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IL SÉ E L'ALTRO
Identità, corpi e "persone". Gli esseri umani hanno bisogno delle illusioni delle identità, risultato di un processo interno (messa in atto di comportamenti e rappresentazioni) ed esterno (attribuzione di caratteristiche da parte degli altri) finalizzati alla creazione di confini (noi vs alterità). La costruzione dell'identità avviene sia come soggetto individuale (sé) che come soggetto collettivo (noi). Ci sono dei fattori più o meno universalmente presenti nelle identità: sesso, genere, sfera emotiva, appartenenza a gruppi (classificazioni, etnie, religioni - necessità di definire la propria appartenenza, diverso da ciò che non mi appartiene).
Identità/alterità. Tutti i gruppi umani hanno delle nozioni di sé e di altro, intesi in senso individuale e collettivo. La definizione del sé e di altro è articolata.
relazione all'appartenenza a gruppi (nazioni, etnie, caste, classi, ecc...). Ma queste identità possono essere messe in crisi per i cambiamenti imprevisti, non sono valori stabili, ci tendiamo tuttavia è qualcosa di effimero. Più viviamo in contesti competitivi e concorrenziali (con concetti di performance, competenze cognitive) l'identità si sente minacciata, e una risposta può essere la retorica dell'identità (riaffermare con violenza la propria identità, i propri tratti puri, dare confini netti - razzismo), quindi paradossalmente creata dallo stesso contesto in cui si è creata. La cultura occidentale ha molto insistito fin dalla colonizzazione, parte fondamentale per la costruzione dell'identità europea attraverso il contrasto con le caratteristiche degli altri ("noi non siamo così" - bianchi vs neri). Al contrario, ci sono molte popolazioni consapevoli della propria natura.ibrida (non solo rispetto agli altri individui ma anche spiriti, animali, piante…).
Esempio: Tupinamba, che praticano un e so cannibalismo. I gruppi si sfidano, e chi vince ha dei prigionieri di guerra che socializza nella propria società. Dopo anni, quando l'individuo è completamente socializzato viene mangiato dalla società stessa. Quest'ultimo, però, è onorato di essere mangiato perché rivive in altri modi nelle persone di quella società e sa che prima o poi quelle stesse persone verranno mangiate dalla sua società → la sua identità rivive nell'identità collettiva, condivisa attraverso la sostanza biologica (in molte società L'identità individuale non conta nulla).
26/03/19 L'identità è fortemente agganciata al corpo, formato da elementi istintivi frutto dell'educazione e della cultura, che diventano strutture cognitive (l'Habitus disegna
il corpo). Remotti, antropologo italiano, parlava di antropopoiesi: la produzione dell'umanità, per cui in ogni contesto culturale l'uomo deve elaborare un'idea di umanità (risposta alle domande esistenziali), impiegata per fabbricare i componenti, plasmando i corpi.
Il mondo presenta delle regolarità → i contesti sociali e culturali in cui nasciamo specificano delle modalità di vivere e interpretare il mondo condivise (modelli culturali = luoghi comuni), che vengono introiettati con l'educazione diretta o indiretta, per diventare poi modelli affettivi, cognitivi e corporei (tatuaggi ← decontestualizzati e diventati trend, seguendo figure di spicco, secondo modelli più o meno circolarizzanti), strutture cognitive e modalità sensoriali.
Nonostante ciò, il corpo viene percepito in modi differenti nelle diverse società: nelle società "tradizionali" esiste il sé sociocentrico,
l'individuo non è concepito come un'identità unica, ma come un nodo di relazioni anche con la natura, il corpo quindi è un elemento indistinguibile di un insieme simbolico, l'individuo è parte di un "noi"; nelle società occidentali esiste il sé egocentrico, il corpo è segno dell'individuo, involucro del sé, oggetto, luogo di confine, separazione tra soggetto e cosmo, alter-ego. Nel 1850-1900 si fa strada l'idea di una separazione tra: - antropologia fisica (paleoantropologia) = studio dell'uomo nella realtà biologica e nella sua corporeità → struttura biologica o naturale, corpo; - antropologia culturale = indaga l'uomo nelle sue manifestazioni culturali e sociali → struttura spirituale o storica, anima. Marcel Mauss (1936) ha coniato l'espressione "tecniche del corpo" = tutto ciò che il corpo rende possibile in termini di.movimento di membra, muscolatura, articolazioni, capacità di presa e manipolazione, capacità organiche e di espressività generale nella vita quotidiana. Studio della variabile etnografica delle tecniche del corpo → modi in cui gli uomini nelle diverse società si servono, uniformandosi alla tradizione, del loro corpo (posizione del loto in Thailandia). Foucault "il corpo è culturalmente disciplinato". Esempio: l'attività del mangiare è una risposta a bisogni naturali dell'organismo le cui caratteristiche strutturali e funzionali impongono, unitamente ai condizionamenti ambientali, limiti piuttosto netti all'alimentazione (non si può mangiare tutto, così come non si possono superare per difetti o eccesso determinate soglie critiche). Ma l'argomentazione di Mauss è che entro certi limiti, più o meno invalicabili, non sono solo funzioni organiche, ma è la traduzione.Il corpo umano è un oggetto di studio culturale che assume forme diverse a seconda delle tecniche che vengono utilizzate su di esso. Queste tecniche sono influenzate dalla società in cui si vive, dalle convenzioni, dalle mode e dal prestigio, poiché hanno una natura sociale. Ad esempio, anche il parto è influenzato culturalmente.
Le tecniche del corpo possono essere classificate in diverse categorie:
- Tecniche della nascita e dell'ostetricia
- Tecniche dell'allevamento infantile
- Tecniche dell'adolescenza
- Tecniche dell'età adulta
Inoltre, il corpo viene utilizzato come uno spazio per esprimere se stessi, ad esempio attraverso l'uso del velo o delle rasta. L'estetica del corpo è quindi un elemento centrale in tutti i processi di modellamento antropologico. L'estetica del corpo si sviluppa dalla dialettica tra le regole sociali (struttura) e l'agency individuale.
(interpretazione soggettiva dell'individuo rispetto la struttura), può crearsi anche inconsciamente. E così abbiamo: conformità ❖ difformità ❖ indifferenza (scelta di non intervento). ❖ Interventi estetici sul corpo (IEC). Remotti individua alcune categorie di IEC, distinguendo tra: ● corpo vivo ● corpo morto ● corpo distrutto Assumendo come categorie d'analisi: ● esterno/interno di sopportare uno stato di cose ● reversibilità/irreversibilità dolorose, riti dolorosi usati quindi ● piacere/dolore ( ← per passare ad per forgiare e trasformare) un altro stadio devi essere in grado ● visibilità/invisibilità I modelli di umanità sono esplicativi di tutti gli IEC, anche quelli distruttivi (influenzati dai modelli culturali dominanti). Corpo distrutto/abbellimento del corpo: 1) oggetti (abbigliamenti, monili, maschere): indossare alcuni tipi specifici di oggetti porta ad un cambio di identità (es:camice);
2) cosmesi, coloritura e pitture corporali: a differenza degli oggetti, questi IEC sono effimeri, non riutilizzabili e necessitano di essere ripetuti. Secondo i Caduveo "i disegni conferiscono all'individuo la sua dignità di essere umano";
3) modellamento di annessi alla pelle (peli, unghie, capelli) usando strumenti che tagliano: coltelli, schegge di selce, conchiglie, denti di pesce cani, frammenti di vetro;
4) modellamento della struttura muscolare: continuità e ripetizione degli esercizi per mantenere le modificazioni (mentre molti cambiamenti corporei come le scarificazioni, fatti una volta sono finiti);
5) modellamento della struttura ossea dall'esterno → tema dell'irreversibilità, azione mediante la quale si ottengono le modificazioni e le compressioni, altrimenti non si entra a far parte di un determinato gruppo sociale (la maggior parte avvengono deformando collo e testa);
6) tatuaggi;
7) scarificazioni;
8) deformazioni e
inserimento di oggetti esterni;
intarsio dei denti;
amputazioni;
chirurgia genitale: nelle donne spesso avviene per rimuovere tutto ciò che c'è di maschile in modo tale che il corpo femminile diventi levigato, pulito, chiuso, puro (infibulazione → per questo molte donne lo richiedono). Per quanto riguarda i maschi è più collegato ad un'appartenenza religiosa, un passaggio di tatus e quindi un rito di passaggio.
interventi di cambiamento del sesso/ attribuzione di un genere agli intersessuali;
chirurgia estetica moderna: dimensione di una classe sociale, in direzione di modelli determinati nella vita pubblica;
alimentazione, diete;
interventi in vista della morte;
trattamento del cadavere... Corpo sano e corpo malato. Nei guaritori tradizionali il saper-fare è acquisito per trasmissione o dono personale → l'efficacia simbolica, ricorso a saperi alternativi in cerca della sola efficacia terapeutica.
(moltiplicazione delle immagini del copro). Mentre la concezione occidentale è sempre più specifica, dividendo i vari elementi della persona, senza preoccuparsi della loro compatibilità e interezza. Nelle società "tradizionali" la concezione della malattia individualista non c'è, è un fatto comunitario (Ndembu dello Zambia = "far venire fuori le cose" o donne dei desaparecidos: con la patologia esprimevano il dissenso in modo simulato, nonché l'unico modo possibile). 01/04/19 L'etnografia non è solo una tecnica di ricerca (accesso al campo, raccolta dati, analisi dati e poi scrittura), è anche un prodotto scritto, e un corpus di studi (insieme di testi etnografici prodotti in relazione di quel contesto). Il prodotto scritto è di un'importanza decisiva perché non è neutrale (differenza tra esperienza e scrittura → alterazione dell'orale, lediversecomponenti sensoriali come possono essere restituite ?). I diversi modelli teorici affrontarono