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Il cuore è un vaso sanguigno modificato per la contrazione:
l’endocardio, il miocardio e l’epicardio corrispondono alle tre tuniche,
intima, media e avventizia, di un grosso vaso. Lo spessore cospicuo
della parete cardiaca è dovuto allo sviluppo del miocardio.
Nasce come aggregazione di cellule mesenchimali che formano
una struttura tubulare cava. Questo tubo inizia a modificarsi
costituendo quattro camere consecutive, dalla più caudale:
1. seno venoso, molto ampio negli Ittiopsidi, nei Tetrapodi tende
a ridursi fino ad essere inglobato nella parete dell’atrio;
2. atrio;
3. ventricolo;
4. cono o bulbo arterioso.
Un setto separa la cavità pericardica che contiene il cuore dalla
cavità celomatica, futura cavità peritoneale. Il tubo cardiaco
embrionale si allunga più velocemente di quanto non faccia la cavità
pericardica, pertanto si torce ad S, tenendo ferma l’estremità del
cono arterioso. Questa torsione posta le camere più caudali – seno
venoso e atrio – dorsalmente e cranialmente al ventricolo. Il cuore si
Sviluppo del cuore. 1, seno venoso; 2, completa con la formazione di valvole tra l’atrio e il ventricolo e nel
atrio; 3, ventricolo; 4, cono arterioso; 5, cono arterioso che impediscono il riflusso del sangue. La contrazione
dotti del Cuvier; 6, cavità pericardica; 7, delle camere avviene in successione (atrio, ventricolo, cono
cavità celomatica; 8, aorta ventrale; 9, arterioso); il seno venoso non si contrae.
setto. Ittiopsidi
La circolazione negli Ittiopsidi è semplice e completa. Il sangue
refluo viene spinto dal cuore nell’aorta ventrale e da qui alle
branchie.
La differenza principale tra il cuore dei Selaci e quello dei Teleostei
riguarda il cono arterioso, che nei Selaci è lungo e provvisto di
numerose valvole a tre lembi, mentre nei Teleostei è breve e con una
sola serie di valvole (è detto bulbo arterioso). 22
Cuore negli Ittiopsidi. 1,
seno venoso; 2, atrio; 3,
ventricolo; 4, cono
arterioso; 5, valvola; 6,
setto di bipartizione; 7,
dotti del Cuvier; 8, Vene
reflue dalla vescica
natatoria; 9, aorta
ventrale.
Con i Dipnoi compare la circolazione doppia per cui il sangue
attraversa il cuore due volte prima di ritornate allo stesso punto. Il
cuore si suddivide quindi in una parte destra, percorsa da sangue
venoso diretto ai polmoni, ed in una parte sinistra percorsa dal
sangue arterioso diretto alla periferia. L’unica camera che non si
separa in due è il seno venoso.
Anfibi
Allo stadio larvale la circolazione degli Anfibi è semplice, con la
metamorfosi si stabilisce una circolazione doppia incompleta.
Nella rana l’atrio è completamente diviso da un setto interatriale.
Sebbene il ventricolo sia indiviso, il flusso sanguigno ricco di ossigeno
e quello povero di ossigeno restano in larga misura separati dato che
vi sono leggere differenze nei loro tempi di entrata e di uscita e per la
natura della parete, che è anfrattuosa.
La contrazione inizia dall’atrio destro, che manda per primo
sangue (poco ossigenato) nel ventricolo, e si propaga
successivamente all’atrio sinistro (sangue più ossigenato). Al
ventricolo, quindi, arriva prima sangue “venoso”, poi “arterioso” e i
due tipi di sangue si mescolano, anche se poco per via degli anfratti.
Quando si contrae il ventricolo, al cono arterioso arriva prima il
sangue poco ossigenato che imbocca la via lasciata aperta dalla
valvola spirale: l’arteria pulmo-cutanea. Con la contrazione del cono
arterioso, la valvola spirale ivi contenuta si sposta e il sangue più ricco
di ossigeno imbocca le rampe aortiche e poi le carotidee. In questo
modo il sangue più ricco di ossigeno viene inviato alla testa, sangue
misto al resto del corpo e sangue poco ossigenato ai polmoni e alla
pelle per ossigenarsi.
Rettili
La circolazione è doppia incompleta, in quanto il setto
interventricolare è incompleto. Il primo sangue,quello più ossigenato,
viene mandato al capo. Come in tutti i Vertebrati, il flusso venoso di
ritorno è coadiuvato dal movimento dei muscoli corporei.
Il cuore dei Loricati differisce da quello degli altri Rettili nell’avere
un setto interventricolare completo. Esiste tuttavia un piccolo foro,
detto forame di Panizza, alla base dei due archi sistemici (4° arco
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aortico) che potrebbe permettere una piccola commistione. Tale
commistione tuttavia è pressoché nulla. Nei Cheloni e negli Squamati
non è presente il forame di Panizza, che è esclusivo dei Loricati, e il
setto è praticamente completo.
Omeotermi
Negli eterotermi il metabolismo è piuttosto lento, pertanto non è
richiesta un’intensa ossigenazione del sangue. Per questo motivo non
vi è mai stato un premio selettivo per la messa a punto di un
parenchima polmonare capace di una ventilazione intensa. I polmoni
sono rimasti sacciformi e il loro letto sanguigno è insufficiente a
smaltire una quantità di sangue uguale a quella che passa per il
grande circolo. Lo squilibro è corretto dal passaggio di sangue da
destra verso sinistra per l’incompletezza del setto interventricolare.
Per questo motivo la loro circolazione è incompleta. Negli
omeotermi, col polmone parenchimatoso si è perfezionata la
divisione in quattro camere: il setto interventricolare è perfetto e la
circolazione è veramente doppia completa.
A partire dagli Uccelli scompare il seno venoso, che viene
incorporato nella parete dell’atrio e diventa il nodo senoatriale, con
funzione di pacemaker. Uccelli e Mammiferi possiedono inoltre nel
ventricolo un sistema di conduzione specializzato, le fibre di Purkinje,
che diffondono l’onda di depolarizzazione a tutte le parti del
ventricolo. vasi sanguigni
I vasi sanguigni derivano da cellule mesenchimali e sono formati
da tre strati: una tunica intima di tessuto connettivo, una tunica
media di muscolatura liscia e una tunica avventizia nuovamente di
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connettivo. Internamente sono ricoperti da un endotelio
monostratificato. Le arterie necessitano di essere molto elastiche per
affrontare una pressione sistolica molto elevata. Per questo motivo
contiene anche due tonache elastiche, interna ed esterna, alternate
alle altre tuniche. I vasi più grossi, inoltre sono irrorati dai cosiddetti
vasa vasorum.
Circolazione arteriosa
La circolazione arteriosa cambia nei diversi Vertebrati. Tuttavia lo
schema embrionale di partenza è lo stesso e prevede che dall'aorta si
stacchino sei archi aortici.
Ittiopsidi
Nell’embrione degli Ittiopsidi dall’aorta ventrale si distaccano sei
archi aortici per le branchie. Il 1° arco aortico si dispone tra l’arco
orale e quello ioideo, il 2° tra lo ioideo e il primo branchiale, dal 3° al
6° tra gli archi branchiali.
Nei Selaci, però, nello spiracolo non si differenziano branchie,
pertanto nell’adulto scompare il 1° arco aortico, mentre il 2°
vascolarizza l’emibranchia della Iª camera branchiale. Nei Selaci
adulti, dunque, sono presenti 5 archi aortici, dal 2° al 6° embrionale.
Nei Teleostei con la scomparsa dell’emibranchia della Iª camera
branchiale scompare anche il relativo arco, il 2°, per cui in questi
Ittiopsidi sono presenti nell’adulto solo 4 archi aortici, dal 3° al 6°
embrionale.
La parte ventrale degli archi aortici presenti forma le arterie
branchiali afferenti. La parte dorsale genere le arterie pretrematiche
e posttrematiche, che confluiscono nelle arterie branchiali efferenti,
che si continuano nell’aorta dorsale.
Neoceratodus possiede 4 archi aortici (dal 3° al 6°) ed il cuore è Schema degli archi aortici. In rosso la
attraversato solo da sangue venoso quando l’animale respira con le numerazione degli archi aortici.7, arco
branchie (cfr. Teleostei). Quando il fiume va in secca, il Dipnoo inizia orale; 8, camera spiracolare; 9, camera
la respirazione aerea mediante lo sfruttamento della vescica branchiale; 10, branchia; 11,
emibranchia; 12, carotidi interne; 13,
natatoria come polmone. La vescica natatoria è collegata al 6° arco carotidi esterne; 14, radici dell’aorta;
aortico, per cui il sangue – che ha attraversato la branchia non 15, aorta dorsale; 16 cuore, 17, aorta
funzionante e quindi è rimasto venoso – giunge ad essa per ventrale; 18, arteria coronaria.
ossigenarsi. Da qui il sangue giunge all’atrio di sinistra, passa al
ventricolo di sinistra e al cono, da cui originano il 3° e 4° arco aortico.
Il primo sangue, il più ossigenato, prende il 3° arco e vascolarizza
l’encefalo.
Anfibi
Nella fase larvale, gli Anfibi respirano con tre paia di branchie,
vascolarizzate dal 3°, 4° e 5° arco aortico, mentre il 6° arco irrora gli
abbozzi polmonari. La circolazione è perciò semplice e incompleta,
poiché il sangue venoso del 6° arco si mescola con quello arterioso
degli altri archi aortici. 25
Con la perdita delle branchie esterne dell’adulto si sviluppano la
respirazione polmonare e cutanea per cui il sistema circolatorio
subisce modifiche e gli archi si specializzano. Il 3° arco, detto arco
carotideo, porta sangue arterioso alla carotide, che vascolarizza la
testa, il 4°, detto arco aortico, confluisce nell’aorta dorsale, che
vascolarizza il resto del corpo. Il sangue venoso viene portato ad
ossigenarsi tramite gli archi 5° e 6° (arco polmonare).
Negli Anuri scompare il 5° arco aortico e il 6° si continua
nell’arteria pulmo-cutanea. A partire dagli Anuri, il 6° arco aortico dà
origine al piccolo circolo.
Rettili
Con il miglioramento del polmone e la scomparsa della
Vista ventrale del cuore e degli archi respirazione cutanea, la circolazione arteriosa diventa più
aortici di un generico Rettile non schematica. Permangono due soli archi aortici, il 4° e il 6°. Il 4° è
Loricato detto arco aortico o sistemico e irrora il corpo, mentre il 6° si porta ai
polmoni. Il 3° arco si origina non dal cuore ma dall’arco aortico (i. e.,
4° arco aortico) di destra e forma le carotidi interne.
Omeotermi
Negli Uccelli scompare l’arco aortico (4°) di sinistra o meglio
scompare il tratto dal cuore all’anastomosi con l’arco di destra e
rimane il tratto dall’anastomosi ai visceri come arteria celiaca-
mesenterica.
Nei Mammiferi del 4° arco aortico permane solo il sinistro (cfr.
Uccelli). Le prime arterie che si staccano dall’aorta sono le succlavie
per gli arti anteriori e le carotidi comuni per il capo. Dalle succlavie
hanno origine le arter