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DELL'ANTROPOLOGIA

L'antropologia di genere e i women's studies

Il genere è il modo in cui storicamente e socialmente si attribuiscono significati (variabili) alle diversità fisiche e biologiche preesistenti tra uomini e donne e rilevanza ai fini della loro differenziazione sociale.

Negli anni '70 si sviluppò il settore di studi denominato women's studies - il quale mette in evidenza come le donne in ogni ambito del sapere non siano state considerate - in collegamento con l'inizio dei movimenti femministi. Nella prima metà del Novecento, Margaret Mead, pose al centro dell'attenzione il fatto che le caratteristiche maschili e femminili sono il riflesso del contesto culturale a cui si appartiene; affermò che non è la biologia, ma la cultura ciò che determina le caratteristiche della personalità individuale. Gayle Rubin introdusse i sex/gender studies, attraverso i quali è possibile analizzare

I processi con cui la società trasforma i dati biologici in prodotti dell'attività umana; il sex/gender system è basato sull'asimmetria e gerarchia tra i sessi, che si trasformano in oppressione verso le donne. Butler nel 2004 propose di iniziare a considerare il genere come un set d'azioni, qualcosa che la gente fa piuttosto che una qualità che possiede; ella iniziò a dar voce alle donne oppresse raccontandone le biografie, autobiografie, ecc. Clara Gallini nel 1981 raccolse l'autobiografia di una contadina sarda con l'intenzione di individuare le trasformazioni nei ruoli e nei valori, considerando il ruolo delle donne nella famiglia e società tradizionale. Amalia Signorelli nel 1996 dimostrò come le donne siano state delle importanti agenti di cambiamento, svolgendo ruoli molto produttivi in alcuni momenti storici. L'antropologia del potere. Il potere va studiato in relazione con il consenso, sia esso.

esplicito o mascherato, e con le diverse possibilità di resistenza, sia essa esplicita o no. Il potere è una relazione sociale asimmetrica, in cui uno dei soggetti che ne fa parte riesce ad ottenere i propri scopi a danno di altri soggetti, o a imporre la propria volontà, anche a dispetto della resistenza di altri. Pierre Bourdieu la definì “violenza simbolica”, poiché essa viene esercitata col consenso della vittima. Una società senza relazioni di potere non esiste; anche nelle società primitive, le relazioni di potere si manifestavano nei rapporti sociali esistenti fra i sessi o i membri di diverse generazioni. Bisogna però distinguere fra lo studio dei rapporti sociali, intesi come rapporti che implicano l'esercizio di una certa dose di potere, e lo studio nelle relazioni sociali che fa riferimento al governo della società, il potere politico.

L’antropologia medica studia il corpo,

La salute e la malattia in rapporto ai contesti sociali, culturali e politici. Nacque inizialmente con l'obiettivo di comparare le diverse forme di malattia, salute e della medicina nelle società umane; si specializzò successivamente come studio dei modi di costruzione sociale del corpo e pratiche mediche. È fondamentale la valorizzazione della vita umana nella complessa integrazione dei suoi aspetti biologici, culturali, sociali e politici. La salute non è semplicemente l'assenza di malattia, ma è la possibilità d'accesso alle risorse che sono in grado di garantire una certa qualità della vita; è concettualizzata nel suo rapporto con la giustizia sociale.

L'antropologia urbana

Gli autori di questa scuola individuano nelle città e in particolare nella loro organizzazione spaziale un contenitore in grado di influenzare e condizionare la vita di chi vi abita.

Scuola di Chicago

Considerata la prima

scuola di studi socio-antropologici ad aver eletto le città come principale oggetto di studio; anni Venti e Trenta. L'evoluzione degli studi urbani in Italia può essere suddivisa in tre periodi:

  1. fase propedeutica;
  2. fase di definizione e acquisizione progressiva di visibilità;
  3. fase attuale.

Le città e la loro organizzazione spaziale sono in grado di influenzare e condizionare la vita di chi vi abita, rapporto tra spazio e cultura. Tre caratteristiche della città:

  1. Elevato numero di abitanti;
  2. Densità;
  3. Eterogeneità.

Urbanesimo = progressivo trasferimento della popolazione dalle campagne alle città. L'antropologia delle migrazioni. Migrazione significa lo spostamento di un gruppo, popolo o individuo da un luogo all'altro. Studia le dinamiche, gli scambi e le relazioni che si attivano fra diversi gruppi nazionali, sociali ed etnici che entrano in contatto in situazione migratoria. Le cause delle migrazioni

La formattazione del testo utilizzando tag HTML sarebbe la seguente:

sono:

  • Demografiche;
  • economiche;
  • politiche;
  • ecologiche;
  • interne;
  • internazionali.

Lo statuto giuridico del migrante può essere:

  • lavoratore;
  • rifugiato;
  • richiedente asilo.

Le modalità di inserimento nel lavoro sono:

  • contratto lavorativo;
  • permesso di soggiorno;
  • privo di documenti.

La definizione e il valore che ciascuna cultura assegna alla mobilità è strettamente connesso a quelli che assegna alla sedentarietà.

Fino a tempi recenti, la migrazione è stata pensata come uno stato transitorio, cioè una condizione destinata a essere riassorbita attraverso il ritorno del migrante al luogo di partenza o la sua completa integrazione nel luogo di arrivo. Nonostante ciò, l'attuale configurazione dei movimenti di popolazione ha reso evidente che il migrante non può essere visto come un essere a cui si aprono solo le due possibilità dell'assimilazione o del

ritorno.
L'antropologia applicata e l'antropologia dello sviluppo
Propone un'analisi antropologica dei processi e delle relazioni di potere che coinvolgono molteplici attori situati in modo differente all'interno del campo dello sviluppo.
In Gran Bretagna, negli anni '30, iniziò un processo di consapevolizzazione e sensibilizzazione degli antropologi sui problemi che produceva la colonizzazione grazie a Malinowski e al suo articolo "Practical Anthropology". Si riteneva che con la conoscenza delle popolazioni native si potesse ricavare un importante contributo operativo all'amministrazione e al governo coloniale.
L'antropologia visuale
L'antropologia visuale consiste nell'affiancare le tradizionali tecniche di rilevazione con strumenti di documentazione audiovisiva, come fotografie, cinematografie, registrazioni audio. Presunta obbiettività dell'immagine è l'angolazione di ripresa costituisce un fattore disufficiente per l'antropologo avere una mentalità aperta e una volontà di comprendere e studiare le diverse culture. La ricerca antropologica si basa sulla raccolta di dati empirici attraverso l'osservazione partecipante, l'intervista e l'analisi dei documenti. Questi dati vengono poi analizzati e interpretati per comprendere i significati culturali e sociali delle pratiche e dei fenomeni studiati. L'antropologia culturale si occupa di studiare le diverse culture e società umane, analizzando le loro strutture sociali, le pratiche culturali, le credenze e i valori. L'obiettivo è quello di comprendere le differenze culturali e promuovere la tolleranza e il rispetto reciproco. I beni culturali sono oggetti, luoghi o pratiche che hanno un valore culturale e storico per una determinata comunità. La patrimonializzazione è il processo attraverso il quale questi beni vengono riconosciuti e valorizzati come parte del patrimonio culturale di una società. L'antropologia critica si concentra sull'analisi dei processi di patrimonializzazione, mettendo in luce le dinamiche di potere e le implicazioni politiche che possono essere presenti in questo processo. L'obiettivo è quello di promuovere una visione critica e consapevole del patrimonio culturale. L'antropologia partecipativa è un approccio che coinvolge attivamente la comunità studiata nel processo di ricerca. L'antropologo lavora in collaborazione con la comunità, ascoltando le loro prospettive e coinvolgendoli nella definizione degli obiettivi e dei risultati della ricerca. Questo approccio mira a promuovere l'empowerment delle comunità e a favorire un dialogo interculturale più equilibrato. In conclusione, la ricerca antropologica è un processo complesso che richiede una combinazione di attitudini interne, critiche e partecipative. L'obiettivo è quello di comprendere e valorizzare le diverse culture e promuovere una visione più inclusiva e rispettosa della diversità umana.possibile studiare gli altri da sé indirettamente. 21Le condizioni della produzione del sapere antropologico: disposizioni mentali e premesse epistemologicheIl lavoro di ricerca antropologica richiede il possesso di due requisiti fondamentali:
  • la curiosità intellettuale;
  • la capacità di sospensione del giudizio;
significa evitare che si trasformi in un pregiudizio.Ad essi devono poi aggiungersi alcune premesse o condizioni epistemologiche da cui iniziare e un metodo da applicare.Su questo si fonda la prima regola morale degli scienziati: il ricercatore deve avere la consapevolezza che le conclusioni a cui è arrivato sono in quel momento valide, ma sono destinate ad essere superate.Le modalità del metodo da applicare in antropologia sono:
  • L'approccio olistico: l'etnologo studia tutti gli aspetti della vita del villaggio o del gruppo sul quale indaga;
  • il punto di vista dei nativi: interrogazione e
ma prolungata nel tempo, al fine di poter cogliere le dinamiche sociali e culturali dei nativi. Durante questo periodo, è fondamentale instaurare un rapporto di fiducia con la comunità, in modo da poter accedere a informazioni più approfondite e sensibili. Inoltre, è importante considerare che l'interpretazione dei comportamenti e dei significati può variare a seconda del contesto culturale di provenienza. Pertanto, è necessario evitare di applicare giudizi o preconcetti occidentali nella comprensione delle pratiche e dei valori dei nativi. Infine, è fondamentale rispettare la privacy e la riservatezza delle informazioni raccolte durante l'osservazione e l'interazione con i nativi. Questo implica il dovere di non divulgare o utilizzare tali informazioni in modo inappropriato o dannoso per la comunità o per gli individui coinvolti. In conclusione, l'osservazione sistematica dei comportamenti dei nativi è un metodo fondamentale per comprendere il significato del loro agire, ma è necessario considerare il contesto culturale, instaurare un rapporto di fiducia e rispettare la privacy delle informazioni raccolte.deve essere continuativo e deve potersi valere di una buona conoscenza della lingua locale. Esso deve:
  • realizzare, attraverso l'osservazione, l'interrogazione e l'ascolto dei soggetti sociali, la ricognizione del complicato processo di influenza reciproca tra cultura incorporata nelle istituzioni e nei comportamenti istituzionalizzati e cultura che si produce e si riproduce nelle pratiche e nelle interazioni informali;
  • consentire di collocare il sistema culturale di un gruppo all'interno delle interdipendenze con gli altri sistemi del gruppo stesso;
  • cogliere le influenze locali dei sistemi di grande scala.
Lo smaltimento dell'effetti dell'impatto iniziale e l'assestamento delle dinamiche innescate dall'arrivo dell'antropologo richiedono tempo. È consigliabile spiegare in modo chiaro e da subito chi si è e cosa si sta facendo lì, senza stancarsi di ripeterlo. Il comportamento dell'antropologoÈ osservato almeno altrettanto intensamente.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
28 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Taylor13zc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Spagna Francesco.