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ANTENATI

I fossili dei primati che sono giunti a noi sono solo il 5% dei primati esistiti (che si stima fossero 9.000

specie). Per quanto riguarda l’uomo esistevano 23 specie di ominidi di cui 10 del genere homo, queste

specie vengono studiate attraverso mummie, fossili, denti e oggetti litici (pietra lavorata).

Mummie : la mummificazione naturale è il processo opposto alla putrefazione che evita quindi lo

 smantellamento della materia organica da parte di batteri aerobi ed anaerobi. Le migliori condizioni

ambientali sono ventilazione, asciutto, acido e terreni porosi salini o calcarei. Oetzi è stato ritrovato

nel 1991 in val Venosta (3.000 m), era un maschio di 160 cm e circa 45 anni risalente probabilmente

al 3.200 a.C. e aveva una punta di selce nel torace. Egli aveva con sé molti oggetti tra cui uno zaino,

un coltello ed un porta frecce. La sequenza del DNA mitocondriale di Oetzi non è stata trovata in

nessun altro poiché la sua popolazione si è estinta. Altre mummie importanti sono quella trovata a

Tollund (Danimarca) in una torbiera (molto acida) risalente al IV secolo a.C., quella ritrovata in Cina

in un ambiente molto secco risalente al 1880 a.C., quella “ginger” risalente a 3.300 a.C. in Egitto. Le

mummie sono facili da identificare, la persistenza nel tempo è molto buona, la numerosità è scarsa,

dicono molto sulla morfologia dell’individuo, si possono identificare l’alimentazione, le attività,

l’abbigliamento ecc.

Ossa fossili : si deteriorano i tessuti molli e la componente organica e rimane la struttura dell’osso

 che viene riempita da Sali minerali trasportati dall’acqua (mineralizzazione). I resti di ossa più

importanti ritrovati sono quelli di Lucy (australopitecus anamensis) in Africa risalenti a 3,5 milioni di

anni fa. Le condizioni migliori per la formazione di fossili sono un ambiente secco, che le ossa siano

robuste (femore, bacino ecc oppure i denti) e il suono non acido. I fossili sono facili da individuare, la

persistenza nel tempo è buona, ci riportano fino 7 milioni di anni fa, la numerosità è variabile a

seconda dell’area geografica, possono dare importanti informazioni sulla morfologia dell’individuo,

possiamo ricavarne il sesso, l’età e delle patologie.

Denti : lo smalto è un a struttura molto resistente e rende quindi facile la conservazione dei denti. I

 denti possono essere importanti per determinare la dieta del defunto e la sua età in base all’usura, i

marcatori genetici (alcune creste possono essere utilizzate per determinare una familiarità). I resti

più antichi del genere homo acquisiti con dei fossili sono risalenti a 1,2 milioni di anni fa ritrovati in

Spagna. I denti sono facili da individuare, la persistenza nel tempo è ottima, ci riportano fino a 7

milioni di anni fa, la numerosità è discreta, possono dare informazioni sulla morfologia dell’individuo,

possiamo ricavarne la dieta e l’igiene.

Manufatti : rispecchiano l’abilità manuale, le capacità tecnologiche ed il senso estetico. I manufatti

 di pietra si distinguono da un sasso fratturato in quanto la scalfittura intenzionale lascia come

un’onda concava sulla matrice. I manufatti non sono facili da individuare, la persistenza nel tempo è

eccellente, la numerosità è molto buona, possiamo ricavarne l’arte, la spiritualità e le attività.

Un metodo di datazione relativa dei fossili è il metodo della fluorina, i processi di decomposizione

portano alla perdita dei composti azotati (amminoacidi) mentre l’acqua di percolamento introduce dei

composti fluorurati che portano ad un aumento della fluorina. La quantità di fluorina in funzione del

tempo dipende anche dall’ambiente circostante quindi non può essere un metodo di datazione

assoluto ma può essere utile per confrontare due reperti fossili provenienti dalla stessa zona ed è

stata usata per studiare un cranio che un uomo (Dawson) sosteneva fosse di un ominide ma si scoprì

che era una frode grazie al metodo della fluorina.

I metodi di datazione assoluta sono ad esempio il metodo C14 (tempo di decadimento degli isotopi

radioattivi, l’isotopo genitore si trasforma in isotopo figlio, vi sono stati datato Oetzi e la sindone), il

metodo potassio – argon (non data il reperto ma gli strati in cui esso è inserito, si basa sui rapporti di

argon e potassio che vengono sprigionati nelle eruzioni), la termoluminescenza (sfrutta un’emissione

di fotoni da parte di oggetti radioattivi sottoposti a calore).

OMINIDI

Fanno parte della superfamiglia Ominoidea, e sono localizzati in Africa centrale ed orientale.

SAHELANTHROPUS TCHANDENSIS

La specie più antica di ominidi (per meglio dire, ancora una

protogorillina facente parte dei pongidi), risalente a circa 6 – 7 milioni

di anni fa in Chad in un deserto che ai tempo era caratterizzato da

foreste. È caratterizzato da un toro sopraorbitale molto massiccio, un

osso frontale piatto, uno smalto spesso, un naso simile a quello delle

catarrine, un prognatismo molto evidente ed acquistano la capacità

di camminare su due piedi pur non perdendo le altre abilità arboricole.

ORRORIN

TUGENENSIS

Specie risalente a circa 6

milioni di anni fa in Kenya

in un attuale deserto che

era caratterizzato da

foreste. Il reperto originale

è un femore con un collo

molto lungo (come

sapiens) per aumentare

l’efficienza nel

bipedalismo, ma rimane

un ottimo arrampicatore.

ARDIPITHECUS

KADABBA

Risalente a circa 5,8

milioni di anni fa in Etiopia

in ambiente forestale. Lo

smalto è sottile, i canini

sono ancora grandi ma il forame magno inizia ad avanzare.

ARDIPITHECUS RAMIDUS

Risalente a circa 4,4 milioni di anni fa in Etiopia. È caratterizzato da canini ridotti, è onnivoro e bipede

facoltativo, iniziano a comparire le curve della spina dorsale. Possibilmente la specie più simile al

genere homo.

AUSTRALOPITECUS

Gli ominidi plio-pleistocenici sono caratterizzati da un maggiore sviluppo dello splancnocranio rispetto

al neurocranio, da prognatismo (mascelle sporgenti), da una fronte poco frontalizzata (sfuggente), da

un toro sopraorbitale marcato, apparato masticatorio robusto (premolari e molari massicci per

garantire una migliore molitura), le braccia sono più corte delle gambe e non vengono usate per

camminare, la spina dorsale acquisisce curve ma sono ancora preda dei carnivori. La capacità cranica

di un gorilla si aggira intorno ai 400 cc, la capacità cranica degli australopitechi è pressochè simile ma

la differenza riesiede nel peso dell’animale (l’australopiteco pesa molto meno del gorilla) quindi è già

un passo in avanti. L’ambiente dell’africa centrale è diviso da una rift valley, la parte occidentale è

composta da fitta vegetazione, la parte orientale (dove si ipotizza fossero gli australopitechi) più arida

e monsonica. In questo ambiente i vantaggi di una camminata bipede sono un maggiore controllo del

territorio (maggiore campo visivo), un migliore inseguimento (elevata resistenza), le mani consentono

di prendere oggetti (presa di forza), la femmina sfrutta gli arti superiori per le cure parentali ed i

maschi per la raccolta del cibo. Le specie sono :

Africanus : localizzato solo in sud africa, risalente a circa 2 – 3 milioni di anni fa, la parte superiore

 del cranio è arrotondata seppur non ha ancora una fronte dritta come la nostra, forame magno

leggermente spostato in avanti, bacino molto meno allungato (femori non più paralleli ma

convergenti). Un esempio è il bambino di Taung.

Afrensis – localizzato in africa orientaele, risalente a circa 3 – 5 milioni di anni fa, i canini sono

 ancora importanti (unica specie), foro occipitale anteriorizzato, bacino ancora basso e largo, alluce

non più divergente. Un esempio è lucy.

Bahrelgazhali – localizzato in chad, rialente a circa 3 – 3,5 milioni di anni fa.

 Sediba – localizzato in sud africa, risalente a circa 1,8 mlioni di anni fa, denti piccoli, bacino

 derivato (nuovo, evoluto) caratterizzato da un accorciamento dalla zona superiore a quella inferiore,

quindi il peso scaricato sugli altri inferiori percorre uno spazio inferiore migliorando la postura

bipede.

Anamensis – localizzato in kenya, risalente a circa 3,5 – 4,5 milioni di anni fa, mandibola arcaica

 (file di denti quasi parallele, non paraboloide come la nostra), smalto spesso (carattere moderno),

piatto tibiale largo e con tessuto spugnolo (ginocchio) che consente maggiori sollecitazioni dovute

alla camminata bipede

Garhi – localizzato in africa orientale, risalente a circa 2,5 milioni di anni fa, denti molto grandi.

KENYANTROPUS PLATYOPS

Uomo del Kenya, risalente a 3,5 – 3,2 milioni di anni fa appartiene ad una specie differente dagli

australopitechi precedenti, ha un cranio arcaico con ossa molto robuste, smalto spesso e faccia piatta

(caratteri derivati), ha molari piccoli (carattere primitivo).

PARANTHROPUS

Maggiore longevità degli altri australopitechi. Molto più robusti degli altri australopitechi, cresta

sagittale (sul cranio) che corrisponde alla sutura sagittale di sapiens ed è l’inserzione per i muscoli

temporali (per la masticazione), denti molto grandi (premolari e molari di simile dimensione e più

grandi dei canini) :

Boisei – localizzato in africa orientale, risalente a circa 2,4 – 1,3 milioni di anni fa, statura di circa

 150 cm, la robustezza dell’apparato masticatorio è dovuto al clima arido che non fornisce molti

vegetali morbidi e freschi ma erbe più dure, arcate zigomatiche molto espanse.

Robustus – localizzato in sud africa, risalente a circa 1,8 – 1,2 milioni di anni fa, statura di circa 120

 cm, massiccio mediofacciale allungato verso l’esterno (prognatismo), arcate zigomatiche meno

espanse e più rettilinee, incisivi più piccoli.

KENYANTROPUS RUDOLPHENSIS

Localizzato in africa orientale, risalente a circa 2,75 – 1,7 milioni di anni fa, cranio derivato e grande,

denti grandi, faccia robusta, toro sopraorbitario leggermente ridotto, faccia piatta.

HOMO HABILIS (EARLY HOMO)

Risalente a circa 2 – 2,5 milioni di anni fa, mento ancora non presente, capacità cranica tra 510 e 780,

statura di circa 140 cm, cranio più leggero, espansione frontale ma permane toro sopraorbitale, il

forame avanza ancora di più ma non ancora al massimo, apparato masticatorio si riduce e acquisisce

forma paraboloide, si riduce il prognatismo, smalto più sottile, bipedismo ancora facoltativo, le mani si

modificano, le falangi sono dritte, il pollice si allunga, e le falangi apicali si irrobust

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
21 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giada_F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Destro Bisol Giovanni.