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Antropologia culturale - Levi-Strauss - appunti Pag. 1
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La teoria di Lévi-Strauss sulla parentela

Secondo Lévi-Strauss, la parentela non è basata sulla discendenza da un comune antenato, come sosteneva Alfred Reginald Radcliffe-Brown, ma sull'alleanza tra due famiglie. Questa alleanza si crea quando una donna proveniente da un gruppo sposa un uomo appartenente a un altro gruppo.

Negli anni '40 e '50, Lévi-Strauss continua a pubblicare e ottiene sempre più successo. Al suo ritorno in Francia, lavora come amministratore della CNRS, al Musée de l'Homme e successivamente all'École Pratique des Hautes Études, nella sezione di "Scienze religiose", sezione precedentemente fondata da Marcel Mauss e rinominata "Religioni comparative dei popoli non letterati".

Lévi-Strauss era già conosciuto nei circoli accademici, ma nel 1955, con la pubblicazione della sua opera "Tristes Tropiques", viene considerato uno dei migliori intellettuali francesi.

Tristi Tropici è essenzialmente un diario di viaggio nel quale egli annota le sue impressioni, frammiste a una serie di geniali considerazioni sul mondo primitivo amazzonico, che risalgono al periodo intorno al 1930 quando egli espatriò dalla Francia. L'opera di Lévi-Strauss viene presa in considerazione dall'organizzazione del Premio Goncourt, ma viene rifiutata con la giustificazione che "Tristes Tropiques" era una "non-fiction". Nel 1959 Lévi-Strauss diventa titolare della cattedra di Antropologia sociale presso il Collège de France. Dopo qualche tempo egli pubblica "Structural Anthropology" che comprendeva una collezione dei suoi saggi con esempi e teorie strutturaliste. In quel periodo egli sviluppa un programma che comprende una serie di organizzazioni, come un Laboratory for Social Anthropology e un nuovo giornale, l'Homme, per poter pubblicare i risultati delle sue ricerche. Nel 1962 Lévi-Strausspubblica quello che per molti venne ritenuto il suo più importante lavoro, "Pensée Sauvage". Nella prima parte del libro viene delineata la teoria dellacultura della mente e nella seconda parte questo concetto si espande alla teoria del cambiamentosociale. Questa seconda parte del libro coinvolgerà Lévi-Strauss in un acceso dibattito con Jean-Paul Sartre riguardo la natura della libertà umana. Ormai diventato una celebrità, Lévi-Strauss trascorre la seconda metà degli anni sessanta alla realizzazione di un grande progetto, i quattro volumi di studi dal titolo Mythologiques. In esso, Levi-Strauss analizza tutte le variazioni dei gruppi del Nord America e del Circolo Artico esaminando, con una metodologia tipicamente strutturalista, le relazioni di parentela tra i vari elementi. Nel 1971, Lévi-Strauss completa l'ultimo volume di Mythologique e nel 1973 viene eletto dall'Académie Française, uno dei.più grandi onoriper un intellettuale francese. Egli è anche membro dell'American Academy of Arts and Letters. Nel 1973 ha ricevuto l'Erasmus Prize, nel 2003 il Meister-Eckhart-Prize per Filosofia e ha ricevuto lalaurea ad honoris dalle Università di Oxford, di Harvard e dall'Università della Columbia. Egli èanche stato onorato della Croce d'onore, e gli è stato attribuito il merito di Commandeur de l'ordrenational du Mérite e di Commandeur des Arts et des Lettres. Pur essendosi ormai ritirato eglicontinua a pubblicare occasionalmente meditazioni sull'arte, sulla musica e sulla poesia, e seintervistato racconta le reminiscenze della sua vita. Claude Lévi-Strauss – Lo StrutturalismoL’antropologo sociale e filosofo francese Claude Lévi-Strauss fu un importante esponente delloStrutturalismo. In polemica con l’impostazione storico-evolutiva dell’antropologia, ha studiatoilrapporto tra Natura e Cultura analizzando alcuni fondamentali sistemi culturali, ridotti all'essenzialee astratti dal contesto storico (scrisse: "L'antropologo rispetta la storia, pur non assegnandole ilvalore che le spetta"). Si occupò della parentela (intesa come l'insieme di quei riconosciuti rapportidi sangue, o meglio di matrimonio, che in una cultura formano le basi dell'organizzazione sociale),del Totemismo e dei miti e riti primitivi (relazioni d'ordine religioso); tutti questi sistemi culturalierano considerati alla luce delle relazioni strutturali esistenti tra i loro elementi. Mediante processidi scomposizione e di formalizzazione delle diverse culture, riuscì ad enucleare alcuni principistrutturali di significato universale. Egli vedeva le culture come sistemi di comunicazione dicarattere simbolico e formale, per interpretare i quali - influenzato dal lavoro del linguista e filologorusso Roman Jakobson - aveva

costruito dei modelli basati sia sulla linguistica strutturale e sullafonematica (scrisse: «Il linguaggio è una forma della ragione umana, con una sua logica internadella quale gli uomini non conoscono nulla»), sia sulla cibernetica. Tutte le forme di vita socialerappresentano l’operazione di leggi che regolano le attività innate e universali del pensiero: l’attività

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A.A. 2012-2013
3 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Menzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia Culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Moro Elisabetta.