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Riassunto esame Antropologia, prof. Porporato, libro consigliato Antropologia culturale, Kottak Pag. 1
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DISCIPLINE ANTROPOLOGICHE:

- Antropologia culturale: è lo studio delle società e delle culture umane; analizza e spiega le differenze che

tra loro intercorrono. Vi sono due approcci:

o etnografico: si basa sui riscontri diretti e sul lavoro sul campo (fieldwork); l’etnografo

raccoglie informazioni circa i comportamenti, gli usi e costumi, le credenze, la vita sociale,

le religioni locali, ecc, che poi organizza, analizza e interpreta.

o etnologico: si basa su confronti transculturali; l’etnologia esamina, interpreta, analizza e

confronta i risultati etnografici al fine di individuare somiglianze e differenze.

- Antropologia biologica o fisica: si basa sulla diversità biologica umana nel tempo e nello spazio e

raggruppa 5 soggetti di studio:

o L’evoluzione umana derivante dai reperti fossili (paleoantropologia)

o La genetica umana

o La crescita e lo sviluppo delle popolazioni

o La capacità del corpo umano di modificarsi per sopravvivere a stress ambientali (plasticità)

o La biologia, l’evoluzione, il comportamento e la vita sociale di scimmie

- Antropologia linguistica: studia il linguaggio nel suo contesto sociale e culturale attraverso il tempo e lo

spazio. La sociolinguistica analizza le relazioni tra i cambiamenti sociali e linguistici; nessuna lingua è un

sistema omogeneo nel quale ognuno parla esattamente come ogni altro individuo.

- Antropologia e sociologia: tradizionalmente i sociologi si occupavano delle società industrializzate con

metodi statistici (tecniche di campionamento), mentre l’antropologia si è maggiormente dedicata a

società pre-industriali con ricerche sul campo e relazioni descrittive. Questa distanza sta diminuendo.

- Antropologia e psicologia: gli psicologi studiano la variazione transculturale a livello di tratti psicologici;

ESEMPIO: Malinowskii ha smentito l’universalità del complesso di Edipo studiando gli abitanti delle isole

Trobriand, i quali si considerano legati alla madre e ai parenti di quest’ultima (rispetto marcato per lo zio

materno), ma non al padre. Egli ha spostato l’accento dalla gelosia all’autorità nel rapporto padre-figlio.

CAPITOLO 2 – LA CULTURA

Secondo Taylor: “La cultura è quell’insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la

morale, il diritto, il costume, e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una

società”.

Questa definizione si concentra sugli attributi che gli uomini acquisiscono non attraverso l’eredità biologica

bensì mediante la tradizione culturale.

L'apprendimento culturale dipende dalla capacita dell'uomo di utilizzare dei simboli che hanno un

collegamento spontaneo o necessario con ciò che rappresentano; gli individui interiorizzano un insieme di

simboli e li utilizzano per dirigere il proprio comportamento. (cultura appresa)

Modi in inculturazione:

– insegnamento diretto dagli adulti ai bambini

– osservazione degli altri membri della società e dei comportamenti considerati giusti e sbagliati

– modifica inconsapevole del proprio comportamento (es. mantenere una certa distanza dall'interlocutore)

Le capacità culturali sono presenti in qualsiasi etnia e non variano in base alle caratteristiche biologiche.

La cultura è un attributo che non appartiene ai singoli individui in sé ma agli individui in quanto membri di

gruppi. (cultura condivisa)

La cultura è costituita da strumenti, utensili, abbigliamento, armamenti, abitudini e tradizioni, istituzioni,

credenze, rituali, giochi, opere d’arte, linguaggio, ecc. secondo White, la cultura si è originata quando i

nostri antenati acquisirono la capacità di utilizzare i simboli, ossia di creare e di dare significato ad un

oggetto o ad un evento. (cultura simbolica)

Le abitudini, le percezioni e le invenzioni culturali modellano la “natura umana”. (cultura e natura)

Le culture sono sistemi strutturati in base a schemi precisi; se una parte del sistema subisce una modifica,

anche le altre parti andranno incontro a un cambiamento. (cultura integrata)

La capacità di adattamento basata su mezzi sociali e culturali si è incrementata nel corso dell’evoluzione

umana. Ciò che è valido e giusto per il singolo non lo è necessariamente per il gruppo (cultura adattiva e

non adattiva)

Le specie più strettamente imparentate con l’uomo è quella delle grandi scimmie africane: gli scimpanzé e i

gorilla.

CONDIVISIONI:

 L’abilità di apprendere dall’esperienza e di modificare il proprio comportamento

 La realizzazione e l’utilizzo di oggetti per cibarsi: la forma più studiata di fabbricazione di oggetti da

parte di scimmie antropomorfe è il termiting per esplorare i termitai

 La capacità di prendere la mira e di scagliare oggetti

 La fabbricazione di oggetti per cacciare

DIFFERENZE:

 La cooperazione e la condivisione del cibo da parte degli umani

 L’accoppiamento: fra babbuini e gli scimpanzé avviene in concomitanza con l’ovulazione delle

femmine

 Il matrimonio: deve avvenire al di fuori dei soggetti legati da parentela o del gruppo locale

(esogamia). L’esogamia crea legami tra i diversi gruppi di origine degli sposi. Ciò non esiste invece

tra i primati non umani che si allontanano dal gruppo nell’età dell’adolescenza e non mantengono

legami con la propria famiglia.

La cultura viene contestata:diversi gruppi all’interno della società lottano contro l’altro per affermare idee,

valori, obiettivi e modi di vivere in cui credono.

Anche quando concordano su ciò che si deve o non si deve fare, le persone non sempre agiscono secondo

le indicazioni fornite dalla loro cultura:

- Cultura ideale: ciò che le persone sostengono di dovere fare e affermano di fare

- Cultura reale: si riferisce all’effettivo comportamento delle persone, oggetto di osservazione da

parte degli antropologi

Il concetto di agency si riferisce alle azioni perseguite dagli individui, sia da soli sia nel gruppo, nel creare e

trasformare le identità culturali.

L’approccio alla cultura noto come TEORIA DELLA PRATICA riconosce che gli individui all’interno di una

società o cultura sono animati da svariati motivi e intenzioni, oltre a possedere diversi livelli di potere e

influenza.

Esistono diversi livelli di cultura: nazionale (condivisa dai membri di una stessa nazione), internazionale

(estesa oltre i confini nazionali per via di diffusione e colonialismo), subcultura (propria di un sottogruppo

circoscritto all'interno di una nazione).

ETNOCENTRISMO: tendenza a considerare la propria cultura di appartenenza come superiore e ad

applicare i propri valori nel giudicare comportamenti e aspetti di altre culture (connotandoli come

immorali, innaturali ecc.).

RELATIVISMO CULTURALE: convinzione che non si debba giudicare una cultura in base agli standard di

un'altra. Non esiste una moralità superiore, internazionale o universale e le regole morali ed etiche di tutte

le culture meritano uguale rispetto.

DIRITTI UMANI: si tratta di diritti inalienabili e pensati validi a livello internazionale, cioè sono superiori ai

singoli paesi, culture e religioni.

Parallelamente ai diritti umani si e sviluppato il concetto di diritti culturali, che non vengono assegnati ai

singoli individui ma ai gruppi come le minoranze etniche e religiose e le società indigene. Tali diritti

includono la capacità di un gruppo di preservare la propria cultura, di allevare i propri figli secondo

tradizioni, di continuare a utilizzare il proprio linguaggio e di non essere privato della propria base

economica da parte della nazione in cui la società si trova.

E’ stato anche introdotto il concetto di diritti di proprietà intellettuale (IPR) che consente ai gruppi indigeni

di controllare chi può conoscere le pratiche e il patrimonio di informazioni culturali del gruppo.

Nello studio della diversità umana nel tempo e nello spazio, gli antropologi distinguono alcune

caratteristiche biologiche, psicologiche, sociali e culturali in:

- UNIVERSALI comune a tutti gli esseri umani e che li distingue da altre specie

o biologici: lunga dipendenza infantile, sessualità attiva tutto l'anno, cervello complesso

o psicologici: pensiero simbolico, elaborazione delle informazioni

o sociali: vita in famiglia e condivisione del cibo

o culturali: esogamia (matrimonio al di fuori del proprio gruppo) per paura dell'incesto

(proibizione di accoppiarsi o sposarsi con un consanguineo)

- GENERALI: caratteristiche comuni a diverse epoche e diversi luoghi, ma non a tutte le culture

Alla base della generalità vi sono i concetti di diffusione, dominazione (dominio coloniale in cui

vengono imposte norme e pratiche a una società o nazione da un paese più potente).

Una delle generalità culturali presente in molte società è la famiglia nucleare (genitori-figli) non

presente in alcune società tribali come i Nayar, residenti sulle coste indiane, dove marito e moglie

non vivono insieme.

- SPECIFICI: caratteristica culturale non generalizzata o diffusa ma specifica ad un singolo luogo,

cultura, società. Le occasioni come il matrimonio e la morte sono caratteristiche universali ma gli

schemi dei rituali differiscono tra loro: gli italiani considerano i matrimoni sfarzosi più appropriati

rispetto ad una cerimonia funebre sontuosa; i Betsileo del Madagascar considerano invece la

cerimonia funebre di maggiore importanza e il matrimonio un evento minore al quale partecipano

solo gli sposi e pochi parenti.

Vi sono diversi meccanismi in base ai quali cambiano le culture:

1. DIFFUSIONE: -diretta, due culture commerciano, stringono matrimoni o scendono in guerra con un’altra

-indiretta, gli elementi si spostano dal gruppo A ad un gruppo C attraverso il gruppo B

-forzata, una cultura ne sottomette un’altra imponendo le proprie tradizioni

2. ACCULTURAZIONE: è lo scambio di tratti culturali tra società che hanno contatti diretti continuativi.

Per esempio, il pidgin – una forma semplificata di una determinata lingua mescolata con la lingua nativa

3. INVENZIONE INDIPENDENTE: processo mediante il quale gli esseri umani procedono all’innovazione,

individuando soluzioni creative ai problemi. Per esempio società diverse e lontane hanno messo in

atto le medesime strategie (es. agricoltura in Medio Oriente e in Messico).

La globalizzazione descrive una serie di processi, tra cui diffusione e acculturazione, che promuovono il

cambiamento in un mondo in cui nazioni e popoli sono sempre più interconnessi e reciprocamente

dipendenti.

CAPITOLO 3 – TEORIE ANTROPOLOGICHE

Periodo Descrizione Teorie

Metà XIX secolo Prospettiva evoluzionisti

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
22 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sticc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Unipmn o del prof Porporato Davide.