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Goffman e a McLuhan. Goffman si è limitato all’interazione faccia a faccia mentre
Luhman ha studiato anche i media, definendoli estensioni dei sensi. Secondo lo
studioso, è possibile modificare influenzare il comportamento sociale attraverso il
fatto che i media provocano una riorganizzazione degli ambienti sociali, un crollo di
barriere di separazione, di confini. Si attenua il distacco tra legame fisico e legame
sociale.
CAPITOLO 5- Liquefazioni: tentativi di ricomporre oggetti decomposti.
Il paradigma della liquidità ha dato una chiave dei lettura della società
contemporanea. Il principale autore che ha teorizzato la modernità liquida è
Zygmunt Bauman. Le società liquide sono tali in quanto caratterizzate da una
perdita di legami solidi, dove prevale il modello “usa e getta” in ambito amoroso,
amicale e relazionale in generale. Dentro le società in liquefazione bisogna vivere
essendo veloci e cogliendo le occasioni che la vita presenta qui ed ora, essere lenti
e pensare alle conseguenze delle azioni sono modi di vivere anacronistici. Vale la
competizione, si perde la solidarietà. Vengono meno le certezze, non si hanno
direzioni, senza capacità progettuali a lungo termine. La metafora della liquidità si
contrappone a quella della solidità, concezione secondo la quale gli uomini sono
guidati dall’azione razionale, sostenuta dalla fede della scienza e dalla ragione e
soprattutto dal processo di secolarizzazione, ossi la collocazione del trascendente
su un livello altro rispetto al piano della realtà sociale. Questo processo
contribuisce alla delimitazione del sacro, se ciò non avviene allora esso è
onnipresente nella vita quotidiana (es. terrorismo).
La storia dell’Europa occidentale dopo millenni subisce cambiamenti di grande
portata. I cambiamenti individuati dai sociologi sono tre: l’avvento del capitalismo, la
nascita dello stato moderno e l’individualismo. In primis, il capitalismo ha favorito un
particolare tipo di scambio mediato dal denaro che modella e crea gli ambiti della
vita sociale, intensificando il contrasto tra solidità di uomini che affermano se stessi
e fluidità e transitorietà dei ruoli (es. ultimo modello di telefono). Poi, gli stati-
nazione che nel periodo della loro formazione avevano l’obiettivo principale di far
sentire membri di una comunità i propri cittadini, eliminando le regole di
discendenza e i legami di sangue, creare una cultura omogenea, moderna, sentita
propria da tutti ed aperta a tutti. Un esempio è fornito dall’etnografia della vendetta
presente nel Sud dell’Albania, per i sistema di faide. Oggi il nazionalismo è più
flessibile e costretto a pensarsi al plurale. Anche il concetto di individualità oggi non
rimanda più ad una sola dimensione. La ricerca personale delle modalità per
esprimere i propri stati interiori è frammentata: può essere la ricerca di espressioni
naturali (es. vegetarianismo), il desiderio di purezza del corpo oppure liberarsi da
convenzioni e norme.
Il cambiamento economico più rilevante risiede nel capitalismo, che è un’economia
monetaria basata sulla mediazione attraverso il denaro. Il capitalismo prevede che
oltre allo scambio di denaro si scambi anche forza lavoro, perché i capitalisti hanno
bisogno del lavoro degli operai per le proprie imprese e allo stesso modo gli operai
hanno bisogno di lavorare per vivere. Il fine del capitalismo è il profitto. Per Weber
però il punto focale di questo sistema non è il profitto, sostenendo che non si è
formato per fattori strutturali, ma in concomitanza con elementi di struttura: la
sovrastruttura. In particolare, dalla nuova etica della Riforma protestante, dato che
quest’etica si basa sulla convinzione che l’impegno lavorativo garantisca la
salvezza divina e non ci si debba perdere nei piaceri e nell’ozio, ma dedicare la
propria vita alla famiglia e al lavoro. Il capitalismo globale schiaccia ogni tipo di
solidarietà. Proprio l’erosione delle forme di solidarietà sociale è alla base di
un’attenzione verso il dono. Nel famosissimo Saggio sul dono l’antropologo Mauss
costruì una teoria analizzando i dati etnografici ricavati da una ricerca in Oceania,
nelle quali il dono rappresenta la vita quotidiana e non . da un lato abbiamo un
ideale sociale basato sulla solidarietà, in cui il dono è il fatto sociale totale di Mauss
e dall’altro abbiamo un ideale sociale fondato sull’utilitarismo.
Il passaggio decisivo per la nascita di un’identità politica è l’emersione di un potere,
esercitato da un sovrano in grado di sottomettere tutti i gruppi in un dato territorio
(Weber). Affianco alla sovranità politica vi è la sovranità rituale, che nello stato
segmentario non coincide. Un esempio c’è fornito dallo scrittore Amitav Ghosh, che
nel suo romanzo Il palazzo degli specchi racconta di un episodio di un ragazzino
che una notte vede saccheggiato il palazzo imperiale e conseguentemente l’esilio
del proprio re da parte degli inglesi. Il ragazzo riconobbe i volti dei saccheggiatori,
gli stessi che il giorno dopo piangevano la mandata all’esilio del re. Il re nello stato
segmentario possiede la sovranità politica e offre servizi rituali, ossia la capacità
riconosciuta di controllare i mezzi invisibili di riproduzione del mondo (es.
benessere, protezione mistica, fertilità, pioggia). Questo potere, rituale, simbolico è
la premessa per lo stato invisibile. Infine, il cambiamento culturale, ossia la
modernità. Il concetto di cittadino deriva da un’erosione del potere assoluto del
sovrano. Questo è possibile trovarlo in una lettera di un padre libanese al figlio che
è partito per studiare, nel quale il passaggio che si coglie è quello di una
collocazione in uno spazio di sudditanza alla condizione propria dei cittadini,
caratterizzata dal fatto che viene meno il diritto divino di un sovrano a dominare su
un certo territorio. Il cittadino deve comunque obbedire, ma lo fa in virtù del fatto
che ritiene che chi comanda abbia il titolo di farlo. La modernità nasce dalla
comparsa del capitalismo, dalla formazione dello stato assolutista in seguito
trasformato in stato-nazione costituzionale e democratico. Inoltre, idea che
l’individuo possa avere la libertà di scelta del proprio destino, responsabile delle
proprie scelte, senza dover sottostare alla volontà di altri è strettamente legata alla
società moderna. A volte, però può essere vantaggioso avere un destino già pronto,
per una questione d’identità e appartenenza. Da un lato le persone vogliono essere
libere di essere ciò che vogliono essere, dall’altro non possiedono le risorse
necessarie per farlo.
Un qualsiasi oggetto della nostra quotidianità ha un marchio, se chi lo produce, non
vuole far si che passi inosservato, lo colloca in un determinato paese, ma spesso
scopriamo che la reale produzione risalga in un altro paese. E’ noto il caso delle
scarpe Nike dato che scoppiò lo scandalo del lavoro sottopagato di bambini asiatici.
La denuncia riguardava le condizioni sociali e di lavoro di queste persone, da cui è
necessario ricordare Marx per cui i meccanismi della produzione capitalistica sono
legati al profitto e alla produttività, ma l’aumento della produttività si deve alla
manodopera a basso costo. Questi lavoratori lavorano molte ore al giorno, non
hanno alcuna tutela dal punto di vista di malattia o permessi e hanno un salario
insufficiente. Un altro aspetto del capitalismo riguarda il fatto che fra le prime
conseguenze ci sia stata la convinzione che il nostro mondo sia migliore degli altri.
L’idea di base è che la cultura imprenditoriale avviatasi con la riforma protestante o
con lo sviluppo della tecnica ha trionfato e porterà a un’unificazione del mondo. In
realtà, tale convinzione non si è realizzata e le organizzazioni internazionali si
battono per trovare accordi su questioni problematiche e conseguenti risoluzioni. Al
di là di questi aspetti, la globalizzazione culturale ha anche degli aspetti positivi ad
esempio l’avvio di internet, le reti di trasporto ecc. Il nostro è un mondo complesso
e frammentato, in cui il desiderio di far parte di grandi realtà si scontra con la paura
di perdere le proprie specificità (es. Inuit che hanno siti di rivendicazioni territoriali e
d’identità). L’emblema della globalizzazione risiede nelle città. Nelle società
avanzate del Novecento l’industrializzazione ha portato ad un picco fino agli anni
Settanta per poi regredire quando nuove organizzazioni di lavoro e nuove
tecnologie si sono sviluppate. La città è lo spazio simbolo delle libertà promesse
all’individuo, nasce in Occidente in parallelo alla nascita del capitalismo e
dell’individualismo, non a caso i primi studiosi a parlarne sono stati Weber e
Simmel, che entrambi hanno definito la società come un luogo in cui persone a loro
estranee si prendono reciprocamente in considerazione.
Weber mise in luce il confronto tra le città medievali e quelle orientali, indicando che
sin dalle città medievali l’aria della città rende liberi e attraverso il proprio lavoro, gli
individui possono emanciparsi dalle condizioni di emancipazione. L’Ottocento è il
secolo delle grandi fabbriche mentre il Novecento è il secolo delle attività di
servizio.
Simmel aveva intuito come la città è un enorme calamita che attrae individui di ogni
tipo, estranee l’uno con l’altro, in cui si mescolano nuove aspettative, attività
lavorative, bisogni e desideri. Una figura tipica di un individuo metropolitano è
l’eccentrico, ossia colui il quale per non sparire nella frenesia della metropoli si
inventa particolarità per attirare l’attenzione. E’ proprio il fenomeno della moda che
nasce in città. Un’altra figura è quella dello straniero, data la sua massa critica e la
sua estensione, la metropoli tollera maggiormente gli stranieri. Simmel sarà poi
ripreso dalla Scuola di Chicago, che saranno poi i primi ad intraprendere una
ricerca sulle bande giovanili ed i quartieri, vale a dire il rapporto tra devianza e città.
Le città sono anche luoghi in cui la diversità si può accentuare, ad esempio,
persone con determinate caratteristiche sociali, economiche e culturali vivono negli
stessi luoghi e frequentano gli stessi posti. Gli stessi stranieri possono essere visti
in modo ostile, perché ad esempio alcuni pensano che chi venga da fuori rubi
opport