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Le informazioni provenienti dai centri ottici, dai sensori della pelle e le afferenze

neuro-muscolari arrivano al Paleocerebello.

Nei mammiferi troviamo un’altra porzione molto sviluppata che manca in tutti gli

altri vertebrati, il Neocerebello. Il Neocerebello è in contatto con la neo-cortex, altra

porzione esclusiva dei mammiferi, attraverso il Ponte che è un’altra struttura tipica

dei mammiferi. (Le fibre provenienti dal Telencefalo arrivano ai nuclei pontili,

sinaptano con essi e da qui partono altre vie che vanno a collegarsi con gli emisferi

cerebellari.)

Le dimensioni del cervelletto non sono in relazione al grado di evoluzione degli

animali, infatti il suo sviluppo è correlato con il grado di coordinamento del

movimento, ad esempio i pesci vivono in un ambiente poco adatto al nuoto e per

questo presentano un cervelletto molto sviluppato per coordinare i movimenti del

nuoto, mentre gli anfibi presentano un cervelletto meno sviluppato adattato al salto. Il

cervelletto nasce dai nuclei dell’8° nervo che si trovano a livello del midollo

allungato. L’8° nervo è un nervo somato-sensitivo, quindi i nuclei di arrivo si trovano

a livello latero-dorsale del midollo allungato (parte ventrale del metencefalo). Negli

animali primitivi acquatici il nervo acustico è detto nervo acustico laterale perché

presenta fibre che innervano anche le cellule della linea laterale marcando la

correlazione tra cervelletto e organi della linea laterale degli animali primitivi.

Il cervelletto è in relazione con le porzioni anteriori e posteriori del sistema nervoso

centrale mediante un sistema di fibre che prendono il nome di peduncoli cerebellari

anteriori, che vanno verso la porzione anteriore e che riportano le informazioni dalla

porzione anteriore al cervelletto, i peduncoli cerebellari posteriori, che portano le

informazioni ai centri posteriori e mandano le risposte per i centri motori caudali e,

solo nei mammiferi, i peduncoli cerebellari medi, che mettono in contatto i due

emisferi cerebellari del neocerebello.

Un’altra struttura tipica dei mammiferi è il ponte di Valorio che mette in

comunicazione il telencefalo con il cervelletto anteriormente al midollo allungato.

Nella corteccia cerebellare distinguiamo tre strati:

 STRATO MOLECOLARE

 STRATO DELLE CELLULE DEL PURKIHJE

 STRATO DELLE CELLULE GRANULARI

Si definisce corteccia una zona di distribuzione ordinata di vari tipi neurali in strati ordinati e

caratterizzati da diversa organizzazione strutturale e funzionale.

Per permettere una grande espansione queste sono superficiali rispetto alla sostanza bianca e si

trovano solo nell’encefalo. Distinguiamo due cortecce:

 Corteccia cerebellare

 Corteccia telencefalica

Alla corteccia cerebellare

arrivano due sistemi di fibre

afferenti: –

 Fibre rampicanti

Eccitatorie, partono

dall’oliva bulbare e

sinaptano con i

dendriti delle cellule

del Purkinje; –

 Fibre muscoidi

arrivano da tutti gli

altri centri nervosi e

sinaptano con le

cellule dei granuli;

Nello strato molecolare troviamo le cellule dei granuli, questi sono neuroni molto

piccoli, strettamente impacchettati, e prendono contatto con molte cellule del

Purkinje, inoltre nello strato molecolare abbiamo la presenza dei dendriti che

provengono dallo strato sottostante, strato delle cellule del Purkinje, le cellule stellate

e le cellule a canestro che prendono contatto sempre con le cellule del Purkinje e sono

disposte orizzontalmente.

Nello strato delle cellule del Purkinje troviamo i corpi di questi neuroni che inviano il

loro assone allo strato granulare.

Nello strato granulare abbiamo la presenza delle cellule di Golgi che vanno a

costituire una struttura chiamata glomerulo (complesso di sinapsi tra la terminazione

di una fibra muscoide al centro che prende contatto con dendriti delle cellule

granulari e assoni dei neuroni del Golgi.

Le vie afferenti provenienti dalle fibre rampicanti inviano le informazioni provenienti

dalle aree associative sensoriale, motoria e visiva mentre le vie afferenti dalle fibre

muscoidi convogliano informazioni richieste per fare degli aggiustamenti posturali

ecc.

Le vie efferenti usano le cellule del Purkinje e dei nuclei profondi e sono tutti

inibitori.

Il cervelletto è inoltre coinvolto nell’apprendimento motorio, cioè nell’apprendere

come il corpo deve sistemarsi nello spazio.

MESENCEFALO

Il mesencefalo ha origine, come il midollo spinale e tutta la porzione dell’encefalo

che deriva dal Deuteroencefalo, cioè quella porzione del SNC epicordale (la porzione

Prosencefalica, precordale, dà origine al Telencefalo e Diencefalo), dalla lamina

fondamentale, ventralmente, e dalla lamina alare, dorsalmente. Questo fa si che il

mesencefalo abbia una porzione motoria, lamina fondamentale, e una porzione

sensitiva, lamina alare (il diencefalo e il telencefalo derivano dalla lamina alare ed

hanno una natura prettamente sensitiva). Nei vertebrati più bassi, o più in generale nei

vertebrati non mammiferi, il mesencefalo svolge una funzione di una certa rilevanza

poiché ad esso afferiscono gran parte dei nervi ottici, la porzione dorsale del

mesencefalo andrà a costituire due lobi, i cosiddetti lobi ottici. Tuttavia non

dobbiamo ritenere che questi lobi ricevano solo afferenze visive ma sono sede di

centri sensoriali di varia natura. Il mesencefalo, come detto, ha in tutti quei vertebrati

non mammiferi, un’importanza rilevante, tanto che rappresenta il centro superiore di

questi animali, capace di coordinare le informazioni e di inviare risposte motorie; dai

rettili e in particolar modo negli uccelli e nei mammiferi questa porzione

dell’encefalo perde parte delle sue funzioni che vengono acquisite dal diencefalo e

dal telencefalo.

Al di sotto del tetto ottico troviamo una cavità, l’acquedotto del Silvio, che connette il

3° ventricolo con il 4°, in questa cavità sporgono due protuberanze, i tori

semicircolari, che sono i centri secondari di informazioni acustiche, infatti le

informazioni stato acustiche raggiungono prima il midollo allungato, da qui solo le

informazioni statiche raggiungono, attraverso una serie di nuclei presenti nel midollo

allungato, il cervelletto mentre le informazioni di tipo acustico raggiungono i tori

semicircolari.

Questi due tori tendono a confluire ventralmente andando a formare un’unica

struttura che è il corpo del mesencefalo, questo deriva dalla lamina fondamentale per

cui ha una natura motoria ed infatti presenta i centri nervosi per l’oculomotore e il

trocleare, i motoneuroni del terzo e del quarto nervo partono proprio dal corpo del

mesencefalo (tegmento nei mammiferi) e sono gli ultimi nervi motori che troviamo

procedendo in senso caudo - cefalico, poiché nel diencefalo e telencefalo non

troviamo motoneuroni.

Nei mammiferi invece il mesencefalo si presenta leggermente diverso; la porzione

dorsale appare suddivisa in 4 lobi, i corpi quadrigemini o quadrigemelli (due

anteriori e due posteriori) quelli anteriori ricevono il 20% delle afferenze visive,

questo sottolinea la derivazione dal tetto ottico, quelli posteriori ricevono afferenze

acustiche, che negli altri vertebrati arrivano ai tori semicircolari, i corpi quadrigemelli

posteriori funzionano solo come stazione associativa, infatti queste informazioni

vengono inviate al Talamo e successivamente al Telencefalo.

La porzione ventrale del mesencefalo dà origine ad una struttura chiamata piede e

una chiamata tegmento. Il tegmento corrisponde al corpo negli altri vertebrati,

mentre il piede deriva dall’insieme delle fibre piramidali (questa è un’altra struttura

tipica dei mammiferi poiché le fibre piramidali provengono dalla neo-cortex non

Un’altra struttura dei mammiferi è la presenza del

presente negli altri vertebrati).

nucleo rosso, centro di associazione di diversi centri provenienti dal cervelletto.

IL PROSENCEFALO

è la vescica più craniale dell’encefalo situata in posizione

Il prosencefalo precordale,

manca di lamina fondamentale (che dà origine a neuroni motori) mentre è presente la

lamina alare (che dà origine a neuroni sensoriali), quindi il telencefalo e il diencefalo,

derivati del proencefalo, hanno una natura prettamente sensoriale.

Il diencefalo è la porzione più caudale del proencefalo, dà origine al terzo ventricolo

e ai talami: epitalamo, ipotalamo, talamo.

L’epitalamo è la porzione più dorsale del diencefalo, riceve alcune afferenze visive

ma non è coinvolto nella percezione delle immagini ma solo delle variazioni di luce,

infatti negli animali primitivi che mancavano di occhi ed avevano solo delle cellule

fotosensibili questa parte del cervello permetteva loro tale percezione, nei vertebrati

più evoluti, l’epitalamo non ha un’importanza

attuali, ed in particolar modo in quelli

L’epitalamo riceve anche delle afferenze olfattive che vengono poi

così rilevante.

inviate all’ipotalamo.

L’ipotalamo è il centro di controllo ed integrazione di tutte le funzioni viscerali

dell’organismo (involontarie), mentre le funzioni somatiche (volontarie) sono sotto il

controllo del telencefalo.

L’ipotalamo è in comunicazione con una porzione sottostante, l’ipofisi, che può

essere distinta in due porzioni, adenoipofisi e neuroipofisi.

è altro che un prolungamento dell’ipotalamo al quale giungono

La neuroipofisi non

gli assoni delle cellule nervose, queste cellule sono diverse rispetto alle normali

cellule nervose poiché producono degli ormoni, tra i quali ricordiamo la vasopressina

e l’ossitocina.

L’adenoipofisi è, invece, la porzione che produce un numero rilevante di ormoni,

sotto il controllo dell’ipotalamo, ed è per questo coinvolto nel controllo di molte

funzioni dell’organismo. Alcuni di questi ormoni sono: ormone gonadotropo; ormone

della crescita; ormone antidiuretico.

Il talamo è il centro di smistamento delle informazioni provenienti dalle cellule

sensoriali, tranne dalle cellule del centro olfattivo, le cui terminazioni vengono

inviate prima al telencefalo e poi all’ipotalamo. Un esempio classico di questa attività

del talamo riguarda le fibre visive, queste inviano le informazioni a due nuclei

presenti nel talamo, il pulvinar e il corpo genicolato che proiettano queste

informazioni alla corteccia telencefalica.

Il talamo raggiunge il suo massimo sviluppo nei mammiferi dove viene chiamato

anticamera della corteccia. Si parla di corteccia perché nei mammiferi, in particolar

modo, osserviamo una stratificazione del telencefalo con la formazione di strati

ordinati e connessioni che portano alla formazione, ap

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
9 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/06 Anatomia comparata e citologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Darwin91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia comparata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Pappalardo Anna Maria.