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Eutifrone che invece, convinto di possedere la conoscenza, non riesce ad accettare
il fatto che in realtà non conosca la vera definizione di ciò che è santo e di
conseguenza non riesca ad accettare il fatto che ogni risposta che da sia sbagliata.
In tale modo, Socrate non ritiene mai di essere arrivato ad una vera conclusione, e
ripetutamente abbatte le risposte certe del sacerdote; al contrario invece
l’interlocutore non accetta che le sue risposte vengano continuamente confutate e
smentite e perciò, pensando di sapere, rifiuta di arrivare ad una conclusione.
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L’atteggiamento che emerge dal dialogo è dunque un atteggiamento di completa
ignoranza di Socrate che quindi pone continuamente domande per riceve una
risposta, ed un atteggiamento di ignoranza di Eutifrone che invece non ammetterà
mai di non sapere.
In conclusione Eutifrone come tutti gli uomini che pensano di sapere, non riesce ad
accettare l’idea di non sapere e così rinuncia a trovare la verità.
Socrate riconosce la saggezza di Eutifrone ma egli fa tutte affermazioni ironiche.
Eutifrone da risposte molto brevi, non crea dialoghi (brachilogia) e inoltre Socrate
non da mai risposte ne soluzioni ma piuttosto cerca di creare stimoli affinché l’altro
riesca a dare delle risposte con il proprio ragionamento.
Socrate svaluta in tutto il dialogo le motivazioni di tipo religioso e invece valuta le
motivazioni razionali mentre Eutifrone tira in gioco elementi religiosi.
Perché il dialogo non si conclude? Perché Eutifrone si stufa e da risposte a caso,
tanto per rispondere a Socrate, inoltre perché è una ricerca infinita e non potrà
mai concludersi. Questo fatto contrasta con l’atteggiamento di Socrate che decide
di morire per arrivare alla verità. Infatti la ricerca è si infinita ma si possono
acquisire verità nel cammino. Socrate sosteneva che il suo lavoro fosse come
quello di sua madre che era ostetrica e aiutava le mamme a partorire, così Socrate
aiutava gli altri a tirare fuori la verità.
LEZIONE 7
Riflessioni generali sulla comunicazione dialogica classica:
trascendere: essere oltre, essere su un piano inarrivabile. Nel dialogo socratico
c’è la trascendenza della verità. L’opinione è pensare che la verità sia dentro il
piano (ovvero immanente). Eutifrone pensava che la verità fosse dentro le sue
opinioni. Solo se si ammette che la verità è davanti a noi, si può dialogare e
trovare un’unità. Le opinioni dividono e la verità accomuna. La verità ci precede
e non la costruiamo noi, la verità c’è indipendentemente da noi. Dobbiamo
cercare di conoscerla ma non ci crearla. La verità quindi ha un grado di
assolutezza. La verità quindi non dipende dalle opinioni delle persone ma si
pone come tale in quanto vera.
Assoluto: Socrate vuole mettere Eutifrone difronte all’assolutezza. Socrate
esorta ad aprirsi alle verità assolute della propria vita.
Metànoia: conversione personale che avviene davanti ad un appello assoluto.
Socrate critica apertamente la religione del suo tempo.
Il mito è il modo di vedere una cultura. I miti nascono dall’anima di un popolo e non
hanno un autore specifico. Sono trasmessi oralmente e solo in seguito messi per
iscritto. Nel mito sono presenti le credente che aiutano gli uomini ad aver delle
sicurezze nella vita. I miti servono agli uomini per non essere sballottati nell’esistenza
e per aver dei principi di fondo su cui organizzare la propria vita e per riuscire a
sopravvivere alla presenza di forze misteriose.
Se fosse vero che il santo è santo perché detto dagli dei, la vita allora sarebbe
dominata da forze oscure in cui l’uomo si sente insicuro. Socrate vuole far capire ad
Eutifrone che la frase corretta è l’altra, ovvero che il santo è santo e perciò piace agli
dei, quindi gli dei non sono più in contrasto. Socrate critica la religione che non è vera
perché la religione deve essere attendibili per chi usa la ragione, ci sono cose religione
che la ragione può verificare se sono contro i dettami della ragione o no.
Sofisti: sapienti. Insegnavano la sapienza e si facevano pagare. Insegnavano la
sapienza la sapienza degli antichi, la dialettica, l’abilità nel parlare, l’arte di vincere
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una discussione, la retorica, l’arte di fare un bel discorso. Tali saperi erano importanti
perché la Grecia stava entrando nella democrazia con le riforme di Pericle, dove
decidevano le assemblee ma le assemblee dovevano essere convinte. Socrate e
Platone non accettavano i sofisti perché secondo loro la ricerca della verità non
doveva essere venduta. Insegnavano l’arte per usare la parola e i discorsi per vincere
e convincere, indipendentemente da chi avesse ragione o torto. I sofisti quando
parlano non vogliono cercare di capire chi ha la verità, ma ti fanno capire che loro
hanno la verità. Parlano con discorsi con salti logici, e trabocchetti. L’esempio più
evidente di sofistica attuale sono gli avvocati che non hanno alcuna intenzione di
trovare una verità ma solamente di difendere una parte. Al contrario invece il dialogo
di Socrate ed Eutifrone, alla ricerca della verità, è assimilabile a quelle situazioni in cui
le persone sono seriamente intenzionati a trovare una verità, come in situazioni morali
ed etiche. Nella scienza il dialogo sofistico è inutile perché chi ha vittorie sofistiche ben
presto verrà demolito.
Esercizio: l’aspetto sofistico nella politica di oggi
l’aspetto sofistico oggi si può vedere soprattutto nella comunicazione politica dove
ogni personalità, presidenti, parlamentari, deputati e senatori, in contrasto tra di loro,
propongono i propri piani legislativi convincendo il pubblico dei loro discorsi. Ciò che
dicono lo fanno sembrare vero e indiscutibile, e il pubblico viene ammaliato da ciò,
crede alle loro verità, si fa convincere e li elegge. Parlano alla gente attraverso discorsi
retorici e dialettici apparentemente semplici ma in realtà ben costruiti, che fanno
sembrare tutto bello e perfetto. Nessuno mette in discussione i loro pensieri e così i
politici di oggi appaiono uomini sapienti che dettano le verità ad un pubblico
ignorante.
LEZIONE 8
Caratteristiche dell’epoca moderna: nel 300 il medioevo va in crisi e inizia un secolo
nuovo, una nuova cultura. L’epoca moderna strettamente intesa inizia nel 600, ma
potrebbe iniziare anche nel 300. Ugualmente neanche il medioevo strettamente inteso
finisce nel 200, allargandolo termina nel 300.
L’epoca moderna termina nell’800. Aspetti principali della mentalità moderna:
Intento operativo: l’umo vuole operare sulla natura tramite la scienza e la
tecnica. Prima invece c’era un intento contemplativo e teoretico perché era più
importante riflettere che agire. Prima l’uomo era omo sapiens, ora è omo faber,
che fa. Bacone scrive un opera “New Atlantis” in cui viene gettato in un isola in
cui tutto era dominato dalla scienza, gli abitanti dicevano di voler cogliere ogni
più intimo segreto della natura per poterla governare.
Problema del metodo: il metodo della scienza moderna nasce con Galileo
Galilei, che importa il metodo sull’uso della matematica e sull’esperimento; per
questo si chiama metodo sperimentale. Cartesio in seguito scriverà un’opera sul
problema del metodo. Per lui il mondo era una grande macchina che funzionava
meccanicamente e quindi la scienza poteva studiare tutto, e trovare causa ed
effetti di qualsiasi fenomeno. Prima si pensava che ogni elemento avesse il suo
posto: aria acqua terra e fuoco. Quando un elemento veniva spostato, tendeva
poi a ritornare nel suo ambiente naturale, senza alcuna spiegazione scientifica.
In età moderna ci si domanda se tutte le spiegazioni che avevano dato fino ad
allora erano corrette.
Razionalismo: il pensiero moderno è razionalista, esalta la ragione. Socrate
usava una razionalità filosofica, quella moderna invece è una razionalità
scientifica. Il razionalismo vuole eliminare totalmente la filosofia o rimodularla a
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scienza. In questi ragionamenti non c’è verità ma tutto procede come deve
procedere.
Principio di immanenza: Cartesio si domanda se la realtà è così come si vede
o no. Esiste solo in funzione dell’uomo o esisterebbe anche senza l’uomo? Poi
Kant sostiene che noi non possiamo sapere e conosce la realtà, conosciamo solo
la sua rappresentazione. Le leggi che governano la natura sono leggi interne a
noi con cui noi dominiamo la realtà. Poi Hegel oltre a sostenere che non si può
conoscere la realtà, sostiene anche che la realtà non ci sia, esistono solo i nostri
pensieri.
LEZIONE 9
Nella visione classica c’era una spinta in avanti, ogni cosa nasceva con un fine
intrinseco, deve raggiungere un fine, mentre nella visione moderna c’è una spinta da
dietro, ogni cosa nasce per una causa di natura psichica, una volontà, nasce un
progetto di uniformità e abolizione delle diversità e del pluralismo.
Comunicazione e linguaggio: se c’è un’uniformità, il linguaggio deve essere uguale
per tutti. Il linguaggio corretto è dunque quello scientifico che è univoco: ha un solo
significato e non lascia possibilità di interpretazioni diverse. È un linguaggio riduttivo e
ben definito che non deve lasciare la possibilità di creare nuove parole.
Nello stato c’è stato una forma di accentramento: nasciata dello stato modeno. Prima
le cose era imposte e volute dal basso, ora invece dall’alto. L’università nasce come
una libera associazione tra studenti.
I tre modelli sono ancora validi o sono in crisi?
Ottimismo: l’epoca moderna dice che ci sarà un continuo progresso perché la
scienza conoscerà sempre di più e migliorerà sempre di più la tecnica.
Centralizzazione pianificatrice: tutto è deciso dallo stato. Attualmente tutto è
deciso dalla globalizzazione
La scienza attualmente risolve un problema ma ne crea un altro, così bisogna
intervenire per risolverlo un altro. Si crea quindi un rischio indotto mentre prima
c’erano rischi naturali.
Esercizio: forme di accentramento e decentramento
Attualmente le forme di accentramento sono presenti nelle squadre sportive dove
tutto viene deciso dall’allenatore e in qualsiasi forma politica, mentre il decentramento
si manifesta per esempio nelle riunioni condominiali, o in