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Cistoadenoma Papillifero Linfomatoso
Questa neoplasia va anche sotto il nome di tumore di Varthing. Esso la descrisse nei suoi dettagli. È stato difficile denominare questa neoplasia, perché è caratterizzata da una componente linfomatosa ed epiteliale. Ha un dato fondamentale: è assolutamente benigna: in letteratura non si riscontrano informazioni su forme maligne del linfoma di Varthing. È al secondo posto, dopo l'adenoma pleomorfo, nella graduatoria dei tumori benigni delle ghiandole salivari. Interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne. Alcune statistiche riportano un'incidenza di 1,5-2 a 1, altre statistiche addirittura di 10 a 1. È una neoplasia che interessa maggiormente la razza bianca, con una prevalenza fino al 95%. Un problema che sorge è stato quello di chiarire la patogenesi del tumore. Avendo una componente epiteliale e una linfomatosa, la fantasia degli studiosi pensò a malformazioni, con distretti nei quali i linfonodi possono
originare in sedi adiacenti alle ghiandole salivari. Si è pensato a residui del timo, o un'eterotopia (nella stessa sede origina anche tessuto linfoide dei linfonodi laterocervicali periparotidei) delle ghiandole salivari. Si è pensato a svariati concetti: cisti laterocervicale, residui delle tasche branchiali; oncociti, ghiandole sebacee,... Si è rilevata una cosa: facendo un raffronto tra la malattia di Siegren (sialoadenite immunitaria, dove si formano dei follicoli linfatici, fenomeno riscontrato in tutte le lesioni a sfondo immunitario, come la tiroidite di Hashimoto), e si è osservato come la malattia possa essere anch'essa a sfondo immunitario. Infatti si sono osservati moltissimi linfociti T. inoltre si è visto che vi è una presenza di IgG e IgA,