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L'ECONOMIA

Controllare risorse non significa soltanto decidere della loro destinazione ma anche esercitare un controllo sulla produzione di esse. La produzione, la distribuzione e la circolazione delle risorse materiali sono temi dell'antropologia economica che emerse come un sottosettore della disciplina. Uno degli esponenti maggiori fu Polanyi. Egli era un economista ungherese che si trasferì in Gran Bretagna iniziandosi a interessare alle economie comparate. Studiando gli scritti di molti antropologi fu influenzato da:

  • Malinowski; egli aveva notato che gran parte della vita sociale si basasse su atti di natura reciproca. La reciprocità si trova ovunque nella vita dei Trobriand ed ha un carattere sociale, obbligatorio e cogente che se non rispettato produce sanzioni ed esclusione.
  • Boas; fu il rinnovatore dell'antropologia americana e studio la cerimonia del potlatch presso i Kwakiutl. Egli credeva che questa pratica fosse una competizione da parte

di individui di uno stesso status che si sfidavano allo scopo di elevare il proprio prestigio. Queste sfide erano caratterizzate dalla ridistribuzione tra gli spettatori. Ma uno spettatore, se avesse ricevuto un bene, avrebbe dovuto rispondere con un altro bene per non perdere l'onore.

Mauss; egli si soffermò sul dono e sulla reciprocità per spiegare il carattere spontaneo. Secondo lui si presentavano 3 regole da seguire: dare, ricevere e ricambiare. Mauss fece così ricordo alla teoria maori dello hau che rappresenta lo spirito dell'oggetto donato. La credenza in questo spirito dava vita alla reciprocità poiché si credeva che se non si fosse ricambiato il dono l'oggetto stesso si sarebbe vendicato.

TEORIA SULLA CIRCOLAZIONE; Sulla base degli studi di questi tre antropologi, Polanyi diede vita ad una concezione dell'economia originale. Infatti, prima della sua concezione gli economisti ritenevano che l'economia fosse definibile

come un comportamento finalizzato alla massimizzazione dell'utile, un tentativo di ridurre la vita sociale a un insieme di comportamenti pratici e mentali. Polanyi, invece, sostiene che l'economia è un rapporto concreto degli esseri umani con la natura da un lato e con i propri simili dall'altro. Dunque, con questa concezione si mette in risalto la dimensione sociale in cui l'economia è un processo istituzionalizzato che dipende dalle strutture sociali nella quale è incastonato. Le istituzioni sono quelle considerate economiche (produzione, distribuzione e scambio). Inoltre, egli sosteneva che esistono tre forme di distribuzione e scambio: quella basata sulla ridistribuzione, quella fondata sulla reciprocità e quella fondata sullo scambio. Ognuna di queste forme possiede un supporto istituzionale: RECIPROCITÀ/SIMMETRIA; sono le economie delle società organizzate su gruppi di parentela dove prevalgono scambi di tipo paritario e

simmetrico.RIDISTRIBUZIONE/CENTRALITÀ; economie in cui è presente un’autorità che incentra su sé io prodotti della periferia per poi distribuirli attraverso un sistema di prestazioni (corvée).

SCAMBIO/MERCATO; economie nelle quali le merci circolano sulla legge della domanda eo dell’offerta.

Si è scoperto che le forme storiche di adattamento (caccia-raccolta, pesca…) si basato sui modelli dicircolazione reciprocità/simmetria e ridistribuzione/centralità:

I kung san, i Vezo, gli Yanomami hanno forme di scambio basate sulla reciprocità.

I mezzadri toscani avevano forme di scambio reciproche.

La vita economica di molte comunità fondate su queste forme storiche di adattamento è sempre piùinfluenzata dall’economia di mercato. La monetarizzazione dell’economia ha alterato molti sistemi fondatisulla simmetria e la centralità anche se vi sono casi che riservano al denaro e

mezzi di produzione; le relazioni sociali che regolano l'accesso e il controllo dei mezzi di produzione. La produzione è un processo fondamentale per la società, in quanto permette la creazione di beni e servizi necessari per soddisfare i bisogni delle persone. Tuttavia, la produzione non è solo un processo tecnico, ma anche un fenomeno sociale. Gli oggetti prodotti non sono solo materiali, ma incorporano anche relazioni sociali. La teoria di Polanyi si concentra principalmente sulla circolazione, cioè sullo scambio di beni e servizi. Tuttavia, è altrettanto importante considerare la produzione. Marx, ad esempio, ha sviluppato il concetto di modo di produzione nel suo libro "Il Capitale" del 1867. Secondo Marx, il modo di produzione è una forma storica di esistenza sociale determinata dalla combinazione di tre fattori: i mezzi di produzione, la manodopera e i rapporti di produzione. I mezzi di produzione si riferiscono alla materia prima di cui una società dispone in un determinato momento storico. La manodopera, invece, è l'energia umana impiegata nel processo produttivo, cioè il lavoro. Infine, i rapporti di produzione sono le relazioni sociali che regolano l'accesso e il controllo dei mezzi di produzione. In sintesi, la produzione è un fenomeno sociale che incorpora relazioni sociali. È importante considerare sia la circolazione che la produzione per comprendere appieno il funzionamento della società.

Rapporti di produzione; relazione sociale che articola la connessione tra mezzi di produzione e manodopera. Se i rapporti di produzione cambiano cambia anche il modo di produzione. Il modo in cui i mezzi di produzione e manodopera entrano in relazione crea un modo di produzione particolare. Nella società capitalista la relazione sociale che connette mezzi di produzione e manodopera si riflette nell'esistenza del lavoro salariato. I capitalisti acquistano la manodopera e gli operai la vendono sotto forma di forza-lavoro ossia in merce. Dunque, si pone l'accento sulle condizioni sociali della produzione di un bene, piuttosto che su fatto che questo sia materiale o meno.

Forme di vita economica; combinando la teoria di Polanyi e Marx, gli antropologi si sono accostati in modo diverso alle forme di vita economica. Molte società dell'Africa e dell'Asia sono studiate da un punto di vista che evidenzia gli aspetti centrali del processo produttivo inteso come

famiglia, che è il nucleo centrale dell'organizzazione sociale. In questo contesto, Meillassoux evidenzia come i rapporti di produzione all'interno della comunità domestica siano basati sulla reciprocità e sulla condivisione delle risorse. D'altra parte, l'economia di mercato si basa sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e sulla logica del profitto. In questo sistema, i possessori dei mezzi di produzione cercano di massimizzare i propri guadagni sfruttando la forza lavoro degli altri. La relazione tra i due sistemi è complessa e spesso conflittuale. Da un lato, l'economia di mercato tende a erodere le relazioni tradizionali di produzione all'interno delle comunità domestiche, imponendo la logica del profitto e la competizione. Dall'altro lato, le comunità domestiche possono resistere e adattarsi al sistema di mercato, mantenendo al contempo le proprie pratiche e valori tradizionali. In conclusione, l'analisi della natura dei mezzi di produzione, dei loro possessori e delle relazioni sociali che si instaurano attorno ad essi è fondamentale per comprendere i fenomeni sociali legati all'economia di mercato.terra. Ma tale risorsa, seppur detenuta dagli anziani, non è la risorsa più importante. Infatti, la terra può essere largamente disponibile. Per tale ragione le donne sono la risorsa principale per questo popolo, poiché il matrimonio con queste è totalmente regolato dagli anziani. Questo determina la relazione giovane-anziano in cui i giovani, allo scopo di ottenere una moglie, devono obbedire e lavorare per gli anziani. Inoltre, i giovani devono contribuire alla produzione familiare finché gli anziani non consentono loro di formare una famiglia. La comunità domestica è stata da sempre incorporata a delle forme sociali ed economiche che hanno sfruttato la capacità di questa comunità di riproduzione della manodopera (esseri umani in grado di prestare il loro lavoro). In età coloniale e post le comunità domestiche sono diventate rifornitrici di piantagioni per le industrie e quindi il modo di produzione di.

queste società è entrato in un rapporto di dipendenza e articolazione. Le società si sono così indebolite causando disgregazione sociale e culturale. Simile è ciò che è avvenuto alle famiglie del mondo occidentale che da allargate e patriarcali sono diminuite ad un singolo nucleo che non può produrre il suo sostentamento.

ECONOMIE DELL'AFFEZIONE; l'economia dell'affezione è tipica delle società tradizionali ed è vista come contrapposta ad un'economia del valore. L'economia dell'affezione corrisponde ad un modello produttivo e di scambio che può esistere accanto a quello basato sulla logica del mercato, dunque non è un'economia sottosviluppata (per esserlo dovrebbe non produrre, non commercializzare o ottenere profitti). Questa economia è però molto difficile da sostenere poiché significa che la comunità deve riuscire a sottrarsi alle

logiche economiche del mercato. Esempio ne sono i contadini Bijapur dell'India. La loro agricoltura è connessa a pratiche rituali che hanno come riferimento la terra vista come soggetto vivo e dispensatore di risorse. Le operazioni agricole sono del tutto naturali e tutti gli elementi utilizzati rientrano nell'hada, ossia l'insieme di operazioni per ottenere un raccolto adeguato. Inoltre, esiste la nozione di hulighe che riguarda l'idea dei frutti come concessione della terra creando una connessione tra società, produzione e terra. Oggi però, si presentano delle differenze causate dalle influenze esterne. È stato introdotto un nuovo tipo di riso la cui irrigazione vuole lo scavo di pozzi e quindi l'idea di hulighe ha iniziato pian piano ad essere rimpiazzata con quella di utpati, ossia di produttività calcolata in termini quantitativi. Gli agricoltori, inoltre, non parlano più di hada ma di sistam, ossia un sistema

legato alla coltivazione di nuovi tipi di riso. A causa di questo popolo si considera ibrido, così come questo tempo e la terra, indicando fragilità, vulnerabilità e instabilità. Le resistenze dei popoli verso le forme di economia moderne hanno spesso causato grandi fallimenti nei progetti di sviluppo ideati per i popoli sottosviluppati. In Arabia Saudita i popoli sono tutti nomadi e basati su una economia pastorale. I paesi maggiori hanno cercato di far sì che i popoli diventassero sedentari andando contro a tutti i loro principi. Il governo incaricò della distribuzione delle risorse necessarie per il progetto ma, anziché coinvolgere nella distribuzione tutta l'unità tribale, privilegiarono le fazioni "capo". La maggior parte dei beduini, quindi, abbandonò l'idea di conversione della loro economia e fecero ritorno alla loro vita normale. L'antropologia dello sviluppo ha quindi cercato diVedere il ruolo della disciplina in questo settore e lavorare per garantire che ogni intervento sia pianificato dopo un'analisi delle condizioni socioculturali delle popolazioni interessate. Le strutture della disciplina possono includere: - Ricerca: condurre studi e ricerche per comprendere le dinamiche socioculturali delle popolazioni coinvolte e identificare le loro esigenze e risorse. - Formazione: fornire formazione e sensibilizzazione sulle questioni socioculturali ai professionisti che lavorano nel settore. - Collaborazione: collaborare con le comunità locali e le organizzazioni non governative per sviluppare interventi culturalmente appropriati. - Valutazione: valutare l'impatto degli interventi sulla società e sulla cultura delle popolazioni coinvolte. - Advocacy: promuovere politiche e pratiche che tengano conto delle condizioni socioculturali delle popolazioni interessate. In conclusione, è fondamentale ripensare il ruolo della disciplina in questo settore e assicurarsi che ogni intervento sia basato su un'analisi approfondita delle condizioni socioculturali delle popolazioni coinvolte.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliocecere di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Bellantonio Loredana.