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In effetti, nello scontrarsi con credenze e pratiche molto diverse dalle proprie bisognerebbe fare attenzione a non incombere nel pregiudizio, o molto peggio, in atteggiamenti di condanna. E allora, per non incorrere in errori di valutazione, bisognerebbe stabilire quali criteri seguire per giudicare credenze e pratiche altrui. Nell’elenco di pratiche e credenze umane, alcune potrebbero apparire strane o scioccanti: gli Ilongot delle Filippine per allontanare il dolore per la morte di un parente uccidono un nemico recidendogli la testa; gli Aztechi del Messico, convinti che l’universo subisse una distruzione
periodica strappavano il cuore a vittime sacrificali per offrirlo agli dei, credendolo come il solo modo di evitare la calamità: e inoltre, fra le popolazioni della valle del Nilo, nel Sudan, viene praticata ancora l'infibulazione perché non siano violate la castità e la verginità delle fanciulle, i loro genitali vengono mutilati chiudendo l'apertura della vagina e, successivamente, per rendere possibili i rapporti sessuali e il parto, le donne devono subire altri interventi chirurgici. Di fronte a queste consuetudini bisognerebbe stabilire, insomma, quale deve essere la nostra reazione. La condanna o il rifiuto di credenze e pratiche diverse dalle nostre possono essere causati dal pregiudizio etnocentrico, ossia dalla convinzione che le nostre credenze e pratiche siano giuste, mentre quelle degli altri popoli siano errate. Gli antropologi culturali lottano da tempo contro l'etnocentrismo, cercando di dimostrare che ogni credenza o pratica, perquantostrana o bizzarra a prima vista, è funzionale e logica nell'ambito di una particolare cultura. Tuttavia, l'alternativa all'etnocentrismo, ossia il relativismo, non è meno problematica. Secondo il relativismo, ogni cultura deve essere studiata all'interno, poiché, per comprendere credenze e pratiche (per quanto a prima vista esse possano sembrare aberranti), occorre far riferimento allo scopo, ossia alla funzione e al significato che esse hanno all'interno di ogni singola società. Riprendendo in esame l'esempio sull'infibulazione praticata alle fanciulle in Sudan, poiché l'onore della famiglia è determinato in parte dalla castità dei membri di sesso femminile, l'infibulazione impedendo i rapporti sessuali, protegge l'onore della famiglia, salvaguarda le ragazze da violenze sessuali e tutela l'onore e la reputazione della ragazza. Detto ciò, è facile comprenderequanto sia arduo il compito di tradurre i significati di un mondo nei significati di un altro mondo. L'antropologo, in particolar modo, in quanto mediatore di questa traduzione culturale deve liberarsi dei propri preconcetti su ciò che è normale oppure adeguato, e dopo aver studiato una cultura, ha anche il compito di riferire ciò che ha imparato ai membri di un'altra cultura. Gli antropologi, come altri studiosi di scienze sociali, si servono di indagini, documentazione scritta, racconti storici e questionari, ma la caratteristica fondamentale dell'antropologia culturale è l'applicazione del metodo etnografico, ossia l'immersione dei ricercatori nella vita delle persone che sono oggetto dell'osservazione: ovvero, attraverso la ricerca sul campo e l'osservazione partecipante. Capitolo 2: LA COSTRUZIONE SOCIALE E CULTURALE DELLA REALTÀ Molti popoli hanno credenze diverse, e ognuno di questi è portato a credereche la propriavisione del mondo sia quella giusta: alcuni credono in un Dio la cui esistenza non può essere provata; altri credono nell'esistenza di spiriti ancestrali: altri ancora in streghe, diavoli e magia. Di fronte alla credenza nella stregoneria, ad esempio, si ha la tentazione di dare per scontato che si tratti di qualcosa di sbagliato; il questo caso, il compito dell'antropologo è spiegare come mai si possa credere in qualcosa di sbagliato. OPSonline.it – la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d'esame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc... E-mail: info@opsonline.it – Web: http://www.opsonline.it Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006 Attiva l'abbonamento a Liberamente (http://liberamente.opsonline.it/) e comincia a scaricare appunti, articoli, tesi di laurea senzapiù vincoli di crediti. Libera la tua voglia di Psicologia con Liberamente! L'antropologo Edward Tylor disse che la religione e la credenza nel soprannaturale si sono sviluppate attraverso i tentativi di spiegare fenomeni come la morte e il sogno. Tylor provando ad immaginare i primi esseri umani che riflettevano riguardo la differenza tra una persona viva e una morta, tra una persona addormentata e una sveglia. A seguito di questa riflessione, secondo Tylor, essi devono aver ragionato e concluso che doveva esserci qualcosa, una sorta di essenza, che si staccava dal corpo del defunto o che viaggiava in luoghi distanti durante il sogno. Da questo ragionamento, per Tylor, derivò una credenza nell'idea di uno spirito che animava il corpo, ma che lo lasciava nel momento della morte e del sonno. È questo il motivo per cui la parola che indica respiro e anima è la stessa, o molto simile, in tante società. Il sociologo francese Émile Durkheim sisuo simbolo supremo, ovvero Dio. Questa ipotesi, secondo Durkheim, spiegherebbe il motivo per cui l'idea di Dio è così diffusa e radicata in tutte le culture umane. Egli sosteneva che la religione fosse una proiezione collettiva delle aspirazioni e dei valori della società stessa, e che Dio fosse il simbolo supremo di tali aspirazioni e valori. In questo senso, l'esistenza di Dio sarebbe una creazione dell'uomo, ma avrebbe comunque una funzione sociale e culturale molto importante.proprio Dio. Molti altri hanno tentato di spiegare l'origine dell'idea di Dio nella mente umana. Sigmund Freud, per esempio, ipotizzò che su un Dio immaginario si proiettasse il potere del padre e che, adorando Dio, si adorasse il padre. Mentre Bonislaw Malinowski affermò che gli uomini si rivolgono a divinità e spiriti per influenzare quegli eventi della vita che si sentono impossibilitati a controllare. In qualunque cosa o concetto l'uomo sia portato a credere, perché in qualche modo ne ha fatto esperienza, egli ha la straordinaria attitudine di attribuirvi dei significati; e il mezzo attraverso il quale l'uomo entra a contatto con il mondo è il linguaggio. Secondo l'antropologo Edward Sapir, le lingue ordinano in qualche modo le esperienze di coloro che le parlano. Un altro antropologo, Benjamin Lee Whorf, elaborò ulteriormente le idee di Sapir, sostenendo che ogni lingua costituisce un sistema di riferimento che
Determina la visione del mondo di un particolare popolo. È curioso notare che un'importante caratteristica del linguaggio umano è la sua economia. Ciò significa che le stesse parole che usiamo per descrivere un'area dell'esperienza possono essere usate anche per descrivere un ambito diverso. Espressioni come "il ciglio della strada" o "i piedi della collina" illustrano la possibilità di utilizzare metaforicamente parole designanti parti del corpo umano per riferirsi a caratteristiche del paesaggio. In "Sara è una iena", "Carla è una volpe", "Angelo è un cane" e "Piero e Giuseppe sono dei maiali" i termini che designano animali sono utilizzati metaforicamente per riferirsi a esseri umani. Le metafore, dunque, prendono a prestito espressioni linguistiche appartenenti a un ambito dell'esperienza, come il corpo o il regno animale, per applicarle a un ambito.
diverso come le caratteristiche del paesaggio o la qualità delle persone. E quando il linguaggio viene esteso da un ambito all'altro, anche il significato viene ampliato; nella metafora non solo si parla di un'esperienza nei termini di un'altra, ma la si comprende anche nei termini di un'altra.
Facendo un altro esempio, si può parlare di una discussione utilizzando dei termini impiegati in OPSonline.it – la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia.
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di Psicologia con Liberamente!genere per scontri bellici, cioè si prendono delle espressioni appartenenti alla sfera della guerra e si applicano a quelle della conversazione; ecco che parlando di una discussione si potrebbero utilizzare frasi come: “Ha attaccato le mie opinioni e ho dovuto difendere la mia posizione”, oppure “Credo di averla avuta vinta io”, o ancora “Le tue affermazioni sono indifendibili”. Dunque, se vengono utilizzati i termini della guerra è perché si pensa che la discussione sia una sorta di guerra in cui o si vince o si perde. Perciò con le parole viene trasferito anche un particolare significato.
Il corpo umano e la guerra non sono i soli ambiti da cui si attinge per assegnare significato ad altre aree dell’esperienza. In inglese, per esempio, oltre a parlare del tempo come se avesse un’esistenza autonoma, lo si considera anche qualcosa di specifico: “il tempo è denaro”.
“mistai facendo perdere tempo”, “dovresti amministrare meglio il tuo tempo”, “non ho tempo da dedicarti” ecc. Le metafore, dunque, oltre ad essere espressioni verbali che usiamo per rendere il