoneo riveste
una certa parte di organi nella cavità ma si tratta di due foglietti, uno viscerale, il quale ricopre la
superficie esterna degli organi addominali, e uno parietale che riveste le pareti della cavità
addomino-pelvica. Tra le due membrane si forma una cavità, detta peritoneale, dove si trova un
fluido sieroso che serve per ridurre l’attrito tra gli organi e permettere più scivolamenti; è chiusa
nell’uomo, mentre è aperta all’esterno nella donna per via di utero, vagina e tube. Si vengono a
creare dei punti con doppi foglietti, dove vengono appesi gli organi alla parete. Il mesentere è il
doppio strato di peritoneo che appende l’intestino alla parete addominale garantendo stabilità, ed è
un punto dove scorrono vasi e nervi per raggiungere i visceri. Il doppio strato che unisce due
organi si dice legamento; il peritoneo che stabilizza lo stomaco prende il nome di omento e può
essere grande o piccolo. L’omento piccolo stabilizza lo stomaco ed è una via d’accesso per i vasi
che possono entrare o uscire dal fegato; l’omento grande si estende tra la parete del corpo dello
stomaco fino all’intestino tenue.
Oltre a questi organi intraperitoneali, se ne possono avere anche retroperitoneali e sono: i reni, i
quali non sono rivestiti da peritoneo, e annesse ghiandole surrenali, l’aorta, la vena cava inferiore,
il pancreas, una parte dell’intestino tenue e ureteri.
LO STOMACO
È in continuazione superiore con l’esofago, qui il bolo si trasforma in chimo, è una porzione dilatata
del tubo digerente, sotto il diaframma, nell’ipocondrio sinistro e n