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LINFATICI PERIFERICI
I linfatici periferici sono costituiti da fibrocellule muscolari. L'azione di pompa (aspirante) del capillare linfatico consiste nella sua dilatazione temporanea che, riducendo la pressione al suo interno, agisce generando un vero e proprio "risucchio" dall'interstizio verso l'interno del capillare: la dilatazione si basa sull'ancoraggio del versante abluminale delle cellule endoteliali a fibre della matrice extracellulare (filamenti di ancoraggio).
Nei vasi di maggior calibro si distinguono tre strati:
- endotelio che poggia sulla membrana basale;
- diversi strati di muscolatura liscia mista a fibre collagene ed elastiche;
- uno strato esterno avventiziale, formato da fibroblasti e fibre connettivali.
I linfatici precollettor sono vasi linfatici di raccordo tra la sezione periferica assorbente e le vie di deflusso della linfa, in cui sono possibili reflussi o inversioni della corrente linfatica dal momento che posseggono valvole rare.
nonCONDUZIO muscolatura a spiralesufficienti. Presentano una .NE COLLETTORI si distinguono in SUPERFICIALI e PROFONDI a seconda che decorrano nello spessore del tessutoPRE E connettivo sottocutaneo o appartengano ai distretti viscerali, presentano valvole a coppie con formadue strati ecoidali interno edPOSTLINFOIDA semilunare e sono dotati di una muscolatura liscia che si organizza inesternoLI .LINFONODO agisce da camera di scambio di liquidi fra il sangue e la linfa in ragione delle rispettive pressioniidrostatiche e oncotiche.TRONCHI Es. Mesenterico, Colico, Succlavio ecc.LINFATICIDOTTI 1. DOTTO TORACICO, che origina dalla cisterna del chilo nell'addome, trasporta la linfa drenataLINFATICI dalla maggior parte delle regioni inferiori del corpo e dalla regione toracica sinistra, dall'arto superioresinistro, dalla parte sinistra del cuore e dalle metà sinistre di testa e collo (sbocca alla GIUNZIONEGIUGULOSUCCLAVIA DI SINISTRA)2. DOTTO LINFATICO DESTRO, che drena la
linfa proveniente dalla porzione destra del cuore, dall'arto superiore destro, dalle metà destre di testa e collo, dal diaframma, dal polmone destro e dalla maggior parte del polmone sinistro (sbocca alla GIUNZIONE GIUGULOSUCCLAVIA DI DESTRA). Il sistema linfatico è un sistema a bassa pressione, in cui la linfa scorre lentamente, ed i principali meccanismi per la sua progressione sono: - compressione esterna dei vasi linfatici come risultato della contrazione muscolare; - compressione esterna dei vasi linfatici causata dalla pulsazione arteriosa dei vasi che accompagnano i linfatici; - attività contrattile spontanea dei linfatici dotati di muscolatura nella loro parete; - atti respiratori; - variazioni della pressione interstiziale, che si ripercuote sulla pressione di formazione della linfa. STRUTTURA DEI VASI LINFATICI PROTEINE FIBROSE STRUTTURALI (per esempio formano l'impalcatura del tessuto collagene, elastina) fibronectina, PROTEINE ADESIVE (peresempiolaminina) Le catene dei GAG si attaccano a un nucleo centrale proteico, formando molecole più grandi, i PROTEOGLICANI, in cui la carica negativa dei GAG, generando forze (acido ialuronico, GLICOSAMINOGLICANI volume dell'interstizio di repulsione fra le molecole, determina il e la suaeparansolfato, condroitinsolfato, dermatansolfato, resistenza complessiva alle forze di compressione attira ioni positiviedcheratansolfato, eparina) generando la pressione osmotica interstiziale regolandone il livello di idratazione. F ORMAZIONE DELLA LINFADurante lo scorrimento del sangue nei capillari una quota di plasma viene filtrato nell'interstizio, di cui circa il 90% viene riassorbito dai capillari sanguigni mentre il fluido rimanente costituisce il FLUIDO INTERSTIZIALE, da cui si forma il FILTRATO PLASMATICO NETTO, che contiene sia liquidi che proteine di derivazione plasmatica e, durante il suo tragitto, si può arricchire di prodotti del catabolismo cellulare, di ormoni edi altre sostanze, mentre si impoverisce di nutrienti, attivamente utilizzati dalle cellule. A ciò si aggiunge il processo di ingresso nel (antigen presenting cells), capillare linfatico di cellule, in particolare LINFOCITI e APC destinati al linfonodo per svolgere funzioni immunologiche. ORGANI LINFOIDI ED EMOPOIETICI Sono organi che producono elementi figurati del sangue (eritrociti, piastrine e leucociti) e della linfa e comprendono il TIMO, il MIDOLLO (nell'adulto, il midollo osseo è il solo organo osseo in grado di produrre l'intera gamma di elementi figurati presenti in circolo), la MILZA, i LINFONODI ed il TESSUTO LINFOIDE ASSOCIATO ALLE MUCOSE (MALT). I LINFOCITI sono responsabili della specificità delle risposte immunitarie (circa 2x10 linfociti costituiscono il sistema immunitario di un individuo adulto), che si mettono in rapporto con una varietà di elementi "accessori" che comprendono, linea dei cellule epiteliali cellule della.monociti-macrofagi cellule capaci di presentare antigenie. midollo osseo (e del fegato fetale) Derivano da progenitori ematopoietici che maturano all'interno del differenziandosi in linfociti B. timo oppure che migrano nel dove danno origine ai linfociti T (ORGANI LINFOIDI PRIMARI O CENTRALI): la maturazione delle cellule B edelle cellule T (nel midollo osseo e nel timo) è caratterizzata da una serie di eventi paralleli, che consistono nel riarrangiamento dei geniche codificano per i recettori dell'antigene (Ig, recettori delle cellule T, TcR) e nell'espressione di questi recettori sulla superficiecellulare. Successivamente i linfociti maturi abbandonano gli organi centrali seguendo la via ematica o linfatica per migrare negli ORGANI LINFOIDI milza linfonodi MALT SECONDARI O PERIFERICI (, i e il ) dove svolgono le RISPOSTE IMMUNITARIE UMORALI (LINFOCITI B) e quelle CELLULO-MEDIATE (LINFOCITI T): precisamente i linfociti migrano dagli organi centrali in aree distinte.denominate ZONE B-DIPENDENTI e ZONE T-DIPENDENTI, e l'incontro con l'antigene dà inizio a fenomeni di proliferazione, attivazione e differenziamento cellulare che portano alla generazione di CELLULE EFFETTRICI e di CELLULE DELLA MEMORIA. Gli organi linfoidi periferici sono localizzati in posizioni strategiche, così da difendere le superfici esterne e interne del corpo (LINFONODI) o rispondere agli antigeni trasportati per via ematica (MILZA), il cui tipo di protezione viene definito con il termine di IMMUNITÀ SISTEMICA, al contrario di una linea di difesa funzionalmente distinta rappresentata dal TESSUTO LINFOIDE ASSOCIATO ALLE MUCOSE (MALT), costituito da aggregati di tessuto linfoide presenti nella lamina propria e nella tonaca sottomucosa del canale alimentare, delle vie respiratorie, urinarie e genitali: la dimensione di questi aggregati varia dai microscopici noduli linfoidi agli accumuli più voluminosi nelle tonsille, placche di Peyer, appendice.nelle e nell' .traffico e l'insediamento (homing)Il dei linfociti sono regolati dalla loro capacità di interagire con le cellule endoteliali, che hanno luogoprincipalmente a livello delle VENULE A ENDOTELIO ALTO (HEV), un particolare tipo di venule post-capillari che possono anche comparirein seguito alla produzione locale di citochine che attivano l'endotelio nel corso di processi infiammatori o malattie autoimmuni.T IMO È un organo linfoepiteliale localizzato nel mediastino anteriore e, per una piccola parte, nel collo: appare notevolmente sviluppato nel feto enei primi anni della vita postnatale mentre va incontro a involuzione dopo la pubertà, peraltro con un notevole grado di variabilità individuale.All'interno del timo si svolgono ATTIVI PROCESSI DI PROLIFERAZIONE LINFOCITARIA e le tappe della sequenza maturativa si svolgonosecondo un gradiente diretto dalla zona corticale a quella midollare dei lobuli in cui l'organo è suddiviso.fornendo il microambiente in cui progenitori linfoidi derivati dal fegato fetale e dal midollo osseo si sviluppano in linfociti T maturi: il loro sviluppo è favorito da interazioni cellula-cellula che hanno luogo fra i linfociti timici e le cellule non linfoidi e per l'effetto di diverse citochine solubili che si producono in seguito a queste interazioni (IL-1, IL-2, IL-6, IL-7). Studi di cinetica condotti nel topo hanno dimostrato che, al massimo dell'attività linfopoietica, il timo esporta soltanto una piccola quota del proprio patrimonio linfocitario e che la grande maggioranza dei timociti (>95%) muore all'interno dell'organo per apoptosi: dipende essenzialmente dal fatto che i recettori per l'antigene espressi dalle cellule T (TcR) riconoscono in modo inappropriato le molecole di selezione positiva complesso maggiore di istocompatibilità (MCH), e in ciò consiste il processo di selezione positiva, oppure che i TcR riconoscono peptidi di selezione negativa.negativa proprietà dell'organismo (self) e si arriva all'eliminazione di tali cellule autoreattive attraverso il processo di apoptosi.
FORMA POSIZIONE E RAPPORTI
Il timo è un organo impari e mediano che deriva dall'accostamento di due formazioni pari e simmetriche, i LOBI TIMICI, ed ha la forma di una piramide quadrangolare con la base inferiore che si porta nel mediastino e l'apice superiore che risale nel collo: l'apice risulta talvolta diviso in due prolungamenti conoidi, più o meno indipendenti, che prendono il nome di CORNI TIMICI.
La FACCIA ANTERIORE del timo ha rapporto nel collo, con la fascia cervicale media e con i muscoli sottoioidei; nel mediastino anteriore, con il manubrio e la parte superiore del corpo dello sterno, con i vasi toracici interni e con le estremità sternali dei primi 4-6 spazi intercostali, la fascia endotoracica, le inserzioni sternali dei muscoli sternotiroidei e trasversi del torace e, lateralmente, i seni pleurali.
costomediastinici ei margini anteriori dei polmoni.
La FACCIA POSTERIORE del timo ricopre, nel collo, la trachea, entrando in rapporto anche con le arterie carotidi comuni; all'altezza dell'apertura superiore del torace, questa faccia è attraversata dal tronco venoso brachiocefalico di sinistra che la separa dal tronco arterioso brachiocefalico e dall'arteria carotide comune sinistra. Nel mediastino, si trovano, dietro il timo, la vena cava superiore e il segmento ascendente dell'arco aortico e, con l'interposizione del pericardio, i tratti di origine dell'aorta e del tronco polmonare.
I MARGINI LATERALI del timo giungono nel collo in vicinanza delle vene giugulari interne; nel mediastino, sono in rapporto con la pleura mediastinica e i polmoni; a sinistra, tra pleura e timo decorrono il nervo frenico e i vasi pericardicofrenici.
Il timo non presenta mezzi di fissità sviluppati: la maggior aderenza dell'organo si riscontra posteriormente con
Il pericardio è in alto, a livello dei corni, con la ghiandola tiroide. Il foglietto posteriore della fascia cervicale media, nel discendere dal collo, si inserisce sulla parte superiore del pericardio.