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SEMIMEMBRANOSO.
AZIONE GENERALE: Sono flessori della gamba e estensori coscia.
Sono innervati da nervo ischiatico, che è diviso in tibiale ( per semimembranoso, semitendinoso, capo
lungo)e peroniero comune (per il capo breve).
Lezione 13 anatomia
28-11-2014
-Bicipite femorale
origina con due capi: capo lungo e capo breve.
Il capo lungo origina da tuberosità ischiatica, il capo breve dal labbro laterale della linea aspra sotto
all’inserzione del grande gluteo. Si inserisce sulla testa della fibula.
AZIONE: estende la coscia, flette la gamba e la ruota esternamente
-Semitendinoso
Origina da tuberosità ischiatica e si porta medialmente sulla tibia; (il tendine si porta dietro a quello del
gracile per formare la zampa d’oca).
AZIONE: Estensori coscia, flessori gamba e intraruotatori
-Semimembranoso
Origina da tuberosità ischiatica sopra i due precedenti e si porta verso la superficie mediale del ginocchio.
Il tendine si divide in tre fasci : uno passa in avanti e si inserisce sulla superficie anteriore del condilo
mediale della tibia, uno va dietro e si inserisce nella superficie posteriore del condilo mediale. Il terzo fascio
risale in alto lateralmente e si inserisce sul condilo laterale del femore, formando il legamento popliteo
obliquo che è di rinforzo alla capsula articolare.
Questa struttura del muscolo semimembranoso viene a chiamarsi zampa d’oca profonda
AZIONE: Estensore coscia, flessore gamba e intraruotatore
TRIANGOLO FEMORALE DELLO SCARPA
è una regione che si trova nella faccia anteriore, supero-
medialmente, della coscia. È triangolare.
Ha una base rivolta in alto che corrisponde al legamento
inguinale, lateralmente vi è il m. sartorio e medialmente
l’addutore lungo.
Il pavimento di questa regione è dato lateralmente dal
muscolo ileopsoas e medialmente dal muscolo pettineo. Il
tetto, è dato dalla fascia lata, che presenta centralmente
l’area cribrosa per il passaggio di numerosi vasi (tra cui la
vena grande safena) . Nel triangolo dello Scarpa ci sono
anche i linfonodi inguinali profondi; più numerosi sono
linfonodi inguinali superficiali (sopra la fascia lata)
Nel triangolo vi è il fascio vascolo-nervoso della coscia:
vena, arteria, nervo femorale.
L’apice di questo triangolo si continua con il canale degli
adduttori (o di Hunter).
È un canale muscolo-membranoso delimitato: antero lateralmente dal muscolo vasto mediale (uno dei capi
del quadricipite); posteriormente è delimitato in alto dall’ adduttore lungo, in basso dal grande adduttore. C’è
poi una membrana connettivale chiamata membrana vasto-adduttoria che chiude antero medialmente questo
canale.
È attraversato dall’ arteria femorale (che dopo aver passato lo iato adduttorio diventerà arteria poplitea) e
vena poplitea (che dopo aver passato lo iato diventa vena femorale).
Il canale degli adduttori è inoltre attraversato per 4-5 cm da un ramo del n. femorale (nervo safeno).
ARTICOLAZIONI
ARTICOLAZIONE TIBIO FIBULARE PROSSIMALE: Coinvolge la tibia e la testa della fibula. è un’
artrodia e è rafforzata da due legamenti (legamenti della testa della fibula): uno anteriore, l’altro posteriore.
Lezione 13 anatomia
28-11-2014
ARTICOLAZIONE TIBIO FIBULARE DISTALE. Coinvolge l’incisura fibulare della tibia e la fibula. Può
essere considerata una sindesmosi poiché c’è un legamento (legamento tibiofibulare interosseo), tra le due
ossa, che è un esempio di sindesmosi. Questo legamento è in continuità con la membrana interossea.
Questa articolazione prevede dei rinforzi: legamento tibiofibulare anteriore e posteriore. Questo legamento
interosseo è inoltre fondamentale nell’articolazione tibio-tarsica perché permette alle due ossa di adattarsi ai
movimenti dell’astragalo.
IL PIEDE:
Gli assi di movimento: asse trasversale/flesso estensione
asse longitudinale- adduzione/abduzione
asse antero-posteriore- rotazione interna/esterna
Per quanto riguarda i movimenti combinati nell’ inversione abbiamo una componente di adduzione,
supinazione e flessione plantare.
Nella eversione, invece: pronazione (rotazione esterna), adduzione, flessione dorsale.
ARTICOLAZIONI DEL PIEDE
ARTICOLAZIONE TIBIO TARSICA: coinvolge la troclea dell’astragalo, le superfici malleolari di questo e
il mortaio tibio-fibulare. È una troclea o un ginglimo angolare.
Contribuisce alla flesso-estensione del piede.
Nella flessione dorsale (flessione reale del piede) il mortaio tibio fibulare si allarga, nella flessione plantare si
restringe: il mortaio dunque si adatta ai movimenti, grazie al legamento interosseo.
Questa troclea è rafforzata lateralmente dal legamento laterale e l. mediale.
Il legamento mediale o deltoideo è formato da 4 fasci (Tibiotalare posteriore, tibiot anteriore, tibionavicolare
e tibiocalcaneare): due a partire dalla tibia si portano all’astragalo, uno al calcagno e uno alla scafoide.
Il legamento laterale ha tre fasci che vanno dalla fibula all’astragalo e al calcagno (Fibulotalare anteriore,
posteriore e fibulo calcareare).
ARTICOLAZIONE ASTRAGALO-CALCANEALE (o talocalcaneale o sottoastragalica): coinvolge la
faccetta posteriore di astragalo (talo) e calcagno.
È un trocoide (articolazione a ginglimo laterale). A rinforzo c’è un robusto legamento (l. astragalo-calcaneale
interosseo) che occupa il seno del tarso e viene chiamato legamento a siepe.
ARTICOLAZIONE ASTRAGALO CALCANEO SCAFOIDEA (su Ediermes: talocalcaneonavicolare): è
caratterizzata da due sfere: una cava e una piena. La sfera piena è data dalla testa dell’astragalo più dalle sue
superfici articolari anteriore e media.
La sfera cava è data dalla faccetta articolare media e anteriore del calcagno e dalla superficie posteriore dello
scafoide.
La sfera cava è completata da legamento calcaneo navicolare plantare.
È una Enartrosi.
ARTICOLAZIONE CALCANEO CUBOIDEA: a sella.
L’articolazione calcaneo cuboidea, lateralmente, e l’articolazione astragalo scafoidea, medialmente, formano
l’ ARTICOLAZIONE MEDIO TARSICA o di Chopart, che contribuisce alla flesso estensione del piede.
ARTICOLAZIONE CUNEO SCAFOIDEA O NAVICOLARE:
Le articolazioni tra scafoide e i tre cuneiformi sono tutte artrodie.
Le articolazioni INTERCUNEIFORMI (tra i cuneiformi) sono sempre artrodie.
Anche la CUNEO-CUBOIDEA è un’artrodia.
ARTICOLAZIONI TARSO- METATARSALI: sono tutte artrodie che uniscono le ossa della fila distale del
tarso con le basi delle ossa metatarsali .
Lezione 13 anatomia
28-11-2014
Crea l’interlinea di LISFRAC (linea che si viene a creare tra la base dei metatarsali e le ossa del tarso) che
permette al piede adattamenti di forma e modificazioni della volta plantare.
ARTICOLAZIONI INTERMETARSALI: articolazioni tra le basi dei metatarsali; sono tutte artrodie.
D’ora in poi si faccia riferimento alla mano.
METATARSOFALANGEE: (VEDI MANO) a condilo. Permettono adduzione/abduzione, flesso/estensione
delle dita.
Come nella mano vi sono legamenti di rinforzo collaterali e plantari.
ARTICOLAZIONE INTERFALANGEE (VEDI MANO) troclee rafforzate lateralmente come nella mano.
LEGAMENTI:
Come nella mano, le teste dei metatarsali sono unite dal legamento trasverso profondo del metatarso. Come
nella mano, tale legamento dà inserzione all’ aponeurosi plantare.
Altri legamenti importanti il sono Legamento plantare lungo ( che va da tuberosità calcagno a basi dei
metatarsali) e breve ( detto anche legamento calcaneo cuboideo plantare, perché rafforza tale articolazione).
Questi due legamenti contribuiscono a mantenere volta plantare.
La pianta del piede non poggia infatti completamente sul terreno ma si alza nella volta plantare
La volta plantare è formata da 3 archi:
-interno o mediale: costituito dalla testa del primo metatarsale, primo cuneiforme, scafoide, e indietro il
calcagno
-esterno o laterale da quinto metatarsale, cuboide e indietro il calcagno
- trasversale dato dal primo e dal quinto metatarsale, gli altri metatarsali sono
sospesi
Circa la metà del peso del corpo viene scaricato indietro (sul calcagno), l’altra
metà in avanti (2/3 del peso a livello del primo metatarsale, 1/3 a livello del quinto
metatarsale).
I MUSCOLI DELLA GAMBA:
Prevedono un rivestimento fasciale (fascia crurale) in continuità con la fascia lata. Dalla superficie profonda
di questa fascia originano i setti intermuscolari, anteriore e posteriore, che si portano alla fibula. I setti,
assieme alla membrana interossea, individuano tre logge: anteriore, laterale, posteriore (divisa ulteriormente
dal setto intermuscolare trasverso in uno spazio profondo e spazio superficiale).
Come nella mano vi sono retinacoli. In avanti, retinacolo estensori. Lateralmente, retinacolo perionieri,
medialmente i retinacoli dei flessori.
In avanti, i retinacoli degli estensori sono due:
-reticacolo superiore (teso tra tibia e fibula)
-inferiore (detto anche legamento crociato) ha una forma a Y: origina dal calcagno, il braccio superiore si
porta al malleolo mediale, quello inferiore a scafoide e primo cuneiforme.
Lateralmente, i retinacolo dei muscoli peronieri sono due:
-inferiore ( è una continuazione del legamento
crociato, arriva fino al calcagno)
-superiore (teso tra malleolo laterale al calcagno)
Lezione 13 anatomia
28-11-2014
Medialmente, il retinacolo dei flessori ed è teso da malleolo mediale a calcagno e gli passano sotto i tendini
dei flessori delle dita. Passera sotto anche l’arteria tibiale posteriore e il nervo tibiale (uno dei rami terminali
del n. ischiatico). Per questo motivo si parla di TUNNEL TARSALE.
LOGGIA ANTERIORE:
4 muscoli
AZIONE IN GENERALE: muscoli estensori delle dita (al contempo flettono dorsalmente la caviglia).
Sono tutti innervati da nervo peroniero profondo.
-tibiale anteriore: origina da tubercolo del gerdy, superficie laterale tibia e membrana interossea. Si
inserisce nel primo cuneiforme e nel primo metatarsale.
AZIONE: flette dorsalmente il piede, lo adduce e ruota internamente (supina)
-estensore lungo dell’alluce: origina da superficie mediale fibula e membrana interossea. Il tendine di
questo muscolo passa sotto ai retinacoli degli estensori e arriva alla base della falange distale dell’alluce.
AZIONE: estende l’alluce e contribuisce alla flessione dorsale del piede
-estensore lungo delle dita: origina dal condilo laterale della tibia, dalla testa della fibula, dalla superficie
mediale della fibula e dalla membrana interossea. Dà origine a un tendine che si apre in 4 fasci che si portano
alle dita comuni. Da ogni tendine si formano tre linguette, di cui quella intermedia si inserisce alla base della
seconda falange, mentre quella mediale e laterale