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ORIGINI DELL'UOMO
INTRODUZIONE
Paleoantropologia è una disciplina nata nella seconda metà del 1800, come branca autonoma per studiare l'origine e l'evoluzione dell'uomo partendo dai reperti scheletrici degli ominini fossili, al fine di ricostruirne il processo di modificazione dopo la divergenza dagli altri ominidi (le antropomorfe africane gorilla e scimpanzé). Viene definita anche paleontologia umana e si focalizza sullo studio delle vicende evolutive che si sono succedute nell'arco degli ultimi 6-7 milioni di anni, fino all'emergenza dei caratteri anatomici di Homo sapiens moderni e all'affermazione.
SVILUPPO STORICO
Nella seconda metà del 1800, lo studio dei vertebrati fossili fu intrapreso sulla base della teoria dell'evoluzione formulata da Darwin. Tuttavia, prima ancora che fosse avanzata l'ipotesi dell'origine dell'uomo da qualche primate estinto, alcuni studiosi osservando che in alcuni giacimenti oggetti
litici intenzionalmente lavorati dall'uomo si trovavano a resti di animali estinti, prospettarono ipotesi di un'antichità assai remota dell'umanità. LARTET, padre della paleoantropologia, descrisse per primo forme fossili di grandi Primati e presentò le "Surconclusioni dei suoi studi sull'antichità geologica dell'espèce humaine dans l'Europe occidentale" (1860). Evento determinante per l'avvio della paleoantropologia come scienza ben definita, può essere considerato il ritrovamento nel 1856 nella grotta di una valle presso Düsseldorf (Germania) di una calotta cranica e di resti dello scheletro postcraniale del cosiddetto uomo di Neandertal, reperto che suscitò molte polemiche sulla sua attribuzione. Quando Darwin, 3 anni dopo, espone la sua teoria dell'evoluzione, si cominciò a valutare l'uomo di Neandertal in una nuova luce, abbandonando pocoallavolta il catastrofismo di Cuvier, che respingeva ogni idea di evoluzione, parte, nell'anno stesso della pubblicazione dell'altra teoria darwiniana (1859), questione dell'antichità geologica dell'uomo venne indirettamente confermata dal rinvenimento di manufatti litici risalenti al Paleolitico, un'attività umana indiscutibilmente indicativa di preistoria. Pietra miliare per lo sviluppo e la definizione del campo d'interesse della paleoantropologia è il 1891 quando, all'olandese Trinil, nell'isola di Giava, Dubois trovò una calotta cranica, un femore e dei denti che attribuì al cosiddetto anello mancante, ovvero a una forma di raccordo tra uomo e scimmie, tanto che attribuì tali resti scheletrici alla specie Pitecanthropus erectus. Anche il 1924 rappresenta un altro momento saliente negli studi di interesse dei paleoantropologi, dove in quell'anno fu rinvenuto un cranio.Africainfantile fossile che il sudafricano Dart nel 1925 definì Australopithecus africanus, che venne ritenuta una forma intermedia tra antropomorfe africane e uomo.
La scoperta dell'Australopiteco è stata fondamentale per la storia delle conoscenze sull'evoluzione umana, indirizzando le ricerche dei paleoantropologi in Africa, luogo di una ricchissima serie di scoperte che hanno aiutato a individuare le radici più remote dell'umanità in tale continente, sconvolgendo quanto si andava affermando su origine e evoluzione dell'uomo. L'albero evolutivo dell'uomo è molto complesso e articolato, dal momento che i gradi di parentela tra vari ominidi vengono di continuo messi in discussione, mano a mano che nuove tecnologie portano ad analisi sempre più approfondite e veritiere.
Le ultime scoperte hanno chiarito definitivamente che il genere umano ha avuto le sue origini in Africa e non in Europa, come per lungo tempo si era creduto. Rapporti evolutivi
tra scimmie antropomorfe viventi non sono stati ancora del tutto interpretati, soprattutto per quanto riguarda specie africane. La separazione tra quelle di dimensioni minori e le altre è avvenuta forse intorno a 25-20 milioni di anni fa, mentre le grandi scimmie asiatiche si sono separate da quelle africane intorno a 20-15 milioni di anni fa. L'interpretazione biogeografica vede gorilla e scimpanzé separarsi a ovest dai primi Ominidi per azione della Rift Valley e delle conseguenze climatiche, anche se evidenze biologiche indicano situazioni più complesse. La stessa corrispondenza tra DNA del genere umano e quello dello scimpanzé viene continuamente messa in discussione e non fornisce comunque indicazioni sul processo evolutivo, ma solo una stima di similitudine. Non è da escludere comunque che il processo sia stato non necessariamente dicotomico con una specie divisa in due specie, ma un processo multiplo e che i tre generi africani rappresentino quindi l'effettiva evoluzione.frammentazione biogeografica avvenuta in un periodo compreso tra 10 e 5 milioni di anni fa.
~ OMINIDI ~
Famiglia zoologica dell'ordine dei Ominidi sono una Primati famiglia che comprende specie umana attuale, specie umane estinte note attraverso resti fossili e grandi scimmie.
Ominazione complesso di processi evolutivi che per serie successive di modificazioni, morfologiche e strutturali, ha condotto all'uomo attuale.
Gli Ominidi costituiscono una famiglia (Hominidae) che comprende oltre all'uomo (Homo sapiens), le scimmie antropomorfe africane Gorilla gorilla e Pan con due specie, Pan troglodytes e Pan paniscus.
La famiglia degli Ominidi fa parte della superfamiglia degli Hominoidea insieme alla famiglia dei Pongidi e a quella degli Ilobatidi, con il genere Hylobates, con più specie riferibili ai gibboni e al siamango, confinati nell'Asia insulare di Sud-est.
Nel Miocene inferiore gli Ominoidea si sono separati per l'altra divergenza evolutiva dai
Cercopithecoidea, superfamiglia delle scimmie catarrine del Vecchio Mondo caratterizzate dalla coda, che insieme alle scimmie platirrine del Nuovo Mondo, appartengono al subordine degli Anthropoidea che a loro volta insieme a costituiscono l'ordine dei Primati. Il termine Ominidi, che deriva dal nome della famiglia Hominidae, indica il genere umano e include anche lo scimpanzé e il gorilla, volendo sottolineare la coerenza evolutiva di questa triade zoologica. In alternativa, il termine si può limitare a includere il solo genere umano e le forme estinte associate alla sua evoluzione, per dare valore alle peculiarità di questo gruppo rispetto al modello zoologico delle scimmie antropomorfe africane, più simile a quello di altri generi. Il primo approccio è più indicato per sottolineare il valore di parentela tra queste specie viventi, mentre il secondo è più corretto quando si voglia dare alla nomenclatura un valore dicomparazione biologica. Seguendo questo secondo approccio, la famiglia Hominidae è divisa in due sottofamiglie:
- Australopithecinae rappresenta forme estinte non incluse nel genere Homo
- Homininae raggruppa tutte forme umane, estinte e attuali
Le Australopithecinae si sono evolute e diversificate integralmente in Africa; periodo compreso tra 7 e 5 milioni di anni fa; evidenze fossili sono rare e molto frammentarie.
All'inizio del secolo scorso si pensava che gli Australopitechi rappresentassero l'anello mancante di un'evoluzione umana graduale e lineare, mentre oggi l'ipotesi comune è quella di un gruppo molto diversificato in termini biogeografici, all'interno del quale solo alcune forme possono essere ritenute ancestrali al successivo genere umano. La ricostruzione dell'albero evolutivo dell'uomo è a sua volta sempre in continua evoluzione.
Gruppi di maggior interesse sono:
- Gruppo degli Ardipitechus
- Gruppo dei Paranthropus
- Gruppo degli Homo:
- Homo habilis
- Homo rudolfensis
- Homo erectus
- Homo floresiensis
- Homo heidelbergensis
- Homo neanderthalensis
- Homo sapiens
~ STORIA DI FAMIGLIA ~
Albero degli Hominini è molto cespuglioso, con tanti rami.
Nel genere Homo, l'ultimo arrivo è H. naledi.
Tra gli australopitechi c'è Lucy, per alcuni studiosi uno di loro ha portato a Homo, per altri sono un ramo laterale con antenati comuni.
I Paranthropus, noti anche come australopitecini robusti, erano bipedi, con denti e mandibole robuste.
Il genere Pan (scimpanzé) si sarebbe separato dalla linea che ha portato a Homo attorno a 6,3-5,4 milioni di anni fa, secondo una stima genetica.
Gli Ardipithecus sono infine le forme più ancestrali, bipedi sul terreno e con piccolo cranio.
Sahelanthropus potrebbe essere un antenato di uomini e scimpanzé, secondo alcuni.
~ DISCESA DAI RAMI ~
Alcune scimmie impararono che camminare per lunghi tratti sui soli
arti inferiori poteva essere vantaggioso così facendo potevano infatti scorgere in anticipo eventuali pericoli, oltre gli steli d'erba ingiallita. Ciò consentiva anche di usare arti superiori per brandire bastoni e lanciare sassi, il che, soprattutto muovendosi in gruppo, si rivelò efficace difesa collettiva. I camminatori più abili potevano quindi vivere più a lungo, fare più figli e garantirne la crescita. Il loro DNA passava in questo modo ai posteri, migliorando e fissando, di generazione in generazione, la caratteristica della deambulazione eretta. È così che gli antropologi spiegano l'origine del bipedismo, uno degli adattamenti più importanti dell'evoluzione umana grazie al quale, attraverso un lungo processo che ha visto nascere e poi estinguersi una ventina di diversi ominidi, si è arrivati alla nostra specie, Homo sapiens.
~ ORIGINE DEI MAMMIFERI ~
I mammiferi vengono fatti risalire all'inizio dell'era Primimesozoica,
Circa 250 milioni di anni fa, i mammiferi hanno avuto origine da un ceppo primitivo di rettili. Hanno sviluppato la capacità di mantenere la propria temperatura corporea indipendentemente dalle condizioni esterne. Si sono diversificate in tre linee principali:
- Monotremi: depongono uova e poi allattano i cuccioli