vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Organizzazione e Struttura
L'organizzazione del nostro corpo può essere facilmente compresa con il seguente schema:
Mentre dei primi due aspetti si occupano prevalentemente citologia e istologia, gli altri sono di interesse prettamente anatomico/medico. Solo una precisazione per quanto riguarda i termini. Anziché di "apparato" si potrebbe parlare di "sistema", ma è più corretto usare quest'ultima soltanto nel caso del sistema nervoso, poiché è l'unico ad essere formato da un solo tipo di tessuto.
Un organo è definito come un insieme di tessuti che tramite un'azione coordinata svolgono una precisa funzione.
Struttura degli organi cavi:
Gli organi di questo tipo sono "multistrato" e gli stati prendono il nome di tonache che risultano essere concentriche. Parleremo di strato superficiale come tonaca esterna, strato intermedio come tonaca media e strato come tonaca intima (o...)
superficie luminale). In dettaglio:- Tonaca intima (o mucosa: deve il suo nome alla produzione di muco)
- epitelio di rivestimento
- lamina propria
- muscularis mucosae
- Tonaca media
- (tonaca sottomucosa)
- tonaca muscolare: quasi sempre formata da due o più fasci muscolari in grado di muoversi in maniera coordinata innervati da fibre del sistema nervoso autonomo. Le fibre muscolari sono sempre disposte a spirale ma talmente ravvicinate da sembrare fasci paralleli verticali ed orizzontali che si incrociano quindi perpendicolarmente.
- Tonaca esterna: avventizia o sierosa. Quest'ultima deve la sua consistenza alla sua natura di tipo proteico. La posso immaginare come una membrana che riveste interamente tutta la cavità toracica. In fase di sviluppo gli organi si trovano tra la sierosa e l'esterna (avventizia). Con lo sviluppo cominciano a farsi spazio tra le due membrane che andranno a formare un peduncolo di collegamento per
L'organo. Struttura degli organi pieni: difficilmente generalizzabile come nel caso precedente. Tuttavia strutture che si ritrovano in tutti gli organi pieni sono:
- capsula (si tratta in pratica di una buccia di connettivo)
- setto: dalla capsula si dipartono delle ramificazioni di connettivo denso che diventano sempre più sottili e dividono l'organo in regioni. I rami più grossi prendono il nome di setto (funzione trofica e di supporto).
L'insieme di queste due strutture forma lo stroma che di conseguenza andrà a dividere l'organo in lobi e lobuli che risulteranno quindi essere relativamente indipendenti per quanto riguarda ad esempio l'irrorazione sanguigna e linfatica. Se i vasi e i nervi escono in corrispondenza di una regione limitata dell'organo allora si parlerà di ilo dell'organo. Comunque sia lo stroma delimita il parenchima dell'organo, che è quella parte dove stanno le cellule funzionalmente attive.
proprie del tessuto dell'organo. 8 marzo 2006
Apparato locomotore
Sono 3 gli organi maggiormente implicati in questo apparato:
- ossa
- articolazioni
- muscoli
Ossa
Incominciamo ad occuparci delle ossa. La componente inorganica delle ossa è l'idrossiapatite (fosfato dicalcio) che è un materiale che possiede una durezza paragonabile a quella del marmo (carbonato di calcio). Tuttavia esiste una componente proteica che le rende elastiche. Per intenderci immergendo un osso in un acido è possibile isolare questa componente: il risultato sarà una struttura gommosa completamente deformabile. Altra caratteristica da non dimenticare è la leggerezza dell'impalcatura ossea. Infatti la struttura interna a traliccio e tubulare. In tal modo il peso da sopportare è distribuito tra dei travicelli. Da qui il termine struttua trasecolare. Le ossa si dividono in lunghe (i.e. femore), piatte (calotta cranica) e brevi (vertebre sacrali).
OSSA LUNGHE
Osso
spugnoso StrutturatrabecolareStr. tubulare midolloIn sostanza l'osso spugnoso può anche essere definito come la porzione non circolante del sangue. Unavolta maturi i precursori del sangue andranno nei vasi sanguigni dove svolgeranno la loro normale attività.Infatti per fare una diagnosi di una leucemia (o più in generale di un tumore delle cellule ematiche) si eseguesul paziente una biopsia osseomidollare, ovvero un esame che richiede il prelevamento di un tassello dimidollo osseo. Tutto ciò è in accordo con il fatto che la porzione di osso spugnoso è riccamenteAppunti di Anatomia Umana I prof. Gulisanovascolarizzato e in seguito ad una frattura si abbiano rilevanti emorragie interne. Non deve stupire inoltre sead esempio in seguito a frattura dell'omero si abbiano ematomi anche non in corrispondenza della frattura emagari in corrispondenza dell'epifisi distale (gomito).Mentre epifisi e diafisi sono strutture sempre riconoscibili,
la mancanza di produzione di globuli rossi può aumentare la produzione di cellule ematiche nella porzione spugnosa delle ossa piatte. Le ossa piatte sono anche caratterizzate da una struttura composta da due lamine compatte, chiamate teca interna e teca esterna, che delimitano una zona intermedia spugnosa. Nella volta cranica, questa zona spugnosa è chiamata diploe e contiene le vene diploiche. È importante notare che la metafisi è più evidente negli individui in crescita, poiché è la parte dell'osso che si sta effettivamente allungando. Alla fine della metafisi, verso l'epifisi prossimale, si ossifica, mentre alla sua estremità si ricrea la cartilagine. Se il processo di ossificazione nella metafisi è più veloce rispetto all'altro, è chiaro che questa porzione cartilaginea è destinata a scomparire. Le ossa lunghe, come il femore o l'omero, sono composte da tre parti principali: la diafisi, che è la parte centrale e più lunga dell'osso, la metafisi, che è la parte in crescita dell'osso, e l'epifisi distale, che è la parte più esterna dell'osso. Le ossa piatte, come il cranio o lo sterno, sono composte da una zona intermedia spugnosa delimitata da due lamine compatte, chiamate teca interna e teca esterna. Nelle ossa piatte, la porzione spugnosa ha anche una funzione emopoietica, cioè produce cellule del sangue.Questa mancanza sviluppa questa porzione in maniera esagerata tanto da andare ad erodere perfino la teca. Porzione spugnosa tra le due teche
OSSA BREVI
Anche se il nome non caratterizza come nei casi precedenti questa categoria comprende tutte quelle ossa atte a sopportare sollecitazioni pesanti anche prolungate nel tempo senza subire modificazioni. Anche all'interno di questo tipo di ossa esiste la porzione trasecolare (osso spugnoso) 9/10 marzo 2006
Le articolazioni
Con il termine articolazione si intende tutto l'insieme di elementi medianti i quali le ossa sono congiunte. Si distinguono vari tipi di articolazioni in base a forma e mobilità. Comunque in generale vige la regola che la resistenza all'allontanamento dei due capi ossei e inversamente proporzionale alla loro mobilità (ovvero alla mobilità dell'articolazione stessa). Iniziamo con la classificazione in base alla mobilità:
Appunti di Anatomia Umana I prof. Gulisano- DIARTROSI esiste
Uno spazio vuoto fra i due capi articolari. Generalmente sono un tipo di articolazioni mobili.
SINARTOSI non vi è alcuno spazio tra i due capi articolari. Sono un tipo di articolazioni immobili. Tuttavia esistono alcune sinartrosi più mobili di altre diartrosi.
ANFIARTROSI è un tipo di articolazione intermedia (semimobile).
Mentre la funzionalità delle diartrosi dipenda dalla faccia dei due capi articolari, per quanto riguarda le sinartrosi invece il fattore determinante è il tipo di "collante". In questo caso il tessuto è connettivo che può essere cartilagine ialina o cartilagine fibrosa. Queste caratteristiche ci permettono di classificare ancora meglio i primi due tipi di articolazioni.
Diartrosi (a ogni passo si perde un grado di libertà nel movimento)
- a sfera (massimo della mobilità)
- ovoide
- cilindro
- piatte
sinartrosi
- suture (connettivo denso) (p.es. tra le ossa piatte del cranio)
- gonfosi (tipiche
Vediamo ora in dettaglio come è formata generalmente una diartrosi
Nelle prime fasi dello sviluppo i due capi articolari sono tenuti insieme da una capsula di connettivo che avvolge completamente l'articolazione. All'interno questa capsula è avvolta da un ulteriore membrana detta sinoviale: tale tipo di tessuto è il responsabile della produzione e riassorbimento continuo dell'omonimo liquido s. di consistenza liquido-filamentosa. È di natura glicoproteica e la sua funzione primaria è quella di nutrire la cartilagine ialina (consistenza simile al vetro) che ricopre le superfici dei due capi articolari. Nel caso ci
fossero degli interstizi tra i due capi articolari questi vengono occupati da strutture "cuscinetto" dettemenischi (formati principalmente da c. fibrosa).Membrana sinoviale
Menisco
Cartilagine ialina (incrostazione)
Capsula connettivale
Seppure si tratti di strutture complesse ben atte a svolgere le funzioni di compressione e trazione, un sforzonotevole o comunque prolungato persistente su una sola area dell'articolazione potrebbe ledereall'articolazione stessa e addirittura portare anche a paralisi temporanee della zona interessata. Anche pertale motivo siamo continuamente soggetti a movimenti involontari (che si dipartono dal cervelletto) atti aprevenire questo tipo di situazione. La cosiddetta "paralisi del sabato sera" è proprio dovuta all'inibizione daparte dell' alcol etilico (somministrato in rilevanti quantità) di questa funzione di controllo del cervelletto.
Classificazione delle artrosi in base alla loro
Per certi verso questo nome indica che un capo sta all'interno di un altro, ma in realtà molte delle articolazioni rispondono a questa caratteristica. (nome più corretto sferartrosi). Il bordo di uno dei due capi (p.es. scapola nell'articolazione con l'omero) è di tipo cartilagineo (cercine) o labbro glenoideo (glenoide = cavità articolare).
Appunti di Anatomia Umana I prof. Gulisano
Articolazione di forma ovoidale. Un grado di libertà in meno della tipologia precedente (p.es. articolazione tra braccio e mano). I due capi articolari si distinguono in ovoidale concavo e ovoidale convesso.
Di forma vagamente cilindrica si dividono in due sottocategorie in base alla disposizione dell'asse dei due capi ossei rispetto all'asse del cilindro (perpendicolare o coassiale). Ginglimo angolare o troclea (p.es. tra omero e ulna) i due capi articolari tendono ad aprire o chiudere un angolo; Gingl