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DEGLUTIZIONE

Lo stadio finale nella bocca della progressione del cibo nel sistema digerente è la preparazione del

bolo per la deglutizione e lo stesso processo della deglutizione. La deglutizione è un insieme di atti

rappresentati da riflessi veri; essi sono riconoscibili nel feto, e quindi non costituiscono un

comportamento appreso, e sono presenti in tutti i membri normali della specie. La complessa natura

dell'atto della deglutizione deriva dalla duplice funzione del faringe che è parte dell'apparato

digerente come pure delle vie aeree, il canale attraverso il quale l'aria entra ed esce dai polmoni. Le

attività riflesse devono pertanto portare a due risultati: il riflesso principale che provvede allo

spostamento del cibo nell'esofago deve coinvolgere anche riflessi protettivi per le vie aeree. Il

rigurgito è un riflesso puramente protettivo, che impedisce l'accesso di materiale potenzialmente

dannoso sia alla trachea sia all'esofago e sarà descritto più avanti. Quando diversi possibili riflessi

possono essere evocati, essi saranno evocati secondo la loro importanza nella sopravvivenza e

così i riflessi protettivi avranno la precedenza su altri, e i riflessi che mantengono la respirazione

saranno preminenti su quelli coinvolti nel trasporto di cibo. La scala di priorità è organizzata nella

formazione reticolare dove sono localizzati i centri che coordinano questi riflessi. Sebbene il termine

deglutizione comprenda tutti gli aspetti del processo di trasporto del cibo dalla bocca all'esofago,

sono da notare alcune differenze che riguardano la deglutizione nel neonato poppante e, dopo lo

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svezzamento, il modo nel quale liquidi e solidi sono gestiti.

Allattamento

Il poppare è un riflesso molto primitivo che può essere dimostrato fino dalla ventesima settimana di

vita intrauterina, ma il suo sviluppo si completa poco prima della nascita. Per questo motivo

costituisce un utile test dello stato dei neonati prematuri. Nell'allattamento al seno il bambino tira e

risucchia il capezzolo all'interno della bocca. Anche parte dell'areola è trascinata in bocca e così il

capezzolo è portato fino alla giunzione fra palato duro e palato soffice. Le arcate edentule non si

toccano - in effetti, anteriormente non possono toccarsi per la presenza del capezzolo fra di esse.

L'intera mandibola è alternativamente innalzata e abbassata con un movimento rotatorio. La lingua

è protrusa e rimane permanentemente in contatto con il labbro inferiore. Quando la mandibola si

abbassa, il corpo della lingua si muove verso il basso e in avanti. Questo produce nella cavità orale

una diminuzione di pressione, o addirittura una pressione negativa, che facilita l'uscita del latte dal

capezzolo, anche se il riflesso di eiezione del latte indotto da ossitocina ed evocato dalla

stimolazione dei recettori tattili del capezzolo e dell'areola è sufficiente a provocare un flusso di

latte. Il successivo innalzamento della mandibola, insieme al movimento verso l'alto e indietro del

corpo della lingua, aumenta la pressione nella cavità orale e forza il contenuto nella porzione

superiore della faringe, dando inizio alla serie di contrazioni e rilasciamenti dei muscoli costrittori del

faringe. La mandibola è mantenuta in posizione dai muscoli massetere e pterigoideo mediale; i

movimenti della lingua sono una combinazione di contrazioni dei muscoli intrinseci, che controllano

la forma della lingua, e dei muscoli genioioideo e genioglosso che controllano la sua posizione

generale. Le vie aeree sono mantenute aperte mentre il bambino poppa. L'alimentazione con il

biberon differisce dall'allattamento al seno in quanto non c'è nessun riflesso di eiezione del latte e

per ottenere il latte il bambino deve esercitare una pressione positiva sulla tettarella portando la

lingua contro l'arcata edentula superiore. Poi, un movimento all'indietro del corpo della lingua

permette di spingere il latte lungo e fuori dalla tettarella. In entrambi i casi, allattamento al seno e

alimentazione con il biberon, le labbra e i cuscinetti dentali sono separati e la lingua può estendersi

in avanti fino a toccare il labbro inferiore. Dopo l'eruzione dei denti questa situazione si modifica.

Suzione e ingestione di liquidi

I liquidi possono essere ingeriti senza che intervenga alcuna attività orale. Se la testa è rovesciata

all'indietro in modo tale che la cavità orale e l'esofago formino un canale diritto, può essere versato

liquido dentro a questo canale. I mangiatori di spade e gli individui che riescono a bere in un unico

sorso grandi quantità di birra utilizzano questa posizione anatomica. Lo sfintere cricofaringeo

all'estremità superiore dell'esofago è uno sfintere funzionale piuttosto che anatomico, e

normalmente si rilascia in risposta alla stimolazione dei recettori della parete posteriore del faringe

eccetto che nel riflesso del rigurgito. Nonostante l'assenza di attività deglutitoria, la lingua attua

movimenti ondulatori, facilitando il passaggio del liquido. Normalmente, l'ingestione di liquido

avviene in due tempi: inizialmente il liquido si accumula nella parte anteriore della cavità orale con

la lingua concava anteriormente e sollevata posteriormente, quindi la punta della lingua si innalza a

toccare il palato dietro agli incisivi superiori e un'onda di contrazione porta il corpo della lingua

progressivamente indietro lungo il palato mentre la porzione posteriore si abbassa. Il liquido può

essere preso in bocca per suzione - sporgendo le labbra per formare un orifizio stretto, portando la

punta della lingua al di sopra degli incisi inferiori a toccare il labbro inferiore, e quindi abbassando il

dorso della lingua per aumentare il volume della cavità orale e conseguentemente diminuirne la

pressione. La parte posteriore della lingua rimane in leggero contatto con il palato. Una situazione

simile si osserva quando per bere è adoperata una cannuccia, eccetto che le labbra sono serrate

attorno a quest'ultima. Quando la camera anteriore della bocca contiene un volume appropriato di

liquido - fra 5 e 20 ml, a seconda dell'individuo - i movimenti della lingua forzano all'indietro questo

volume e inizia la fase faringea della deglutizione. Questa prima parte del processo è sotto controllo

volontario. La fase faringea è in linea di massima simile alla fase faringea della deglutizione del bolo

semisolido prodotto dalla masticazione e descritta più avanti, ma per i fluidi coinvolge la chiusura

del nasofaringe da parte del palato molle che è sollevato fino alla parete del faringe e al rilievo delle

adenoidi. Il laringe è sollevato e il fluido è deviato e scorre ai lati dell'epiglottide. Quando l’individuo

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che beve è in posizione eretta, il liquido può scorrere lungo l'esofago per gravità, ma anche in

questo caso vi è contrazione del muscolo costrittore superiore del faringe e iniziano onde

peristaltiche nell'esofago. È addirittura possibile bere liquidi stando a testa in giù - fatto che dimostra

che l'esistenza di un processo attivo di trasporto del liquido. Bere da una tazza o da un altro

recipiente modifica la sequenza sopra descritta solamente nel fatto che il liquido è in parte versato e

in parte succhiato dentro la parte anteriore della cavità orale. Quando il volume caratteristico di

liquido è nella bocca, il recipiente è allontanato dalle labbra, e le labbra e i denti possono essere

avvicinati secondo la sequenza di attività muscolari.

Deglutizione dei bolo di cibo

Nel processo della deglutizione si distinguono tre fasi - una fase orale, una fase faringea e una fase

esofagea.La fase orale inizia con la formazione del bolo e finisce quando il bolo è spostato nella

parte posteriore della bocca. Dura circa 1 s ed è un movimento volontario in quanto può essere

terminato o iniziato volontariamente. Le fasi faringea ed esofagea sono interamente riflesse; la fase

faringea dura circa 0,1 s.

A) Fase orale della deglutizione = La fase orale stessa è composta di due fasi: l'impasto del cibo e

della saliva e la formazione di una palla o bolo, e lo spostamento del bolo nella parte posteriore

della bocca fino a portarlo a contatto degli archi palatoglossi e della parete posteriore del faringe.

Quando i recettori orali segnalano al generatore centrale del ritmo masticatorio che il cibo ha

assunto dimensioni e consistenza adeguate per essere deglutito, il movimento ritmico della

mandibola si riduce e il cibo è radunato a formare un bolo per azione delle guance e della lingua.

Recettori nelle guance sono attivati dal contatto con il cibo e inviano impulsi al nucleo spinale

trigeminale attraverso il nervo mandibolare. Neuroni di secondo ordine proiettano poi al nucleo

motore del trigemino, controllando l'attività dei muscoli della masticazione, e al nucleo motore del

nervo faciale dove attivano i motoneuroni gamma diretti alle fibre intrafusali dei fusi neuromuscolari

dei muscoli buccinatori, attuando così un controllo dell'attività di questi muscoli. Attraverso la branca

linguale del nervo mandibolare e il nervo glossofaringeo sono inviati impulsi sensitivi dalla lingua al

nucleo dell'ipoglosso, che a sua volta invia impulsi motori alle fibre muscolari extra ed intrafusali dei

muscoli intrinseci della lingua. Il bolo è infine formato in una cavità compresa fra la superficie

dorsale della lingua, abbassata, e il palato duro. Il bolo formato è poi trasferito nella parte posteriore

della cavità orale. Lo spostamento del bolo si ottiene nel modo più efficiente portando i denti in

occlusione centrica e serrando le labbra per contrazione del muscolo orbicolare della bocca.Il

frequente atto di deglutire la saliva durante tutto il giorno porta in denti in occlusione centrica

abbastanza spesso da stabilizzare la posizione occlusale; questo è uno dei fattori che, dopo un

trattamento ortodontico, rendono necessario programmare un periodo di stabilizzazione della nuova

posizione occlusale. Se la chiusura delle labbra non è sufficiente a bilanciare la forza esercitata

dalla lingua contro i denti, può svilupparsi protrusione dei denti. Analogamente, in pazienti che

deglutiscono senza chiudere i denti, i muscoli orbicolare della bocca e buccinatore dovranno

generare una maggiore forza di contrazione per contenere le pressioni sviluppate nel cavo orale.

L'infiammazione della lingua, di qualunque origine, può interferire nello svolgimento di questa fase

della deglutizione: queste condizioni di difficoltà sono dette disfagie orali.

B)Fase faringea = La stimolazione della parte posteriore della bocca e della parete faringea,

particolarmente dei pilastri anteriori delle fauci (gli archi palatoglossi) e dell'uvula, dà iniz

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marika-85 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Papa Stefano.