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La vita e le opere di un artista del Rinascimento
Da una seconda tavola con rappresentazione di una Madonna col Bambino, San Giovanni, e le sante Scolastica e Giustina, conservata oggi a Montecassino, dove il 21 gennaio 1529 ricevette la commissione per l'altare maggiore della chiesa abbaziale, e a Gaeta, dove si trovava nell'estate di quell'anno. Nel 1529 diede il S. Andrea alla cappella Lauri in S. Maria delle Grazie a Caponapoli, ora al Museo di Capodimonte (attribuito da molti al suo seguace Giovan Filippo Criscuolo). Negli ultimi mesi dell'anno fu stabile impegnato per Montecassino, ma alle prese con problemi di salute. Nel novembre del 1530 è documentato in vita per l'ultima volta mentre lavorava alla cona con S. Benedetto in cattedra con i ss. Mauro e Placido e i ss. padri della Chiesa. Morì prima del maggio 1531, quando Ierace, suo cognato ed esecutore testamentario e tutore del figlio Giovanni Battista, ricevette una serie di pagamenti per la grande cona dell'altare maggiore.
e per altri lavori condotti per l'abbazia (Caravita, 1869-1870, pp. 26, 35-38). Giungiamo, così, alle soglie dell'attività ultima del Maestro, quel la che si svolge tra Montecassino (per la Badia dipinge il San Nicola in trono, oggi nel Museo di Capodimonte, e il San Bertario in trono e santi, oggi a Monserrat in Spagna) e, poi, Gaeta, dove con aiuti, probabilmente, esegue la pala dell'altare maggiore della chiesa dell'Annunziata e dove dà almeno delle indicazioni per il ciclo della "Grotta d'Oro" del 1531 appartenente a Giovan Filippo Criscuolo. La bottega verrà ereditata da Severo Ierace, suo cognato, che riceve per testamento di Andrea gli ultimi pagamenti spettanti al Maestro. Volendo considerare la produzione per la committenza della città di Salerno, possiamo sottolineare, da subito, che questa fu alquanto cospicua. Il De Dominici ci informa che il Sabatini, alla morte del padre, nel 1513, realizzò per ilConvento di San Benedetto: «la Beata Vergine col suo divin figliuolo edue Santi dell’Ordine e sopra in un mezzo tondo l’Eterno Padre»
Convento di San Francesco: tavola «con Cristo che porge l’indulgenza al santo mentovato essendo ancora la Beata Vergine assistente»
Quadro raffigurante «San Francesco riceve l’indulgenza plenaria per la Porziuncola»
Oggi entrambi i dipinti sono andati dispersi; tuttavia la notizia diventa la spia per comprendere l’avvio di una collaborazione con l’Ordine Benedettino che si protrarrà fino agli ultimi anni della sua esistenza. Del resto, come detto, egli, a breve distanza di tempo, entra in collaborazione con la chiesa madre dell’Ordine, l’abbazia di Montecassino.
SAN BENEDETTO IN1529 ADS E BOTTEGA TRONO FRA IDOTTORI DELLACRISCUOLO COME CHIESA E I SANTI PENNI MAURO E PLACIDO, AMBROGIO
archivio abbazia GREGORIO AGOSTINO montecassino caravita
GIROLAMOADS dipinge cona grandeabbazia montecassinocommissionata da parte diabate benedettinocrisostomo d’alessandro lagrande pala a doppiafaccia per l’altr maggioredell’abbazia forse ancoraincompiuta al tempo dellasua morte parte siconserva in capodimonte eparte a montecassinocostituita da più pannelli a2 facce 30 ducati (modosommario di panneggiarea pennellate larghe cometirate via)
STORIE DI SANBENEDETTOSEVERO IERACE MADONNA COLBAMBINO SANGIOVANNINO E LESANTE SCOLASTICA EGIUSTINAMONTECASSINOSAN BENEDETTOACCOGLIENELL’ORDINE I SANTIMAURO E PLACIDOPRESENTAZIONE AL1531 GIOVAN FILIPPO TEMPIO CHIESACRISCUOLO DELLA GROTTAD’ORO dell’annunziataPOLITTICO MORTE EASSUNZIONE DELLAVERGINE E I SANTIAMBROGIO EGIROLAMOANNUNCIAZIONE E ISANTI GIOVANNIBATTISTA E PIETRONELLA PREDELLA LANATIVITAL’ADORAZIOEN DEIMAGI ANGELI E SANTIGAETA CHIESADELL’ANNUNZIATAGAETA BATTESIMOGROTTA D’OROMONTECASSINOADS E CRISCUOLOBATTESIMOADS E BOTTEGA
ANGELO ANNUNCIANTE SANADS E CRISCUOLO E PIETROBURGO BOTTEGA POLITTICO MORTE E ASSUNZIONE DELLA VERGINE E I SANTI AMBROGIO E GIROLAMO ANNUNCIAZIONE E I SANTI GIOVANNI BATTISTA E PIETRONELLA PREDELLA LA NATIVITÀ L'ADORAZIONE DEI MAGI ANGELI E SANTI GAETA CHIESA DELL'ANNUNZIATA POLITTICO DI NOVIVELIA PARTICOLARE ANNUNCIAZIONE DEL POLITTICO CON MADONNA BAMBINO E I SANTI MADDALENA LUCIA GIOVANNI BATTISTA E MARCO 1540 GIOVAN FILIPPO ANGELO CRISCUOLO ANNUNCIANTE MOSCA MUSEO PUSHKIN
In conclusione vogliamo riprendere l'osservazione dell'Abbate circa il fatto che numerose sono le opere datate di Andrea Sabatini: una rarità che dovrebbe aiutare a stabilire con precisione le tappe del suo percorso; tuttavia si tratta di un percorso complesso, denso, com'è, "di accrescimenti improvvisi, di virate inaspettate, di curiosità e di sperimentazioni incessanti, come volesse procedere a sbalzi, a consumare sempre nuove esperienze, spesso accolte e "bruciate" nel giro di
Pochi anni», il che «non rende agevole il compito di definire nitidamente i tratti e i confini. Unica costante l’ansia vivida, sollecitata di un continuo aggiornamento»
L’opera di Sabatini lasciò una memoria profonda tra i napoletani, ma non fu apprezzata da Vasari, che non ne fece menzione nelle Vite..., pur avendo avuto certamente modo di vedere almeno qualche suo dipinto nel corso del soggiorno meridionale del 1544-45. Tra Sei e Settecento la figura di Sabatini acquistò così una posizione centrale nella rivalsa polemica cercata dagli eruditi meridionali contro le vere o presunte ‘parzialità’ dell’aretino: se le più antiche guide seicentesche avviarono questo processo indirettamente, limitandosi a lodarne l’opera e a ricordarne con insolita metodicità i lavori presenti nelle chiese napoletane (D’Engenio Caracciolo, 1623; Sarnelli, 1688; Celano, 1692), l’atteggiamento iniziò a
della maniera moderna nel Sud, in aperta ediretta polemica con Vasari. Da allora il pittore ha ricoperto un ruolo assai significativo come campione di una scuola napoletana del Rinascimento: fu particolarmente apprezzato nel secondo Ottocento da Jacob Burckhardt e da Gustavo Frizzoni, che ne lodarono la «grazia spontanea» e il «naturale senso artistico» (Frizzoni, 1891), anche se per arrivare a una prima ricostruzione della sua personalità bisognò aspettare gli studi novecenteschi di Sergio Ortolani e Ferdinando Bologna. La letteratura recente ha tenuto alto l’apprezzamento per l’artista, ma ne ha ridimensionato il ruolo di guida nell’affermazione della ‘maniera moderna’ nel Sud, restituendo centralità in questo processo all’opera di artisti immigrati come Cesare da Sesto, Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego Siloé, Pedro Machuca, messi in ombra dalla ricostruzione
sciovinista di De Dominici.
La Mostra di Padula
Non è un caso che proprio sul nome del Sabatini si pensò di convogliare la riscoperta di un'intera stagione nella mostra Andrea da Salerno nel Rinascimento meridionale - la prima sul tema - a Padula nel 1986. La vicenda storiografica del pittore ben si prestava, con i suoi continui sbalzi, a fare da esempio delle difficoltà della ricerca sull'arte meridionale. Appena un decennio prima Giovanni Previtali (poi curatore dell'esposizione) aveva sollecitato una nuova stagione di studi in uno degli interventi più significativi della sua anima meridionalista sul terzo numero della rivista "Prospettiva". Disegnando un circolo vizioso che dalla sprezzante indifferenza di Giorgio Vasari in poi poco aveva risparmiato alla figurazione fiorita nelle province meridionali, lo storico dell'arte esprimeva il disappunto per la
sua generazione di intellettuali si sentivano investiti di una missione: quella di riscattare l'Italia meridionale dalla sua condizione di arretratezza culturale e sociale. Per farlo, era necessario agire con determinazione e coraggio, senza lasciarsi intimidire dalle difficoltà e dai possibili fraintendimenti. Previtali era convinto che solo un nuovo orientamento avrebbe potuto invertire la corrente negativa che aveva colpito il Sud. Non importava se il panorama culturale e intellettuale della regione era ancora tutto da costruire. Era necessario agire quanto prima, senza timore di sacrificare ambizioni personali, per servire un ideale più alto: liberare il Sud dall'immagine degradante di una periferia conservatrice e chiusa. Il patrimonio artistico del Sud versava in uno stato di degrado desolante, con opere abbandonate e maltrattate. Previtali era determinato a restituire loro la bellezza che avevano perso, anche se ciò significava affrontare una lotta contro una congiura che sembrava essere orchestrata dal tempo stesso. L'impegno dei singoli era importante, ma non sufficiente. Era necessario un nuovo orientamento culturale e sociale, che coinvolgesse l'intera comunità. Solo così si sarebbe potuto sconfiggere i pregiudizi e riscattare il Sud dalla sua condizione di arretratezza. Previtali e la sua generazione di intellettuali erano pronti a sacrificare le loro ambizioni personali per il bene comune. La loro missione era quella di costruire un futuro migliore per il Sud, liberandolo dalla sua immagine negativa e restituendogli la dignità che meritava.mostra di PadulaI risultati di questo ripensamento non tardarono a venire e già nella mostra di Padula fu chiaro che la partita si era erariaperta. Ci si rese finalmente conto che la civiltà artistica del Sud Italia si era sviluppata secondo accenti deltutto peculiari, a volte alternativi, a volte integrati al resto del Rinascimento. La fase pionieristica poteva dirsiconclusa, si erano poste le basi per un ripresa d’interesse duratura e rinnovata.Alle complicate vicende di Andrea Sabatini, e indirettamente al clima di cui è diventato in un certo sensocapofila, è dedicato il libro di Pierluigi Leone De Castris, Andrea Sabatini da