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Le Fonti: la storiografia attuale considera fonti o documenti storici tutte le tracce
(umane o naturali) del passato che lo studioso è in grado di interrogare e
intraprendere criticamente. In base a diversi approcci classificatori, le fonti sono state
tradizionalmente assoggettate, sin dalla fine del Medioevo o dagli inizi dell’età
moderna, a molteplici tentativi di categorizzazione. Il corretto rapporto con le fonti,
che costituisce il fulcro del mestiere dello storico, è per diverse ragioni un’operazione
delicata. Lo storico interagisce con le fonti coinvolgendo nell’operazione
storiografica i condizionamenti tecnici e culturali della propria epoca, il proprio
bagaglio personale di conoscenze, competenze, valori e il punto di vista dell’indagine
che sta conducendo. Le fonti, inoltre, non sono mai “oggettive” ma sono il risultato di
una elaborazione, consapevole o meno, dell’epoca e della società che l’ha prodotta,
mentre la loro conservazione e trasmissione ai posteri sono il frutto di meccanismi di
selezione concisi e non deliberati e spontanei. Quando parliamo di fonti della storia,
intendiamo tutto ciò che permette agli storici di conoscere il passato, di ricostruire
eventi accaduti in anni anche molto lontani; fonte è tutto ciò che viene dal passato e
quindi non solo gli scritti degli storici antichi ma anche i segni che il passato ha
lasciato nel mondo attuale. La storia nasce dall’incontro tra il passato e il presente,
dalla relazione fra i documenti che il passato ci ha lasciato e l’interpretazione che noi,
uomini del presente, ne diamo. La documentazione antica è quindi il primo e
fondamentale pilastro nel quale si basa la ricostruzione storia. Le fonti si dividono
essenzialmente in due categorie: fonti primarie e fonti secondarie. Quelle primarie
appartengono al periodo che lo storico vuole studiare, mentre le secondarie risalgono
ad epoche successive. Inoltre le fonti sono scritte, ossia i testi degli autori antichi,
iscrizioni, papiri, monete; fonti non scritte sono i resti materiali, edifici, oggetti ecc.
Molti documenti però presentano contemporaneamente un aspetto testuale e uno non
testuale. Inoltre troviamo i documenti diretti e involontari creati dall’autore per il
proprio uso personale, e i documenti mediati e volontari creati dall’autore per essere
consegnati alla memoria dei posteri. Le fonti possono essere non rielaborate le quali
sono un prodotto immediato del processo storico, e le fonti rielaborate come prodotto
di una riflessione che in genere assume la forma di una narrazione continua. Le fonti
inoltre si classificano in base al supporto materiale: fonti letterarie, epigrafiche,
numismatiche e archeologiche. Tutte queste fonti hanno però in comune alcune cose
come la scarsità ossia rispetto alle epoche posteriori, i documenti antichi sono in
quantità inferiore; impossibilità di usare le fonti in modo immediato poiché ogni
documento deve essere decifrato, tradotto, interpretato e datato; mancanza di
trattazioni organiche ossia la maggior parte dei dati si trovano dispersi in documenti
di vario carattere; la difficoltà di uso statistico dei dati.