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A
possa legare ai differenti target e quindi fare l’analogo rigido, bloccando la molecola in una determinata conformazione,
ci permette di avere interazioni con specifici recettori in maniera più selettiva.
(Diciamo inibire uptake perché intendiamo sia re-uptake e sia uptake, dove il primo è un trasportatore per riciclare il
neurotrasmettitore mentre il secondo serve esclusivamente a fini catabolici).
Lo stesso approccio dell’analogo rigido si può fare ovviamente anche sul GABA.
La differenza principale tra l’ac. Isonipecotico e l’ac. Nipecotico è la distanza dell’N dal gruppo –COOH (ovviamente
sono isomeri). Non hanno effetti sul recettore ma assumono una conformazione tale da inibire solamente il trasporto, e
quindi non viene ricaptato.
Ovviamente è stato possibile dividere l’azione (GABA agonisti – Inibitori uptake) bloccando le conformazioni della
molecola. In entrambi i casi comunque abbiamo un potenziamento della via gabergica.
Inibitori della GAT: (GABA uptake inhibitors)
Aumentano l’azione inibitoria del GABA
Nella Tiagabina è stata mantenuta la porzione dell’acido nipecotico, ma è stata aumentata la lipofilia in modo da
permettere di passare la BEE con maggiore facilità. Non è un farmaco di scelta ma utilizzata nelle crisi refrattarie ad altri
farmaci.
VIGABATRINA (Sabril) Progettazione: Rational Drug Design
Meccanismo: Inibitore suicida della GABA-T
Uso: Crisi sia parziali che generalizzate, in monoterapia o in associazione
Effetti collaterali: danni alle fibre nervose nella retina (poiché è fortemente elettrofila)
E’ facilmente riconoscibile nella vigabatrina la porzione riconducibile al GABA.
E’ un inibitore suicida in quanto con il suo doppio legame si lega covalentemente all’enzima che viene bloccato per un
certo periodo di tempo e non può legare GABA. Abbiamo per un certo periodo di tempo l’impossibilità di catabolizzare
il GABA.
Il piridossal-fosfato è un cofattore enzimatico della transaminasi, ha una base di Schift carica positivamente che subisce
attacco nucleofilo. La funzione amminica della vigabatrina forma una base di Schift con il piridossale.
Ci deve essere un cofattore che accetta il gruppo amminico del GABA. Ci deve essere un trasferimento di elettroni, che
fanno i vari cofattori, alla fine si avrà il passaggio di questo gruppo amminico verso un’altra funzione carbonilica che è in
grado di accettarla.
Ovviamente ci devono essere dei gruppi funzionali che fanno si che possa avvenire questo meccanismo. La
terminazione amminica presente nell’enzima all’inizio si comporta esattamente come farebbe il GABA, il gruppo –NH 2
carico positivamente in queste condizioni diventa base di Schift (come avviene normalmente per il GABA) dopo di che
nelle vicinanze c’è una funzione amminica che fa un attacco nucleofilo sul C elettron deficiente (impoverito dalla
delocalizzazione del legame pi greco coniugato). Per tutto il tempo che l’enzima si trova bloccato in questo modo, non
si ha la distruzione di GABA.
Ovviamente, proprio per il motivo che fa legami covalenti, abbiamo degli effetti collaterali marcati come danni alle fibre
nervose retiniche in quanto comunque sono tanti i sistemi dove è implicato ad es. il piridossal-fosfato.
Antagonisti GABAergici Convulsivanti: utilizzati come tool farmacologico
Fanno l’effetto contrario di quello desiderato per
bloccare le convulsioni, vengono usati per indurre
modelli di convulsioni ad es. negli animali.
Barbiturici
Come anticonvulsivanti si usano il Fenobarbital e il Mefobarbitale.
Unici ad attività antiepilettica a dosi inferiori a quelle ipnotiche
FENOBARBITALE Luminale, Gardenale
Uso: Disordini convulsivi di vario genere (non nelle assenze);
Farmaco di prima scelta nei neonati (minori E.C.): viene sempre considerato il rapporto rischio/beneficio, in questo caso
conviene somministrare i barbiturici.
Farmacocinetica: pKa = 7.7; ben distribuito nel SNC
Potente induttore di CYP3A4 e della UDP-glucuroniltransferasi
Effetti collaterali: Sedazione e sonnolenza (più marcata che con fenitoina e CBZ)
Tra gli altri effetti collaterali c’è anche la depressione respiratoria.
MEFOBARBITALE
Possiede un metile in più rispetto al fenobarbitale. Il Fenobarbitale deriva dal Mefobarbitale in
quanto se somministro mefobarbitale al paziente la prima cosa che avviene è un’idrossilazione del
gruppo metile e una successiva N-dealchilazione che porta alla formazione di Fenobarbitale che
è quindi metabolita attivo.
Uso: Meno usato del Fenobarbitale (suo metabolita)
Non ci sono evidenze della sua maggiore efficacia o sicurezza
Bioisosteri dei barbiturici: dichetopiperazine
Bioisosteri dei barbiturici: dichetopirimidine Il Primidone ha un effetto anticonvulsionante
agendo sui canali del Sodio. Anch'esso non è
attivo nelle assenze. La molecola è molto
simile al nucleo dei barbiturici, scompare il
gruppo carbossilico tra i due azoti.
Benzodiazepine (BDZ)
Agiscono come modulatori allosterici positivi, non aprono direttamente il canale ma necessitano della presenza del
GABA. La cosa importante è che sia l'effetto sedativo che quello anticonvulsiante sono legate alla subunità alfa 1.
Per questo per l'uso come anticonvulsivante vengono scelte quelle che hanno maggior affinità per questa subunità.
Subunità 1: effetti sedativi ed anticonvulsivanti delle BDZ
Subunità 2: effetti ansiolitici delle BDZ
Subunità 5: effetti collaterali (deficit cognitivi) delle BDZ
Gli effetti collaterali sono minori rispetto ai barbiturici ma comunque esistono.
Effetti tossici da sovradosaggio
• Sonno prolungato
• Depressione respiratoria
Effetti indesiderati che si manifestano nel corso del normale uso terapeutico
• Sonnolenza
• Confusione
• Amnesia
• Ridotta coordinazione motoria
• Interazione con etanolo
Tolleranza e dipendenza
DIAZEPAM, è il più potente (o meglio agisce su varie forme recettoriali, quindi è il meno selettivo), funziona come
ansiolitico, ipnotico-sedativo, anticonvulsionante,...
Breve durata d’azione
Utilizzato nello stato di male epilettico convulsivo
Diffusa la somministrazione per via rettale grazie anche alla sua lipofilia (durante una crisi epilettica il paziente chiude la
mascella e vi è una forte salivazione e quindi la somministrazione orale può essere impedita)
CLORAZEPATO Profilo simile al Diazepam
MIDAZOLAM Durata d’azione 3-4 h
Alternativa al Diazepam
LORAZEPAM Lunga durata d’azione
Utilizzato nello stato di male epilettico convulsivo
CLONAZEPAM Usato nelle affezioni cloniche. Utilizzato nel trattamento di diversi tipi di epilessia nei bambini
Utilizzato nello stato di male epilettico convulsivo
Di 3° scelta nelle assenze (dopo etosussimide, valproato e lamotrigina)
Clobazam, nitrazepam, nimetazepam Hanno proprietà anticonvulsivanti ma poco usati a causa degli effetti collaterali e
della marcata sedazione
Strutture non benzodiazepiniche
Composti che interagiscono con il recettore per le benzodiazepine ma non hanno struttura benzodiazepinica
Hanno un certo effetto ma non hanno particolari effetti anticonvulsivanti e per questo non sono preferiti rispetto alle
BDZ.
Agonisti (modulatori allosterici positivi) parziali
Profilo farmacologico particolare: Anticonvulsivante e ansiolitico
senza effetti sedativi o disturbi amnetici
Non ancora in commercio
Antagonisti del recettore benzodiazepinico
Elevata affinità per il sito delle bezodiazepine ma senza attività intrinseca
Uso: Tool farmacologico
Sovradosaggio di benzodiazepine
Trasmissione glutammatergica
Ruolo fisiologico:
• Plasticità sinaptica
• Funzioni cognitive
• Appendimento
• Memoria
Ruolo patologico:
• Eccitotossicità (danno neurologico associato a patologie quali lesioni traumatiche, l’ictus, AD, SLA)
• Epilessia
• Dolore neuropatico
Per plasticità sinaptica si intende il meccanismo mediante il quale le sinapsi si adattano all’esperienza: il meccanismo
della memoria si basa su esperienze esterne, l' informazione viene codificata e trasformata in segnali chimici. Ciò fa si
che una certa sinapsi sia soggetta a seguito di uno stimolo esterno induce, in maniera maggiore e più frequente, ad una
serie di scariche che provocano il rilascio di glutammato che innesca un meccanismo ad esempio di gratificazione che
coinvolge altri recettori. Questa informazione viene immagazzinata nel cervello, nella zona ippica (zona deputata alla
memoria) e fa si che in qualche modo che si ottiene una regolazione dell'equilibrio che fa si che poiché quella sinapsi è
soggetta a scarica continua si ha una sintesi maggiore dei recettori (up-regolation) quindi la sinapsi si modella e
permette di rispondere meglio ad una seconda scarica. Al contrario una via sinaptica che viene sottostimolata verrà
messa in “stand-by” e quindi si riducono i recettori. Nella plasticità sinaptica sono coinvolti meccanismi epigenetici, due
proteine di natura acetil-transferasica che introducendo gruppi acetili di fatto regolano la quantità di recettori sinaptici.
Le sostanze ritenute “agoniste” del recettore del glutammato vengono classificate come sostanze Neutropiche, cioè
sostanze che migliorano appunto le facoltà cognitive dell’individuo.
C’è stato per molto tempo uno studio su sostanze che migliorassero l’apprendimento, si pensò ad esempio al fosforo
ma per un fatto di biodisponibilità non viene assorbito quindi in realtà non fa niente.
Fanno eccezione, ma per motivi diversi, perché sembra che migliorino i processi cognitivi, sostanze d’abuso
amfetamino-simili dove in realtà non è che si migliorano i processi cognitivi ma si migliora tutto un discorso di energia
psichica e stato di benessere dove il soggetto si crede di essere superforte e quindi è maggiormente predisposto
all’apprendimento. In realtà questo effetto è apparente perché anche se tengono più svegli e danno la carica, questo
effetto svanisce all’istante e fanno arrivare tutta la stanchezza accumulata all’improvviso abbandonando il soggetto sul
più bello (all’esame ad es.).
Sono le uniche sostanze psicotropiche che in qualche modo sembrano migliorare i processi cognitivi. Sono in studio, in
modelli animali, sostanze che potrebbero migliorare i processi cognitivi come alcuni agonisti glutammatergici ma il
discorso è molto molto complesso perché ci sono molti recettori implicati e quindi si è ancora lontani da dare una
correlazione certa.
Tra i recettori per il glutammat