Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 32
Antropologia culturale Pag. 1 Antropologia culturale Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia culturale Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia culturale Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia culturale Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia culturale Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia culturale Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Antropologia culturale Pag. 31
1 su 32
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GRANDE SISTEMA CHE COMPRENDE TUTTI GLI INDIVIDUI CHE SONO

DISCENDENTI DA UNO STESSO ANTENATO.

Il concetto di tribù rimanda all’idea dello stare insieme. Coloro che fanno parte di una

stessa tribù devono avere determinate caratteristiche, quali:

stessa lingua

- stessa cultura

- stessa area geografica

-

Ma gli antropologi hanno scoperto che si tratta di tribù anche se:

diversa lingua

- diversa cultura

- distanza geografica

-

Quindi nasce un problema di appartenenza a una determinata tribù.

La tribù è quindi fondata:

o sull’auto percezione dei soggetti interessati (essi stessi si dichiarano parte della

- stessa tribù)

o sulla percezione dell’osservatore (noi li classifichiamo come parte della stessa

- tribù)

Secondo Nadel invece:

“LA TRIBU ESISTE NON IN VIRTU DI UNA SOMIGLIANZA OGGETTIVA, MA IN VIRTU

DI UN’UNITA’ IDEOLOGICA ACCETTATA COME DOGMA.”

Quindi riassumendo una tribù è in realtà molte cose insieme:

una costruzione dell’osservatore

- una costruzione dei soggetti interessati fondata sul dogma dell’appartenenza

- un modo per indicare un gruppo “primitivo” di soggetti

- un modo per sentirsi uniti (NEW AGE)

- un modo per distinguersi dagli altri (TATUAGGI TRIBALI)

-

ETNIA: insieme d’individui con le stesse origini, la stessa lingua e gli stessi costumi ed è

un modo per fondere NATURA e CULTURA. E’ l’etnicità (affermazione di un confine) che

produce l’etnia e non viceversa.

La nozione di ETNIA è una nozione “sotto segnatura”: nozioni la cui capacità di cogliere

delle realtà sostanziali è illusoria in quanto imperfetta e tuttavia ritenuta assolutamente

6

valida. Si tratta di nozioni che riflettono più le distorsioni del punto di vista dell’osservatore

che non la proprietà delle cose.

Nelle guerre di etnia della ex-Jugoslavia un elemento fondamentale di discriminazione, e

quindi distinzione tra le diverse etnie, è la religione. Questo elemento permette

l’affermazione dei confini, i quali sono manipolabili e quindi possono cambiare, ma spesso

permangono. I confini sono importanti perché durante le guerre, si diffuse l’idea di

“purificare” la nazione, quindi tutti dovevano vivere nei confini della loro etnia per non

essere uccisi.

Si possono fare due distinti usi di un concetto:

USO REGOLATIVO: “come se”

- USO COSTITUTIVO: “reificazione”, volgarizzazione del concetto che diventa cosa.

-

LEZIONE 7

CONFINI: sono oggetto di manipolazioni politiche, sui quali ha influito in maniera enorme il

colonialismo europeo, per esempio i confini dell’africa attuale sono il frutto di una

riproduzione dei confini delle ex colonie europee.

HUTU E TUTSI (RWANDA) (pp. 186-187)

Il colonialismo è stato un grande acceleratore della globalizzazione ed è qualcosa che fa

circolare delle idee e dei modi di autorappresentarsi e di rappresentare gli altri.

In Rwanda la colonizzazione tedesca s’instaura alla fine dell’800, in questo territorio

vivono e regnano due diverse popolazioni, gli Hutu e i Tutsi. Il Re apparteneva

all’aristocrazia Tutsi il quale tuttavia è affiancato da sacerdoti Hutu i quali amministrano il

culto del regno. I tedeschi quando arrivano hanno bisogno di un interlocutore e pensano

che gli unici a poter svolgere questo compito fossero i membri dell’aristocrazia Tutsi.

Quando la Germania perde la prima guerra mondiale il Rwanda viene assegnato al Belgio

(già possessore del Congo). I belgi portano ad estreme conseguenze il rapporto di

interlocutori privilegiati con i Tutsi, non considerando totalmente gli Hutu. In realtà la

legenda diceva che originariamente la popolazione del Rwanda erano gli Hutu (agricoltori)

mantre i Tutsi (allevatori) arrivarono in seguito dal nord; i due popoli fecero un patto che

sanciva che i Tutsi si sarebbero occupati del governo e gli Hutu del benessere della

popolazione.

Con il controllo belga gli Hutu e i Tutsi arrivarono ad una rottura poiché l’Arcivescovo Léon

Classe (etnologo belga) e l’amministrazione belga, tentarono di interpretare

antropologicamente la questione delle origini affermando che i Tutsi erano superiori agli

Hutu poiché venendo dal nord, essi erano stati più a contatto con gli egizi e più vicini agli

europei, ci fù quindi una sorta di elevazione dal punto di vista culturale dei Tutsi a scapito

degli Hutu.

I colonizzatori appena arrivano in un territorio fanno determinate cose, come per esempio

il censimento, a fini fiscali, militari e produttivi; vollero inoltre determinare chi fosse Hutu e

chi Tutsi, stereotipando i due popoli classificandoli Hutu se alti e slanciati e Tutsi se bassi e

tarchiati, ma questo criterio si rivelò inapplicabile. Dovettero perciò trovare un altro criterio:

decisero che finché uno aveva 10 mucche era un Hutu, se ne possedeva di più era un

Tutsi e ciò venne scritto sui documenti di identità di ognuno.

Nei decenni i rapporti tra i due popoli degenerarono, e negli anni ’50 i belgi

abbandonarono la colonia controllandola solamente dall’esterno, ed essendo gli Hutu la

maggioranza venne favorito un loro governo che come tale cominciò a rivalersi sui Tutsi

per i torti subiti. 7

Le grandi guerre etniche tra Hutu e Tutsi non furono nient’altro che la costruzione di un

confine da parte dei colonizzatori e non frutto di un odio secolare basato su differenze

culturali.

GLOBALIZZAZIONE E FRONTIERE:

FRONTIERA: parola simile a confine e quindi ha quasi lo stesso significato; questa parola

può avere diversi significati:

zona di contatto, di transizione

- confine (idea di separazione)

-

Se la frontiera è intesa come confine, questo può essere inteso come:

CONFINI POROSI: che sono flessibili, non ci vuole niente ad oltrepassarli.

- CONFINI RIGIDI: il cui scopo è quello di tenere separati e impedire il passaggio, i

- quali non lasciano passare nulla (muro di Berlino, muro tra Israele e Palestina).

CONFINI STRUTTURALI: quelli che segnano la possibilità di accesso ad alcuni

- individui a certe informazioni e beni e non ad altri. Sono quelli più importanti perché

determinano la possibilità di accesso a determinati poteri.

Tutti questi confini sono stati costruiti attraverso pratiche sociali e culturali.

I confini non esistono nella NATURA, esistono solo nella CULTURA.

GLOBALIZZAZIONE: (tema ideologicamente dibattuto) il suo inizio viene collocato

generalmente negli anni ’80, ma per alcuni è un fenomeno che esiste da sempre, perché

gli esseri umani hanno sempre importato ed esportato idee (Impero Romano).

OPPORTUNITA’: Si potrebbe dire che la globalizzazione esplode con la diffusione delle

comunicazioni e quindi dei media a livello globale, perché la circolazione delle informazioni

e dei beni è definita in un’ottica ottimistica.

OPPURE

MINACCIA: Si potrebbe interpretare come una perdita identitaria oppure come una cosa

che potrebbe appiattire e spazzare via le differenze culturali e quindi definirla in un’ottica

pessimistica.

MODERNITA’: velocità, accumulo, conoscenza, tecnologia, emancipazione, perdita di

riferimenti assoluti ecc.

La modernità è vista come velocità e tecnica, in senso economico è vista come la grande

epoca dell’espansione del mercato.

SUBMODERNITA’: eccesso di modernità, determinato da tre elementi:

accelerazione della storia: eccesso di eventi, di cui siamo informati dai media, che

- rendono la storia difficilmente pensabile;

restringimento dello spazio: eccesso di immagini, veicolate dai media, che

- tendono a ridurre lo spazio del mondo;

individualizzazione dei destini: eccesso di riferimenti individuali che si traduce in

- un forte individualismo, ma anche in una solitudine dell’individuo e ricerca di nuove

identità.

Marc Augé, fine ‘900, ha coniato la nozione di NON LUOGO (supermercato, aeroporto),

definito come uno spazio che non ha una sua identità perché privo di storia. 8

LEZIONE 8

Appadurai ha parlato di “modernità in polvere”, spostando il problema della modernità

verso un’analisi più strutturale. La modernità in polvere significa che viviamo in un mondo

frammentato dal punto di vista occidentale in cui vi è un’assenza della linearità progressiva

della storia. Il progresso come cammino non corrisponde più a niente, perché la

contemporaneità ci appare in polvere e frammentata.

Egli propone di usare nuove nozioni per comprendere la modernità:

Etnorami: sono i nuovi paesaggi che si creano per effetto dello spostamento di

- popolazioni nelle varie parti del pianeta accelerando il contatto tra culture. Riguarda

quindi il mescolamento dei popoli.

Mediorami: sono flussi di immagini e informazioni generati dai media che creano

- nuovi immaginari in persone appartenenti ad ambiti culturali diversi.

Ideorami: sono le idee, che grazie ai media e agli spostamenti umani, viaggiano in

- tutto il mondo, dando vita a nuovi modi di intendere quelle stesse idee.

Tecnorami: configurazione globale della tecnologia che si muove velocemente

- attraversando i confini una volta insuperabili.

Finanziorami: sono i movimenti di denaro reale e virtuale tra aree lontane e settori

- precedentemente distinti.

Queste sono nozioni che permettono di pensare il mondo contemporaneo in maniera

nuova; al centro di tutto vi è la dimensione della comunicazione e ciò ha mutato la

percezione del mondo.

Tutti i fattori elencati da Appadurai sono responsabili di “disgiunture” nell’economia

globale, in quanto ciascun –orama segue una “logica” propria ma influisce su tutti gli altri e

sul panorama globale, provocando un effetto caleidoscopio.

La nozione di cultura dal punto di vista antropologico è un complesso di simboli organizzati

in modelli condivisi che viaggiano su reti di comunicazione. Concepire la cultura in modo

dinamico e non statico ha portato delle problematiche, perché è caduta l’immagine della

coincidenza tra cultura e territorio e anche perché vi è l’indigenizazzione dei significati

culturali.

Anche nella religione oggi sono nate le “religioni fai da te”, le quali portano a delle

sottrazioni rispetto ai centri importanti di fede che davano dei dettami.

La modernità non è uno schema univoco di trasmissione dal semplice al complesso,

sottolinea invece la non linearità dello sviluppo.

L’individuo come ricettore e interprete dei simboli culturali, deve collegarsi alla sub

modernit&agrav

Dettagli
A.A. 2013-2014
32 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.saccomani di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Fabietti Ugo.